Ho ceduto alla moda di Halloween, anche perché sono reduce da un viaggio nell'Inghilterra del nord, dove da almeno dieci giorni le zucche sono dappertutto, singolarmente o in gruppo, intere con il loro bel colore giallo arancio/ocra, o intagliate nei modi più fantasiosi.
Allora, per non essere banale, ecco un esemplare di zucca che mi ha colpito per la fantasia e la bravura esecutiva, anche se può fare un po' di ribrezzo (d'altronde, questo è anche lo spirito di Halloween, o no?).
Molto ben rappresentata, direi, la sofferenza del momento di vomito, efficacemente rappresentato dal flusso di semi e sfilacciature della medesima zucca.
Se poi aggiungiamo che la zucca (Cucurbita maxima, per rispettare la missione del blog) si trovava all'ingresso di un ristorante pub, nel paesino di Bowness on Windermere in Cumbria, uno degli effetti cercati per questa festa mi sembra perfettamente raggiunto.
Non so se qualcuno, sentendosi un po' schifato, abbia rinunciato alla cena in quel pub; io no, e devo dire che non me ne sono pentito.
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
giovedì 31 ottobre 2019
giovedì 17 ottobre 2019
Il pergolato di Bauhinie
La Bauhinia variegata è un albero caratterizzato da una foglia molto particolare, costituita da due lobi che si aprono e si chiudono, e da un bellissimo fiore, tanto da essere definita Albero delle Orchidee.
E' un albero raro in città, anche se l'amministrazione del verde sta provvedendo ad inserire un buon numero di nuovi esemplari, di cui abbiamo parlato abbastanza di recente (post del 20/5/19); mentre gli esemplari storici, grandi ma in posizione infelice, si trovano alla fine del viale Colombo (post del 3/12/10 ed altri successivi).
Insomma l'alternativa cagliaritana per ammirare questa bella pianta riguarda esemplari giovani, oltre a quelli citati per esempio quelli del Circu de Soli, oppure esemplari in posizione infelice, che non rende merito alle loro qualità.
Ma se ci spostiamo dalla città, e nemmeno poi tanto, possiamo ammirare delle Bauhinie veramente belle, sia prese singolarmente che per il contesto nel quale sono inserite.
Siamo a Pula, in pieno centro, nella piazzetta di fronte alla chiesa di San Govanni Battista.
Qui, nella zona pedonale fra le due strade, due o tre esemplari anziani formano un bellissimo pergolato che funge da tetto ai tavolini di un bar, costituendo un insieme piacevole ed armonioso.
Vale assolutamente la pena di fare un salto ad ammirare questi alberi, ricordandoci naturalmente che sono piante decidue; quindi non aspettate molto!
E' un albero raro in città, anche se l'amministrazione del verde sta provvedendo ad inserire un buon numero di nuovi esemplari, di cui abbiamo parlato abbastanza di recente (post del 20/5/19); mentre gli esemplari storici, grandi ma in posizione infelice, si trovano alla fine del viale Colombo (post del 3/12/10 ed altri successivi).
Insomma l'alternativa cagliaritana per ammirare questa bella pianta riguarda esemplari giovani, oltre a quelli citati per esempio quelli del Circu de Soli, oppure esemplari in posizione infelice, che non rende merito alle loro qualità.
Ma se ci spostiamo dalla città, e nemmeno poi tanto, possiamo ammirare delle Bauhinie veramente belle, sia prese singolarmente che per il contesto nel quale sono inserite.
Siamo a Pula, in pieno centro, nella piazzetta di fronte alla chiesa di San Govanni Battista.
Qui, nella zona pedonale fra le due strade, due o tre esemplari anziani formano un bellissimo pergolato che funge da tetto ai tavolini di un bar, costituendo un insieme piacevole ed armonioso.
Vale assolutamente la pena di fare un salto ad ammirare questi alberi, ricordandoci naturalmente che sono piante decidue; quindi non aspettate molto!
sabato 12 ottobre 2019
Oggi ci siamo, domani chissà....ennesima puntata
Ho perso il conto degli alberi cittadini abbattuti a cuor leggero, senza evidenti ragioni; o meglio lo ho voluto perdere quel conto, per non deprimermi troppo.
Comunque, il dovere di cronaca mi chiama, ed eccomi a segnalare l'ennesimo caso.
Siamo in via Monteverdi, un po' prima dell'incrocio con via Leoncavallo: uno splendido esemplare di Pino delle Canarie svetta verso il cielo dal confine di una palazzina, vicino al suo ingresso pedonale. Bello e sano, con una quarantina di anni alle spalle, ma ancora nel pieno del suo ciclo vitale.
La fotografia è del 9 ottobre, e non è casuale: passando da lì sono stato attratto da un cartello premonitore, che segnalava il divieto di sosta per il giorno successivo.
Ed infatti, ecco l'ingresso pedonale di cui sopra, il 10 ottobre, mancante del suo corazziere: autogrù con il cestello, un paio di ore di motosega et voilà, l'albero è sparito!
Ricordo un caso simile, proprio in zona (post 7/4/17), fra i tanti che ho segnalato, e la domanda è sempre la stessa: ma perché?
Anche qui, non c'erano problemi evidenti di radici affioranti, né pericoli per le fondazioni delle palazzine circostanti, ben lontane; non c'era certo pericolo di caduta dell'albero, il tronco era dritto come un fuso.
L'unico rischio che individuo era quello che un pedone potesse venire colpito da una pigna in caduta(le pigne di questa specie di Pino sono oggettivamente grandi!), ma mi sembra di poter dire che le probabilità di un tale evento siano inferiori a quelle di essere investito da un'auto sulle strisce pedonali. E allora, significa che devo rimanere chiuso in casa, o abbattere a colpi di motosega tutte le auto in circolazione?
Comunque, il dovere di cronaca mi chiama, ed eccomi a segnalare l'ennesimo caso.
Siamo in via Monteverdi, un po' prima dell'incrocio con via Leoncavallo: uno splendido esemplare di Pino delle Canarie svetta verso il cielo dal confine di una palazzina, vicino al suo ingresso pedonale. Bello e sano, con una quarantina di anni alle spalle, ma ancora nel pieno del suo ciclo vitale.
La fotografia è del 9 ottobre, e non è casuale: passando da lì sono stato attratto da un cartello premonitore, che segnalava il divieto di sosta per il giorno successivo.
Ed infatti, ecco l'ingresso pedonale di cui sopra, il 10 ottobre, mancante del suo corazziere: autogrù con il cestello, un paio di ore di motosega et voilà, l'albero è sparito!
Ricordo un caso simile, proprio in zona (post 7/4/17), fra i tanti che ho segnalato, e la domanda è sempre la stessa: ma perché?
Anche qui, non c'erano problemi evidenti di radici affioranti, né pericoli per le fondazioni delle palazzine circostanti, ben lontane; non c'era certo pericolo di caduta dell'albero, il tronco era dritto come un fuso.
L'unico rischio che individuo era quello che un pedone potesse venire colpito da una pigna in caduta(le pigne di questa specie di Pino sono oggettivamente grandi!), ma mi sembra di poter dire che le probabilità di un tale evento siano inferiori a quelle di essere investito da un'auto sulle strisce pedonali. E allora, significa che devo rimanere chiuso in casa, o abbattere a colpi di motosega tutte le auto in circolazione?
mercoledì 9 ottobre 2019
Le ghiande della Quercia inglese
La Quercia inglese, English oak, è il nome comune con il quale viene indicata la Farnia, Quercus robur. Tale nome deriva dalla enorme presenza che questa Quercia vanta in Inghilterra (post del 12/7/17), anche se attualmente questa presenza è molto ridotta dal grande sfruttamento del suo legno, utilizzato dagli inglesi negli ultimi secoli per i più svariati usi.
Abbiamo parlato più volte di questa Quercia nel blog, anche per evidenziare la differenza fra la sua diffusione a livello mondiale e la assenza nella nostra isola, tanto che a Cagliari possiamo considerarla una assoluta rarità (post del 1/6/11), con l'esemplare dell'EXMA e pochi altri a rappresentarla.
Proprio per questa sua rarità mi fa piacere presentare i frutti di un giovane esemplare che è cresciuto in un giardino di Pula, partendo proprio da una ghianda portata qualche anno fa dallo Yorkshire.
Ecco una ghianda matura, con la sua forma allungata tipica della specie, così come la piccola cupola rugosa ed il lungo picciolo.
Possiamo notare che le foglie sono molto simili a quelle della nostra Roverella, Quercus pubescens, mentre la ghianda è abbastanza diversa, essendo quella della nostra Roverella più piccola e tonderella, oltre che attaccata direttamente al ramo.
Ecco un altro primo piano di ghianda, che ci mostra tutta la sua bellezza, e forse ci invita anche a meditare sul ruolo che questo frutto ha avuto per secoli.
Per i nostri avi la ghianda ha costituito elemento primario di sopravvivenza alimentare, facendo nascere il termine di "balanofagi", appunto mangiatori di ghiande.
Una storia di grande fascino, quella delle Querce, un albero che forse è quello più legato, indissolubilmente, con lo sviluppo del genere umano.
Abbiamo parlato più volte di questa Quercia nel blog, anche per evidenziare la differenza fra la sua diffusione a livello mondiale e la assenza nella nostra isola, tanto che a Cagliari possiamo considerarla una assoluta rarità (post del 1/6/11), con l'esemplare dell'EXMA e pochi altri a rappresentarla.
Proprio per questa sua rarità mi fa piacere presentare i frutti di un giovane esemplare che è cresciuto in un giardino di Pula, partendo proprio da una ghianda portata qualche anno fa dallo Yorkshire.
Ecco una ghianda matura, con la sua forma allungata tipica della specie, così come la piccola cupola rugosa ed il lungo picciolo.
Possiamo notare che le foglie sono molto simili a quelle della nostra Roverella, Quercus pubescens, mentre la ghianda è abbastanza diversa, essendo quella della nostra Roverella più piccola e tonderella, oltre che attaccata direttamente al ramo.
Ecco un altro primo piano di ghianda, che ci mostra tutta la sua bellezza, e forse ci invita anche a meditare sul ruolo che questo frutto ha avuto per secoli.
Per i nostri avi la ghianda ha costituito elemento primario di sopravvivenza alimentare, facendo nascere il termine di "balanofagi", appunto mangiatori di ghiande.
Una storia di grande fascino, quella delle Querce, un albero che forse è quello più legato, indissolubilmente, con lo sviluppo del genere umano.
venerdì 4 ottobre 2019
Che bello quel parco ed i suoi Ficus!
Parliamo del "piccolo" parco di Bonaria, uno dei parchi nostrani ai quali io sono maggiormente affezionato: è bello, scenografico (post 10/11/11), invita alla meditazione (post 10/12/13), ed è dotato di alcuni meravigliosi Ficus.
Ed è ad una particolare specie di Ficus che voglio rivolgere oggi la mia attenzione: il raro Ficus bellengeri, che vanta 3 splendidi esemplari in questo parco, veramente uno più bello dell'altro.
Il Ficus bellengeri ha un grande esemplare storico in piazza Matteotti (post 24/9/11), è naturalmente presente all'Orto Botanico, e pochi altri esemplari in città, per cui la presenza di questi 3 campioni rappresenta una bella peculiarità.
Ecco uno degli esemplari, contornato in fotografia dai rami di una Jacaranda in primo piano; si trova subito a sinistra dell'ingresso superiore del parco, ed i suoi rami sono addossati alla parete della Basilica. Gli altri due esemplari, con la chioma ancora più ampia, si trovano a metà altezza salendo, vicino ad un cugino Ficus magnolioides (post 30/11/16).
Nella foto a destra un particolare dei siconi e delle foglie del nostro Ficus, che hanno una dimensione intermedia fra quelle del Ficus retusa o rubiginosa e quelle del Ficus elastica.
Un albero veramente interessante questa specie di Ficus, che fra l'alto è molto meno invadente del cugino magnolioides; meriterebbe una maggiore diffusione, come già notava 30 anni fa il grande Vannelli.
Ed è ad una particolare specie di Ficus che voglio rivolgere oggi la mia attenzione: il raro Ficus bellengeri, che vanta 3 splendidi esemplari in questo parco, veramente uno più bello dell'altro.
Il Ficus bellengeri ha un grande esemplare storico in piazza Matteotti (post 24/9/11), è naturalmente presente all'Orto Botanico, e pochi altri esemplari in città, per cui la presenza di questi 3 campioni rappresenta una bella peculiarità.
Ecco uno degli esemplari, contornato in fotografia dai rami di una Jacaranda in primo piano; si trova subito a sinistra dell'ingresso superiore del parco, ed i suoi rami sono addossati alla parete della Basilica. Gli altri due esemplari, con la chioma ancora più ampia, si trovano a metà altezza salendo, vicino ad un cugino Ficus magnolioides (post 30/11/16).
Nella foto a destra un particolare dei siconi e delle foglie del nostro Ficus, che hanno una dimensione intermedia fra quelle del Ficus retusa o rubiginosa e quelle del Ficus elastica.
Un albero veramente interessante questa specie di Ficus, che fra l'alto è molto meno invadente del cugino magnolioides; meriterebbe una maggiore diffusione, come già notava 30 anni fa il grande Vannelli.
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