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sabato 28 gennaio 2023

Il grande Pino, ed un destino segnato

 Non amo fare previsioni, soprattutto quando sono negative; ma per il Pino di cui vi parlo oggi temo che un destino infausto sia segnato.

Eccolo qui a sinistra: un bellissimo e grande esemplare, addirittura enorme per i canoni nostrani, di Pino domestico, Pinus pinea.  

Questo Pino vive con la sua mole all'interno di uno spazio condominiale di via Dublino, nella zona alta di Genneruxi, dove le strade sono strette e si aprono ogni tanto in piazzette che fungono da collegamento fra le varie vie. 

Come si vede dalla foto la chioma del Pino supera abbondantemente la carreggiata di via Dublino, oltre che impegnare per diversi metri l'interno degli spazi condominiali.

La vicinanza alla strada, che per fortuna tiene abbastanza distanti le sue radici dalle fondazioni della palazzina, non protegge però il piano stradale, che risulta fortemente sollevato dalle radici medesime.

D'altra parte, si sa, il Pino non si fa scrupoli quando deve fare spazio alle sue possenti radici; lo avevamo già segnalato in un post alle origini del blog (post del 10/12/10) e ripreso poi successivamente per l'impianto di via Verdi (post del 9/5/13), che infatti è stato successivamente eliminato.

Insomma, con queste premesse e con gli effetti che si vedono anche nella fotina a destra, temo di essere facile profeta nel ribadire, con rammarico, che il suo destino pare segnato.

Sarebbe bello ipotizzare che, con apposito accordo fra i privati del condominio ed il  Comune, si potesse trovare una soluzione che salvasse l'albero in questione e l'asfalto della strada, ma qui entriamo nel campo dell'utopia.
 
 

domenica 22 gennaio 2023

Il Capelvenere in città

 Il Capelvenere, Adiantum capillus-veneris, è una piantina abbastanza conosciuta ma che certamente è poco frequente incontrare, a meno che non la si vada a cercare nel suo habitat naturale, cioè le grotte umide ed ombrose, le pareti calcaree dove sgorgano cascate, i pozzi.

Vengono in mente, per esempio, Sadali e la sua cascata di San Valentino, o la cascata Sa Stiddiosa di Seulo, per citare due luoghi meravigliosi e piuttosto noti ai sardi e non solo; a Cagliari è possibile che il Capelvenere sia presente, anche se non sono certo, nella affascinante grotta Gennari dell'Orto Botanico, insieme ad altre Felci.

E invece, con la complicità di Paolo che ringrazio, vi presento oggi un gruppo di piantine cresciute, in maniera naturale, su una parete di Castello.

Ci troviamo in via Genovesi, sicuramente una via che non è molto illuminata dal sole; qui, su una parete certamente umida con retrostante terrapieno, il Capelvenere ha trovato modo di vivere e moltiplicarsi.

Immagino che la pioggia di questi giorni abbia ulteriormente rinvigorito queste piantine che, anche se segnano inevitabilmente il degrado della zona, mantengono il loro fascino dal punto di vista dell'appassionato del verde.

Il Capelvenere ha la peculiarità che l'acqua non aderisce alle foglie (nome greco adiantos = non bagnato), mentre i capelli di Venere fanno riferimento all'aspetto ricadente e delicato delle foglioline, ma anche ai rametti neri, lucidi e sottili che le sostengono.

Il Capelvenere ha avuto in passato un utilizzo medico significativo, con infusi  e decotti, e legami anche con credenze magiche; sicuramente il decotto veniva utilizzato per il cuoio capelluto, antiforfora e sgrassante per i capelli, in linea con il nome e la bellezza evocata.

Insomma una piantina interessante oltre che bella, di cui a destra possiamo ammirare un particolare, sempre sulla parete di via Genovesi.

Credo che le piantine siano anche coltivabili in vaso, anche se sono molto esigenti e difficilmente si adattano al clima di un appartamento. 

Comunque, per chi non ha modo di fare un salto negli splendidi luoghi citati all'inizio del post, una passeggiata in Castello resta una bella soluzione per godere della vista del Capelvenere! 


 

domenica 15 gennaio 2023

Il Ficus combina guai

 

Eccolo qui, il Ficus in questione: un enorme Ficus retusa, vecchio di molti decenni, che troneggia all'ingresso del Dipartimento di scienze biomediche dell'Università, in via Porcell.

E non è il solo a fare compagnia e sorvegliare questo bellissimo e grande palazzo, affacciandosi su una delle strade più affascinanti della nostra bella città: infatti dall'altra parte del palazzo, quasi all'inizio della strada, ci sono altri quattro esemplari, anch'essi di ragguardevoli dimensioni .

Ebbene il nostro esemplare, facendo il suo mestiere e cioè vivendo, ha fatto quello che questi alberi sanno fare molto bene, cioè ha irrobustito le sue radici per sostenere al meglio la grande chioma.


Ed ecco a destra il risultato, con un possente innervamento nel terreno ed addirittura radici colonnari di ulteriore sostegno.

E qui ha cominciato a combinare guai perché essendo, come si vede dalla foto, vicino al muro perimetrale della proprietà del Dipartimento, le radici hanno provveduto a spaccare il muro medesimo, creando un pericolo sul fronte strada.

La strada è stata chiusa al traffico, è stato realizzato un sostegno provvisorio per il muro, ed è cominciato il palleggio sulle competenze fra Comune ed Università, per chi debba procedere, ed in che tempi, alla "messa in sicurezza" (si veda al riguardo quanto detto al post precedente).


In questa foto si vede una delle spaccature del muro antistante il 
Ficus, nonché le transenne ed il sostegno provvisorio.

Per quanto riguarda la messa in sicurezza, io auspico fortemente che i Ficus di via Porcell vengano salvati, e non facciano la stessa fine di alcuni Pini d'Aleppo che ornavano questa via, e che sono stati eliminati.

Il Ficus retusa, albero molto comune a Cagliari, non è un albero che debba sempre essere salvato; quando ci sono le condizioni, e fatte tutte le opportune valutazioni, il sacrificio di qualche esemplare può essere accettato (p.es. in viale Trieste, o in viale Merello....); ma non per questi esemplari, che accompagnano la storia di questa strada e la nobiltà delle sue costruzioni e dei grandi cagliaritani che ci hanno lavorato.

I muri possono essere sistemati ed irrobustiti, il percorso delle radici può essere guidato ed impedito perché non crei ulteriori guai; ma prego chiunque debba prendere le decisioni sul da farsi di partire dal presupposto di salvare i Ficus di via Porcell!  

 

lunedì 9 gennaio 2023

La "messa in sicurezza" delle Robinie di via Cagna

La Robinia pseudoacacia è un albero che ha avuto una significativa presenza nella nostra città, anche per la sua capacità di riprodursi e colonizzare terreni sterrati ed incolti. Oggi, con il procedere dell'urbanizzazione, lo si incontra molto meno, mentre è piuttosto comune in campagna. E' una leguminosa, della quale abbiamo parlato più volte a partire dagli albori del blog (post del 14/12/10) e successivamente, soprattutto con riferimento alla sua bella fioritura primaverile (p.es. post del 26/4/15  e del 10/4/17). 

Abbiamo altresì parlato di esemplari anziani e non molto ben messi, come quelli di via Cammino Nuovo e quelli di via Cagna, quasi all'incrocio con via Is Guadazzonis.

E di questi ultimi parliamo oggi: ecco in foto un esemplare, che mostra la sua attuale fragilità. Già si vede dal tronco che è molto anziano, è piegato su un fianco e probabilmente il suo legno sta marcendo all'interno.

Per questo non mi sono meravigliato quando ho letto nel sito ufficiale del comune di Cagliari che 4 esemplari di Robinia in via Cagna saranno eliminati, in quanto la loro "propensione al cedimento" crea pericolo per la pubblica incolumità.

Tutto bene, dunque? E no, dato che l'annuncio non parla di eliminazione, ma di "messa in sicurezza". Allora, poiché la messa in sicurezza non è certo sinonimo di eliminazione, ma anzi di azione costruttiva e correttiva tesa ad eliminare il pericolo, per esempio con tutori di sostegno, perché usare questa impropria terminologia?

Non sarà che la "messa in sicurezza", locuzione ormai usatissima nel burocratese, serva come addolcimento del termine netto di eliminazione, che potrebbe provocare qualche protesta di cittadini amanti del verde?

Allora io formulo un invito agli amministratori del verde pubblico: siate chiari. Se una pianta è da abbattere, da eliminare, da estirpare, da tagliare ........, usate il termine giusto, e siate pronti all'occorrenza a dimostrare la necessità inoppugnabile della azione drastica; non nascondetevi dietro terminologie fumose ed improprie!    
  

domenica 1 gennaio 2023

Il Giardino degli Ulivi

Un nome che oscilla fra richiami biblici (il Getsemani) e reminiscenze Checoviane (il Giardino dei Ciliegi) è quello che mi è venuto in mente per il bel sito che vi presento oggi, che si trova all'ingresso del paese di Settimo San Pietro, Comune della città metropolitana di Cagliari.

Il nome di questo luogo è in realtà Parco Terra de sa Cresia, che fa riferimento alla chiesa di San Pietro Apostolo, sfondo dei suoi spazi.


Effettivamente la presenza della chiesa e del suo campanile, che si staglia davanti al terso cielo azzurro decembrino, forniscono un bel valore aggiunto ai prati di questo giardino comunale ed ai bellissimi vecchi Ulivi che sono, per noi amanti del verde, l'elemento caratterizzante. 


Questi alberi non brillano certo per la chioma folta o per la simmetria dei rami, ma per la lunga storia che si portano appresso, con i danni del tempo e di potature scriteriate ai quali hanno tenacemente resistito; i tronchi, con le loro fessure, gibbosità e strane forme assunte nei decenni ci raccontano la loro vita.

Una scelta felice degli amministratori ha tolto questi Ulivi dallo stato di vecchi residui arborei abbandonati, e magari da estirpare, e li ha recuperati alla loro bellezza intrinseca: un posto piacevole dove passeggiare e meditare.