Non ho né la competenza né la statura per parlare in prima persona del problema, per cui riporterò alcuni concetti significativi tratti da un articolo di Stefano Mancuso, professore e scienziato di fama mondiale, nonché pluripremiato scrittore e divulgatore sul tema delle piante. L'articolo è stato pubblicato il 27 agosto sul giornale "la Repubblica".
Descrizione del problema
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L'uso dei combustibili fossili e la deforestazione, dall'inizio della rivoluzione industriale ad oggi, hanno aumentato in maniera drammatica la concentrazione di CO2 nell'atmosfera.
La CO2 è la principale responsabile dell'effetto serra, e quindi dell'innalzamento della temperatura del pianeta e dei conseguenti enormi problemi che oggi lo affliggono.
I principali tentativi effettuati a livello mondiale per ridurre le emissioni (risoluzione ONU del 1988, Convenzioni internazionali varie, protocollo di Kyoto del 1997, accordo di Parigi 2015), sono ben lontani dall'aver prodotto i risultati sperati.
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Vi propongo un break, come nota di speranza e di buon auspicio.
Ecco a sinistra la fotografia di una nostra mascotte verde, che si mostra a tutti e da tutti può essere goduta: il Carrubo della piazza Garibaldi pedonalizzata che, oltre ad offrirci la sua bellezza, con la fotosintesi assorbe la sua piccola quantità di CO2 dall'atmosfera.
Soluzione proposta
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Bloccare ogni ulteriore deforestazione, assumendo come presupposto che il taglio delle foreste non è compatibile con la sopravvivenza della specie umana; trattare conseguentemente la deforestazione come un crimine contro l'umanità.
Le piante, e solo loro visti i risultati dei tentativi precedenti, sono in grado di riportare la concentrazione di CO2 a livelli inoffensivi.
Alberi dovrebbero coprire ogni angolo del pianeta forestabile ma anche, e soprattutto, le nostre città.
Le nostre città, a prescindere dai luoghi deputati (parchi, giardini, viali, aiuole ...), dovrebbero essere ricoperte di piante, secondo una semplice regola: dovunque sia possibile far vivere una pianta, quella pianta ci deve essere.
Costi irrilevanti rispetto a qualunque altra possibilità, ma impatto enorme sull'assorbimento di CO2.
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Utopia? Forse, ma il progresso non è, almeno in parte, la realizzazione dell'Utopia?