...Città, Animali... Lo so, sembra il gioco, piuttosto comune fra i giovani studenti, che consiste nell'individuare categorie di oggetti il cui nome inizia con una certa lettera; in realtà, il titolo di oggi individua un solo oggetto, o meglio una pianta, che presenta contemporaneamente, in questo periodo, le foglie, i fiori, i frutti dell'anno scorso: la Melia azedarach .
Eccolo qui, uno dei tanti esemplari del Lazzaretto, che espone le foglie in verde, i fiori in celeste, le drupe in giallo.
Come sapete, la Melia è un albero che io apprezzo molto, anche per queste sue capacità di presentarsi in maniera mutevole ma sempre affascinante; la sua apparizione nell blog risale ai primordi (post del 20/11/10 ) ed ha proseguito nel tempo in svariate occasioni.
Mi piace ogni tanto tornare a visitare il Lazzaretto e, fra le tante bellezze, apprezzare questa, spesso trascurata.
In realtà, la Melia non è certo l'unico albero che si presenta in primavera in questo modo, pensiamo per esempio al Siliquastro o alla Robinia; ma è uno di quelli che lo fanno meglio, non fosse altro che perché i vecchi frutti mantengono la loro bellezza fino a quando cadono, l'anno successivo alla loro produzione.
Ribadisco quindi il giudizio favorevole espresso a suo tempo sull'alberatura di questo grande parcheggio (post del 25/9/14), anche se la crescita è più lenta del previsto: una scelta comunque positiva.
E per terminare, una fotografia in campo lungo dalla quale si intravede il Lazzaretto e le sue Melie, ma soprattutto la bellezza di questi luoghi, spesso trascurata; qui ci troviamo in cima al colle dietro il vecchio borgo, dal quale si gode una vista mozzafiato, che spazia per 180°, dal lungomare Sant'Elia fino al Poetto.
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
sabato 28 aprile 2018
Foglie, Fiori, Frutti ....
lunedì 23 aprile 2018
Le rarità di Monte Urpinu sono in buona salute
Siamo nella parte bassa di Monte Urpinu, quella rappresentata idealmente dal vecchio Olmo minore sotto la chiesetta aragonese, che ha appena finito di produrre i semi e sta cominciando a fogliare.
Eccolo qui a sinistra, ancora scheletro ma con qualche picchiettatura di verde. E' una vecchia conoscenza quest'Olmo (post del 8/4/14 e precedenti ivi richiamati), ci sono affezionato ed ogni tanto lo vado a trovare.
Parto da lui perché lo considero in qualche modo il tutore delle due rarità che gli sono vicine, e che stanno venendo sù benissimo: l'Acero saccarino ed il Cipresso calvo.
Ecco a destra l'Acero saccarino (post del 25/9/15), che nei post precedenti avevo definito arbusto, ma che ormai arbusto non è più, anzi è un bell'alberello molto frondoso, impreziosito dalla elegante foglia multilobata tipica degli Aceri.
E questo a sinistra, lui sì ancora di dimensioni arbustive, è il Cipresso calvo (post del 30/12/16) posizionato in modo che possa sfruttare l'acqua del rivolo che alimenta l'ultimo laghetto. Piccolo ma comunque sano, e da molto liberato dal tutore che lo ingabbiava, questo nipotino del grande e meraviglioso esemplare dell'Orto Botanico (post 22/12/16 e precedenti ivi richiamati).
Il grande Olmo e gli alberi rari, un motivo forte per andare a passeggiare in questa oasi verde; se poi aggiungiamo anche il ciliegio giapponese dall'altra parte del ruscelletto, il Prunus serrulata (post del 30/4/15 e precedenti ivi richiamati) che è attualmente in piena fioritura, ci possiamo ritenere davvero soddisfatti.
Eccolo qui a sinistra, ancora scheletro ma con qualche picchiettatura di verde. E' una vecchia conoscenza quest'Olmo (post del 8/4/14 e precedenti ivi richiamati), ci sono affezionato ed ogni tanto lo vado a trovare.
Parto da lui perché lo considero in qualche modo il tutore delle due rarità che gli sono vicine, e che stanno venendo sù benissimo: l'Acero saccarino ed il Cipresso calvo.
Ecco a destra l'Acero saccarino (post del 25/9/15), che nei post precedenti avevo definito arbusto, ma che ormai arbusto non è più, anzi è un bell'alberello molto frondoso, impreziosito dalla elegante foglia multilobata tipica degli Aceri.
E questo a sinistra, lui sì ancora di dimensioni arbustive, è il Cipresso calvo (post del 30/12/16) posizionato in modo che possa sfruttare l'acqua del rivolo che alimenta l'ultimo laghetto. Piccolo ma comunque sano, e da molto liberato dal tutore che lo ingabbiava, questo nipotino del grande e meraviglioso esemplare dell'Orto Botanico (post 22/12/16 e precedenti ivi richiamati).
Il grande Olmo e gli alberi rari, un motivo forte per andare a passeggiare in questa oasi verde; se poi aggiungiamo anche il ciliegio giapponese dall'altra parte del ruscelletto, il Prunus serrulata (post del 30/4/15 e precedenti ivi richiamati) che è attualmente in piena fioritura, ci possiamo ritenere davvero soddisfatti.
giovedì 19 aprile 2018
Il bellissimo pseudo Iris primaverile
Se vi capita di andare in questi giorni per prati vicino al mare nella zona di Santa Margherita potrete incontrare, complici le abbondanti piogge, un bellissimo fiorellino, una bulbosa simile all'Iris planifolia (post 18/12/12).
In realtà non è un Iris, anche perché il periodo di fioritura è completamente diverso ed il fiore è abbastanza più piccolo.
Ho provato un riconoscimento, del quale però non sono certissimo: potrebbe trattarsi di una Moraea sisyrinchium, nome difficile da leggere e da ricordare.
Meglio allora il buffo nome italiano, Giaggiolo dei poveretti, che pare derivi dall'utilizzo che appunto i poveri facevano dei bulbi, arrostendoli come castagne.
Comunque un fiorellino da ammirare, passeggiando nella campagna rinfrancata di quest'anno, ma in fretta: infatti questi fiorellini durano aperti solo alcune ore, le più calde della giornata; inoltre, come ben sappiamo, quando arriva il caldo vero da noi nel giro di qualche giorno la nostra bella flora primaverile sparisce.
In realtà non è un Iris, anche perché il periodo di fioritura è completamente diverso ed il fiore è abbastanza più piccolo.
Ho provato un riconoscimento, del quale però non sono certissimo: potrebbe trattarsi di una Moraea sisyrinchium, nome difficile da leggere e da ricordare.
Meglio allora il buffo nome italiano, Giaggiolo dei poveretti, che pare derivi dall'utilizzo che appunto i poveri facevano dei bulbi, arrostendoli come castagne.
Comunque un fiorellino da ammirare, passeggiando nella campagna rinfrancata di quest'anno, ma in fretta: infatti questi fiorellini durano aperti solo alcune ore, le più calde della giornata; inoltre, come ben sappiamo, quando arriva il caldo vero da noi nel giro di qualche giorno la nostra bella flora primaverile sparisce.
giovedì 12 aprile 2018
Alberi meravigliosi in una piazza trasandata
Torno a parlare, dopo aver lasciato colpevolmente trascorrere quasi sette anni (post del 24/9/11 e del 26/9/11), di piazza Matteotti e dei suoi splendidi alberi, con particolare riferimento ai Ficus magnolioides.
Sono fortemente stimolato a farlo, fra l'altro, dalla lettura del bellissimo libro di Tiziano Fratus, "I giganti silenziosi", nel quale questo scrupoloso ed appassionato naturalista descrive gli alberi più grandi e significativi delle città italiane maggiormente dotate. Quando parla di Cagliari la massima importanza viene attribuita appunto ai Ficus magnolioides (o macrophilla, praticamente sinonimo) di piazza Matteotti oltre che a quelli della Darsena.
E allora, per entrare al meglio nell'argomento, ecco di che cosa parliamo: il più grande dei tre Ficus m. della piazza, con il suo straordinario tronco di più di 7 metri di circonferenza, volutamente affiancato al busto di un altro grande, Giuseppe Verdi.
Un tronco veramente spettacolare, con architettura irregolare tipica della specie, e le radici tabulari in bella evidenza, come si nota nella foto a destra.
Se pensiamo che questo albero risale più o meno al 1880, cioè ad anni in cui il grande compositore, a lui qui vicino in effigie, era ancora pienamente operativo con la creazione dei suoi eterni capolavori, non possiamo che inchinarci in segno di rispetto.
Ma il nostro comportamento, davanti a questa grande opera della Natura, è di tutt'altro genere. Citando Fratus: E' un capolavoro ignoto, la città pare ignorarlo, il traffico vortica indifferente al suo intorno e pochi sono gli sguardi diretti alle sue crescite ed alle sue radici estroflesse ......
Condivido in pieno questo giudizio, ma devo dire a parziale scusante della nostra distrazione che la piazza ci mette del suo: si trova in una posizione tale che viene utilizzata, come dicevo nei post del 2011, come corridoio di passaggio da pedoni che hanno fretta, esattamente il contrario di quello che servirebbe per apprezzare le meraviglie arboree che la abitano. Questo luogo dovrebbe essere destinato allo stare, non all'andare, che dovrebbe invece essere facilitato su altri percorsi (magari aerei, come ho ipotizzato in uno dei post citati!). Dovrebbe essere trasformata in giardino, come ho visto in diverse città europee, ed isolata al meglio dal traffico.
E poi, naturalmente, la piazza dovrebbe essere completamente ristrutturata, e liberata dalla condizione di trascuratezza che la opprime. Non mi dilungo su questi aspetti, che sono ben noti ai cagliaritani, né entro su questioni di proprietà o altre che hanno impedito finora di intervenire: dico solo che la vergogna di questo stato di cose è acuita dalla struggente bellezza delle piante che abitano questo spazio, che dovrebbero costituire un potente stimolo per cambiare, ed in fretta.
Mentre aspettiamo gli interventi, consoliamoci con quest'altro strepitoso tronco dell'esemplare di Ficus m. che guarda verso via Roma: da questo punto di vista il vero tronco è addirittura nascosto dalle tante radici aeree che sono scese a terra per fornire il loro supporto, statico ed alimentare, alla pianta.
Basta, vi ho annoiato abbastanza: ma non dimentichiamo, in occasione di una visita, che questa piazza non custodisce solo i 3 esemplari di Ficus m., ma anche un raro grande esemplare di Ficus bellengeri, diversi Ficus retusa e Palme.
Sono fortemente stimolato a farlo, fra l'altro, dalla lettura del bellissimo libro di Tiziano Fratus, "I giganti silenziosi", nel quale questo scrupoloso ed appassionato naturalista descrive gli alberi più grandi e significativi delle città italiane maggiormente dotate. Quando parla di Cagliari la massima importanza viene attribuita appunto ai Ficus magnolioides (o macrophilla, praticamente sinonimo) di piazza Matteotti oltre che a quelli della Darsena.
E allora, per entrare al meglio nell'argomento, ecco di che cosa parliamo: il più grande dei tre Ficus m. della piazza, con il suo straordinario tronco di più di 7 metri di circonferenza, volutamente affiancato al busto di un altro grande, Giuseppe Verdi.
Un tronco veramente spettacolare, con architettura irregolare tipica della specie, e le radici tabulari in bella evidenza, come si nota nella foto a destra.
Se pensiamo che questo albero risale più o meno al 1880, cioè ad anni in cui il grande compositore, a lui qui vicino in effigie, era ancora pienamente operativo con la creazione dei suoi eterni capolavori, non possiamo che inchinarci in segno di rispetto.
Ma il nostro comportamento, davanti a questa grande opera della Natura, è di tutt'altro genere. Citando Fratus: E' un capolavoro ignoto, la città pare ignorarlo, il traffico vortica indifferente al suo intorno e pochi sono gli sguardi diretti alle sue crescite ed alle sue radici estroflesse ......
Condivido in pieno questo giudizio, ma devo dire a parziale scusante della nostra distrazione che la piazza ci mette del suo: si trova in una posizione tale che viene utilizzata, come dicevo nei post del 2011, come corridoio di passaggio da pedoni che hanno fretta, esattamente il contrario di quello che servirebbe per apprezzare le meraviglie arboree che la abitano. Questo luogo dovrebbe essere destinato allo stare, non all'andare, che dovrebbe invece essere facilitato su altri percorsi (magari aerei, come ho ipotizzato in uno dei post citati!). Dovrebbe essere trasformata in giardino, come ho visto in diverse città europee, ed isolata al meglio dal traffico.
E poi, naturalmente, la piazza dovrebbe essere completamente ristrutturata, e liberata dalla condizione di trascuratezza che la opprime. Non mi dilungo su questi aspetti, che sono ben noti ai cagliaritani, né entro su questioni di proprietà o altre che hanno impedito finora di intervenire: dico solo che la vergogna di questo stato di cose è acuita dalla struggente bellezza delle piante che abitano questo spazio, che dovrebbero costituire un potente stimolo per cambiare, ed in fretta.
Mentre aspettiamo gli interventi, consoliamoci con quest'altro strepitoso tronco dell'esemplare di Ficus m. che guarda verso via Roma: da questo punto di vista il vero tronco è addirittura nascosto dalle tante radici aeree che sono scese a terra per fornire il loro supporto, statico ed alimentare, alla pianta.
Basta, vi ho annoiato abbastanza: ma non dimentichiamo, in occasione di una visita, che questa piazza non custodisce solo i 3 esemplari di Ficus m., ma anche un raro grande esemplare di Ficus bellengeri, diversi Ficus retusa e Palme.
venerdì 6 aprile 2018
I Ficus giganti invisibili
Sembra una contraddizione parlare di invisibilità per degli alberi, i Ficus magnolioides, che fanno del loro ingombro e impatto visivo una caratteristica peculiare della specie.
Infatti la invisibilità degli alberi di cui vi parlo oggi è dovuta non certo alle dimensioni, ma al fatto di vivere in una proprietà privata, aperta eccezionalmente quest'anno dal FAI: l'ex aeroporto militare di Elmas, gloriosa e grande struttura ai bordi dello stagno, adiacente alle piste dell'aeroporto civile.
In questi suggestivi spazi, inutilizzati ormai da vent'anni ed anche prima fortemente sottoutilizzati, si trovano palazzine, magazzini, hangar abbandonati, in condizioni di crescente degrado, in attesa che venga individuato un riutilizzo.
Chi non soffre assolutamente del degrado, ma anzi ne gode, sono due enormi Ficus, di cui un esemplare è rappresentato qui a lato.
Dotato di una grande cupola verde, densa e compatta, questo albero non sembra soffrire del silenzio e dell'assenza di umani, anzi forse lo vive come un privilegio, un ritorno alle origini di albero della foresta australiana, con il vantaggio aggiuntivo di non avere concorrenza.
Ed ecco il fratello, anch'esso enorme, dotato di radici aeree e di un tronco veramente possente; la fotografia non rende giustizia alle sue dimensioni, ma consente di lasciare in vista un simpatico residuo di quando questi spazi erano abitati, i distributori di carburante.
E, a proposito di quando questo era anche un villaggio pieno di vita, termino con una curiosità: sul cancello di uscita è appeso tuttora un cartello, un poco arrugginito ma visibile, che ricorda agli automobilisti che uscivano dalla proprietà privata di allacciare le cinture di sicurezza, rese obbligatorie in Italia nel 1988.
Infatti la invisibilità degli alberi di cui vi parlo oggi è dovuta non certo alle dimensioni, ma al fatto di vivere in una proprietà privata, aperta eccezionalmente quest'anno dal FAI: l'ex aeroporto militare di Elmas, gloriosa e grande struttura ai bordi dello stagno, adiacente alle piste dell'aeroporto civile.
In questi suggestivi spazi, inutilizzati ormai da vent'anni ed anche prima fortemente sottoutilizzati, si trovano palazzine, magazzini, hangar abbandonati, in condizioni di crescente degrado, in attesa che venga individuato un riutilizzo.
Chi non soffre assolutamente del degrado, ma anzi ne gode, sono due enormi Ficus, di cui un esemplare è rappresentato qui a lato.
Dotato di una grande cupola verde, densa e compatta, questo albero non sembra soffrire del silenzio e dell'assenza di umani, anzi forse lo vive come un privilegio, un ritorno alle origini di albero della foresta australiana, con il vantaggio aggiuntivo di non avere concorrenza.
Ed ecco il fratello, anch'esso enorme, dotato di radici aeree e di un tronco veramente possente; la fotografia non rende giustizia alle sue dimensioni, ma consente di lasciare in vista un simpatico residuo di quando questi spazi erano abitati, i distributori di carburante.
E, a proposito di quando questo era anche un villaggio pieno di vita, termino con una curiosità: sul cancello di uscita è appeso tuttora un cartello, un poco arrugginito ma visibile, che ricorda agli automobilisti che uscivano dalla proprietà privata di allacciare le cinture di sicurezza, rese obbligatorie in Italia nel 1988.
lunedì 2 aprile 2018
La Ginestra spinosa e la Pasquetta
E' un binomio abbastanza solido quello fra la Pasquetta, intesa come giornata di gita in campagna, e la nostra Ginestra spinosa, Calicotome spinosa o Spartium spinosum, o ancora Cytisus spinosus.
E' un binomio che inciampa, come si vede, sui sinonimi, che creano un po' di confusione; la confusione si accresce se si esaminano le sottospecie zonali, cioè tipiche di determinate regioni della Sardegna. Insomma un puzzle, nel quale non sono in grado di addentrarmi, né mi sembra utile per l'obiettivo odierno, che è solo quello di augurare ai gitanti una bella giornata senza vento che consenta loro il giusto apprezzamento di questo bellissimo arbusto profumato.
Ed ecco una Ginestra spinosa che occhieggia in questo scorcio di campagna che "si getta" sulla splendida spiaggia di Santa Margherita (più precisamente siamo un po' prima del Forte Village).
Mi pare che questa fotografia rappresenti bene anche il periodo, che esce dall'inverno, durato quest'anno proprio fino a ieri, ed entra nella nostra primavera, fortemente caratterizzata appunto dalla fioritura delle Ginestre (e degli Asfodeli, come si intravede nella foto).
E quindi, buona primavera a tutti, con la campagna che ha finalmente goduto di tanta acqua!
E' un binomio che inciampa, come si vede, sui sinonimi, che creano un po' di confusione; la confusione si accresce se si esaminano le sottospecie zonali, cioè tipiche di determinate regioni della Sardegna. Insomma un puzzle, nel quale non sono in grado di addentrarmi, né mi sembra utile per l'obiettivo odierno, che è solo quello di augurare ai gitanti una bella giornata senza vento che consenta loro il giusto apprezzamento di questo bellissimo arbusto profumato.
Ed ecco una Ginestra spinosa che occhieggia in questo scorcio di campagna che "si getta" sulla splendida spiaggia di Santa Margherita (più precisamente siamo un po' prima del Forte Village).
Mi pare che questa fotografia rappresenti bene anche il periodo, che esce dall'inverno, durato quest'anno proprio fino a ieri, ed entra nella nostra primavera, fortemente caratterizzata appunto dalla fioritura delle Ginestre (e degli Asfodeli, come si intravede nella foto).
E quindi, buona primavera a tutti, con la campagna che ha finalmente goduto di tanta acqua!
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