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lunedì 30 maggio 2022

La primavera della Quercia inglese

 La primavera, con l'esplosione di nuova vita nel mondo vegetale, è l'occasione propizia per parlarvi di nuovo, fra le mille possibilità offerte dalla Natura, della Quercia inglese, altro nome comune della Farnia, la Quercus robur.

E la Farnia merita di essere scelta per l'enorme importanza che questa specie arborea ha avuto ed ha nel suo rapporto con gli umani, per la sua presenza in una grande parte del mondo, per il suo essere sulla Terra da milioni di anni (post del 12/7/17, fra gli altri).

Insomma un caposaldo vegetale, anche se in Sardegna è quasi inesistente, ma ottimamente rappresentata  dalla sua cugina Roverella, Quercus pubescens, di cui abbiamo parlato tante volte, e con la quale si assomigliano moltissimo.

E allora eccola, una Quercia inglese in terra di Sardegna, comune di Pula, che ci presenta le sue nuove tenere foglioline e le piccole ghiande.

E' un albero che vi ho già presentato, nell'autunno di qualche anno fa (post del 9/10/19), post che vi invito a riguardare per vedere quanto grandi diventeranno le piccole ghiande nell'arco di qualche mese! E pensare che questo albero è nato da una ghianda, portata dallo Yorkshire!

Se volete invece andare a vedere una Farnia pubblica in città vi ricordo l'esemplare dell'EXMA' (post del 1/6/11 e 24/4/14 , fra gli altri).

In conclusione, onore a tutte le Querce, inglesi o meno che siano!





giovedì 19 maggio 2022

Tenerife patria del Drago, e non solo

L'arcipelago delle Canarie è universalmente noto, fra l'altro, per la quantità di specie arboree endemiche, molte delle quali hanno il riferimento all'arcipelago nel proprio nome. Pensiamo alla Palma delle Canarie, al Pino delle Canarie, all'Euforbia delle Canarie, tutte piante presenti anche a Cagliari ed ampiamente trattate nel blog.

E poi c'è lei, la Dracaena draco, Sangue di dragoforse la più significativa fra le specie endemiche di queste isole ed in particolare di Tenerife, di cui è simbolo vegetale. Qui vivono gli esemplari più vecchi al mondo di questa specie arborea, alcuni addirittura millenari.



Io non vi presento esemplari millenari, che possono essere facilmente trovati su internet, ma esemplari di tutti i giorni, che si possono incontrare a Tenerife durante una passeggiata, o ai bordi di una piscina.

Ringrazio Sara, che trovandosi in vacanza a Tenerife mi ha inviato queste foto.



Esemplari comuni, dunque, ma che sono già molto più grandi, e soprattutto più alti, degli esemplari cagliaritani.

Ricordo che Cagliari dispone ormai, stante anche la progressiva tropicalizzazione del clima, di molti esemplari di Dracena sangue di drago, che vi ho presentato in più occasioni (post del 10/6/11 , 25/1/18,   23/9/21 ed altri) e che colpiscono per la loro "simpatia" arborea e le particolarità relative al tronco, alla crescita, alla resina rossastra.


Ma non è solo il Drago, come recita il titolo del post, il simbolo arboreo di quest'isola: c'è ne è anche un altro, che adesso vi presento.


Eccolo qui: a qualcuno dei lettori ricorda qualcosa?  A parte il colore, la spiga fiorita è molto simile a quella di un arbusto che vi ho presentato nel 2011 (post del 20/3/11) , l'Echium fastuosum .

Infatti questo a fianco è un cugino, il cui nome scientifico è Echium wildpretii . I due cugini appartengono alla famiglia delle Boraginacee, quella della nostra bella e comune Borragine.

Questa pianta ha il simpatico nome comune di Viperina rossa di Tenerife; vive su terreni siccitosi e sassosi, non teme il caldo ed il vento, infatti si trova bene sulle alture di questa isola vulcanica.


 

venerdì 13 maggio 2022

Gli alberi monumentali d'Italia, e l'orgoglio nostrano

 E' dal 1977 che si parla in Italia di alberi monumentali nel territorio nazionale, censiti per la prima volta nel 1982 in un migliaio di esemplari, ed andati via via crescendo fino a raggiungere attualmente la cifra di circa 4000. 

Merito dovuto in buona parte all'interesse dei cittadini ed alle loro segnalazioni, che dai Comuni passano poi alle Regioni ed  infine al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali,  che ne formalizza l'appartenenza all'elenco ufficiale e ne determina la tutela, con tutte le sue norme.

L'argomento viene affrontato dalla stampa (parte delle informazioni odierne le ho tratte da un articolo su "la Repubblica" del 9 maggio scorso) e da molti studiosi ed appassionati, fra i quali Tiziano Fratus, già citato nel blog (post del 8/7/18 e del 20/7/20), che in uno dei suoi ultimi libri tratta proprio l'argomento degli alberi millenari d'Italia.

Per fare alcuni esempi, tratti dall'articolo citato, possiamo dire che l'albero italiano più alto risulta essere un Platano a Cernobbio, di 59 metri, mentre una Sequoia in provincia di Bolzano raggiunge i 58 metri; le chiome più ampie appartengono a Ficus magnolioides siciliani (vedasi post citato del 2018). E per quanto riguarda l'età?

Qui entra in campo l'orgoglio nostrano, perché l'albero italiano più vecchio risulta essere sardo, e precisamente "S'Ozzastru" di Luras (post del 22/12/11 e del 5/1/17 ) con 4000 anni alle spalle. E non finisce qui,  perché la Sardegna vanta il primato della Regione con il maggior numero di alberi monumentali, ed esattamente 410, distaccando la seconda regione, il Friuli, che ne ha 344. E, guarda caso, le specie più diffuse fra i monumenti sono le Roverelle, Quercus pubescens , ed i Lecci, Quercus ilex ,le nostre amate Querce sarde insieme con le Sughere.


E Cagliari, direte voi?  Non si difende male pur non vantando record, se può presentare chiome dell'ampiezza del Ficus magnolioides della Darsena, ritratto qui a destra e pluritrattato nel blog assieme ai fratelli in giro per la città, o l'altezza di 40 metri della "Signora Araucaria" (post 4/2/11 ed altri).

Insomma, anche se la bellezza degli alberi non si misura solo in metri, che anzi spesso sono controproducenti, il fatto di ragionare di monumenti e metterli in fila anche per le loro dimensioni ci aiuta ad amarli e rispettarli.      

sabato 7 maggio 2022

I Callistemon in piazza, per Sant'Efisio e dintorni

E' quasi una ricorrenza annuale, quella che festeggiamo nel blog in omaggio agli Scovolini, nomignolo con il quale sono noti i Callistemon citrinus, arbusti piuttosto comuni in città che ci riempiono gli occhi in questo periodo con la loro fioritura.

Ma per il blog la ricorrenza è speciale, perché lega questi arbusti ad una piazza, e precisamente alla Piazza del Carmine. E questo per una serie di motivi: prima di tutto la piazza del Carmine è una delle poche vere piazze di Cagliari, notoriamente carente di questi spazi di aggregazione; poi perché è in pieno centro storico della città, ed è bella e regolare nella forma; ed ancora, ma non certo per ultimo, perché qui si festeggiano la festa della Liberazione, il 25 aprile, la festa del Lavoro, il primo maggio, e la festa di Sant'Efisio, con momenti di incontro e di attività di gruppo che vanno dal 30 aprile al 4 maggio, giorno del ritorno notturno del Santo da Nora. Per non dire dei momenti di aggregazione periodica per i mercatini, in giorni festivi o nel periodo natalizio

E ancora, in ragione della nostra missione, questa piazza ci piace perché è ricca di verde, ed in questo periodo anche di rosso, quando appunto i Callistemon raggiungono l'apice della loro fioritura.

Eccola qua allora la piazza, qui fotografata il 30 aprile, tirata a lucido per Sant'Efisio.

Ho parlato della piazza e del suo verde ai primordi del blog (post del 10/2/11) ed a quel post vi rimando per ricordarvi le principali piante presenti, fra alberi ed arbusti; aggiungerò a quelle soltanto una serie di piantine di Aceri giapponesi (post del 28/4/19), piantumate da qualche anno ma per le quali il giudizio è sospeso. 

E finalmente i Callistemon, che ho collegato alla piazza tante volte, e vi rimando ad una veloce ricerca per averne conto; sono loro il vero legame della piazza con il blog!

Eccolo qua, uno dei Callistemon pronto per la festa, con il suo carico di spighe rosse pendule.

Devo dire che quest'anno sono meno splendenti del solito, i colori meno brillanti e le dimensioni inferiori ad altri anni; ma insomma, non possiamo lamentarci, sono esseri viventi ed è giusto che si presentino diversamente di anno in anno. Sono non di meno bellissimi!

Comunque chi volesse godere del colore rosso fuoco di queste spighe può recarsi al giardino Vannelli (del quale ho parlato nell'ultimo post in termini critici, ma non per colpa delle piante!) ed avrà ampia soddisfazione!
 

martedì 3 maggio 2022

Un minimo di attenzione al Parco Vannelli, per favore!

Questo post ricalca, anche nel titolo, quello di sei mesi fa (post del 5/11/21) che chiedeva maggiore attenzione nella cura del parco dedicato al grande botanico Vannelli, gestore capo del verde cittadino negli anni 80 del secolo scorso.

Naturalmente la richiesta riguarda tutti i parchi cittadini, quale più quale meno, ma in particolare quelli più piccoli e più facili da gestire, soprattutto se sono posizionati in zone povere di verde su terreno libero, come è il caso del quartiere Fonsarda (ma anche del Circu de Soli, per fare un altro esempio trattato nel blog).

Se poi parliamo di un parchetto intitolato al Vannelli, al quale io sono particolarmente affezionato, e che può vantare alberi anche molto anziani, che vantano decenni di vita già prima della istituzione del parco, la richiesta è ancora più netta e pressante.

E veniamo al dunque: sei mesi fa avevo notato la mancanza di alcune etichette identificative (di cui questo parco vanta una delle poche esperienze cagliaritane) e, peggio ancora, la non corrispondenza di altre al nome delle piante alle quali erano affiancate.

Credete che le cose siano state sistemate in questi sei mesi? Vi fornisco tre esempi eclatanti che dimostrano il contrario.



Ecco un Arecastro, Syagrus romanzoffianum, spacciato per una Palma da datteri, Phoenix dactilifera.



E questa è una anziana Dracena sangue di drago, Dracaena draco, della quale vi ho parlato tante volte a partire dai vecchissimi esemplari dell'Orto Botanico; questo esemplare sfoggia la targa, pietosamente poggiata al tronco, addirittura di Oleandro! 


Infine, ultimo esempio, un rarissimo esemplare di Mahonia japonica (post del 31/12/18), che espone il cartello dell'Arecastro di cui sopra; e questo è rimasto tale e quale dalla mia citata visita di sei mesi fa, nella quale esponevo proprio questo caso.  




Allora, cari amministratori del verde cagliaritano: assodato che un cartello sbagliato aggiunge al danno di nessun cartello la beffa dell'errore pervicacemente reiterato e non corretto, volete rispondere, a noi cagliaritani a cui piacerebbe conoscere il nome (corretto!) delle piante che incontrano per strada, o almeno quando passeggiano per parchi e giardini, dicevo volete rispondere a questa semplice domanda:

"Quanto costa, in termini economici e di impegno organizzativo, inviare ogni 15 gg un giardiniere esperto a controllare la correttezza dei cartelli e sistemare, sostituire o inserire quelli assenti, o ammalorati o soprattutto quelli sbagliati?"

Non c'é valida giustificazione al non agire, né vale dire che è l'inciviltà dei visitatori che provoca simili danni: all'inciviltà si pone rimedio, magari con delle telecamere; e comunque, come ben sappiamo, inciviltà trascurata richiama altra inciviltà, in una spirale di degrado progressivo. 

La amara conclusione, sempre la solita, è che è facile fare, con i bei ritorni di popolarità (Cagliari capitale europea del verde 2024????); difficile manutenere, senza ritorni di popolarità, almeno immediati. E allora una proposta: non si inauguri più niente di nuovo per un paio di anni, e ci si dedichi, con la opportuna pubblicità, alla manutenzione dell'esistente. E' così difficile? Io sono sicuro che i cagliaritani apprezzerebbero, magari spostando di qualche anno la volontà di diventare Capitale Europea del verde.