E lì, in campagna, esplode con la sua meravigliosa fioritura estiva. Parlo dell'Acacia horrida, naturalmente, con i bellissimi capolini gialli e le affascinanti e lunghe spine coniche bianche.
Ho preso a cuore la sorte di questa specie arborea, ed ho stigmatizzato il modo sbrigativo e brutale con il quale è stata scacciata dalla città. Mi riferisco in particolare all'esemplare di viale Diaz (post del 30/6/14 e del 4/7/14), ma anche a quello fra via del Sole e via dei Tritoni (post del 26/6/11); con la scusa della pericolosità delle spine, viene eliminata senza pietà.
Allora, detto che le spine hanno una funzione e possono essere bellissime (post del 10/9/15), prendiamo atto con fastidio di questa eliminazione indiscriminata (resiste ancora quella di via Milano, post 30/6/15) dell'Acacia horrida dalla città, ed andiamo ad ammirare gli esemplari di campagna.
Ecco la cascata di capolini gialli di un cespuglione che si trova all'inizio della SS 387 che porta a Dolianova.
A destra, le eleganti e lunghe spine coniche, che invitano uomini ed animali a non avvicinarsi troppo.
Ma, se non ci si avvicina, come si fa ad accarezzare questi splendidi piumini? Beh, intanto li possiamo accarezzare con gli occhi, anche solo passando in auto, e comunque con un po' di attenzione li possiamo anche toccare.
Un'altra strada statale dove crescono ancora molti esemplari di questa Acacia, vicino alla città, è la 195 per Pula; anche lì lo spettacolo è assicurato, in questo periodo.
Infine, ribadiamo una raccomandazione agli amministratori del verde cagliaritano: conserviamo almeno qualche esemplare, curiamolo, vantiamolo e, adottando le dovute cautele per i bambini, offriamolo alla ammirazione dei cittadini!
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
martedì 28 giugno 2016
venerdì 24 giugno 2016
La fioritura anomala delle Albizzie
Quest'anno la fioritura dell'Albizzia julibrissin si sta comportando in maniera anomala, forse a causa dello strano clima della primavera trascorsa: anziché esplodere in questi giorni, come normalmente accade, le Albizzie stentano a fiorire, o meglio distribuiscono la fioritura in un lungo periodo, togliendoci così il piacere dello scoppio improvviso su tutta la pianta.
Ecco il grande esemplare alla fine di via Machiavelli, già presentato in precedenza (post 14/7/12 e del 28/6/15),
La fioritura è parziale e colpisce meno del solito, anche se consente di apprezzare la bellezza della foglia composta, come si vede nella foto sottostante.
L'esemplare di via Tel Aviv a Genneruxi è praticamente privo di fiori, altri in giro per la città sono in situazione simile.
Speriamo che il grande caldo, appena arrivato, oltre ad i suoi effetti deleteri consenta una sorta di seconda fioritura all'inizio di luglio di questi affascinanti alberi.
Ecco il grande esemplare alla fine di via Machiavelli, già presentato in precedenza (post 14/7/12 e del 28/6/15),
La fioritura è parziale e colpisce meno del solito, anche se consente di apprezzare la bellezza della foglia composta, come si vede nella foto sottostante.
L'esemplare di via Tel Aviv a Genneruxi è praticamente privo di fiori, altri in giro per la città sono in situazione simile.
Speriamo che il grande caldo, appena arrivato, oltre ad i suoi effetti deleteri consenta una sorta di seconda fioritura all'inizio di luglio di questi affascinanti alberi.
martedì 21 giugno 2016
Un altro gioiello delle Bignoniacee
E' proprio una famiglia piena di gioielli, quella delle Bignoniacee, ed ogni tanto mi fa piacere presentarvene qualcuno. Dopo la Bignonia radicans classica (post del 30/5/14) ed i suoi ibridi con le trombette di vario colore, e la Bignonia tweediana (post 11/5/15) con i bellissimi fiori gialli, vi presento oggi la Pandorèa jasminoides.
Ecco in un terrazzo un rampicante con i fiori rosa pallido, che diventa rosa carico nella gola del tubulo.
Da questa foto si nota anche il bel fogliame compatto, con foglie composte da 5 foglioline.
Ecco invece a destra un esemplare a fiore bianco, questo in piena terra e ripreso in un giardino, intento ad arrampicarsi a tutto quello che trova.
Come si vede la gola assume la stessa colorazione dell'arbusto a fiore rosa, anche se credo che esista anche la colorazione giallo arancio.
Non mi spingo più in là su colori, screziature ed ibridi vari dai nomi fantasiosi, mi ci perdo e vado subito fuori dalle mie competenze; mi limito ad osservare che con le Bignonie "dove cadi, cadi bene", sono tutte bellissime fioriture.
Un'ultima considerazione sui nomi: non solo ci si perde su specie, sottospecie ed ibridi vari, ma qui ci si perde anche sul genere, perché per molti la Pandorèa, oltre che Bignonia è Campsis, ma anche Tecoma. Insomma, un bel guazzabuglio, di cui rinuncio a priori a separare gli ingredienti.
Ecco in un terrazzo un rampicante con i fiori rosa pallido, che diventa rosa carico nella gola del tubulo.
Da questa foto si nota anche il bel fogliame compatto, con foglie composte da 5 foglioline.
Ecco invece a destra un esemplare a fiore bianco, questo in piena terra e ripreso in un giardino, intento ad arrampicarsi a tutto quello che trova.
Come si vede la gola assume la stessa colorazione dell'arbusto a fiore rosa, anche se credo che esista anche la colorazione giallo arancio.
Non mi spingo più in là su colori, screziature ed ibridi vari dai nomi fantasiosi, mi ci perdo e vado subito fuori dalle mie competenze; mi limito ad osservare che con le Bignonie "dove cadi, cadi bene", sono tutte bellissime fioriture.
Un'ultima considerazione sui nomi: non solo ci si perde su specie, sottospecie ed ibridi vari, ma qui ci si perde anche sul genere, perché per molti la Pandorèa, oltre che Bignonia è Campsis, ma anche Tecoma. Insomma, un bel guazzabuglio, di cui rinuncio a priori a separare gli ingredienti.
domenica 19 giugno 2016
Mentre le sorelle fioriscono, la Sterculia fuggitiva ...
La Sterculia diversifolia di cui al titolo è quella di via Cavalcanti, che vi avevo presentato due anni fa (post del 15/11/14), e che continua a svettare verso il cielo.
Si era assicurata la posizione sopraelevata per sfuggire all'abbraccio mortale del buio provocato dai circostanti Ficus retusa che, fino a qualche anno fa, non venivano potati ma vestiti con delle sacche a rete anti-storno, esperimento non proprio riuscito (post del 1/8/14 e 8/10/14).
La necessità vitale della luce aveva costretto la Sterculia a fuggire verso il cielo, e così la ritroviamo oggi: tronco lungo e sottile quasi come un bambù, bella chioma, nessun fiore.
E intanto le sorelle, libere dai rischi di soffocamento, continuano a fiorire, come questo meraviglioso esemplare di Genneruxi, vicino di casa dei due famosi esemplari di via Stoccolma/Berna, beniamini del blog.
Guardate che spettacolo! Non dobbiamo più invidiare l'Australia per i Brachychiton acerifolius o per i Metrosideros excelsa, se possiamo disporre di questo!
Le Sterculie libere dovrebbero dimostrarsi generose verso la sorella sfortunata e cederle un po' della loro fioritura, per completare la sua rinascita, alla faccia dei Ficus e degli storni!
Si era assicurata la posizione sopraelevata per sfuggire all'abbraccio mortale del buio provocato dai circostanti Ficus retusa che, fino a qualche anno fa, non venivano potati ma vestiti con delle sacche a rete anti-storno, esperimento non proprio riuscito (post del 1/8/14 e 8/10/14).
La necessità vitale della luce aveva costretto la Sterculia a fuggire verso il cielo, e così la ritroviamo oggi: tronco lungo e sottile quasi come un bambù, bella chioma, nessun fiore.
E intanto le sorelle, libere dai rischi di soffocamento, continuano a fiorire, come questo meraviglioso esemplare di Genneruxi, vicino di casa dei due famosi esemplari di via Stoccolma/Berna, beniamini del blog.
Guardate che spettacolo! Non dobbiamo più invidiare l'Australia per i Brachychiton acerifolius o per i Metrosideros excelsa, se possiamo disporre di questo!
Le Sterculie libere dovrebbero dimostrarsi generose verso la sorella sfortunata e cederle un po' della loro fioritura, per completare la sua rinascita, alla faccia dei Ficus e degli storni!
mercoledì 15 giugno 2016
Ma quando gli Oleandri fioriscono ...
D'inverno non è bellissimo, tutte le parti della pianta sono velenose, è spesso soggetto ad attacchi di parassiti, ma quando gli Oleandri fioriscono, per usare una espressione colloquiale molto efficace, ... non ce n'è più per nessuno!
Sia singoli, ma soprattutto in gruppi di vari colori, gli Oleandri, Nerium oleander, si appropriano dell'estate, la riempiono dei loro fiori e con la loro bellezza ci aiutano a stare meglio (post 2/7/12).
Allora, ecco un esemplare fra i più grandi di via Boccaccio, strada dedicata agli Oleandri e da me molto apprezzata fin dai primordi del blog (post del 30/10/10).
E' enorme per la specie, come si può vedere in raffronto con le auto; questa dimensione, ed il peso della fioritura, costituiscono però anche un pericolo per l'albero, quando sottoposto alle forti spinte del vento.
E infatti, poco più avanti, un altro esemplare, carico di fiori rosa, sta crollando.
Si può fare qualcosa per salvare questo Oleandro, prima di essere costretti ad eliminarlo? Io spero di sì, anche se ho seri dubbi.
Si dovrebbe comunque programmare un intervento di più ampio respiro per salvaguardare pedoni ed auto, ma anche la peculiare alberatura di questa piccola e bella via.
L'alternativa? Dimenticarci per sempre un panorama come questo.
Sia singoli, ma soprattutto in gruppi di vari colori, gli Oleandri, Nerium oleander, si appropriano dell'estate, la riempiono dei loro fiori e con la loro bellezza ci aiutano a stare meglio (post 2/7/12).
Allora, ecco un esemplare fra i più grandi di via Boccaccio, strada dedicata agli Oleandri e da me molto apprezzata fin dai primordi del blog (post del 30/10/10).
E' enorme per la specie, come si può vedere in raffronto con le auto; questa dimensione, ed il peso della fioritura, costituiscono però anche un pericolo per l'albero, quando sottoposto alle forti spinte del vento.
E infatti, poco più avanti, un altro esemplare, carico di fiori rosa, sta crollando.
Si può fare qualcosa per salvare questo Oleandro, prima di essere costretti ad eliminarlo? Io spero di sì, anche se ho seri dubbi.
Si dovrebbe comunque programmare un intervento di più ampio respiro per salvaguardare pedoni ed auto, ma anche la peculiare alberatura di questa piccola e bella via.
L'alternativa? Dimenticarci per sempre un panorama come questo.
sabato 11 giugno 2016
Incolonnati ma liberi
Oggi vi porto ad ammirare un albero da noi normalmente poco considerato, il Cipresso comune, Cupressus sempervirens: poca considerazione, e comunque immediata associazione con i cimiteri e con la loro funzione.
Detto che i Cipressi dei nostri cimiteri cagliaritani possono essere bellissimi (post del 4/12/10 e 2/5/12), molto più di quelli stradali che con il nostro clima soffrono e si ammalano (anche perché spesso non godono di alcuna attenzione né cura), oggi vi porto a condividere con me la bellezza di un utilizzo differente del Cipresso, assolutamente peculiare e noto in tutto il mondo.
Parliamo dei paesaggi toscani, ed in particolare di quelli delle Crete senesi, zona a sudest della città di Siena; paesaggi caratterizzati, se escludiamo appunto i Cipressi, dalla quasi totale assenza di alberi, dall'andamento dolcemente collinare e dai colori caldi noti come "Terra di Siena", cangianti al variare delle stagioni.
Facciamo parlare le immagini.
Aspetto collinare, a volte glabro a volte ricoperto dal tappeto erboso, e Cipressi, che guidano il viandante verso un casolare, incolonnati ma liberi e fieri.
Qui, in territorio di Pienza, grandi spazi, varie tonalità di verde da fare gola ai pittori, e loro, i Cipressi, allineati in filare ma liberi.
Incolonnati, anche se impropriamente perché formano una parentesi, ma sempre liberi, mentre ci conducono verso una residenza, che immaginiamo abitata magari da un ricco signore inglese.
Insomma, possiamo ancora considerare i Cipressi, come detto nel post del 2010 citato, con fastidio o come portatori di sfortuna?
Detto che i Cipressi dei nostri cimiteri cagliaritani possono essere bellissimi (post del 4/12/10 e 2/5/12), molto più di quelli stradali che con il nostro clima soffrono e si ammalano (anche perché spesso non godono di alcuna attenzione né cura), oggi vi porto a condividere con me la bellezza di un utilizzo differente del Cipresso, assolutamente peculiare e noto in tutto il mondo.
Parliamo dei paesaggi toscani, ed in particolare di quelli delle Crete senesi, zona a sudest della città di Siena; paesaggi caratterizzati, se escludiamo appunto i Cipressi, dalla quasi totale assenza di alberi, dall'andamento dolcemente collinare e dai colori caldi noti come "Terra di Siena", cangianti al variare delle stagioni.
Facciamo parlare le immagini.
Aspetto collinare, a volte glabro a volte ricoperto dal tappeto erboso, e Cipressi, che guidano il viandante verso un casolare, incolonnati ma liberi e fieri.
Qui, in territorio di Pienza, grandi spazi, varie tonalità di verde da fare gola ai pittori, e loro, i Cipressi, allineati in filare ma liberi.
Incolonnati, anche se impropriamente perché formano una parentesi, ma sempre liberi, mentre ci conducono verso una residenza, che immaginiamo abitata magari da un ricco signore inglese.
Insomma, possiamo ancora considerare i Cipressi, come detto nel post del 2010 citato, con fastidio o come portatori di sfortuna?
lunedì 6 giugno 2016
Finisce il primo turno, si prepara il secondo
No, non sto parlando dei turni per la cena nel villaggio turistico o sulla nave da crociera, anche se il periodo invoglia, ma della fioritura delle due Sterculie diversifolia sorelle di via Stoccolma.
Quella di sinistra, di cui vi ho presentato il primo piano di un fiore in un recente post (26/5/16) sta terminando lo spettacolo, quella di destra si prepara a cominciarlo; sembra quasi che si siano messe d'accordo, per soddisfare l'ammirazione del maggior numero possibile di persone.
E se non saremo ancora soddisfatti, possiamo proseguire ed ammirare gli altri tre esemplari nel percorso pedonale verso via Zagabria.
Mi scuso per l'insistenza con la quale parlo di questi alberi, ma di fronte a certi spettacoli non riesco a resistere.
Quella di sinistra, di cui vi ho presentato il primo piano di un fiore in un recente post (26/5/16) sta terminando lo spettacolo, quella di destra si prepara a cominciarlo; sembra quasi che si siano messe d'accordo, per soddisfare l'ammirazione del maggior numero possibile di persone.
E se non saremo ancora soddisfatti, possiamo proseguire ed ammirare gli altri tre esemplari nel percorso pedonale verso via Zagabria.
Mi scuso per l'insistenza con la quale parlo di questi alberi, ma di fronte a certi spettacoli non riesco a resistere.
sabato 4 giugno 2016
Il fascino dell'Orto dei Cappuccini
Fascino, quasi un'attrazione magica: è quello che si prova in questo spazio, l'Orto dei Cappuccini, completamente sconosciuto ai cagliaritani fino a pochissimi giorni fa.
Il fascino deriva non tanto dal contenuto di prato e piante inserite, pure molto interessante, ma dal fondale e dalle quinte che contornano l'Orto, proteggendolo e donandogli un senso di antico e di appartenenza alla Cagliari dei secoli scorsi.
Ecco a sinistra un esempio: bel prato, un piccolo Olivastro, e sullo sfondo in mezzo al calcare Pini, Fichi d'India, Capperi, che nascondono cisterne, cunicoli, vecchi muretti a secco ed altri segni del passato.
Ma torniamo al presente; nella foto a destra una fascia di piantine di fragole, che rientra nella volontà di riproporre l'utilizzo originario dell'orto.
Nella foto notiamo anche, in basso, un tratto di prato armato spelacchiato: ecco purtroppo un punto critico di questa realizzazione, che ha fatto chiudere l'Orto subito dopo la prima apertura, e cioè la mancata riuscita dei prati destinati al calpestio.
Si nota in tutti gli stradelli di questo sito: l'erba non riesce a reggere dove c'è passaggio elevato di persone. Forse occorrerebbe prenderne atto, e cambiare modalità realizzativa.
Ci sono, fra le tante piante degne di attenzione, molti Melograni, nel pieno della loro meravigliosa fioritura: la loro sola presenza merita una passeggiata. Ma sono bellissimi i vecchi Olivi, interessanti le erbe aromatiche, e promettono grandi risultati i tanti alberelli da frutto di varie specie piantati. Apprezzabili i cartelli indicatori, tanto più perché in continuità con le ultime realizzazioni comunali, ad indicare un consolidamento di volontà.
E non dimentichiamo i Fichi, anch'essi piante del passato, che stanno scomparendo dalla città; qui sono rappresentati da questo simpatico e buffo tronco, appartenente ad un glorioso esemplare, vecchio ma tuttora in piena produzione dei succosi siconi.
Infine, una calda raccomandazione ai tecnici ed ai giardinieri comunali: attenti all'Ailanto, che è dappertutto nel fondale di cui parlavamo, pronto a riprendersi con la prepotenza il posto che gli è stato strappato per questa bella realizzazione.
Qui è uno sforzo in più, rispetto ad altri giardini, ma deve essere assolutamente compiuto, se si vuole evitare un veloce degrado.
Il fascino deriva non tanto dal contenuto di prato e piante inserite, pure molto interessante, ma dal fondale e dalle quinte che contornano l'Orto, proteggendolo e donandogli un senso di antico e di appartenenza alla Cagliari dei secoli scorsi.
Ecco a sinistra un esempio: bel prato, un piccolo Olivastro, e sullo sfondo in mezzo al calcare Pini, Fichi d'India, Capperi, che nascondono cisterne, cunicoli, vecchi muretti a secco ed altri segni del passato.
Ma torniamo al presente; nella foto a destra una fascia di piantine di fragole, che rientra nella volontà di riproporre l'utilizzo originario dell'orto.
Nella foto notiamo anche, in basso, un tratto di prato armato spelacchiato: ecco purtroppo un punto critico di questa realizzazione, che ha fatto chiudere l'Orto subito dopo la prima apertura, e cioè la mancata riuscita dei prati destinati al calpestio.
Si nota in tutti gli stradelli di questo sito: l'erba non riesce a reggere dove c'è passaggio elevato di persone. Forse occorrerebbe prenderne atto, e cambiare modalità realizzativa.
Ci sono, fra le tante piante degne di attenzione, molti Melograni, nel pieno della loro meravigliosa fioritura: la loro sola presenza merita una passeggiata. Ma sono bellissimi i vecchi Olivi, interessanti le erbe aromatiche, e promettono grandi risultati i tanti alberelli da frutto di varie specie piantati. Apprezzabili i cartelli indicatori, tanto più perché in continuità con le ultime realizzazioni comunali, ad indicare un consolidamento di volontà.
E non dimentichiamo i Fichi, anch'essi piante del passato, che stanno scomparendo dalla città; qui sono rappresentati da questo simpatico e buffo tronco, appartenente ad un glorioso esemplare, vecchio ma tuttora in piena produzione dei succosi siconi.
Infine, una calda raccomandazione ai tecnici ed ai giardinieri comunali: attenti all'Ailanto, che è dappertutto nel fondale di cui parlavamo, pronto a riprendersi con la prepotenza il posto che gli è stato strappato per questa bella realizzazione.
Qui è uno sforzo in più, rispetto ad altri giardini, ma deve essere assolutamente compiuto, se si vuole evitare un veloce degrado.
Iscriviti a:
Post (Atom)