Giugno sta scappando, e con lui finisce la grande parte delle fioriture arboree primaverili.
Ha finito la Sofora, fioritura bianca, la Lagunaria, fioritura rosa, l'Albizzia, la Tipuana, la Grevillea ed i suoi spazzolini rossi, la Catalpa, la Sterculia, ed altre ne dimentico; anche la Jacaranda, che ha una delle fioriture più lunghe, sta decidendosi a riposare, per prepararsi alla seconda fioritura di novembre. Naturalmente, se volete "ripassare" queste fioriture, potete cercare nel blog e le trovate tutte.
Che cosa ci resta? Non molto in termini quantitativi, ma moltissimo come bellezza dei fiori gialli di luglio.
Ecco l'Acacia horrida, e precisamente il cespuglione di via Milano, tra i pochissimi che ormai rimangono in città (post del 30/6/15).
Ogni volta che la fotografo penso che sia l'ultima volta, e che venga bonificato questo terreno, che invece rimane inalterato da decenni; meglio per l'Acacia, dato che oramai è da considerare esemplare rarissimo in centro città!
E pensare che basta uscire da Cagliari, e prendere per esempio la SS195 per Pula, per vederne tantissimi esemplari, tutti impegnati a produrre gli splendidi capolini compatti. Infatti questa Acacia, detta anche Karoo e proveniente dal Sudafrica, è naturalizzata in Sardegna, soprattutto lungo le coste.
Ed il secondo fiore giallo, o quasi, che vi presento, è quello della Parkinsonia aculeata; bellissima ed abbondante fioritura, che trovate anche nello slide show.
Questo è l'esemplare di viale Bonaria, un caposaldo cagliaritano di questa specie arborea (post 3/7/11). Nel post richiamato non era ancora presente la recinzione, che è stata recentemente realizzata. La vista dall'esterno ne soffre, ma ancora di più ne risente positivamente la pulizia e l'ordine di questo bel giardinetto, ora veramente gradevole.
Non si dovrebbe arrivare a recintare un giardino aperto a tutti, ma quando il degrado diventa purtroppo non altrimenti arrestabile, allora ....
E non dimentichiamo che questo giardino ha altri esemplari arborei di pregio, fra i quali la splendida enorme Beaucarnea recurvata (post del 17/1/11).
Tornando alla Parkinsonia, non possiamo chiudere senza riguardare i fiorellini, e la lunga foglia composta da tante piccolissime foglioline.
I fiorellini danno conto di quel "quasi giallo" che ho usato all'inizio della presentazione di questo fiore, dato che uno dei petali di ogni fiore ha la simpatica abitudine di virare al rosso: avrà sicuramente esigenze botaniche per farlo, ma noi ci godiamo l'accostamento dei colori e l'effetto di questa picchiettatura di rosso immersa nel giallo.
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giovedì 28 giugno 2018
giovedì 21 giugno 2018
Una pianta grondante storia, l'Acanto
E' una pianta erbacea piuttosto comune, l'Acanto, ben distribuita nelle campagne di tutta la Sardegna. La specie spontanea è l'Acanthus molle, mentre è più raro o coltivato l'Acanthus spinosus.
Si notano soprattutto per l'infiorescenza alta e robusta, di gradevole aspetto, con molti fiorellini bianchi o rosa, dotati di brattee che quasi inglobano la corolla del fiore e la spingono verso il basso.
Ma la fama millenaria di questa pianta non deriva dal fiore, ma dalla foglia, utilizzata nell'architettura della Grecia antica e poi romana per ornare elementi architettonici e soprattutto il capitello corinzio (nota a latere: incubo degli studenti di ingegneria degli anni '60 e del corso di Disegno I con il prof. Rattu).
Allora, vi voglio fornire due esempi di utilizzo dell'Acanto (mi raccomando, con l'accento sulla seconda "a", sennò il citato professore si rivolta nell'avello!), uno storico ed uno attuale; e per questo andiamo in Sicilia, dove l'Acanto spinoso è piuttosto comune, ed ha lasciato importanti segni storici.
Ecco allora uno degli splendidi mosaici della Villa del Casale di Piazza Armerina in provincia di Enna, nel quale, ai lati dei medaglioni con figure di animali, sono rappresentate appunto foglie di Acanto spinoso.
Altre foglie sono presenti in diversi fregi della stessa villa.
Ed ecco l'esempio attuale: davanti al piacevole ingresso di un ristorante nel paese di Castelbuono, nel parco delle Madonie, spiccano alcune rose ed un mazzetto di foglie e fiori di Acanto, appunto.
Si notano soprattutto per l'infiorescenza alta e robusta, di gradevole aspetto, con molti fiorellini bianchi o rosa, dotati di brattee che quasi inglobano la corolla del fiore e la spingono verso il basso.
Ma la fama millenaria di questa pianta non deriva dal fiore, ma dalla foglia, utilizzata nell'architettura della Grecia antica e poi romana per ornare elementi architettonici e soprattutto il capitello corinzio (nota a latere: incubo degli studenti di ingegneria degli anni '60 e del corso di Disegno I con il prof. Rattu).
Allora, vi voglio fornire due esempi di utilizzo dell'Acanto (mi raccomando, con l'accento sulla seconda "a", sennò il citato professore si rivolta nell'avello!), uno storico ed uno attuale; e per questo andiamo in Sicilia, dove l'Acanto spinoso è piuttosto comune, ed ha lasciato importanti segni storici.
Ecco allora uno degli splendidi mosaici della Villa del Casale di Piazza Armerina in provincia di Enna, nel quale, ai lati dei medaglioni con figure di animali, sono rappresentate appunto foglie di Acanto spinoso.
Altre foglie sono presenti in diversi fregi della stessa villa.
Ed ecco l'esempio attuale: davanti al piacevole ingresso di un ristorante nel paese di Castelbuono, nel parco delle Madonie, spiccano alcune rose ed un mazzetto di foglie e fiori di Acanto, appunto.
giovedì 14 giugno 2018
Buoncammino: la vita stentata dei nuovi Ginkgo
La risistemazione di una parte del viale Buoncammino, portata a compimento nella seconda metà del 2015 (post del 8/7/15) ha dato buoni esiti, e duraturi, per buona parte degli alberi presenti, dai tanti Bagolari lungo il viale al Ficus magnolioides ed alla Fitolacca di piazza Cannas, inizio del viale dopo porta Cristina e splendido palcoscenico amato dai cagliaritani e dai turisti.
Proprio la piazza Cannas rappresenta un punto strategico di incontro, di arrivo e di ripartenza, per chi entra o esce dal quartiere Castello; un posto magico, dove al fascino delle piante si unisce quello delle vestigia della storia cagliaritana, per non dire del panorama del mare e delle montagne di Capoterra.
Ecco a sinistra uno scorcio di panorama lontano mentre, vicino a noi, si affacciano il Ficus a sinistra e la Fitolacca a destra. Sì, ma al centro chi c'è, quasi invisibile? C'è uno dei due esemplari di Ginkgo biloba che, insieme ad altri due in piazza Cardia, dovevano arricchire l'offerta di begli alberi di questo storico viale cagliaritano.
Solo che i Ginkgo non stanno andando affatto bene, come si vede dalla foto, ripresa all'inizio di giugno; sembra che la primavera per questo albero sia passata invano.
E l'altro esemplare? Eccolo a destra, poverino; qualche ciuffo di foglie tenta di venire fuori, ma non mi pare si possa essere ottimisti.
Quando avevo dato il benvenuto a questi alberi, nel 2016 (post del 29/5/16), avevo fotografato proprio questo esemplare, e mi pare che stesse decisamente meglio di oggi.
In quella occasione mi ero permesso di formulare alcuni suggerimenti per consentire ai nuovi Ginkgo di superare le difficoltà, già allora chiaramente emergenti, della nuova vita: ma, a giudicare dai risultati...
Si possono ancora salvare dalla morte o da una vita di stenti? Forse sì, se c'è la volontà.
Proprio la piazza Cannas rappresenta un punto strategico di incontro, di arrivo e di ripartenza, per chi entra o esce dal quartiere Castello; un posto magico, dove al fascino delle piante si unisce quello delle vestigia della storia cagliaritana, per non dire del panorama del mare e delle montagne di Capoterra.
Ecco a sinistra uno scorcio di panorama lontano mentre, vicino a noi, si affacciano il Ficus a sinistra e la Fitolacca a destra. Sì, ma al centro chi c'è, quasi invisibile? C'è uno dei due esemplari di Ginkgo biloba che, insieme ad altri due in piazza Cardia, dovevano arricchire l'offerta di begli alberi di questo storico viale cagliaritano.
Solo che i Ginkgo non stanno andando affatto bene, come si vede dalla foto, ripresa all'inizio di giugno; sembra che la primavera per questo albero sia passata invano.
E l'altro esemplare? Eccolo a destra, poverino; qualche ciuffo di foglie tenta di venire fuori, ma non mi pare si possa essere ottimisti.
Quando avevo dato il benvenuto a questi alberi, nel 2016 (post del 29/5/16), avevo fotografato proprio questo esemplare, e mi pare che stesse decisamente meglio di oggi.
In quella occasione mi ero permesso di formulare alcuni suggerimenti per consentire ai nuovi Ginkgo di superare le difficoltà, già allora chiaramente emergenti, della nuova vita: ma, a giudicare dai risultati...
Si possono ancora salvare dalla morte o da una vita di stenti? Forse sì, se c'è la volontà.
sabato 9 giugno 2018
Che spettacolo il Fiore della passione!
Le Passifloraceae sono una famiglia piuttosto numerosa di piante rampicanti originarie del sud America, con qualche centinaio di specie in natura e molti più ibridi, realizzati in laboratorio per magnificare le doti dei meravigliosi fiori.
Il Fiore della passione, Passiflora, Passion flower è molto noto, proprio per la particolarità e la bellezza del fiore. Il nome deriva, nella tradizione europea e cattolica, dalla passione di Cristo, data la somiglianza di alcune parti del fiore con alcuni simboli appunto della passione (la corona di spine, le ferite, i chiodi...).
Gli inglesi, più laicamente, né hanno fatto un simbolo della passione amorosa, celebrato da una famosissima canzone del 1959, appunto Passion Flower, portata al successo mondiale dai Fraternity Brothers.
Quale che sia l'origine del suo nome, questo fiore è uno spettacolo, di bellezza e di caratteristiche peculiari.
Ecco un esempio a sinistra, fra i tanti che si possono ammirare in questo periodo avvinghiati alle recinzioni; questo si trova in via Monteverdi, e dovrebbe trattarsi di una Passiflora incense.
Non mi spingo oltre con l'identificazione delle tante specie, non è mia materia; invito i curiosi a farsi un giro in Internet o in qualche libro specializzato, o magari nelle strade cittadine, per ammirare le differenze di colore, di forme, di aspetto che possono avere questi fiori, tutti comunque belli.
Non sono tanto i petali a colpire, dato che sono abbastanza anonimi; in questo caso per esempio la coppa di 5 petali e di 5 sepali (foglioline modificate) è praticamente invisibile, mentre è spettacolare la corona di appendici, lunghi filamenti disposti su più serie, molto ondulati, quasi uncinati, nella parte finale.
I filamenti sono violetti, con bande concentriche di sfumature diverse: che spettacolo!
E questa è solo coreografia, mentre la vera e propria struttura riproduttiva si trova al centro, costituita da 5 stami e 3 pistilli, di aspetto e forma peculiari.
Se non bastasse, molte specie di Passiflora producono frutti commestibili, grosse bacche dal colore giallo arancio.
Il Fiore della passione, Passiflora, Passion flower è molto noto, proprio per la particolarità e la bellezza del fiore. Il nome deriva, nella tradizione europea e cattolica, dalla passione di Cristo, data la somiglianza di alcune parti del fiore con alcuni simboli appunto della passione (la corona di spine, le ferite, i chiodi...).
Gli inglesi, più laicamente, né hanno fatto un simbolo della passione amorosa, celebrato da una famosissima canzone del 1959, appunto Passion Flower, portata al successo mondiale dai Fraternity Brothers.
Quale che sia l'origine del suo nome, questo fiore è uno spettacolo, di bellezza e di caratteristiche peculiari.
Ecco un esempio a sinistra, fra i tanti che si possono ammirare in questo periodo avvinghiati alle recinzioni; questo si trova in via Monteverdi, e dovrebbe trattarsi di una Passiflora incense.
Non mi spingo oltre con l'identificazione delle tante specie, non è mia materia; invito i curiosi a farsi un giro in Internet o in qualche libro specializzato, o magari nelle strade cittadine, per ammirare le differenze di colore, di forme, di aspetto che possono avere questi fiori, tutti comunque belli.
Non sono tanto i petali a colpire, dato che sono abbastanza anonimi; in questo caso per esempio la coppa di 5 petali e di 5 sepali (foglioline modificate) è praticamente invisibile, mentre è spettacolare la corona di appendici, lunghi filamenti disposti su più serie, molto ondulati, quasi uncinati, nella parte finale.
I filamenti sono violetti, con bande concentriche di sfumature diverse: che spettacolo!
E questa è solo coreografia, mentre la vera e propria struttura riproduttiva si trova al centro, costituita da 5 stami e 3 pistilli, di aspetto e forma peculiari.
Se non bastasse, molte specie di Passiflora producono frutti commestibili, grosse bacche dal colore giallo arancio.
mercoledì 6 giugno 2018
Comincia lo spettacolo delle Sterculie di via Stoccolma
Consideratelo come un post di servizio. Ormai ho parlato tante di quelle volte delle Sterculie diversifolia e della loro fioritura che quasi mi vergogno, ma non riesco a trattenermi. Via San Domenico, piazza Generale Basso, Monte Claro, piazza Abbo, via Cavalcanti, viale Regina Elena, tutti posti che vantano la presenza di Sterculie, e chissà quanti ne trascuro!
In particolare i due giganti della fine di via Stoccolma riescono a sorprendermi ogni anno, quando parte la loro fioritura (post del 26/5/16, fra gli altri).
Ecco il primo dei due esemplari affiancati, quello di sinistra, che comincia. Tenendo conto che la foto è stata scattata il 28 maggio, immagino che adesso l'esplosione dei fiorellini sia in corso.
Andateci sotto, a questo frondoso gigante, e godetevi lo spettacolo. E, visto che ci siete, proseguite a piedi fino a via Zagabria, ci sono altri esemplari da ammirare.
Ma, se proprio doveste perdere questa sessione, non preoccupatevi; fra un po' di giorni c'è la sessione di recupero, messa in scena dall'esemplare di destra!
In particolare i due giganti della fine di via Stoccolma riescono a sorprendermi ogni anno, quando parte la loro fioritura (post del 26/5/16, fra gli altri).
Ecco il primo dei due esemplari affiancati, quello di sinistra, che comincia. Tenendo conto che la foto è stata scattata il 28 maggio, immagino che adesso l'esplosione dei fiorellini sia in corso.
Andateci sotto, a questo frondoso gigante, e godetevi lo spettacolo. E, visto che ci siete, proseguite a piedi fino a via Zagabria, ci sono altri esemplari da ammirare.
Ma, se proprio doveste perdere questa sessione, non preoccupatevi; fra un po' di giorni c'è la sessione di recupero, messa in scena dall'esemplare di destra!