Il piccolo Draghetto, dal nome altisonante di Dracaena draco, viveva tranquillo in un tratto della scarpata di Terrapieno, con il suo tronco singolo sormontato da un ciuffo di lunghi capelli scarmigliati. Era sereno, si godeva il panorama verso il basso ed il passeggiare degli umani e dei cani verso l'alto.
Oltre all'aspetto gradevole e simpatico forniva anche un utile servizio frenando con le sue radici lo scivolamento del terreno verso via San Saturnino, in un lavoro di squadra che impegnava tutti i suoi compagni verdi del Terrapieno.
Poi, un giorno, l'infanzia è finita.
Dopo quasi 15 anni di vita, in maniera inaspettata e repentina (parliamo comunque di anni, trattandosi di alberi!) l'infanzia è finita, ed il tronco è esploso in una decina di salsicciotti, ognuno dei quali si è fatto carico di riprodurre il bel ciuffo di capelli della prima gioventù.L'aspetto scarmigliato è stato sostituito da una bella compattezza d'insieme e da una chioma simmetrica ed ampia.
Può darsi che sia quasi giunto il momento di una successiva ramificazione, e che l'ormai ex Draghetto assuma un aspetto sempre più simile a quello dei suoi fratelli maggiori che già conosciamo, dai capostipiti dell'Orto Botanico all'esemplare del viale Buoncammino, da quello di via Mameli a quello del parco Vannelli, e così via (post del 10/6/11, 25/1/18, 6/4/17, 16/1/19, fra gli altri).
Insomma, ospitiamo in città una bella famiglia di Draghi, ai quali non possiamo che augurare lunga vita, che per loro si misura in centinaia di anni, come ci insegnano gli esemplari di Tenerife, lì presenti allo stato endemico.
Date uno sguardo su Internet alla mostruosa grandezza degli esemplari di queste Dracene presenti sulle isole Canarie, e ditemi se il nostro Draghetto odierno non ci ispira tenerezza, anche se ha lasciato l'infanzia!