Nessuna preoccupazione, non sono cascami del recente Festival di Sanremo quelli che mi animano oggi, ma il confronto fra due fioriture, una tipicamente invernale, l'altra che anticipa la primavera.
Cominciamo dai fiori ricchi, quelli delle Camelie. Un genere di piante arbustive che comprende moltissime specie, caratterizzate da fiori bellissimi e ricchi di petali dai colori sgargianti, di grande effetto. Un fiore ricco anche perché citato in letteratura, addirittura già dal titolo del romanzo di Dumas "La signora delle camelie".
Eccolo qua il fiore ricco: si tratta di una particolare specie di Camelia, la Camelia sasanqua che, oltre a produrre fiori belli come le tante sorelle, ha la peculiarità di fiorire d'inverno.
Infatti l'unica altra volta in cui ho citato questa fioritura eravamo, come adesso, in febbraio, e la fioritura era quasi alla fine (post del 22/2/13).
Leggo che la coltivazione di questa Camelia è piuttosto difficile, ma l'arbusto che ho fotografato si trova nei giardini Sgaravatti sulla statale per Pula, luogo che è garanzia del saper fare nel campo della coltivazione di piante e fiori per arredare giardini.
Saper fare e saper proporre, dato che anche una passeggiata solo per guardare è un piacere per gli occhi.
Non aggiungo altro sulle camelie perché non è il mio campo, ma naturalmente Internet è ricco di informazioni, per chi volesse approfondire.
E i fiori poveri? Beh, per quelli non abbiamo bisogno di andare in vivaio, ma ci basta affacciarci in qualsiasi ambiente di campagna: parliamo dell'Asfodelo, Asphodelus ramosus, comunissimo arbusto primaverile. Lo ho definito povero perché è una pianta erbacea spontanea, che predilige luoghi degradati, ai margini dei boschi o delle coltivazioni.
Quest'anno, forse a causa dei cambiamenti climatici in corso, la sua fioritura è in netto anticipo; pensate che i precedenti post in cui ho parlato di questa erbacea fiorita sono di aprile e maggio (post del 20/4/15 e del 4/5/18 ).
Invece, come vedete dalla foto ripresa nelle campagne di Pula, la sua fioritura sta già esplodendo, senza nemmeno aspettare la completa crescita dello scapo, il lungo asse fiorifero caratteristico della specie.
E proprio dalla lavorazione delle fibre dello scapo i nostri nonni, poveri di mezzi ma ricchi di manualità, producevano i tipici canestri, le corbulas, sia per uso domestico che per incrementare i miseri introiti delle lavorazioni agricole.
Quindi certamente un fiore povero, quello dell'Asfodelo, ma non privo di fascino e delicatezza, ed anche lui citato in letteratura da più scrittori.