Non è appropriato collegare ad una tragedia come il coronavirus la scoperta da parte mia di un nuovo, bellissimo esemplare di Erythrina caffra nel pieno della fioritura, ma è quello che è accaduto.
Ecco, tanto per capire di che cosa stiamo parlando, un primo piano della produzione in corso di questo esemplare: un grappolo di fiori del colore del corallo (coral tree è appunto il nome comune inglese), stretti in gruppo, che si offrono con il loro vessillo, che è il petalo più grande di ogni fiore, ribaltato per esporre gli stami.
E allora, dove si trova questo miracolo della natura? Si trova in una via che non ha nome, perché fa parte dello svincolo mai aperto fra Genneruxi e l'Asse di scorrimento; nasce al curvone di incrocio fra via Galvani e via Cettigne e muore poco dopo in un cul de sac.
Ma, proprio arrivando al cul de sac, ecco la sorpresa. E' una Eritrina abbastanza grande, anche se non grande come gli esemplari cagliaritani più noti trattati dal blog (fra gli altri post 31/3/11, 6/5/17) cioè quelli del Corso Vittorio Emanuele e di via De Gioannis, ai quali possiamo aggiungere per bellezza quelli di monte Claro e dell'Orto Botanico.
Però questa Eritrina dispersa nello svincolo ha un vantaggio rispetto alle sorelle cagliaritane più note: i suoi fiori sono anche ad altezza d'uomo, e come tali perfettamente godibili da vicino, come dimostra anche la foto di sopra.
Ecco dunque l'effetto collaterale del coronavirus: sono finito lì casualmente, cercando strade poco battute nelle quali cominciare a sperimentare una camminata un poco più ampia rispetto al giro dell'isolato ripetuto "x" volte. A conferma che anche le grandi tragedie possono offrire piccole opportunità, come quella di effettuare una scoperta esaltante.