La Chorisia insignis o Ceiba speciosa, se si preferisce il suo nome più recente, è come noto un albero spogliante, che riesce a liberarsi completamente delle vecchie foglie prima che finisca l'inverno.
E per fortuna, aggiungo io che sono un suo grande ammiratore, perché in questo modo può mostrarci al meglio le sue bellezze invernali, cioè i frutti pendenti e lo scheletro spinoso nel tronco e nelle branche.
Cominciamo dai frutti pendenti: eccoli qua, quelli di uno degli esemplari di via Trincea dei Razzi, dove vivono i più grandi esemplari cittadini.Le grosse capsule si mostrano orgogliose, grandi, lisce e chiuse, in attesa dell'esplosione di inizio estate, che consentirà loro di spargere i semini avvolti dalla lanugine (post del 28/6/11).
Ricordo al riguardo che questo splendido albero ha fra gli altri il nome di Falso Kapok, essendo imparentato con il vero Kapok, la Ceiba pentandra, il cui cotone è utilizzato per produzioni di cuscini e sacchi a pelo.
E passiamo alla seconda bellezza invernale, cioè le spine; non che non ci siano anche d'estate, ma è d'inverno, quando l'albero è nudo, che il loro fascino raggiunge il massimo.
Lo vedete qui a destra: è carico di spine, sul tronco e sui rami, che appaiono di un bel colore verde; purtroppo gli manca l'altra peculiarità dell'ingrossamento alla base (da cui i nomi comuni di Albero bottiglia e Palo borracho), forse perché è stato abituato da piccolo ad avere molta acqua, e quindi non ha avuto bisogno di costituire la riserva nel tronco.
Insomma, oggi abbiamo fatto un altro breve ed ennesimo viaggetto nel mondo di questa specie, da me prediletta; ma non sono certo il solo ad apprezzarla, se è vero che la Chorisia è addirittura venerata nell'isola di Cuba (post del 28/11/16)!