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lunedì 19 febbraio 2024

Gli alberi strangolatori, nei templi cambogiani

 Oggi vi porto molto lontano, e precisamente in Cambogia, nell'estremo est asiatico. Me ne dà l'occasione Stefano, che sta compiendo un viaggio di piacere appunto da quelle parti, e che mi ha mandato alcune fotografie, per le quali lo ringrazio.

Ci troviamo nel nord ovest della Cambogia, e precisamente ad Angkor Wat, un enorme tempio religioso, il più visitato del paese e patrimonio mondiale dell'Unesco.

E, naturalmente, non ci occupiamo del valore culturale e storico di questo sito, della civiltà Khmer e della sua architettura ma degli alberi che ci vivono, enormi e di grande impatto.

Eccone uno, che appare "spalmato" su un tempio in rovina, quasi come un animale preistorico.

A quali alberi ci troviamo di fronte? Devo dire che qui regna una buona dose di confusione; questi alberi hanno il nome comune di alberi strangolatori, per la loro attitudine di vivere a spese di altri alberi, ai quali si appoggiano fino a strangolarli, per poi crescere in autonomia.

Fra gli alberi strangolatori vengono in realtà annoverate diverse specie di alberi, compreso, pensate, il nostro Ficus magnolioides!  

Sicuramente fra gli alberi che vivono ad Angkor Wat ci sono dei Ficus, dal Ficus altissima al Ficus benghalensis al Ficus tinctoria , ma una pianta che vive sicuramente in mezzo a questi templi non è un Ficus, ma il Tetrameles nudiflora, di cui facciamo conoscenza oggi.


Ecco un altro esemplare di Tetrameles che, consapevole della forza con la quale è abbarbicato alla struttura del tempio, pur cadente, sale fino a forse 25 metri.

Naturalmente questi alberi non possono essere lasciati crescere come vogliono, ma sono curati da squadre di giardinieri acrobati, che evitano che queste meraviglie possano essere velocemente soffocate dalla natura e riportate alla condizione di quasi invisibilità, come questi gioielli in pietra vennero scoperti dagli occidentali, a metà dell'800. 
 

giovedì 15 febbraio 2024

Sono piegato, ma resisto

Abbiamo parlato più volte del Pino d'Aleppo, Pinus halepensis, sia per la grande quantità di esemplari presenti in città, sia per le sue caratteristiche peculiari, fra le quali la propensione a piegarsi o a crescere storto.  Se solo pensate al viale Diaz, o al viale Buoncammino, o alla via Borgo Sant'Elia, solo per citare alcuni esempi, sapete di che cosa stiamo parlando.

E naturalmente questa specie di Pino è presente nei parchi, ed in particolare nel parco di Monte Urpinu, dove questi alberi hanno fra l'altro un legame affettivo con generazioni di scolari, che ne hanno piantati a centinaia  in occasione della Festa degli Alberi, festa recentemente risorta anche se con altre forme.

E proprio un esemplare di Pino d'Aleppo del parco di Monte Urpinu è quello che vi presento in foto, alto e fortemente piegato, anche se ancora in piena forma vegetativa.

Nel caso specifico a piegarlo non è stata probabilmente, o non solo, la sua propensione, ma le raffiche di vento, che ogni tanto riescono ad abbattere questi alberi, sia che soffino da nord che da sud (post del 3/4/15  e del 24/1/17).

Insomma, i Pini d'Aleppo cagliaritani, ma naturalmente non solo loro, ogni tanto subiscono delle perdite; bisogna però dire che il Comune di Cagliari negli ultimi anni ha messo in pista interventi di riforestazione urbana, soprattutto nel nostro parco cittadino, che compensano ampiamente le perdite subite.

Proprio la zona nella  quale vive e pende il nostro esemplare odierno, settore sud, ho visto una nuova piantumazione, che risale forse a due anni fa; ottima iniziativa!

  



martedì 6 febbraio 2024

Uno squarcio di bellezza, nell'ordinarietà quotidiana

Andando a fare la spesa, nel market di via Pasteur, in un momento di grigia ordinarietà quotidiana, sulla rampa appare in questi giorni una massa di colore giallo intenso, che attrae irresistibilmente lo sguardo e mette di buon umore:  la fioritura invernale di una Acacia dealbata.


Eccolo qui l'esemplare di cui parliamo: un piccolo albero, bruttino, ficcato in mezzo al cemento; non meriterebbe alcuna citazione, se non fosse per la bellezza dei racemi di capolini giallo limone.

Questa specie di Acacia è la prima a fiorire da noi (post del 9/1/11), e sarà seguita a marzo dalla più comune Acacia saligna, e, in piena estate, dall'Acacia horrida. 

Abbiamo parlato più volte di questa fioritura (p.es. post del 9/2/14  e del 18/2/16), per la sua bellezza intrinseca e per il periodo dell'anno nel quale si offre al nostro sguardo; il suggerimento è quindi di andare a cercare e godersi questo giallo, anche se non necessariamente in connessione con la spesa al market!