Ricordate l'Albero dei tulipani, Liriodendron tulipifera?
Ecco qua uno dei quattro giovani esemplari che vegetano, e bene, al Circu de Soli di Mulinu Becciu (post 8/3/16 e 20/5/17).
Il Circu de Soli è una bella realizzazione della nostra amministrazione pubblica del verde, bella anche se offuscata da problemi di trascuratezza nella manutenzione dei cartelli segnalatori (post del 12/2/19 e del 4/1/20).
Ma, lasciando perdere oggi il problema della manutenzione, questa piccola realtà è ricca di specie arboree rare in città, fra le quali spicca appunto l'Albero dei tulipani.
Il Liriodendro ha due eccezionali caratteristiche: la forma della bella foglia a quattro lobi, come si vede nella foto a destra, che è praticamente unica fra gli alberi con foglia a lamina, e che lo rende facilmente riconoscibile; ed il fiore simile al tulipano, che ho fotografato in un parco di Londra (post del 24/6/17).
I nostri 4 esemplari del Circu de Soli sono forse troppo giovani per fiorire, ma sono certo che lo faranno, ed anche a Cagliari potremo godere di questa bellezza; intanto, dato che pare sia abbastanza presente in parchi e giardini delle città europee ed italiane (io per esempio ho visto esemplari enormi a Merano), in occasione di un viaggio potrete facilmente riconoscerlo dalla foglia e godervi la sua bellezza e la sua fioritura, se è il periodo.
Ma, tornando alla nostra città, per ora non potremo godere della bellezza della fioritura dell'omonimo Albero dei tulipani africano, che non mi risulta sia presente a Cagliari.
Ma è così bello che ve lo presento, anche se con una fotografia ripresa da Internet: si tratta della Spathodea campanulata , che proviene ed è comune nella fascia tropicale e subtropicale dell'Africa occidentale.
In realtà, anche se li ho definiti cugini e portano lo stesso nome comune, i nostri due campioni odierni non sono per niente parenti: il Liriodendro appartiene alla famiglia delle Magnoliacee, la Spathodea a quella delle Bignoniacee. Ed anche il fiore è molto diverso, e sinceramente il nome comune mi sembra molto più appropriato per il "nostro" che per quello africano.
Insomma, ci troviamo in uno dei tanti casi in cui il nome comune può non essere sufficiente per la precisa identificazione di un albero; comunque due alberi dei tulipani veramente notevoli, che speriamo presto di vedere entrambi fioriti nella nostra città.
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
sabato 27 giugno 2020
L'Albero dei tulipani, e l'omonimo cugino africano
domenica 21 giugno 2020
Il giardinetto roccioso e la Parkinsonia, bella e invadente
La Parkinsonia aculeata è un piccolo albero, o spesso un grande arbusto, molto trattato nel blog, perché ben presente in città e perché dotato di una chioma di foglioline pendule molto affascinante e di una fioritura gialla bellissima.
Fra i tanti, citiamo l'esemplare storico del giardino di viale Bonaria (post 3/7/11) e gli alberelli del giardinetto roccioso della fine di via Della Pineta, molto visibili ed inseriti in un contesto veramente gradevole (post 19/6/15).
Infatti, come si nota anche dalla foto, le Parkinsonie e le altre piante sono inserite in un terreno poco modificato rispetto alla conformazione rocciosa esistente; una realizzazione rara in città, ma senz'altro originale e piacevole.
Questo giardinetto è piccolo, si estende infatti dalla chiesa di San Pio X all'incrocio con via Cagna, ma gode di grande visibilità e credo che sia noto, almeno di sfuggita, alla gran parte dei cagliaritani.
Ecco uno degli esemplari ripreso da vicino, in una foto che consente di apprezzare l'assetto arbustivo, forse originario o forse derivante da precedenti potature radicali.
Ed è per questo che il secondo attributo dato alla Parkinsonia nel titolo del post è quello di essere invadente, o meglio invasiva. Infatti quest'albero, dove viene introdotto a scopo ornamentale (avendone tutti i requisiti!), tende ad occupare il territorio, anche magari "rubando" l'habitat di altre specie. Insomma si comporta un po' come l'Ailanto, delle cui caratteristiche "predatorie" abbiamo parlato più volte.
Ecco infatti un gruppo di "figlietti" che si stanno organizzando per occupare gli spazi disponibili, anche in mezzo alle rocce del giardinetto.
Con questo non voglio certo sminuire la bellezza di questa specie arborea, ma sottolineare che ha bisogno spesso di interventi di contenimento o di parziale eradicazione, come ben sanno i giardinieri della amministrazione comunale.
Comunque possiamo dire che, almeno entro certi limiti, il lavoro di manutenzione aggiuntivo è ben ripagato, e certamente lo è per il nostro giardinetto odierno!
Fra i tanti, citiamo l'esemplare storico del giardino di viale Bonaria (post 3/7/11) e gli alberelli del giardinetto roccioso della fine di via Della Pineta, molto visibili ed inseriti in un contesto veramente gradevole (post 19/6/15).
Infatti, come si nota anche dalla foto, le Parkinsonie e le altre piante sono inserite in un terreno poco modificato rispetto alla conformazione rocciosa esistente; una realizzazione rara in città, ma senz'altro originale e piacevole.
Questo giardinetto è piccolo, si estende infatti dalla chiesa di San Pio X all'incrocio con via Cagna, ma gode di grande visibilità e credo che sia noto, almeno di sfuggita, alla gran parte dei cagliaritani.
Ecco uno degli esemplari ripreso da vicino, in una foto che consente di apprezzare l'assetto arbustivo, forse originario o forse derivante da precedenti potature radicali.
Ed è per questo che il secondo attributo dato alla Parkinsonia nel titolo del post è quello di essere invadente, o meglio invasiva. Infatti quest'albero, dove viene introdotto a scopo ornamentale (avendone tutti i requisiti!), tende ad occupare il territorio, anche magari "rubando" l'habitat di altre specie. Insomma si comporta un po' come l'Ailanto, delle cui caratteristiche "predatorie" abbiamo parlato più volte.
Ecco infatti un gruppo di "figlietti" che si stanno organizzando per occupare gli spazi disponibili, anche in mezzo alle rocce del giardinetto.
Con questo non voglio certo sminuire la bellezza di questa specie arborea, ma sottolineare che ha bisogno spesso di interventi di contenimento o di parziale eradicazione, come ben sanno i giardinieri della amministrazione comunale.
Comunque possiamo dire che, almeno entro certi limiti, il lavoro di manutenzione aggiuntivo è ben ripagato, e certamente lo è per il nostro giardinetto odierno!
giovedì 18 giugno 2020
Una novità per lo squallido giardino pensile
Una occasione sprecata: così avevo definito nel lontano 2011 (post del 12/4/11) il giardino che aveva sostituito, in fase di realizzazione, un piano del parcheggio auto fra via Manzoni e via Carducci.
La modifica era stata fatta "a furore di popolo", ma gli esiti erano apparsi piuttosto modesti; uno spazio che io avevo da subito definito squallido, ed un'occasione sprecata per realizzare in una zona affamata di verde in centro città un bel giardino con alberi ed ombreggiature.
Varie vicissitudini, fra cui una prolungata chiusura, ma è rimasto sempre una occasione sprecata, come da me confermato in altre occasioni (post 18/9/11, 17/1/13, 22/12/14 )
E veniamo ad oggi: come documentato dalla foto, il "giardino" è sempre squallido, troppo pavimento e pochissimo verde, sia al centro che al perimetro della struttura.
Però c'è una novità, che almeno fornisce una motivazione ad una parte dello spazio: è stata realizzata un'area cani, sfogo per gli amici a quattro zampe della zona.
Ne prendiamo atto, senza che questo modifichi il giudizio d'insieme su uno spazio che chiamare giardino è semplicemente offensivo.
La modifica era stata fatta "a furore di popolo", ma gli esiti erano apparsi piuttosto modesti; uno spazio che io avevo da subito definito squallido, ed un'occasione sprecata per realizzare in una zona affamata di verde in centro città un bel giardino con alberi ed ombreggiature.
Varie vicissitudini, fra cui una prolungata chiusura, ma è rimasto sempre una occasione sprecata, come da me confermato in altre occasioni (post 18/9/11, 17/1/13, 22/12/14 )
E veniamo ad oggi: come documentato dalla foto, il "giardino" è sempre squallido, troppo pavimento e pochissimo verde, sia al centro che al perimetro della struttura.
Però c'è una novità, che almeno fornisce una motivazione ad una parte dello spazio: è stata realizzata un'area cani, sfogo per gli amici a quattro zampe della zona.
Ne prendiamo atto, senza che questo modifichi il giudizio d'insieme su uno spazio che chiamare giardino è semplicemente offensivo.
giovedì 11 giugno 2020
Il Cappero fiorito: roccia calcarea, sole, allegria
Il titolo del post odierno esprime in estrema sintesi quello che serve al cespuglio di Capparis spinosa per crescere spontaneamente sulle pareti e donarci, fra l'altro, l'allegria della sua fioritura.
E' un vero godimento passeggiare nel giusto contesto, per esempio in Castello, ed avere davanti agli occhi le piante di Cappero abbarbicate o ricadenti, con la bella foglia ovale e carnosa e picchiettate, qua e là, dai fiorellini con petali bianchi e lunghi stami filamentosi dal colore violetto.
Ecco una piantina ripresa vicino all'ingresso dei Giardini Pubblici.
Notiamo il fiorellino esploso, ma anche i fiori non sbocciati, i bottoni fiorali, che potrebbero dare luogo alla meraviglia del cappero mangereccio, grande compagno della gastronomia nostrana.
E' abbastanza straordinario notare come questa piantina si sia adattata a vivere in ambienti poverissimi di acqua, anche se naturalmente le piantine coltivate vengono irrigate per ottenere maggiore sviluppo e periodi di fioritura più estesi.
Noi, in questa sede, ci limitiamo a godere della vista del Cappero, non strappiamo i boccioli e lasciamo la parte gastronomica alle coltivazioni specializzate.
E' un vero godimento passeggiare nel giusto contesto, per esempio in Castello, ed avere davanti agli occhi le piante di Cappero abbarbicate o ricadenti, con la bella foglia ovale e carnosa e picchiettate, qua e là, dai fiorellini con petali bianchi e lunghi stami filamentosi dal colore violetto.
Ecco una piantina ripresa vicino all'ingresso dei Giardini Pubblici.
Notiamo il fiorellino esploso, ma anche i fiori non sbocciati, i bottoni fiorali, che potrebbero dare luogo alla meraviglia del cappero mangereccio, grande compagno della gastronomia nostrana.
E' abbastanza straordinario notare come questa piantina si sia adattata a vivere in ambienti poverissimi di acqua, anche se naturalmente le piantine coltivate vengono irrigate per ottenere maggiore sviluppo e periodi di fioritura più estesi.
Noi, in questa sede, ci limitiamo a godere della vista del Cappero, non strappiamo i boccioli e lasciamo la parte gastronomica alle coltivazioni specializzate.
venerdì 5 giugno 2020
E i fiori, in piazzetta Maxia?
Parliamo del giardino verticale, naturalmente, giunto ormai al compimento del decimo anno di età; io ne ho parlato per la prima volta nel 2011 (post 15/8/11), ed era già in piedi da molti mesi.
Una rarità per Cagliari, a cui venne affidato un ruolo essenziale, cioè quello di far dimenticare ai cagliaritani la bruttezza dei muraglioni costruiti nell'ambito del rifacimento della piazza Maxia.
Un ruolo difficile da interpretare, ma che è stato in qualche modo sostenuto dal giardino in questione, fra alti e bassi nelle attività di gestione e manutenzione, di cui abbiamo dato conto.
E oggi? Oggi siamo in uno dei momenti più bassi, purtroppo.
La fotografia lo abbellisce rispetto alla realtà, riprendendolo di infilata; in realtà ci sono diversi "buchi", che mostrano miseri sacchetti vuoti, decisamente brutti.
Inoltre, non c'è un fiore che uno! Non dico la quantità di fioriture di quando era stato rimpolpato (post del 28/5/15), ma almeno qualcuna sarebbe necessaria per rinfrancare lo spirito, dopo quello che abbiamo passato i mesi scorsi!
Per fortuna che ci sono i Mirabolani con la loro splendida fioritura di marzo (post 5/3/14 fra gli altri) ed il gradevole colore ruggine delle foglie, che ci consolano parzialmente!
Una rarità per Cagliari, a cui venne affidato un ruolo essenziale, cioè quello di far dimenticare ai cagliaritani la bruttezza dei muraglioni costruiti nell'ambito del rifacimento della piazza Maxia.
Un ruolo difficile da interpretare, ma che è stato in qualche modo sostenuto dal giardino in questione, fra alti e bassi nelle attività di gestione e manutenzione, di cui abbiamo dato conto.
E oggi? Oggi siamo in uno dei momenti più bassi, purtroppo.
La fotografia lo abbellisce rispetto alla realtà, riprendendolo di infilata; in realtà ci sono diversi "buchi", che mostrano miseri sacchetti vuoti, decisamente brutti.
Inoltre, non c'è un fiore che uno! Non dico la quantità di fioriture di quando era stato rimpolpato (post del 28/5/15), ma almeno qualcuna sarebbe necessaria per rinfrancare lo spirito, dopo quello che abbiamo passato i mesi scorsi!
Per fortuna che ci sono i Mirabolani con la loro splendida fioritura di marzo (post 5/3/14 fra gli altri) ed il gradevole colore ruggine delle foglie, che ci consolano parzialmente!
martedì 2 giugno 2020
Le campanelle rosse delle Sterculie di Genneruxi
Le migliaia e migliaia di palline rosse preparate dagli alberi in pochi giorni si stanno schiudendo, trasformandosi in campanelle, o piccoli orci, o coppette che dir si voglia, che screziano il rosso con il bianco: questo è il veloce processo di esplosione della fioritura delle Sterculie diversifolia a fiori rossi, che caratterizzano la presenza di questi alberi a Genneruxi.
Ecco le due "sorellone" della fine di via Stoccolma, le più alte e più note; io stesso ve le ho presentate ripetutamente, a partire dal lontano 2010 (post 1/11/10), in quanto esemplari molto belli sia con riferimento alla specie che come alberi in generale.
Sono infatti alberi a foglia persistente, di aspetto lucido ed elegante, spesso di forma diversa come dice il nome, ma normalmente ad apice acuminato; presentano poi un buffo frutto costituito da capsule unite spesso a gruppi di quattro, da cui il mio nomignolo di frutti lampadario, battezzato nel post citato.
Le due sorelle hanno anche il vantaggio di avere la fioritura sfalsata, che prolunga il periodo nel quale si offrono all'ammirazione; è molto gradevole sostare nel giardinetto sottostante, dotato di panchine.
E lo spettacolo prosegue se da via Stoccolma, attraversata via Bonn, si prosegue nel passaggio pedonale verso via Zagabria; qui le due primedonne sono accompagnate da altri grandi esemplari, come si vede dalla foto a destra.
La produzione di fiorellini è continua; fra qualche giorno la pioggia delle coppette rosse raggiungerà il massimo (post 11/6/15), e si formerà l'affascinante tappeto rosso.
Purtroppo il nome di questi alberi, Sterculia, non rende loro merito, per l'odore sgradevole a cui fa riferimento, e che peraltro è assente nelle varietà presenti in città; comunque il nome scientifico più recente classifica questi alberi come Brachychiton populneus, nome difficile ma certamente più "nobile".
Per finire in bellezza, ecco un gruppetto di orci visti dal basso, circondati dalle belle foglie e con il sole che scherza con i suoi raggi di luce, inventando effetti tipo abat jour.
Ecco le due "sorellone" della fine di via Stoccolma, le più alte e più note; io stesso ve le ho presentate ripetutamente, a partire dal lontano 2010 (post 1/11/10), in quanto esemplari molto belli sia con riferimento alla specie che come alberi in generale.
Sono infatti alberi a foglia persistente, di aspetto lucido ed elegante, spesso di forma diversa come dice il nome, ma normalmente ad apice acuminato; presentano poi un buffo frutto costituito da capsule unite spesso a gruppi di quattro, da cui il mio nomignolo di frutti lampadario, battezzato nel post citato.
Le due sorelle hanno anche il vantaggio di avere la fioritura sfalsata, che prolunga il periodo nel quale si offrono all'ammirazione; è molto gradevole sostare nel giardinetto sottostante, dotato di panchine.
E lo spettacolo prosegue se da via Stoccolma, attraversata via Bonn, si prosegue nel passaggio pedonale verso via Zagabria; qui le due primedonne sono accompagnate da altri grandi esemplari, come si vede dalla foto a destra.
La produzione di fiorellini è continua; fra qualche giorno la pioggia delle coppette rosse raggiungerà il massimo (post 11/6/15), e si formerà l'affascinante tappeto rosso.
Purtroppo il nome di questi alberi, Sterculia, non rende loro merito, per l'odore sgradevole a cui fa riferimento, e che peraltro è assente nelle varietà presenti in città; comunque il nome scientifico più recente classifica questi alberi come Brachychiton populneus, nome difficile ma certamente più "nobile".
Per finire in bellezza, ecco un gruppetto di orci visti dal basso, circondati dalle belle foglie e con il sole che scherza con i suoi raggi di luce, inventando effetti tipo abat jour.
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