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venerdì 30 ottobre 2020

Il foliage nello Yorkshire, quest'anno

 Sappiamo che la nostra Sardegna non è terra adatta al foliage, se non in determinate aree molto delimitate, per esempio nel Goceano o nelle Barbagie; d'altronde abbiamo già tante bellezze naturali, pretendere anche questa alla pari di paesi del nord Europa o del nord America sarebbe forse troppo.  

Se poi mettiamo a fuoco Cagliari, le cose sono ancora più difficili, e dobbiamo accontentarci di sprazzi di foliage, che vanno dalla vite canadese, adesso (post del 6/11/12), fino ai bellissimi Ginkgo, a dicembre (post 2/12/17), passando per i gradevoli ingiallimenti sporadici delle Melie, delle Sofore e di qualche altra essenza.

Insomma, data la premessa, per godere del vero foliage dobbiamo salire di latitudine, come ho fatto l'anno scorso (post 8/11/19 e del  20/11/19), e come sono in grado di ribadire quest'anno, grazie alla gentilezza di Erica e Marco, che ringrazio, che mi hanno inviato alcune fotografie scattate pochi giorni fa.




Qui siamo in un bosco vicino ad Harrogate, città dello Yorkshire; non ho certezze sugli alberi coinvolti nel foliage, potrebbero essere Farnie o Faggi. 




Qui siamo nell'Arboretum di Thorp Perrow, grande parco nel nord della regione, e l'albero che scolora è forse un Faggio.




Beh, almeno su questo non ci sono dubbi: è un giovane Acero giapponese, ancora vestito di un rosso incredibile mentre in terra comincia a formarsi lo splendido tappeto di foglie.




Certo, dal vivo è un'altra cosa, ma anche così qualche piccolo godimento lo si può provare, che dite?



domenica 25 ottobre 2020

L'Araucaria e la luna

 Non conto più le volte che ho parlato dell'Araucaria excelsa, uno degli alberi più caratteristici della nostra città, anche se non fra i più numerosi; la signora Araucaria, come l'avevo appellata agli albori del blog, nel 2010.

Il fatto che la signora Araucaria sia alta, e quindi più visibile delle altre specie arboree che popolano le nostre strade, piazze e giardini privati, fa sembrare questo albero più presente di quanto non sia effettivamente, e consentono di apprezzare al meglio la sua slanciata forma piramidale.

La bellezza e l'altezza, unite forse ad un poco di vanità, consentono all'Araucaria di essere utilizzata spesso come soggetto fotografico che si staglia isolato nel cielo, magari solo in compagnia di nuvole o di uccelli in volo.

L'alba ed il tramonto sono naturalmente i momenti migliori per cogliere al meglio questi alberi, ed anche io mi sono esercitato in tal senso (post del 14/1/18,  post del 26/10/17,  post del 5/2/15).

Mi mancava l'Araucaria di notte, e sono qui per sanare questa mancanza.

Eccola, questa vanitosa, che si fa addirittura illuminare da un quarto di luna che occhieggia da dietro i suoi palchi, e le fornisce una luce opalina che la circonda, esaltandone il profilo.

A destra, si allontana rispettosamente la nuvoletta che prima copriva l'immagine, mentre proprio sopra l'Araucaria, se guardiamo bene, si notano due stelline che completano la scena.

Signora Araucaria, grazie di esistere!



   

martedì 20 ottobre 2020

Una bella intesa fra pubblico e privato, a favore del verde

Parliamo della sistemazione a verde, con annessi giochi per bambini, di una parte della piazza Pizzorno, quartiere di Monte Mixi, nel tratto di fronte al viale Diaz; e ne parliamo perché questa sistemazione rappresenta una bella intesa fra pubblico e privato, di quelle senza secondi fini.

Si tratta di un privato che ha investito dei soldi, accordandosi con l'assessorato comunale competente, per un intervento sul verde pubblico, migliorando e completando questo giardinetto.


Un abbellimento offerto alla città, in cambio di un cartello di dedica che vediamo nella foto, di fianco al cancelletto di ingresso che si apre su via Monte Mixi.

A prescindere da questo la piazza Pizzorno, nella quale il giardinetto è inserito, costituisce una bella zona a verde della città, poco conosciuta dai non residenti in zona, ma meritevole di una visita.

Tutta la piazza è impostata attorno al bunker della seconda guerra mondiale, e si sviluppa anche sul tetto del bunker medesimo con un altro giardinetto molto piacevole, del quale vi ho parlato per segnalare la presenza di un interessante arbusto di origine africana, l'Eriocefalo (post del 4/1/18).



Tornando al giardinetto inferiore, ecco un'altra immagine che ci mostra, oltre ai giochi per bambini, alcuni begli esemplari di Palma nana, la nostra Chamaerops humilis, ed altre piante.

Salendo lungo il sentierino che corre parallelo alla via Monte Mixi, e che collega la parte bassa con quella alta, siamo ancora accompagnati dal verde, in una passeggiata che si conferma meritevole di essere conosciuta.



  

giovedì 15 ottobre 2020

Le Galle della Quercia inglese

 Le galle sono piccole costruzioni che le Querce realizzano fra i rami per ospitare le larve di una famiglia di insetti, i cinipidi; queste casette consentono agli insetti di compiere il loro ciclo vitale, ed alla Quercia di non essere danneggiata nel suo apparato fogliare. 

Abbiamo parlato di questa realizzazione della Natura in un post nel quale potete trovare qualche informazione  in più (post del 13/2/12); una storia affascinante, anche perché le galle hanno conformazioni  e colori diversi, a seconda della specie di Quercia e di insetti che devono utilizzare queste casette.

Guardate quanto è piacevole questa immagine, che riprende un terzetto di galle sferiche, di un bel colore rosso granato, sviluppate da una Quercia inglese, Quercus robur, nome comune Farnia.

Sappiamo che la Farnia è rarissima a Cagliari, e per fortuna abbiamo un bellissimo esemplare all'EXMA , del quale abbiamo parlato più volte.

Tornando al terzetto odierno, esso appartiene all'esemplare di Quercia inglese che vi ho già presentato, con le sue ghiande, l'anno scorso (post del 9/10/19). 

Ma naturalmente anche le altre Querce, e segnatamente le nostre Roverelle, Quercus pubescens, producono galle, e ne abbiamo presentato alcune sia nel post del 2012 citato che in un altro dell'anno successivo (post del 5/9/13 ), dove assumono forme diverse e sono dotate di piccole protuberanze morbide. 

Insomma, un aspetto della vita degli alberi sicuramente minuto, ma di grande interesse a volerlo osservare e conoscere.   

   

 
    

venerdì 9 ottobre 2020

L'autunno della Gleditsia

 L'autunno avanza, ed entriamo nel periodo del foliage, il trascolorare delle foglie, che passano dal verde a svariati colori e sfumature, dal rosso all'ocra ed al giallo, creando spettacoli meravigliosi.

Ne abbiamo parlato spesso, dal 2011 (post del 31/10/11) e nel corso degli anni successivi, fino alla presentazione dello scorso anno del foliage  nel nord dell'Inghilterra (post del 8/11/19   e del 20/11/19).

Abbiamo anche detto che a Cagliari non possiamo godere di questo spettacolo, per questioni di clima e di specie arboree, o che per lo meno non si manifesta in maniera diffusa; ma, sapendo guardare ed avendo la pazienza di aspettare i diversi momenti dello spettacolo, qualche soddisfazione ce la possiamo togliere anche qui (post del 6/11/12  e del 2/12/17,  per esempio).

Ed è seguendo questa logica (occhio vigile e momenti di osservazione differenziati fra ottobre e dicembre) che oggi vi presento un foliage che non è un foliage, dato che parliamo di frutti, ma che segue lo stesso criterio ed è di grande fascino: il lento trascolorare dei legumi della Gleditsia triacanthos, nome comune Spinacristi, nome inglese Honey locust.



Eccoli qua i legumi della nostra amica Gleditsia di piazza delle Muse (post del 6/7/20  e relativi rimandi ai post precedenti) mentre stanno cambiando il colore della livrea, da quello estivo ambrato al marrone scuro invernale.



E cosa ne dite di questa splendida e lunga falce? Guardate quanti semi contiene, che ne rigonfiano leggermente il baccello. I coloni americani utilizzavano i semi tostati, nei periodi di povertà, per ottenere un succedaneo del caffè; d'altronde, da noi non si tostavano forse le ghiande anche per ottenerne bevande?  




E completiamo questa piccola carrellata con una natura morta, un baccello bicolore che, lasciato ad essiccare in un contenitore casalingo, si offrirà al nostro sguardo, giorno dopo giorno, con il progressivo passaggio dal biondo al bruno.



domenica 4 ottobre 2020

Lo Stramonio in città?

 Erba del diavolo, Erba delle streghe, Ischida babau in sardo, sono solo alcuni dei nomi comuni con i quali è nota la Datura stramonium, più semplicemente lo Stramonio.

Questi nomi dicono tutto della pianta di cui parliamo, conosciuta come una delle potenzialmente più velenose del mondo vegetale. Dico "potenzialmente" perché i componenti di quest'erba, foglie e semi, hanno avuto nel passato un utilizzo terapeutico, nelle giuste dosi: peccato che le giuste dosi siano molto difficili da ottenere, e varino da una pianta all'altra.

L'utilizzo terapeutico è stato pertanto abbandonato, almeno a livello ufficiale; pare infatti che a livello di medicina empirica, e soprattutto in America centrale, l'utilizzo dello Stramonio permanga, per sfruttare le sue proprietà narcotiche ed anestetiche.

Poi c'è l'utilizzo volontario, come allucinogeno, in rituali magico-spirituali, e addirittura per provocarsi la morte.

Abbiamo già parlato ripetutamente dello Stramonio nel blog, data la sua somiglianza estrema con la cugina Datura arborea, oggi rinominata Brugmansia arborea, pianta ornamentale da giardino e terrazzo molto apprezzata per i grandi fiori a trombetta (trombette da me definite vergognose perché rivolte verso il basso). 

Queste due specie hanno effettivamente grandissima somiglianza, ed infatti le ho trattate quasi sempre assieme (post del 22/11/1121/10/1717/11/168/10/15), anche se alcune differenze significative ci sono: lo Stramonio è pianta erbacea, bassa, mentre la Datura-Brugmansia arborea  assume portamento da alberello; inoltre i fiori dello Stramonio sono più piccoli, e normalmente rivolti verso l'alto.

Ed ecco la pianta di oggi, che giustifica il titolo: alla fine di via dei Conversi e quasi dirimpetto rispetto allo svincolo per l'asse mediano, vivono alcuni cespugli di Stramonio, che si affacciano sul marciapiede.

Il punto interrogativo del titolo deriva dal fatto che sono  ragionevolmente, ma non del tutto, certo che si tratti di questa specie, data appunto la citata somiglianza con la specie "buona".


Ecco a destra un piccolo frutto a riccio spinoso (e per fortuna!), che contiene i famigerati semi con i loro veleni (alcaloidi come atropina, scopolamina...) e, sotto, un'altra immagine della fioritura in corso.






Infine, perché si possa apprezzare la differenza, ecco la foto di un fiore pendente di una Datura- Brugmansia  arborea che vive in un giardino di via Leoncavallo,  foto che si aggiunge a tutte quelle che ho presentato nei post citati in precedenza.



In definitiva, sarebbe opportuno che i giardinieri comunali facessero una verifica, e valutassero se sia il caso di eliminare questi arbusti di via dei Conversi, almeno quelli aggettanti sul marciapiede che è piuttosto frequentato dai runner,  anche bambini.