E' una pianta erbacea piuttosto comune, l'Acanto, ben distribuita nelle campagne di tutta la Sardegna. La specie spontanea è l'Acanthus molle, mentre è più raro o coltivato l'Acanthus spinosus.
Si notano soprattutto per l'infiorescenza alta e robusta, di gradevole aspetto, con molti fiorellini bianchi o rosa, dotati di brattee che quasi inglobano la corolla del fiore e la spingono verso il basso.
Ma la fama millenaria di questa pianta non deriva dal fiore, ma dalla foglia, utilizzata nell'architettura della Grecia antica e poi romana per ornare elementi architettonici e soprattutto il capitello corinzio (nota a latere: incubo degli studenti di ingegneria degli anni '60 e del corso di Disegno I con il prof. Rattu).
Allora, vi voglio fornire due esempi di utilizzo dell'Acanto (mi raccomando, con l'accento sulla seconda "a", sennò il citato professore si rivolta nell'avello!), uno storico ed uno attuale; e per questo andiamo in Sicilia, dove l'Acanto spinoso è piuttosto comune, ed ha lasciato importanti segni storici.
Ecco allora uno degli splendidi mosaici della Villa del Casale di Piazza Armerina in provincia di Enna, nel quale, ai lati dei medaglioni con figure di animali, sono rappresentate appunto foglie di Acanto spinoso.
Altre foglie sono presenti in diversi fregi della stessa villa.
Ed ecco l'esempio attuale: davanti al piacevole ingresso di un ristorante nel paese di Castelbuono, nel parco delle Madonie, spiccano alcune rose ed un mazzetto di foglie e fiori di Acanto, appunto.