Magari tenendolo coperto dalla mascherina, ma si può ricominciare a mettere il naso fuori di casa anche per esigenze che non siano di stretta necessità.
E allora, per festeggiare questa prudente e parziale liberazione dal confinamento, che cosa c'è di meglio di una botta di allegria trasmessa da quanto sotto rappresentato?
Si tratta di una bellissima spalliera di Bignonia tweediana , rampicante trattato nel blog già dal 2011 (post del 26/5/11), quando ne avevo vantato le capacità di arrampicatore; la spalliera in foto si trova alla fine di via Vidal, adorna la recinzione di una proprietà privata ma può essere goduta in pieno dalla strada.
Le capacità di arrampicatore derivano dalla presenza di "rampini" a forma di unghia di gatto, da cui il nome comune che mi è servito per il titolo del post. In realtà poi il nome comune è tratto a sua volta da altri nomi scientifici con i quali è classificata questa pianta, quali Macfadyena unguis-cati, o ancora Dolichandra unguis-cati.
Noi continueremo a chiamare Bignonie questo gruppo di piante accomunate da una splendida fioritura (post del 2/5/17); in particolare la tweediana la troviamo anche in via Nazario Sauro ed in piazzetta Regina Margherita (post del 11/5/15).
E concludiamo con un primissimo piano di un fiore della spalliera di via Vidal, che mette in evidenza la forma particolare ed asimmetrica della campanula dal colore giallo brillante, tanto brillante che è difficile riuscire a fotografarla bene (bisognerebbe effettuare il bilanciamento del bianco, ma questa è un'altra storia).
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
giovedì 30 aprile 2020
domenica 26 aprile 2020
Una nuova Eritrina, effetto collaterale del Coronavirus
Non è appropriato collegare ad una tragedia come il coronavirus la scoperta da parte mia di un nuovo, bellissimo esemplare di Erythrina caffra nel pieno della fioritura, ma è quello che è accaduto.
Ecco, tanto per capire di che cosa stiamo parlando, un primo piano della produzione in corso di questo esemplare: un grappolo di fiori del colore del corallo (coral tree è appunto il nome comune inglese), stretti in gruppo, che si offrono con il loro vessillo, che è il petalo più grande di ogni fiore, ribaltato per esporre gli stami.
E allora, dove si trova questo miracolo della natura? Si trova in una via che non ha nome, perché fa parte dello svincolo mai aperto fra Genneruxi e l'Asse di scorrimento; nasce al curvone di incrocio fra via Galvani e via Cettigne e muore poco dopo in un cul de sac.
Ma, proprio arrivando al cul de sac, ecco la sorpresa. E' una Eritrina abbastanza grande, anche se non grande come gli esemplari cagliaritani più noti trattati dal blog (fra gli altri post 31/3/11, 6/5/17) cioè quelli del Corso Vittorio Emanuele e di via De Gioannis, ai quali possiamo aggiungere per bellezza quelli di monte Claro e dell'Orto Botanico.
Però questa Eritrina dispersa nello svincolo ha un vantaggio rispetto alle sorelle cagliaritane più note: i suoi fiori sono anche ad altezza d'uomo, e come tali perfettamente godibili da vicino, come dimostra anche la foto di sopra.
Ecco dunque l'effetto collaterale del coronavirus: sono finito lì casualmente, cercando strade poco battute nelle quali cominciare a sperimentare una camminata un poco più ampia rispetto al giro dell'isolato ripetuto "x" volte. A conferma che anche le grandi tragedie possono offrire piccole opportunità, come quella di effettuare una scoperta esaltante.
Ecco, tanto per capire di che cosa stiamo parlando, un primo piano della produzione in corso di questo esemplare: un grappolo di fiori del colore del corallo (coral tree è appunto il nome comune inglese), stretti in gruppo, che si offrono con il loro vessillo, che è il petalo più grande di ogni fiore, ribaltato per esporre gli stami.
E allora, dove si trova questo miracolo della natura? Si trova in una via che non ha nome, perché fa parte dello svincolo mai aperto fra Genneruxi e l'Asse di scorrimento; nasce al curvone di incrocio fra via Galvani e via Cettigne e muore poco dopo in un cul de sac.
Ma, proprio arrivando al cul de sac, ecco la sorpresa. E' una Eritrina abbastanza grande, anche se non grande come gli esemplari cagliaritani più noti trattati dal blog (fra gli altri post 31/3/11, 6/5/17) cioè quelli del Corso Vittorio Emanuele e di via De Gioannis, ai quali possiamo aggiungere per bellezza quelli di monte Claro e dell'Orto Botanico.
Però questa Eritrina dispersa nello svincolo ha un vantaggio rispetto alle sorelle cagliaritane più note: i suoi fiori sono anche ad altezza d'uomo, e come tali perfettamente godibili da vicino, come dimostra anche la foto di sopra.
Ecco dunque l'effetto collaterale del coronavirus: sono finito lì casualmente, cercando strade poco battute nelle quali cominciare a sperimentare una camminata un poco più ampia rispetto al giro dell'isolato ripetuto "x" volte. A conferma che anche le grandi tragedie possono offrire piccole opportunità, come quella di effettuare una scoperta esaltante.
lunedì 20 aprile 2020
Il Salice piangente, e le vittime del Coronavirus
Che cosa c'è di più appropriato, nello spirito verde del blog, che ricordare le tante migliaia di morti da Coronavirus attraverso un Salice piangente che si specchia sul fiume, accarezzando le acque placide con i suoi rami pendenti?
Ho colto al volo l'opportunità che mi offre questa fotografia, inviatami da Maria Antonietta che ringrazio, di uno splendido esemplare di Salix babylonica, questo il nome scientifico del nostro piangente.
La foto è stata ripresa lungo il fiume Sile, nella Marca Trevigiana; è uno degli innumerevoli splendidi alberi che adornano le sue rive, protetti nell'omonimo parco naturale.
Cagliari ha avuto nel passato molti Salici, soprattutto in giardini privati, che poi sono andati progressivamente scomparendo, date le caratteristiche di quest'albero: è infatti, naturalmente, un albero che ha bisogno di molta acqua, e sa andarsela a cercare, con radici robustissime che non si fermano quasi davanti a niente. Inoltre è abbastanza soggetto ad attacchi parassitari, che ne peggiorano decisamente l'estetica.
A me viene in mente in questo momento un solo esemplare cagliaritano, in via Mercalli a fianco del concessionario Toyota; e naturalmente i più grandi di noi ricordano con qualche rimpianto i Salici del laghetto di piazza Matteotti, prima dei lunghi anni di triste abbandono.
Insomma il Salice non è un albero cittadino, tanto meno adatto alla nostra città; è un albero ideale da fiume, lago o ruscello, dove può esprimere al meglio il suo pianto, anche per i poveri morti della tragedia che stiamo vivendo.
giovedì 16 aprile 2020
Il Gelso ai tempi del Coronavirus
Diciamo subito che la presenza del Gelso, Morus alba e Morus nigra, in questa serie di post da Coronavirus, non è certo data dalla bellezza della sua fioritura di aprile, ma è dovuta al rispetto ed all'affetto che questo albero ispira, come residuo di un'epoca passata, quella in cui in Sardegna si praticava la bachicoltura, e quasi tutti i poderi agricoli avevano piante di Gelso.
Oggi il Gelso in città è piuttosto raro, anche perché ha la "simpatica" abitudine di sporcare molto il terreno sottostante con i suoi frutti, macchiandolo e rendendolo scivoloso; questo è ininfluente in un terreno nudo, ma in un terreno pavimentato o asfaltato .....
Ecco allora la fioritura di due Gelsi, ripresa rispettivamente in via Tuveri, a fianco al market (aprile 2011) e nel parco di Villa Clara, nel 2014. Come vedete, una fioritura insignificante, costituita da infiorescenze, e precisamente "pignette" femminili ed amenti cilindrici maschili riuniti nella stessa pianta (pianta monoica).
Dicevamo che la fioritura non è bella, ma la pianta nel suo insieme assume un aspetto gradevole via via che si riempie di foglie in questo periodo, fino a diventare proprio un bell'albero nei mesi estivi, quando produce fra l'altro i frutti eduli.
Ecco un esemplare ripreso e postato nel giugno 2013 al parco di Monte Urpinu.
Voglio ricordare inoltre gli esemplari ultracentenari di villa Muscas, fotografati e postati nell'aprile 2012, e qualche altro esemplare lungo i binari del metrotram; questi ultimi Gelsi sono apprezzabili percorrendo a piedi il sentiero pedonale, parallelo ai binari, che da via Oslo si allontana in direzione della fermata Genneruxi.
domenica 12 aprile 2020
La Robinia ai tempi del Coronavirus
Siamo sempre nel filone del confinamento del quale vi ho parlato di recente (post 2/4/20, primi 4 capoversi), e comunque calati nelle forti limitazioni al godimento diretto della primavera verde cagliaritana.
Oggi vi presento la Robinia pseudoacacia, un albero di non grande valenza estetica, se non quando fiorisce, appunto in aprile. In questo mese infatti questa Leguminosa si ammanta dei bellissimi grappoli bianchi, che in alcuni esemplari sono tanto numerosi da farli sembrare un allegro chierichetto con la sopraveste bianca.
Una Robinia piuttosto ben messa, della quale vi ho parlato nell'aprile del 2015 e del 2017, è questa della quale vediamo un particolare a sinistra; questo esemplare vive all'incrocio fra via Galvani e via Tel Aviv, a Genneruxi. Alle sue spalle, nello slargo di via Tel Aviv, ci sono diversi altri esemplari, molto più anziani e che poco hanno da offrire ormai allo sguardo del cultore del verde.
Ecco un altro particolare, che mette in evidenza anche la foglia composta, simile a quella di alcune specie di Acacia e che ha dato luogo al suo nome scientifico "pseudoacacia" ed alla confusione del miele.
Infatti la Robinia ha il grande privilegio di essere pianta prediletta dalle api, che trasformano il profumo dei suoi fiori in un apprezzatissimo miele, detto appunto erroneamente "miele di acacia"
Infine, come abbiamo già visto per la Tamerice e l'Ippocastano, anche la Robinia ha la sua specie a fiori rosa, la Robinia hispida.
Molto rara da noi, io conosco solo gli esemplari che vegetano in uno slargo di via Santa Maria Chiara, da cui è tratta la fotografia a fianco, estratta da un post dell'aprile 2014.
Oltre ai luoghi di cui ho parlato in precedenza, la Robinia (che non è molto comune in città) offre vecchi esemplari in fondo a via Cagna, ed è presente in alcuni parchi cittadini e nei giardini degli ospedali Santissima Trinità e Binaghi. Chi vive nel raggio di camminata consentita dal coronavirus vada a godersi i delicati e profumati racemi della Robinia, è un piacevole valore aggiunto.
Oggi vi presento la Robinia pseudoacacia, un albero di non grande valenza estetica, se non quando fiorisce, appunto in aprile. In questo mese infatti questa Leguminosa si ammanta dei bellissimi grappoli bianchi, che in alcuni esemplari sono tanto numerosi da farli sembrare un allegro chierichetto con la sopraveste bianca.
Una Robinia piuttosto ben messa, della quale vi ho parlato nell'aprile del 2015 e del 2017, è questa della quale vediamo un particolare a sinistra; questo esemplare vive all'incrocio fra via Galvani e via Tel Aviv, a Genneruxi. Alle sue spalle, nello slargo di via Tel Aviv, ci sono diversi altri esemplari, molto più anziani e che poco hanno da offrire ormai allo sguardo del cultore del verde.
Ecco un altro particolare, che mette in evidenza anche la foglia composta, simile a quella di alcune specie di Acacia e che ha dato luogo al suo nome scientifico "pseudoacacia" ed alla confusione del miele.
Infatti la Robinia ha il grande privilegio di essere pianta prediletta dalle api, che trasformano il profumo dei suoi fiori in un apprezzatissimo miele, detto appunto erroneamente "miele di acacia"
Infine, come abbiamo già visto per la Tamerice e l'Ippocastano, anche la Robinia ha la sua specie a fiori rosa, la Robinia hispida.
Molto rara da noi, io conosco solo gli esemplari che vegetano in uno slargo di via Santa Maria Chiara, da cui è tratta la fotografia a fianco, estratta da un post dell'aprile 2014.
Oltre ai luoghi di cui ho parlato in precedenza, la Robinia (che non è molto comune in città) offre vecchi esemplari in fondo a via Cagna, ed è presente in alcuni parchi cittadini e nei giardini degli ospedali Santissima Trinità e Binaghi. Chi vive nel raggio di camminata consentita dal coronavirus vada a godersi i delicati e profumati racemi della Robinia, è un piacevole valore aggiunto.
martedì 7 aprile 2020
L'Ippocastano ai tempi del Coronavirus
Mi dispiace molto non poter andare a controllare ed ammirare la fioritura degli Ippocastani, Aesculus Hippocastanus, in via Castiglione; il mio raggio d'azione mi impedisce di arrivare fin lì, e gli Ippocastani sono praticamente presenti solo in quella via ed all'inizio di via Sarpi.
L'Ippocastano è un albero non adatto al clima di Cagliari, da noi fa troppo caldo; questi alberi da noi crescono poco, e a mezza estate hanno già le grandi foglie bruciate dal sole (post 1/11/10).
Cionondimeno, o forse proprio per la loro rarità cagliaritana, meritano di essere apprezzati, soprattutto durante il mese di aprile.
Guardate questo esemplare all'inizio di via Sarpi, che di solito è il pioniere della fioritura dei filari di via Castiglione, fotografato nel 2011.
Sembra grande, ma è solo l'effetto della ripresa dal basso; ha una altezza che consente di ammirare bene le splendide infiorescenze a pannocchia, orgogliosamente erette.
I fiorellini sono bianchi, con punti di colore giallo/rosa che ne accrescono il fascino.
Ed il fascino diventa meraviglia se i fiori sono rosa; pochi alberi, rarità nella rarità di via Castiglione, che ci offrono questa meraviglia, qui fotografata nel 2016.
Si tratta di una specie proveniente dagli USA, Aesculus pavia, utilizzata per ottenere ibridi di colore rosso o anche giallo.
Questi ibridi, oltre a soddisfare il senso estetico, sono stati sviluppati anche per contrastare la presenza di alcuni parassiti.
I piccoli Ippocastani dai fiori rosa danno il meglio di sé quando sono raggruppati; se poi sono inseriti in un contesto come quello in foto, ripreso a Parigi nel maggio del 2014, beh allora....
Insomma, cari amici che abitate in via Castiglione e zone limitrofe, sfruttate il vostro raggio d'azione consentito dal coronavirus per le attività motorie per andarvi a godere la fioritura degli Ippocastani, sia bianchi che rosa!
L'Ippocastano è un albero non adatto al clima di Cagliari, da noi fa troppo caldo; questi alberi da noi crescono poco, e a mezza estate hanno già le grandi foglie bruciate dal sole (post 1/11/10).
Cionondimeno, o forse proprio per la loro rarità cagliaritana, meritano di essere apprezzati, soprattutto durante il mese di aprile.
Guardate questo esemplare all'inizio di via Sarpi, che di solito è il pioniere della fioritura dei filari di via Castiglione, fotografato nel 2011.
Sembra grande, ma è solo l'effetto della ripresa dal basso; ha una altezza che consente di ammirare bene le splendide infiorescenze a pannocchia, orgogliosamente erette.
I fiorellini sono bianchi, con punti di colore giallo/rosa che ne accrescono il fascino.
Ed il fascino diventa meraviglia se i fiori sono rosa; pochi alberi, rarità nella rarità di via Castiglione, che ci offrono questa meraviglia, qui fotografata nel 2016.
Si tratta di una specie proveniente dagli USA, Aesculus pavia, utilizzata per ottenere ibridi di colore rosso o anche giallo.
Questi ibridi, oltre a soddisfare il senso estetico, sono stati sviluppati anche per contrastare la presenza di alcuni parassiti.
I piccoli Ippocastani dai fiori rosa danno il meglio di sé quando sono raggruppati; se poi sono inseriti in un contesto come quello in foto, ripreso a Parigi nel maggio del 2014, beh allora....
Insomma, cari amici che abitate in via Castiglione e zone limitrofe, sfruttate il vostro raggio d'azione consentito dal coronavirus per le attività motorie per andarvi a godere la fioritura degli Ippocastani, sia bianchi che rosa!
giovedì 2 aprile 2020
La Tamerice ai tempi del Coronavirus
Che cosa c'entra la Tamarix gallica, nome comune Tamerice, con il Covid 19, nome comune Coronavirus, il terribile virus che sta stravolgendo la nostra vita?
Nulla, per fortuna, non c'è nessuna attinenza fra il virus e la Tamerice, e più in generale fra il virus e le piante; se un legame vogliamo trovare, è di opposizione, nel senso che aprile è il mese della rinascita arborea e delle fioriture primaverili, mentre aprile 2020 verrà ricordato come mese della morte di tanti esseri umani e del gravissimo stress al quale è sottoposta l'intera società, a livello mondiale.Intanto gli alberi fioriscono, e naturalmente anche quelli cagliaritani, portando un po' di risarcimento alle pene di questo periodo; ma ogni fioritura può essere attualmente goduta, in costanza dello stretto confinamento al quale siamo tenuti, solo da chi ha la ventura di avere alberi fioriti vicino a casa, da ammirare in occasione delle brevi camminate consentite o, per i più fortunati, anche dalla finestra.
Fatte queste elucubrazioni, che vi prometto di non riproporre nei prossimi post, ho pensato, essendo anch'io ovviamente confinato a casa e non potendo dunque andare a caccia di nuovi spunti, di recuperare dal grande cesto dei post qualche pianta trattata nell'aprile degli anni scorsi durante il suo periodo di fioritura, e riproporvi fotografie e posizionamento cittadino; in questo modo chi si troverà quella pianta, o un'altra della stessa specie, nel raggio d'azione della sua sgambata giornaliera, potrà riconoscerla ed ammirarla; per gli altri si tratterà, spero, di una piccola carrellata di ripasso.
Ecco allora una delle Tamerici che vivono davanti al palazzo della Regione, in viale Trento, fotografata nell'aprile del 2011; un vero e proprio albero, con molti decenni di vita alle spalle, così come le sorelle che le stanno attorno.
Ricordo che le Tamerici hanno caratteristiche assolutamente peculiari, con le foglioline squamiformi protette dalla perdita d'acqua e ghiandole che consentono di essudare il sale, caratteristiche che giustificano la loro vita in condizioni molto difficili per le piante, quali quelle delle nostre coste sabbiose.
Tornando agli esemplari cagliaritani "in cattività", questa è una splendida fioritura rosa di aprile 2014 di una Tamerice del parco di Monte Claro (attualmente chiuso, mi dispiace), che vi ripresento per evidenziare l'alternativa della fioritura rosa.
E l'immagine di questo splendido alberello fiorito, di un rosa diverso dal precedente, è dell'aprile 2015; l'alberello si trova all'interno del circolo bocciofilo di via Darwin, e spero che sia sopravvissuto al disgraziato incendio del settembre 2019.
Questo è il filare di Tamerici della via del Sale, all'interno del parco delle Saline, ripreso e postato in edizione invernale nel gennaio di quest'anno; spero che almeno gli abitanti di Medau Su Cramu se lo possano godere fiorito in questo periodo.
Ricordo infine i tanti esemplari di Tamerice nello spartitraffico della via Lungo Saline, al Poetto, alternati a Lagunarie ed Oleandri.
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