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martedì 26 ottobre 2021

La Carissa di Buggerru

 E' raro che io dedichi molti post alla stessa specie di arbusto, dato che i principali oggetti della mia attenzione di appassionato del verde sono gli alberi, per i quali le attenzioni ripetute sono quasi la normalità; se dunque un arbusto viene trattato più volte, vuole dire che ne vale veramente la pena, almeno a mio modo di vedere.

E la Carissa macrocarpa è uno degli arbusti che hanno meritato questa attenzione, dato che non ho mancato di segnalare tutti i rari soggetti nei quali mi sono imbattuto nella nostra città, da quelli di Sant'Elia del 2014 e del 2015, a quello di via De Gioannis del 2016, fino a quelli alle porte di Castello del 2021 . E mi sono spinto anche fuori città, con gli splendidi esemplari di una bella Tenuta turistica in comune di Arzachena, nel 2017 .

Ed anche oggi vi porto fuori città, ad ammirare un altro esemplare che ho trovato nel corso di una gita a Buggerru, piccolo paese di grande interesse e fascino nella provincia del Sud Sardegna.

Mi sembra doveroso cominciare con una immagine del paese, del suo porticciolo e della sua grande spiaggia morbida che si immerge nel mare dai colori mutevoli, meraviglioso anche quando il maestrale lo fa infuriare.

Un paese affascinante e selvaggio, molto amato dagli stranieri anche durante la bassa stagione.




Presentato velocemente il paese, ecco ora la sua Carissa,  che vi presento evidenziando nella foto le sue bellissime spine, con la doppia biforcazione e la punta acuminata.

Si nota anche la bella foglia coriacea, mentre il cespuglio, al momento dello scatto, era privo di fiori e frutti, che potete naturalmente  apprezzare negli altri post richiamati in precedenza.

 




L'arbusto di Buggerru si trova nello slargo di fronte al porto, del quale vedete una immagine con contorno di Palme vere e Palme in effige.

Gli alberi non abbondano in paese, ma sono comunque tanti di più rispetto alle colline che lo circondano, che appaiono brulle e desolate.




Questa immagine rende l'idea di come si presenta la natura intorno a Buggerru; fa tristezza la mancanza di alberi, ma contribuisce a creare il fascino di questa zona, nota ed apprezzata soprattutto per il suo mare e le vestigia di un passato di attività mineraria, che ha lasciato interessantissimi siti di archeologia industriale.

Mi accorgo di aver parlato più di aspetti di attrazione turistica che di aspetti legati al verde, ma ogni tanto una digressione turistica ci sta bene, e comunque la Carissa macrocarpa se la merita.

 



 

giovedì 21 ottobre 2021

Guarda che Tiglio!

 Scimmiottando il titolo di una splendida canzone di Fred Buscaglione, di tanti e tanti anni fa, il titolo del post di oggi ci invita a guardare non la luna, ma comunque in alto, per ammirare nella sua interezza l'enorme Tiglio, Tilia vulgaris, che si erge fino a 25 metri di altezza.

Naturalmente lo sguardo in alto sarebbe necessario se fossimo in  presenza dell'albero, qui ci dobbiamo accontentare di una fotografia, che mi manda Maria Antonietta, che ringrazio.

Siamo nel Friuli Venezia Giulia, e precisamente a Malborghetto in provincia di Udine, non lontano dal confine con la Slovenia.

Una zona molto interessante, ricca di borghi affascinanti e con diversi punti in comune con le zone interne della nostra Sardegna.

Certo che questo albero è tutta un'altra cosa rispetto agli esemplari cagliaritani di cui vi ho parlato nel blog, da quelli della strada per Selargius a quelli di via Del Sole a quelli della strada che conduce al parco Terramaini; se guardate le relative fotografie o visitate i nostri esemplari non vi sembreranno neppure parenti, eppure sono fratelli!

L'unico esemplare cagliaritano che si avvicini per dimensione a questo colosso  è quello del giardino privato di via Giusti (post del 2/9/17), a mia conoscenza il più grande esemplare nella nostra città. 

Altre caratteristiche del campione, come riportate nella apposita targa di riconoscimento (ennesima lezione per gli amministratori del verde nostrani e per la loro inerzia nel segnalare almeno i nostri alberi migliori) sono l'età di oltre 400 anni e la circonferenza alla base, pari a 5,80 metri. 

domenica 17 ottobre 2021

Ottobre a Terramaini

Parliamo di un parco pluripremiato dal blog, per il quale ho contato una decina di presenze, sin dal 2011, con il nome nel titolo del post, più tante citazioni all'interno di altri post. 

E' indubbiamente uno dei posti pubblici che preferisco, con enormi prati (per Cagliari) ben tenuti, tante specie arboree ben posizionate, e frequentato da tanti visitatori che appaiono soddisfatti di essere lì. 

Ecco perché ogni tanto mi ritrovo a presentare  e commentare qualche immagine di questo luogo.

Cominciamo con il prato, grande e verde tanto da farci dubitare di trovarci a Cagliari, e non magari in Trentino. Il grande Olivo sullo sfondo, fra l'altro carico di olive, ci rassicura sulla latitudine.

Per completezza, quella macchiolina bianca sulla sinistra, che sembra un pallone da calcio, è invece un gatto, componente della grande colonia che vive nel parco.





Dal generale al particolare, ecco un bel casco di datteri di una Phoenix canariensis, a dimostrazione del fatto che la battaglia contro il malefico punteruolo può anche essere vinta, con la costanza delle cure su tutte le Palme del parco a rischio.

Ed ecco una bellissima novità, che non avevo ancora notato: la spalliera lungo la recinzione esterna, formata da tantissimi arbusti di Plumbago a fiori bianchi, oltre che da Glicine e Bougainvillea.



Il Plumbago bianco è una varietà molto più rara di quella tradizionale, che è azzurro celeste, tanto è vero che il nome comune di questo rampicante è Gelsomino azzurro

Per precisone ulteriore, il nome scientifico della pianta tradizionale è Plumbago capensis, e della pianta a fiore bianco è Plumbago capensis alba. Sarà perché se ne vede poco in giro, ma trovo questa variante bianca molto elegante, tanto che le ho dedicato qui a destra un primo piano della fioritura. 

Ammirare questa grande spalliera può costituire una ottima compagnia quando si va a recuperare la macchina, dato che il grande  apprezzamento di cui gode questo parco determina spesso carenza di parcheggi soprattutto nella parte bassa.

Il parcheggio distante è un prezzo che si paga volentieri, se l'andare è accompagnato da questa spalliera, senza dimenticare, dirimpetto, il filare di Tigli.

sabato 9 ottobre 2021

Le potature in azione

Il post di oggi si aggancia idealmente al precedente, nel quale parlavamo del fatto accaduto verso la fine di settembre, quando la caduta di un ramo della Fitolacca dioica  di piazza Indipendenza ha provocato gravi danni ad un'auto parcheggiata.

Non so se ci sia un collegamento diretto, ma di fatto da una decina di giorni sono in corso, in varie zone della città, operazioni di potatura in zone pubbliche alberate, riguardanti in prevalenza le piazze.

E, naturalmente, è ripresa immediatamente la polemica, sulla stampa ma soprattutto sui social media, riguardo all'opportunità di agire adesso, e su quali alberi, e in quale modo, e con quali priorità, etc, etc.

Oggi focalizziamo l'attenzione sull'enorme Ficus elastica di Largo Gennari, proprio al centro della piazza; ne abbiamo parlato, per esempio nel 2014 (post 23/7/14).

Ecco come si presenta il grande Ficus dopo la recentissima potatura radicale che ha subìto e che  sta interessando tutta la piazza (è ancora in corso sui Lecci e sui Carrubi).

Che scempio! hanno tuonato in tanti. Certo, visto così è terribile, però si possono fare anche alcune considerazioni a difesa dell'intervento.

Innanzitutto non si tratta propriamente di una capitozzatura, come ho letto, dato che sono stati lasciati molti rami e diversi ciuffi di foglie, che aiuteranno l'albero a non perdere le sue forme nella fase di ripresa.

In secondo luogo è stato scelto il periodo autunnale, quando l'ombra è meno importante per chi utilizza la piazza, ed è il periodo che meglio si presta a queste operazioni, con la riduzione di vitalità degli alberi.

In terzo luogo, il Ficus elastica è una pianta robustissima, come abbiamo detto più volte, ed in più non sono state toccate, per fortuna, le sue radici aeree, che lo aiuteranno nella fase di ripresa.

Infine, non possiamo non considerare l'aspetto economico, per cui è ovviamente molto più dispendioso effettuare frequenti interventi parziali di "aggiustamento"  invece che più rari interventi importanti.

Insomma, il comportamento dei nostri amministratori del verde è stato secondo me più accorto in questa occasione rispetto ad occasioni precedenti (vi ricordate, per citare un caso, le Jacarande di via Dante nella primavera del 2016?), e sono fiducioso che già nella prossima estate il nostro campione avrà rimesso in sesto la sua chioma con un minimo di valenza estetica e sarà in grado di fornire di nuovo la sua ombra ristoratrice.   

  


 

lunedì 4 ottobre 2021

La Fitolacca bastonatrice

 Il post odierno trae lo spunto da un fatto di cronaca accaduto circa una settimana fa: un grosso ramo si è abbattuto nottetempo sopra un'auto parcheggiata in piazza Indipendenza, provocandole seri danni.

Il fatto non avrebbe interessato il blog, anche perché purtroppo questi episodi sono ricorrenti, se non fosse che l'albero da cui si è staccato il grosso ramo che ha bastonato l'auto è una Phytolacca dioica, albero che io apprezzo molto e di cui ho spesso parlato, anche perché diversi esemplari occupano posizioni strategiche per esaltare la bellezza dei luoghi nei quali si trovano.

Pensiamo per esempio alla Sentinella di Castello (post del 31/10/10) di piazza Aquilino Cannas, o alla Fitolacca ippopotamo (post del 28/7/21)  del Bastione, o ancora alla Fitolacca che si sposa con la bella facciata del vecchio Museo Archeologico (post del 27/12/15), che è proprio quella di cui ci occupiamo oggi.


Eccola qua, in una vista d'insieme: effettivamente appare un po' troppo invadente, e forse andrebbe ristretta, anche per non coprire troppo le belle simmetrie della facciata retrostante; proprio la foto che accompagna il post del 2015 citato costituisce un esempio di riduzione, che forse avrebbe evitato l'incidente al quale ci riferiamo che, non dimentichiamolo, avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi.


Ed ecco l'auto oggetto delle bastonate, che ancora porta i segni inequivocabili di chi è stato a bastonarla: diverse pannocchie di bacche giacciono sulla carrozzeria, dopo lo schianto che ha, fra l'altro, provocato l'esplosione dei finestrini laterali e la rottura di lunotto e parabrezza.



Infine, una foto che dimostra lo strettissimo rapporto anche fisico esistente fra l'albero in questione e l'edificio: la Fitolacca è proprio attaccata, in maniera indissolubile.

E allora, che cosa si dovrebbe fare? Io spero che a nessuno venga in mente di eliminare questo bellissimo albero, mentre si dovrebbe procedere con una riduzione a "più miti consigli" della sua esuberanza con dei tagli appropriati, e con un controllo assiduo per intervenire, per quanto possibile, in termini preventivi. E' un costo aggiuntivo, ma certi alberi, in certe posizioni strategiche, lo meritano assolutamente!