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venerdì 24 febbraio 2023

I figli pigri, fra le braccia possenti di mamma Euphorbia

Oggi vi presento una simpatica situazione che si può presentare nel ciclo riproduttivo di una grande succulenta a portamento arboreo, la Euphorbia candelabrum. 

Parliamo di una pianta che difficilmente passa inosservata, sia per le dimensioni ragguardevoli che raggiunge con il nostro clima, sia per l'aspetto caratteristico che ha dato origine al suo nome scientifico.


Ecco l'esemplare oggetto della nostra attenzione, situato nel giardino di un condominio che prospetta su via Leoncavallo, non lontano dai binari del metrotram.

E' un esemplare che il nostro blog già conosce (post del 3/3/16,  del 30/4/16,  del 16/7/20) del quale ho presentato fiori e frutti, ed in particolare la strana modalità di esplosione dei frutti, quando è il momento di spargere i semi al fine di riprodurre la specie, nel mese di luglio.

Come vi avevo raccontato nel post di luglio, quando è il momento i fruttini esplodono, lanciando i semi il più lontano possibile per avere maggiori possibilità di perpetuare la specie.

E in questo processo può succedere la simpatica situazione di cui vi ho parlato all'inizio, e che ha dato origine al titolo: vediamo la foto qui sotto.



Può succedere che, come le famose ciambelle, non tutti i lanci dei semi siano corretti, ed a volte i semi cadano dritti senza spostarsi dalla verticale: in questi casi la nuova piantina, se il seme trova un poco di terra nello spazio da dove si dipartono le possenti branche della mamma, decida di mettere a frutto la sua pigrizia, e di crescere lì.

Ed eccola che occhieggia dal suo comodo nido, nel quale sembra trovarsi molto bene, tanto che ha già prodotto alcune foglioline. 

In realtà questa simpatica storiella che ho raccontato non avrà un buon fine, e la nuova piantina non sopravviverà a lungo alla  mancanza di cibo, a meno che non venga trapiantata in piena terra, chissà; resta però che anche questa è una storia molto interessante offerta dalla Natura. 


lunedì 20 febbraio 2023

La giusta eliminazione delle vecchie Robinie di via Cagna

Ho parlato, abbastanza di recente (post del 9/1/23), della prevista eliminazione di alcune vecchie Robinie, Robinia pseudoacacia, alla fine di via Cagna; in quella sede condividevo nella sostanza l'esigenza della eliminazione, criticando però il "burocratese" utilizzato per l'annuncio da parte del Comune, che parlava di messa in sicurezza.   

Al di là della critica sulla terminologia, che resta oggi pienamente valida e che nasconde la volontà di pararsi le spalle da critiche (peraltro giustificate in molte occasioni), devo dire che l'eliminazione in questione è stata in questo caso giustificata dallo stato delle piante interessate.

Questa è infatti la ceppaia di uno degli esemplari eliminati, probabilmente lo stesso che avevo fotografato a gennaio completamente piegato da un lato.

Come si vede una profonda carie era arrivata ad interessare la base del tronco, probabilmente provenendo dalla parte più alta: infatti queste situazioni patologiche nascono spesso dalla rottura di rami, ma anche da capitozzature o potature comunque mal effettuate. Queste condizioni, se non curate, consentono la penetrazione dei funghi che si nutrono del tessuto legnoso, portando al decadimento ed alla morte dell'albero, che ad un certo punto può cedere di schianto.   

Quindi non si può certo escludere che in molti casi il decadimento sia causato da interventi umani; bisogna peraltro considerare che le leguminose in generale (Acacia, Tipuana, Bauhinia, Ginestra, Albizzia.....) non sono piante particolarmente resistenti né molto longeve.


Possiamo però considerare che sono stati eliminati solo gli esemplari in condizioni più critiche, mentre gli altri sono stati mantenuti in vita, come si vede dalla foto a destra. Quindi è stato usato un criterio di scelta, forse anche consentito dagli strumenti sofisticati oggi in uso; non sono certo che, fino a qualche anno fa, non si sarebbe proceduto ad una eliminazione indiscriminata di tutto il filare di questi vecchi e gloriosi alberi.

Non resta che augurarci che gli esemplari che rimangono siano ancora in grado di rallegrarci con la loro bellissima fioritura primaverile (vedi p.es. post del 10/4/17)!  


 

martedì 14 febbraio 2023

L'enorme Nolina mangiafumo del Banco

 Diciamo subito che è un esemplare rarissimo per la nostra città, l'albero di cui trattiamo oggi, e che per vederne di simili o anche molto più grandi bisognerebbe andare in Messico, sua zona di origine.

Parliamo della Nolina (oggi Beaucarnea) recurvata che vive nel giardinetto del Banco di Sardegna, combattendo orgogliosamente per conquistare spazio, luce e sole, con le alte Palme che la circondano.

Eccola a sinistra; forse meriterebbe più spazio, per la sua rarità e bellezza, ma è anche piacevole scoprirla contornata dalle Palme.

Abbiamo parlato diverse volte di questa Nolina, a partire dal 2011 (post 17/1/11), ma anche di altri, pochi, esemplari all'aperto, dall'Orto Botanico a via Verdi fino all'esemplare fiorito di via Sanna Randaccio (post del 1/11/21)    

Come molte altre piante, con il nostro clima subtropicale, la Nolina sa vivere bene sia all'aperto che al chiuso, dove fa la sua bella figura con le foglie mollemente ricadenti, il grosso piede d'elefante, una buona robustezza e la fama di essere una "mangiafumo".

Questa fama, oltre che essere oramai quasi inutile per i salotti attuali, pare che sia anche usurpata, e derivante invece dalla capacità di resistere al fuoco, e riprendersi dal fuoco, riscontrata negli esemplari delle campagne  messicane.

Tornando al nostro campione, come si nota dalla fotografia sta già esponendo, in cima, pannocchie ramificate che daranno luogo ad una delle fioriture annuali. 

Nella fotina a destra notiamo invece il piede d'elefante, utilizzato dalla pianta come riserva d'acqua, e che risulta tanto più evidente e piacevole, come dicevamo, nelle piante d'appartamento.

Insomma la nostra enorme Nolina meriterebbe un maggiore riconoscimento, per esempio una scheda di presentazione in loco (vecchia richiesta!) l'inserimento in un elenco degli alberi peculiari della nostra città, le opportune indicazioni turistiche per il suo godimento, soprattutto da parte dei turisti del nord Italia ed Europa che la conoscono solo come piccola pianta d'appartamento.

Utopia? Probabilmente, ma io non smetto di insistere. 


 

lunedì 6 febbraio 2023

La Palma grattacielo di piazza Ravot

Siamo in pieno centro città, nonostante la stranezza del nome; infatti questa piazza altro non è che il bello slargo alberato con il quale termina il viale Regina Margherita sfociando in piazza Costituzione, e credo che per la gran parte dei cagliaritani sia tuttora nota come piazza Costituzione.

Comunque un luogo molto gradevole, ed anche ben dotato di alberi, dal vecchio Ficus elastica "originale" ai diversi Ficus retusa, già presentati nel blog (post del 5/9/19).  

Oggi vi presento un altro albero di questo slargo, molto bello anche se poco notabile data l'altezza della sua chioma, a meno che non ci si trovi piacevolmente seduti, magari gustando qualcosa  da bere o da mangiare in uno dei locali della zona.

Ed eccolo qui il nostro albero: una Washingtonia robusta, che rende onore al nomignolo che le avevo attribuito di Palma grattacielo (post del 21/2/17), svettando verso il cielo a prendersi più luce possibile.

Questo esemplare si presenta fra l'altro molto "pulito", senza residui di vecchie foglie ed in ottima salute, per resistere al meglio, con l'elasticità del suo fusto, ai nostri venti impetuosi.

Ricordo che un poco più su, all'inizio del Viale Regina Elena, si trova un esemplare ancora più alto (post del 20/1/18), ed altri ancora ne abbiamo incontrato in città, da Buoncammino al parco di via San Lucifero.

Insomma la Washingtonia robusta è una pianta ben piazzata nel novero delle piante da ammirare, incontrandola negli spostamenti/passeggiate urbane; bisogna solo ricordarsi di distogliere lo sguardo dal cellulare, ogni tanto!