Il titolo del post è sicuramente magniloquente, ma non credo molto lontano dal vero, se pensiamo allo stretto rapporto di bellezza che lega il Ginepro con la sabbia e gli scogli delle nostre coste, ma anche con gli anfratti ed i tacchi delle nostre alture.
Per convincersi basta sfogliare le prime pagine del libro "Attaccati alle radici" di Spanu e Caravano, che dedicano storie avvincenti ed immagini straordinarie ad alberi della Sardegna, e per primi ai Ginepri. E sfogliando questo libro mi è venuta voglia di rivedere i post che abbiamo dedicato ai Ginepri nel nostro blog, a partire dal 2011, e proporvi i link se avete voglia di fare un giro per immagini e racconti (post del 15/11/11, 29/11/13, 3/1/14, 21/1/14, 11/5/16 ).
Ricordiamo che i Ginepri appartengono essenzialmente a 3 specie, due più "marine" ed una più "montana": il Ginepro coccolone dai grossi frutti ed il Ginepro fenicio con le squame al posto degli aghi sembrano preferire il mare, il Ginepro rosso con il colore del tronco più marcato sembra preferire la montagna; è una distinzione molto semplificata, ma spero che aiuti.
I Ginepri possono essere profondamente diversi fra loro, con posture che vanno dal prostrato raso terra al maestoso e possente, alto molti metri; ma, se mi posso permettere un controsenso, sono comunque belli, anche se sono brutti e storti.
E sono belli anche se sono in prigione, come questo vecchio esemplare, residuo di tante altre presenze in zona, ora solitario e racchiuso dietro la recinzione del Forte Village, ma comunque ad un passo dal mare ed apprezzabile dalla spiaggia. Tiene duro, con la sua proverbiale resistenza; e tanto ci basta.