La Sterculia diversifolia, albero ben presente nel verde pubblico cittadino, è stato spesso un apprezzato ospite del blog, fin dal lontano 2010 (post 1/11/10), quando avevo coniato per lei il nomignolo di "pianta dai frutti lampadario".
Un albero bello e da ammirare in ogni periodo dell'anno, di origine australiana ma perfettamente ambientato nel nostro clima, con l'unico difetto di un nome non piacevole, che fa riferimento all'odore dei fiori, peraltro non più riscontrabile negli esemplari moderni. Comunque comunico a chi volesse dimenticarsi di questo nome che i classificatori delle specie arboree gli sono venuti incontro, riclassificando questi alberi nella famiglia delle Malvacee, nel genere Brachychiton. La nostra Sterculia diversifolia è stata pertanto rinominata Brachychiton populneus.
Ecco il grande esemplare del Terrapieno, un poco sotto e naturalmente dirimpetto alla vecchia sede dell'Unione Sarda.
Come ho detto nel titolo, la cosa che più colpisce di questi alberi è la vitalità: mediamente abbiamo alberi pubblici sempre di bell'aspetto, che non vengono neppure scalfiti dal nostro inverno e sono apprezzabili in ogni altra stagione.
Naturalmente il loro momento magico è la fioritura di fine primavera, che potete pregustare subito guardando le molte foto pubblicate nel blog.
Pensate che l'impegno energetico per la produzione della abbondantissima fioritura è tale per la pianta che proprio quello è il momento meno vitale per le foglie!
Gli esemplari forse più belli, o che comunque si fanno notare di più sono le grandi sorelle affiancate di Genneruxi (post del 2/6/20, fra gli altri).
Ma, è opportuno ricordare, la diversifolia non è l'unica specie presente a Cagliari, che anzi vanta bellissimi esemplari di Brachychiton discolor o Bidwillii.
Ecco qui un esemplare cittadino molto rappresentativo di Brachychiton discolor (alias Sterculia bidwillii) che si mostra con la sua estesa chioma dietro la croce stazionaria di piazzetta San Domenico: un bell'esemplare in una bella posizione, non c'è che dire!
Ricordo che le foglie di questa specie sono abbastanza diverse da quelle della cugina diversifolia: in quest'ultima, dopo qualche cambiamento di forma giovanile (da cui il nome) si sistemano nella forma definitiva, ovali e con apice acuminato; nella discolor, invece, le foglie sono più grandi e decisamente lobate, in 3, 5 o 7 lobi, molto caratteristiche.
E, parlando di questa specie arborea, vi presento gli ultimi esemplari che ho scoperto, e che si aggiungono a quello appena citato ed a tanti altri, fra cui quelli del Parco Monte Claro: si tratta di tre esemplari che vegetano nel giardino dell'ospedale Binaghi, per la precisione nella zona del centro di terapia del dolore ed anti Covid.
Qui a destra, nella foto piccola, un particolare della ampia foglia lobata, tipica di questa specie; la foglia ha un bel colore verde scuro nella pagina superiore e molto più chiaro, perché ricoperto da una peluria biancastra, nella pagina inferiore.
Chiudo ricordando ancora un altro cugino dei nostri alberi odierni, e cioè il
Brachychiton acerifolius o Albero fiamma, che fa bella mostra di sé all'Orto Botanico; ha la foglia incisa ancora più profondamente di quella del discolor, ed una fioritura così impegnativa per l'albero da essere prodotta ogni quattro anni.