Il post di oggi è una piccola rappresentazione, per immagini commentate, del nostro quartiere storico di Castello e di alcune sue piante: bella luce, bei luoghi, una passeggiata serena e rilassata dopo i bagordi natalizi.
A Buoncammino, in via dei Santi Lorenzo e Pancrazio, due esemplari di Washingtonia robusta sfidano il cielo con il loro esile fusto e la bella chioma, mentre la cugina a destra mostra tristemente l'esito dell'assalto del punteruolo rosso.
In piazza Indipendenza, la Fitolacca dioica, nostra vecchia conoscenza, è stata "ristretta" e ripulita dalle sue intemperanze pollonifere, ma mantiene il suo fascino che ben accompagna quello della facciata del vecchio museo archeologico.
In piazza Mafalda di Savoia, un simpatico centro aiuola distrae lo sguardo rispetto alle eleganti Cycas revoluta, con la femmina carica di ovuli prodotti nell'ambito del suo affascinante ciclo riproduttivo di cui abbiamo parlato (post del 9/7/13)
Infine, la Porta Santa del Duomo, in questo meraviglioso cortiletto all'inizio di via Fossario, colorato dalle rosse brattee di Euphorbia pulcherrima; è un invito ad entrare anche per i non praticanti, ad ammirare le bellezze della nostra Cattedrale.
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domenica 27 dicembre 2015
giovedì 24 dicembre 2015
I fiori del Malvaviscus, ancora auguri in rosso
Quest'anno va così, con gli auguri in rosso. Ho cominciato con la Piracanta ed i suoi fruttini (post del 2/12/15), proseguito con le bacche verrucose del Corbezzolo (post del 5/12/15), per finire con i brillanti semi del Pitosforo (post del 21/12/15).
Ed oggi, vigilia di Natale, chiudiamo in bellezza, con il rosso scarlatto dei fiori di Malvaviscus arboreus (post del 19/12/14).
E' stata una folgorazione: ho ri-incontrato casualmente questo bellissimo arbusto di via Tel Aviv, mi ha attratto e non ho resistito a fotografarlo.
E' veramente un arbusto simpatico, questo incrocio fra la Malva e l'Ibisco: colore ed abbondanza dei fiori, anche se rifiutano di aprirsi. Proprio il contrario del suo cugino Ibisco, come notavo l'anno scorso nel post citato.
Il fiore rifiuta di aprirsi, escono solo gli stami da questa sorta di ombrello chiuso dopo la pioggia; è timido, è introverso, si vergogna, si fa desiderare... Come che sia, i suoi auguri sono comunque apprezzabili, e spesso quelli formulati con la ritrosia degli introversi sono i più sinceri; quindi, auguri dal timido Malvaviscus!
Ed oggi, vigilia di Natale, chiudiamo in bellezza, con il rosso scarlatto dei fiori di Malvaviscus arboreus (post del 19/12/14).
E' stata una folgorazione: ho ri-incontrato casualmente questo bellissimo arbusto di via Tel Aviv, mi ha attratto e non ho resistito a fotografarlo.
E' veramente un arbusto simpatico, questo incrocio fra la Malva e l'Ibisco: colore ed abbondanza dei fiori, anche se rifiutano di aprirsi. Proprio il contrario del suo cugino Ibisco, come notavo l'anno scorso nel post citato.
Il fiore rifiuta di aprirsi, escono solo gli stami da questa sorta di ombrello chiuso dopo la pioggia; è timido, è introverso, si vergogna, si fa desiderare... Come che sia, i suoi auguri sono comunque apprezzabili, e spesso quelli formulati con la ritrosia degli introversi sono i più sinceri; quindi, auguri dal timido Malvaviscus!
lunedì 21 dicembre 2015
Il Pitosforo come addobbo natalizio
E' un bell'arbusto il Pitosforo, Pittosporum tobira, sia in forma di siepe che di esemplare singolo, quando raggiunge le dimensioni di alberello (post del 1/11/14 e del 4/5/15): bello e robusto, dal verde coriaceo e brillante della foglia alla allegra e profumata fioritura primaverile, fino alla esposizione dei semini, colore rosso rubino, o rosso granato o arancio carico.
Ecco, oggi voglio celebrare i semi, che si presentano in questo periodo con l'apertura delle capsule e la loro esposizione, trattenuti in loco dalla sostanza resinosa che li avvolge.
Eccoli, adagiati su uno dei lobi della capsula che li ha generati, si offrono alla nostra ammirazione in attesa che la resina si asciughi e cessi di trattenerli, lasciandoli cadere per svolgere il loro ruolo riproduttivo.
Sono belli e durevoli questi piccoli rubini, tanto da poter essere utilizzati in forma di allegro addobbo natalizio, come si può vedere nell'immagine a destra.
Questi addobbi offrono fra l'altro il vantaggio, rispetto a quelli tradizionali, di non dover essere riposti o buttati alla fine delle feste, dato che si seccano lentamente, e rimangono gradevoli per diversi mesi.
Buon Natale dunque, da me e dal Pitosforo!
Ecco, oggi voglio celebrare i semi, che si presentano in questo periodo con l'apertura delle capsule e la loro esposizione, trattenuti in loco dalla sostanza resinosa che li avvolge.
Eccoli, adagiati su uno dei lobi della capsula che li ha generati, si offrono alla nostra ammirazione in attesa che la resina si asciughi e cessi di trattenerli, lasciandoli cadere per svolgere il loro ruolo riproduttivo.
Sono belli e durevoli questi piccoli rubini, tanto da poter essere utilizzati in forma di allegro addobbo natalizio, come si può vedere nell'immagine a destra.
Questi addobbi offrono fra l'altro il vantaggio, rispetto a quelli tradizionali, di non dover essere riposti o buttati alla fine delle feste, dato che si seccano lentamente, e rimangono gradevoli per diversi mesi.
Buon Natale dunque, da me e dal Pitosforo!
giovedì 17 dicembre 2015
La Schefflera con i frutti!
La Schefflera arboricola è una bella pianta d'appartamento che però, come abbiamo già notato in precedenza, ha la tendenza a scappare di casa, anche se è meno sfacciata di altre fuggitive, come i Ficus elastica e beniamina. Diciamo che la nostra Schefflera trova il suo habitat ideale nei balconi, nei giardini condominiali, o addossata alle pareti esterne, dove non rischia troppo i rigori del freddo (post del 21/2/15).
E' una pianta piuttosto robusta, che non si fa pregare per produrre ed esporre il suo bel fogliame, con la elegante foglia composta da una decina di foglioline disposte a cerchio. E' invece piuttosto restia, data la sua origine tropicale, a fiorire, sia in appartamento che all'aperto.
Figuratevi dunque la mia meraviglia quando ho trovato un esemplare in piena fruttificazione!
Eccolo qui a sinistra, che ci propone bellissimi gruppi di piccole drupe dai colori variabili dal giallo al rosso, a seconda del grado di maturazione.
Questo arbusto fortunato si trova in un cortile di centro paese a Collinas, grazioso borgo della Marmilla; la eccezionalità di questa fruttificazione costituisce uno stimolo aggiuntivo per effettuare una passeggiata in questo paesino, che già si qualifica per diverse interessanti proposte culturali.
E' una pianta piuttosto robusta, che non si fa pregare per produrre ed esporre il suo bel fogliame, con la elegante foglia composta da una decina di foglioline disposte a cerchio. E' invece piuttosto restia, data la sua origine tropicale, a fiorire, sia in appartamento che all'aperto.
Figuratevi dunque la mia meraviglia quando ho trovato un esemplare in piena fruttificazione!
Eccolo qui a sinistra, che ci propone bellissimi gruppi di piccole drupe dai colori variabili dal giallo al rosso, a seconda del grado di maturazione.
Questo arbusto fortunato si trova in un cortile di centro paese a Collinas, grazioso borgo della Marmilla; la eccezionalità di questa fruttificazione costituisce uno stimolo aggiuntivo per effettuare una passeggiata in questo paesino, che già si qualifica per diverse interessanti proposte culturali.
lunedì 14 dicembre 2015
Ailanto, protagonista del bello
Ne abbiamo parlato male in tutti i modi possibili dell'Ailanto, Ailanthus altissima, fin dalla sua prima apparizione nel blog (post del 23/11/10), e proseguendo poi con le successive "uscite": abusivo, cattivo, colonizzatore invadente, utilizzatore di armi chimiche, e chi più ne ha più ne metta, con l'unica eccezione, per qualche esemplare, del momento di fruttificazione estiva (post del 4/7/14).
Ma, come per tutte le cose, la bruttezza non è un valore assoluto, ed in certi casi il disvalore può trasformarsi in valore.
Ma, come per tutte le cose, la bruttezza non è un valore assoluto, ed in certi casi il disvalore può trasformarsi in valore.
Guardate questa bellissima fotografia, pubblicata su Twitter dalla Nuova Sardegna: un'immagine piena di fascino del quartiere cittadino di Stampace, ripresa al tramonto, dai caldi colori pastello.
Ma chi c'è in questa inquadratura che svolge un ruolo importante nella sua definizione, con un effetto "vedo non vedo" delle facciate e la creazione di un piacevole gioco di colori sulle tonalità del marrone? Ma è l'Ailanto, ecco chi è! Una serie di polloni con le samare secche appese, che al di fuori dell'inquadratura non esiteremmo a definire brutti ed invadenti, qui sanno diventare protagonisti del bello.
giovedì 10 dicembre 2015
Festa degli Alberi 2015
Anche quest'anno, il 20 novembre scorso, si è svolta in città la Festa degli Alberi, con il rinnovato entusiasmo degli ultimi anni (vedi post del 24/12/13).
L'evento ha avuto luogo su un costone, opportunamente predisposto, a monte della via Sirai, principale arteria asfaltata pedonale che conduce in cima al colle di S.Michele
Ecco il primo tratto della salita, fiancheggiato da Lecci e Carrubi. E' molto piacevole da percorrere, ed anche piuttosto lungo; tranquillo e lontano dal traffico, è frequentato da molti amanti delle passeggiate o delle corse, o anche di attività ginniche vere e proprie.
E sotto due esempi dell'intervento dei bambini: a sinistra il nastro giallo con il nome del bambino giardiniere, sorretto da un tenero virgulto di Carrubo, a destra il cartellino internazionale di un altro bambino, probabilmente straniero, sorretto da un arbusto di Corbezzolo.
E anche quest'anno, per finire alla grande, un esemplare di Iris planifolia appena sbocciato, fra i tanti che punteggiano il parco e la zona interessata all'intervento dei bambini; la presenza di questi fiori selvatici sui colli cagliaritani è ulteriore elemento di bellezza e valore di questi luoghi.
L'evento ha avuto luogo su un costone, opportunamente predisposto, a monte della via Sirai, principale arteria asfaltata pedonale che conduce in cima al colle di S.Michele
Ecco il primo tratto della salita, fiancheggiato da Lecci e Carrubi. E' molto piacevole da percorrere, ed anche piuttosto lungo; tranquillo e lontano dal traffico, è frequentato da molti amanti delle passeggiate o delle corse, o anche di attività ginniche vere e proprie.
E sotto due esempi dell'intervento dei bambini: a sinistra il nastro giallo con il nome del bambino giardiniere, sorretto da un tenero virgulto di Carrubo, a destra il cartellino internazionale di un altro bambino, probabilmente straniero, sorretto da un arbusto di Corbezzolo.
Inutile rimarcare quanto queste iniziative siano importanti per avviare i bambini, già dalle scuole elementari, all'amore ed al rispetto per le piante; unico appunto, già formulato due anni fa e che non mi stanco di ripetere, la mancanza del nome della pianta nel cartellino. Utile sempre il nome delle piante; ancora di più in questo caso, perché il nome sarebbe servito a suggellare un rapporto amichevole oggi nascente fra bambino e mondo vegetale.
E anche quest'anno, per finire alla grande, un esemplare di Iris planifolia appena sbocciato, fra i tanti che punteggiano il parco e la zona interessata all'intervento dei bambini; la presenza di questi fiori selvatici sui colli cagliaritani è ulteriore elemento di bellezza e valore di questi luoghi.
sabato 5 dicembre 2015
Uno speciale addobbo natalizio
Questi giorni, intorno alla festa dell'Immacolata, sono quelli nei quali tantissime famiglie realizzano l'Albero di Natale, estraendo dagli scaffali le scatole con gli addobbi, fra i quali primeggiano le palle colorate.
Voglio allora formulare l'auspicio di una piacevole attività di realizzazione dell'albero natalizio, magari in compagnia di entusiasti bambini, con una immagine appropriata: i frutti di un arbusto campione delle nostre campagne, l'Arbutus unedo, il Corbezzolo.
Ecco allora una bella coppia di bacche verrucose, che richiamano alla mente le nostre palle natalizie di plastica o vetro che ci apprestiamo ad appendere.
Il Corbezzolo è attualmente nel suo periodo migliore, con la sua esposizione tricolore contemporanea di foglie fiori e frutti, già celebrata dal blog (post del 10/12/12); basta una uscita nelle nostre campagne per trarre ispirazione dalla Natura per la migliore realizzazione dell'albero di Natale.
E non occorre andare nemmeno troppo lontano; se non disponiamo di molto tempo, troviamo grandi e begli esemplari di Corbezzolo anche in città, per esempio al parco di S.Michele (post 4/12/11).
Una passeggiata ci consentirà di ammirare la bellezza di questo arbusto, e magari di godere del privilegio di assaggiare un paio delle sue palline di Natale!
Voglio allora formulare l'auspicio di una piacevole attività di realizzazione dell'albero natalizio, magari in compagnia di entusiasti bambini, con una immagine appropriata: i frutti di un arbusto campione delle nostre campagne, l'Arbutus unedo, il Corbezzolo.
Ecco allora una bella coppia di bacche verrucose, che richiamano alla mente le nostre palle natalizie di plastica o vetro che ci apprestiamo ad appendere.
Il Corbezzolo è attualmente nel suo periodo migliore, con la sua esposizione tricolore contemporanea di foglie fiori e frutti, già celebrata dal blog (post del 10/12/12); basta una uscita nelle nostre campagne per trarre ispirazione dalla Natura per la migliore realizzazione dell'albero di Natale.
E non occorre andare nemmeno troppo lontano; se non disponiamo di molto tempo, troviamo grandi e begli esemplari di Corbezzolo anche in città, per esempio al parco di S.Michele (post 4/12/11).
Una passeggiata ci consentirà di ammirare la bellezza di questo arbusto, e magari di godere del privilegio di assaggiare un paio delle sue palline di Natale!
mercoledì 2 dicembre 2015
La Piracanta scatenata
Quando abbiamo parlato per la prima volta della Piracanta, Pyracantha coccinea, e delle sue bellissime bacche rosse invernali (post del 25/11/11), abbiamo messo in evidenza la sua normale presentazione cittadina, siepe bassa e squadrata.
Abbiamo anche detto però che, se lasciata libera, cresce fino a 4 e più metri di altezza, in forma irregolare, non disdegnando anche di appoggiarsi ai supporti che trova: ed un esemplare libero vi voglio presentare oggi, addirittura scatenato, in quanto gli sono sconosciute le catene costituite dalle forbici taglia-siepi e l'inquadramento in bordura.
Eccola qua, la Piracanta libera e rigogliosa che sovrasta la sorgente di Is Bàndidos ad Aritzo, luogo che vi ho appena raccontato nel post precedente, con tappeti di foglie gialle e scorci decadenti: un bel contrasto davvero!
Ecco un'altra immagine di questa esplosione di rosso, che appaga la vista di chi si appresta a raccogliere l'acqua della fonte sottostante; quello che certamente non manca a questo grande arbusto è l'acqua per crescere bene, data la notoria abbondanza di fonti presenti nel paese di Aritzo e dintorni.
E concludiamo con un bel gruppo di fruttini colore del fuoco, che hanno dato origine al suo nome, e che confermano lo stato di perfetta salute di questo esemplare selvatico.
Onore dunque alla Piracanta, che sa sottomettersi e vive bene quando viene tenuta in catene a formare siepi e bordure, ma quando si scatena...
Abbiamo anche detto però che, se lasciata libera, cresce fino a 4 e più metri di altezza, in forma irregolare, non disdegnando anche di appoggiarsi ai supporti che trova: ed un esemplare libero vi voglio presentare oggi, addirittura scatenato, in quanto gli sono sconosciute le catene costituite dalle forbici taglia-siepi e l'inquadramento in bordura.
Eccola qua, la Piracanta libera e rigogliosa che sovrasta la sorgente di Is Bàndidos ad Aritzo, luogo che vi ho appena raccontato nel post precedente, con tappeti di foglie gialle e scorci decadenti: un bel contrasto davvero!
Ecco un'altra immagine di questa esplosione di rosso, che appaga la vista di chi si appresta a raccogliere l'acqua della fonte sottostante; quello che certamente non manca a questo grande arbusto è l'acqua per crescere bene, data la notoria abbondanza di fonti presenti nel paese di Aritzo e dintorni.
E concludiamo con un bel gruppo di fruttini colore del fuoco, che hanno dato origine al suo nome, e che confermano lo stato di perfetta salute di questo esemplare selvatico.
Onore dunque alla Piracanta, che sa sottomettersi e vive bene quando viene tenuta in catene a formare siepi e bordure, ma quando si scatena...
venerdì 27 novembre 2015
Mi spoglio, finalmente!
E' arrivato il freddo, e sta dando lo stimolo giusto agli alberi che devono espletare questo adempimento annuale della spoliazione.
Naturalmente Cagliari, come abbiamo detto più volte e da ultimo due settimane fa (post del 14/11/15), fa più fatica, anche perché gli alberi spoglianti degni di essere ammirati non sono tanti.
Allora oggi vi porto ad Aritzo, dove invece la spoliazione sta offrendo il suo spettacolo meraviglioso.
Siamo nel bosco che circonda la fonte di Is Bàndidos, e qui vediamo in controluce i giovani Aceri minori, Acer monospessulanum, unica specie di Acero spontaneo in Sardegna, che espongono il bel colore giallo delle foglie trilobate.
Il giallo della foto a destra, simile nella tonalità ma completamente diverso nella forma della foglia, appartiene a giovanissimi Castagni, con le loro foglie lunghe, seghettate ed appuntite.
Ed ecco un bel tappeto che rappresenta il lavoro di spoliazione già avvenuto; i colori variano dal giallo delle foglie cadute più di recente al marrone o al bruno delle foglie cadute in precedenza. Si riconoscono foglie di Acero minore ma anche di Acero di monte, Acer pseudoplatanus, non spontaneo in Sardegna e dotato di una bellissima foglia a 5 lobi, simile appunto a quella del Platano comune (che, guarda caso, si chiama Platanus acerifolia!); e poi le foglie dei Castagni. Insomma lo spettacolo non è solo in alto, ma anche per terra, e che spettacolo!
E concludiamo con il fascino di un altro tappeto di foglie che avvolge un angolo per pic-nic; forse un po' decadente, però magico.
Naturalmente Cagliari, come abbiamo detto più volte e da ultimo due settimane fa (post del 14/11/15), fa più fatica, anche perché gli alberi spoglianti degni di essere ammirati non sono tanti.
Allora oggi vi porto ad Aritzo, dove invece la spoliazione sta offrendo il suo spettacolo meraviglioso.
Siamo nel bosco che circonda la fonte di Is Bàndidos, e qui vediamo in controluce i giovani Aceri minori, Acer monospessulanum, unica specie di Acero spontaneo in Sardegna, che espongono il bel colore giallo delle foglie trilobate.
Il giallo della foto a destra, simile nella tonalità ma completamente diverso nella forma della foglia, appartiene a giovanissimi Castagni, con le loro foglie lunghe, seghettate ed appuntite.
Ed ecco un bel tappeto che rappresenta il lavoro di spoliazione già avvenuto; i colori variano dal giallo delle foglie cadute più di recente al marrone o al bruno delle foglie cadute in precedenza. Si riconoscono foglie di Acero minore ma anche di Acero di monte, Acer pseudoplatanus, non spontaneo in Sardegna e dotato di una bellissima foglia a 5 lobi, simile appunto a quella del Platano comune (che, guarda caso, si chiama Platanus acerifolia!); e poi le foglie dei Castagni. Insomma lo spettacolo non è solo in alto, ma anche per terra, e che spettacolo!
E concludiamo con il fascino di un altro tappeto di foglie che avvolge un angolo per pic-nic; forse un po' decadente, però magico.
sabato 21 novembre 2015
Piccoli segni di bellezza verde
E' certamente un segno di bellezza piccolo, quello che vi fornisco oggi, ma significativo. Si tratta di 4 esemplari di Pino delle Canarie in aiuola, di cui 2 a doppio tronco per un totale di 6 chiome quasi riunite, che abbelliscono la gloriosa sede della società sportiva Aquila, in Calata dei Trinitari.
Guardate l'eleganza di questi alberi: alti, regolati negli anni in modo da avere il tronco nudo nella parte bassa, simmetrici nell'inquadrare la costruzione retrostante.
Chissà se la simmetria e la presenza dei due esemplari a doppio tronco è stata voluta, o è casuale: difficile saperlo, anche perché questi alberi avranno almeno 50 anni di vita.
La corteccia dei tronchi mostra una bellissima coloritura rossastra, a migliorare l'insieme.
Non ci resta che complimentarci con la lungimiranza di chi aveva messo a dimora questi alberi, e provare ad immaginare la differenza dell'inquadratura se questi alberi non ci fossero; una volta di più possiamo affermare il ruolo essenziale degli alberi nel "fare" la bellezza cittadina!
Guardate l'eleganza di questi alberi: alti, regolati negli anni in modo da avere il tronco nudo nella parte bassa, simmetrici nell'inquadrare la costruzione retrostante.
Chissà se la simmetria e la presenza dei due esemplari a doppio tronco è stata voluta, o è casuale: difficile saperlo, anche perché questi alberi avranno almeno 50 anni di vita.
La corteccia dei tronchi mostra una bellissima coloritura rossastra, a migliorare l'insieme.
Non ci resta che complimentarci con la lungimiranza di chi aveva messo a dimora questi alberi, e provare ad immaginare la differenza dell'inquadratura se questi alberi non ci fossero; una volta di più possiamo affermare il ruolo essenziale degli alberi nel "fare" la bellezza cittadina!
sabato 14 novembre 2015
Che fatica spogliarsi con questo autunno caldo!
Ne abbiamo parlato diverse altre volte, nelle sei stagioni autunnali vissute con il blog, della difficoltà che incontrano i nostri alberi cittadini a perdere le foglie: complice l'autunno caldo, quest'anno ancora più del solito, a metà novembre sono ancora carichi di foglie, o portano avanti l'operazione con pigrizia, e solo qualche specie è già a buon punto.
Ecco allora un piccolo reportage che fotografa la situazione, al parco di Monte Urpinu.
A sinistra uno dei grandi Gelsi neri, Morus nigra, di fianco al camminamento che porta dalla parte bassa verso il parco giochi; è già abbastanza avanti con il lavoro di spoliazione, come si vede anche dal tappeto di foglie sul quale caracolla una papera bianca. Per un interessante confronto con la situazione di pieno rigoglio vi rimando al relativo post di inizio estate (post del 4/6/13).
Chi invece ancora ritarda è il giovane Acero saccarino, del quale abbiamo parlato da poco (post del 25/9/15); però, come sappiamo, gli Aceri sono fra i campioni del foliage, e le prime foglie che ingialliscono, come si vede a destra, lo dimostrano: un bel giallo carico, che forse invaderà tutta la pianta prima della caduta, e che gli farà fare concorrenza, per bellezza, ai Ginkgo biloba (post del 9/12/10). Dunque, ricordiamoci una visita a fine mese!
E questo a sinistra, così buffo, che cosa è? E' un Tiglio nostrano, Tilia europaea, che ha già fatto quasi tutto il lavoro, procedendo ordinatamente dall'alto verso in basso; qui c'è una particolarità, e cioè che cadono le foglie ma resistono le brattee e le infruttescenze con i semini, come notiamo dal particolare sotto.
Questo Tiglio si trova a fianco al camminamento che dall'ingresso del parco alla fine del viale Europa sale, aprendosi a sinistra su un bellissimo boschetto di Pini d'Aleppo e di prato, con inserimenti di altre essenze come questa. Anche qui per un confronto con la situazione estiva di quest'albero vi rimando al relativo post (post del 20/6/13).
E ci fermiamo qui, ma riparleremo ancora di questa bellissima fase del ciclo vitale degli alberi ; ribadisco soltanto che la bellezza di un albero è sempre uguale e sempre diversa, nei vari periodi dell'anno, dobbiamo solo esercitarci a riconoscerla ed apprezzarla.
Ecco allora un piccolo reportage che fotografa la situazione, al parco di Monte Urpinu.
A sinistra uno dei grandi Gelsi neri, Morus nigra, di fianco al camminamento che porta dalla parte bassa verso il parco giochi; è già abbastanza avanti con il lavoro di spoliazione, come si vede anche dal tappeto di foglie sul quale caracolla una papera bianca. Per un interessante confronto con la situazione di pieno rigoglio vi rimando al relativo post di inizio estate (post del 4/6/13).
Chi invece ancora ritarda è il giovane Acero saccarino, del quale abbiamo parlato da poco (post del 25/9/15); però, come sappiamo, gli Aceri sono fra i campioni del foliage, e le prime foglie che ingialliscono, come si vede a destra, lo dimostrano: un bel giallo carico, che forse invaderà tutta la pianta prima della caduta, e che gli farà fare concorrenza, per bellezza, ai Ginkgo biloba (post del 9/12/10). Dunque, ricordiamoci una visita a fine mese!
E questo a sinistra, così buffo, che cosa è? E' un Tiglio nostrano, Tilia europaea, che ha già fatto quasi tutto il lavoro, procedendo ordinatamente dall'alto verso in basso; qui c'è una particolarità, e cioè che cadono le foglie ma resistono le brattee e le infruttescenze con i semini, come notiamo dal particolare sotto.
Questo Tiglio si trova a fianco al camminamento che dall'ingresso del parco alla fine del viale Europa sale, aprendosi a sinistra su un bellissimo boschetto di Pini d'Aleppo e di prato, con inserimenti di altre essenze come questa. Anche qui per un confronto con la situazione estiva di quest'albero vi rimando al relativo post (post del 20/6/13).
E ci fermiamo qui, ma riparleremo ancora di questa bellissima fase del ciclo vitale degli alberi ; ribadisco soltanto che la bellezza di un albero è sempre uguale e sempre diversa, nei vari periodi dell'anno, dobbiamo solo esercitarci a riconoscerla ed apprezzarla.
lunedì 9 novembre 2015
Nani sarete voi!
Ecco, si è offesa. La Palma nana citata nell'ultimo post del 5 novembre scorso si è sentita umiliata per essere stata chiamata con quel nome, e forse anche per esser stata ripresa dentro un bidone della spazzatura, e rilancia l'attributo verso noi umani.
Cercherò allora di rimediare.
Eccola qua, la Palma nana ripulita: effettivamente questo esemplare non è affatto nano (è senz'altro più alto di noi umani), ma è lui ad essere eccezionale, fuori standard rispetto all'assetto normale di queste belle piante autoctone della nostra isola e di altre zone del mediterraneo occidentale.
Detto questo, resta il nome comune ritenuto offensivo, né aiuta il nome scientifico, Chamaerops humilis: infatti quest'ultimo, leggo da Wikipedia, deriva dal greco e significa cespuglio atterrato, e per di più umile, di male in peggio!
Vorrei però dire alla signora Palma "nana" che la modesta altezza e la compattezza, soprattutto degli esemplari spontanei, sono caratteristiche funzionali alla sua grande rusticità, resistenza al vento ed alla salinità, addirittura agli incendi, dopo i quali si riprende velocemente. Le è riconosciuta una grande funzione ecologica, ed è specie protetta.
Dovrebbe dunque andare fiera del suo nome comune, ed al più chiedere di usare l'altro nome comune, Palma di S.Pietro, per gli esemplari più alti, come il nostro del Cimitero di Bonaria o addirittura come quello dell'Orto Botanico di Padova (post del 6/10/14), che vanta 400 e più anni di vita e 10 metri di altezza!
Cercherò allora di rimediare.
Eccola qua, la Palma nana ripulita: effettivamente questo esemplare non è affatto nano (è senz'altro più alto di noi umani), ma è lui ad essere eccezionale, fuori standard rispetto all'assetto normale di queste belle piante autoctone della nostra isola e di altre zone del mediterraneo occidentale.
Detto questo, resta il nome comune ritenuto offensivo, né aiuta il nome scientifico, Chamaerops humilis: infatti quest'ultimo, leggo da Wikipedia, deriva dal greco e significa cespuglio atterrato, e per di più umile, di male in peggio!
Vorrei però dire alla signora Palma "nana" che la modesta altezza e la compattezza, soprattutto degli esemplari spontanei, sono caratteristiche funzionali alla sua grande rusticità, resistenza al vento ed alla salinità, addirittura agli incendi, dopo i quali si riprende velocemente. Le è riconosciuta una grande funzione ecologica, ed è specie protetta.
Dovrebbe dunque andare fiera del suo nome comune, ed al più chiedere di usare l'altro nome comune, Palma di S.Pietro, per gli esemplari più alti, come il nostro del Cimitero di Bonaria o addirittura come quello dell'Orto Botanico di Padova (post del 6/10/14), che vanta 400 e più anni di vita e 10 metri di altezza!
giovedì 5 novembre 2015
La riapertura dell'Orto delle Palme a Bonaria
E' stato un passaggio importante, quello che ha restituito ai cagliaritani l'accesso all'Orto delle Palme, luogo simbolo del cimitero di Bonaria e della città.
Confrontate le due fotografie seguenti, che dicono più di tante parole.
La foto di sinistra è dell'agosto 2014, pubblicata (post del 21/8/14) per raccontare i contrasti fra passato e futuro di questo luogo di grande fascino; la foto di destra è dell'altro ieri, con una prospettiva simile, e dimostra il cambiamento.
Anche le piante, principale oggetto della nostra attenzione, sono state e sono ancora sottoposte a grandi interventi, a cominciare dall'eliminazione delle Palme delle Canarie, uccise dal flagello Punteruolo.
La conseguenza è che il panorama attuale è molto più aperto, quasi spoglio, rispetto all'abbondanza un po' caotica di qualche anno fa (vedere p.es. foto del post 3/11/11).
In compenso, un intervento così radicale ha avuto i suoi lati positivi, per esempio mettere in luce la bellezza dei gruppi storici di Palme da datteri, vere ed affascinanti sculture naturali, come si può notare dalle foto sottostanti.
Anche queste Palme sono state ripulite, privandole dei fusti vecchi o cadenti, e l'effetto è sicuramente affascinante.
Questo altro gruppo, invece, dimostra la capacità di riprodursi ancora ben presente, ed i benefici effetti della ripulitura.
Fra l'altro, la ripulitura consentirà di tenere sotto controllo le Palme da datteri, e rendere più difficile l'assalto dei Punteruoli, dato che purtroppo non è detto che, finito di distruggere le Palme delle Canarie.......
Allora, per finire con un sorriso, una foto simpatica dei lavori in corso: un addetto porta a rifiuto i residui dello sfrondamento di un Palma nana, e si nota una certa somiglianza fra le foglie ed il taglio dei capelli dell'addetto.
Si può notare inoltre la sistemazione del mazzo di ventagli della Palma, ordinati e simmetrici, che li fa sembrare un dono da consegnare piuttosto che un rifiuto!
Confrontate le due fotografie seguenti, che dicono più di tante parole.
La foto di sinistra è dell'agosto 2014, pubblicata (post del 21/8/14) per raccontare i contrasti fra passato e futuro di questo luogo di grande fascino; la foto di destra è dell'altro ieri, con una prospettiva simile, e dimostra il cambiamento.
Anche le piante, principale oggetto della nostra attenzione, sono state e sono ancora sottoposte a grandi interventi, a cominciare dall'eliminazione delle Palme delle Canarie, uccise dal flagello Punteruolo.
La conseguenza è che il panorama attuale è molto più aperto, quasi spoglio, rispetto all'abbondanza un po' caotica di qualche anno fa (vedere p.es. foto del post 3/11/11).
In compenso, un intervento così radicale ha avuto i suoi lati positivi, per esempio mettere in luce la bellezza dei gruppi storici di Palme da datteri, vere ed affascinanti sculture naturali, come si può notare dalle foto sottostanti.
Anche queste Palme sono state ripulite, privandole dei fusti vecchi o cadenti, e l'effetto è sicuramente affascinante.
Questo altro gruppo, invece, dimostra la capacità di riprodursi ancora ben presente, ed i benefici effetti della ripulitura.
Fra l'altro, la ripulitura consentirà di tenere sotto controllo le Palme da datteri, e rendere più difficile l'assalto dei Punteruoli, dato che purtroppo non è detto che, finito di distruggere le Palme delle Canarie.......
Allora, per finire con un sorriso, una foto simpatica dei lavori in corso: un addetto porta a rifiuto i residui dello sfrondamento di un Palma nana, e si nota una certa somiglianza fra le foglie ed il taglio dei capelli dell'addetto.
Si può notare inoltre la sistemazione del mazzo di ventagli della Palma, ordinati e simmetrici, che li fa sembrare un dono da consegnare piuttosto che un rifiuto!
venerdì 30 ottobre 2015
Piccioni e Bagolari
I piccioni sono ben conosciuti da tutti, e non hanno bisogno di alcuna presentazione. I Bagolari invece sono molto meno conosciuti, anche se rappresentano una specie arborea piuttosto presente a Cagliari, della quale abbiamo parlato più volte anche sul blog, da quelli del boulevard di Genneruxi a quelli del viale Buoncammino (post del 3/9/15 e 8/7/15 , fra gli altri).
Oggi vi porto in un'altra zona molto "frequentata" dal Bagolaro, Celtis australis, e cioè il parco di Monte Urpinu dalla parte di via Vidal.
Ecco una bella infilata di Bagolari che costeggia il campetto di gioco, purtroppo abbandonato, sul lato sinistro del parco, verso la chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, che si intravede sullo sfondo.
Una zona poco conosciuta e piuttosto gradevole per passeggiare.
Ma il sito del nostro interesse odierno è quello più a monte, a destra rispetto al locale di ristoro, dove oltre ai Bagolari e ad un bel prato ci sono bellissimi Olivi residuo dello storico oliveto di Monte Urpinu.
Orbene, direte voi, che cosa c'entrano i piccioni?
C'entrano eccome, dato che in questo sito, dove si trova anche un laghetto, è stanziale un gruppo di piccioni, che in questo periodo si nutrono delle piccole e dolci drupe mature dei Bagolari, le cirixedde.
E' veramente buffo vedere questi pennuti, che notoriamente non amano stare sugli alberi, industriarsi per ingoiare i fruttini, stando in equilibrio precario, con sbattere di ali e dispendio di energie, sui rami.
Io non amo i piccioni, e mi infastidisco quando ci stanno fra i piedi nelle strade e nelle piazze, aspettando magari le briciole che qualcuno gli butta; devo dire però che in questo caso risultano quasi simpatici, anche perché il pasto se lo guadagnano!
Oggi vi porto in un'altra zona molto "frequentata" dal Bagolaro, Celtis australis, e cioè il parco di Monte Urpinu dalla parte di via Vidal.
Ecco una bella infilata di Bagolari che costeggia il campetto di gioco, purtroppo abbandonato, sul lato sinistro del parco, verso la chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, che si intravede sullo sfondo.
Una zona poco conosciuta e piuttosto gradevole per passeggiare.
Ma il sito del nostro interesse odierno è quello più a monte, a destra rispetto al locale di ristoro, dove oltre ai Bagolari e ad un bel prato ci sono bellissimi Olivi residuo dello storico oliveto di Monte Urpinu.
Orbene, direte voi, che cosa c'entrano i piccioni?
C'entrano eccome, dato che in questo sito, dove si trova anche un laghetto, è stanziale un gruppo di piccioni, che in questo periodo si nutrono delle piccole e dolci drupe mature dei Bagolari, le cirixedde.
E' veramente buffo vedere questi pennuti, che notoriamente non amano stare sugli alberi, industriarsi per ingoiare i fruttini, stando in equilibrio precario, con sbattere di ali e dispendio di energie, sui rami.
Io non amo i piccioni, e mi infastidisco quando ci stanno fra i piedi nelle strade e nelle piazze, aspettando magari le briciole che qualcuno gli butta; devo dire però che in questo caso risultano quasi simpatici, anche perché il pasto se lo guadagnano!
martedì 27 ottobre 2015
Bellezze del Parco, prima dell'evento
I giorni prima dell'evento "Orti, Arti e Giardini", che si è tenuto con grande successo sabato e domenica scorsi, il Parco della Musica ha vissuto le fasi preparatorie, di ordine, pulizia ed abbellimento.
Con la complicità del tiepido autunno, e senza ancora la folla dell'evento, si è presentato in splendida forma, come dimostrano le fotografie che vi propongo.
Chorisia insignis, ultimi scampoli di fioritura ancora in grado di meravigliarci.
Scorcio di prato ed una Tipuana speciosa, carica di eleganti semi alati verde chiaro.
Rami di Bougainvillea mini thai, protesi verso il cielo sopra un letto di Lantana camara, inquadrano sullo sfondo il Teatro Lirico.
Questo scenario di contorno ha offerto le migliori premesse per il successo dell'evento dello scorso fine settimana; ora tocca a noi visitatori del Parco, anche come riconoscimento del buon lavoro svolto dall'amministrazione del verde pubblico, collaborare affinché ordine e pulizia si mantengano a lungo nel tempo.
Con la complicità del tiepido autunno, e senza ancora la folla dell'evento, si è presentato in splendida forma, come dimostrano le fotografie che vi propongo.
Chorisia insignis, ultimi scampoli di fioritura ancora in grado di meravigliarci.
Scorcio di prato ed una Tipuana speciosa, carica di eleganti semi alati verde chiaro.
Rami di Bougainvillea mini thai, protesi verso il cielo sopra un letto di Lantana camara, inquadrano sullo sfondo il Teatro Lirico.
Questo scenario di contorno ha offerto le migliori premesse per il successo dell'evento dello scorso fine settimana; ora tocca a noi visitatori del Parco, anche come riconoscimento del buon lavoro svolto dall'amministrazione del verde pubblico, collaborare affinché ordine e pulizia si mantengano a lungo nel tempo.
venerdì 23 ottobre 2015
Via Piccioni, il verde privato che si offre al pubblico
Siamo nel cuore del quartiere Villanova, nella zona semi-pedonalizzata. Una zona, approssimativamente compresa fra via Sulis e piazza S.Domenico, che negli ultimi anni ha migliorato di molto la sua valenza estetica, sia per il rifacimento di strade e sottoservizi, sia per il recupero e miglioramento di molte abitazioni ed attività artigiane, sia infine per la nascita di diverse nuove attività commerciali, anche di qualità.
La via Piccioni, compresa fra piazza San Giacomo e via S.Giovanni, si distingue in particolare per la quantità di verde che fiancheggia ed adorna la facciata delle case.
Guardate che bello spettacolo: molti Ficus, benjamina ed elastica, Yucche, Felci e tanto altro, una bella varietà ed in buone condizioni di salute.
Ed ancora Ibiscus rosa sinensis, Euphorbia milii, Schefflera arborea ......
Proprio un bel vedere, in una strada pulita ed ordinata. E' uno di quei casi, purtroppo non numerosi, in cui il pubblico ed il privato si uniscono per dare luogo ad un risultato ottimale.
Il pubblico ha sistemato servizi e strade, e non credo che chieda a questi cittadini di pagare per l'utilizzo del suolo pubblico; il privato acquista, sistema e accudisce piante e fiori, rendendoli fruibili per il godimento di tutti.
Insomma, un circolo virtuoso, che speriamo continui a produrre ed incrementare questa bellezza verde che si aggiunge, per esempio, a quella della vicina piazzetta di via S.Domenico ed ai suoi alberi (post del 11/12/10)
La via Piccioni, compresa fra piazza San Giacomo e via S.Giovanni, si distingue in particolare per la quantità di verde che fiancheggia ed adorna la facciata delle case.
Guardate che bello spettacolo: molti Ficus, benjamina ed elastica, Yucche, Felci e tanto altro, una bella varietà ed in buone condizioni di salute.
Ed ancora Ibiscus rosa sinensis, Euphorbia milii, Schefflera arborea ......
Proprio un bel vedere, in una strada pulita ed ordinata. E' uno di quei casi, purtroppo non numerosi, in cui il pubblico ed il privato si uniscono per dare luogo ad un risultato ottimale.
Il pubblico ha sistemato servizi e strade, e non credo che chieda a questi cittadini di pagare per l'utilizzo del suolo pubblico; il privato acquista, sistema e accudisce piante e fiori, rendendoli fruibili per il godimento di tutti.
Insomma, un circolo virtuoso, che speriamo continui a produrre ed incrementare questa bellezza verde che si aggiunge, per esempio, a quella della vicina piazzetta di via S.Domenico ed ai suoi alberi (post del 11/12/10)
lunedì 19 ottobre 2015
Il Pino coricato
Il Pino d'Aleppo, Pinus halepensis, è un albero molto comune a Cagliari (post del 6/12/10), ed è fra quelli che connotano maggiormente la nostra città, per il numero di presenze e per i luoghi dove vive: strade e luoghi ampi, in grado di contenere la sua mole ed il suo rapporto non ottimale con l'assetto verticale.
Viale Diaz, viale Cimitero, Terrapieno, via Porcell, viale Buoncammino, viale Fra' Ignazio sono alcune delle strade che ospitano filari di Pino d'Aleppo, e che nella mente dei cagliaritani sono in rapporto indissolubile con questi alberi.
Oggi vi presento un esemplare speciale, molto speciale, di questa specie: eccolo qua sotto.
Molti di voi sicuramente lo conosceranno: si trova a Buoncammino, nel tratto finale che chiude il viale pedonale, mentre la strada si tuffa verso piazza D'Armi ed il tratto pedonale si allarga in una scenografica terrazza.
Questo Pino è crollato, o si è semplicemente adagiato a causa del vento, ed è stato lasciato lì, non costituendo più un pericolo, ma anzi un divertimento per i bambini ed un elemento di interesse per tutti, nella sua diversità.
E' stato dotato di una piccola forcella di sostegno lungo il tronco, ed è tuttora vivo e vegeto; la sua chioma ad altezza d'uomo ci permette una vicinanza con gli aghi e le pigne normalmente non consentita, senza per questo sminuire il rispetto dovuto a questo essere vivente.
Ho voluto presentare questo Pino anche perché temo che non avrà vita lunga; il terzo ambito di interventi di sistemazione di Buoncammino, dopo quelli in via di completamento (post del 16/2/15), prevede appunto di affrontare questa parte del viale, e temo che avremo molte perdite fra i vecchi Pini, acciaccati dall'età e spesso pericolosamente piegati.
Ma proprio questo Pino, il Pino coricato, che certamente dovrà essere eliminato per poter intervenire sulla pavimentazione, ci lascerà un maggiore rimpianto, proprio per la sua diversità; ci consolerà il pensiero che ha vissuto due vite, una verticale ed una orizzontale!
Viale Diaz, viale Cimitero, Terrapieno, via Porcell, viale Buoncammino, viale Fra' Ignazio sono alcune delle strade che ospitano filari di Pino d'Aleppo, e che nella mente dei cagliaritani sono in rapporto indissolubile con questi alberi.
Oggi vi presento un esemplare speciale, molto speciale, di questa specie: eccolo qua sotto.
Molti di voi sicuramente lo conosceranno: si trova a Buoncammino, nel tratto finale che chiude il viale pedonale, mentre la strada si tuffa verso piazza D'Armi ed il tratto pedonale si allarga in una scenografica terrazza.
Questo Pino è crollato, o si è semplicemente adagiato a causa del vento, ed è stato lasciato lì, non costituendo più un pericolo, ma anzi un divertimento per i bambini ed un elemento di interesse per tutti, nella sua diversità.
E' stato dotato di una piccola forcella di sostegno lungo il tronco, ed è tuttora vivo e vegeto; la sua chioma ad altezza d'uomo ci permette una vicinanza con gli aghi e le pigne normalmente non consentita, senza per questo sminuire il rispetto dovuto a questo essere vivente.
Ho voluto presentare questo Pino anche perché temo che non avrà vita lunga; il terzo ambito di interventi di sistemazione di Buoncammino, dopo quelli in via di completamento (post del 16/2/15), prevede appunto di affrontare questa parte del viale, e temo che avremo molte perdite fra i vecchi Pini, acciaccati dall'età e spesso pericolosamente piegati.
Ma proprio questo Pino, il Pino coricato, che certamente dovrà essere eliminato per poter intervenire sulla pavimentazione, ci lascerà un maggiore rimpianto, proprio per la sua diversità; ci consolerà il pensiero che ha vissuto due vite, una verticale ed una orizzontale!
giovedì 15 ottobre 2015
Rosso fuoco autunno-inverno
Partiamo subito con una fotografia, per sgombrare il campo dagli equivoci: non parliamo di una collezione di alta moda, ma di un solo abito rosso, firmato dal Biancospino, Crataegus monogyna, che si drappeggia così, con innumerevoli drupe rosse, per la stagione autunno-inverno.
Uno spettacolo molto affascinante ma purtroppo raro in città, quello offerto dagli arbusti della scuola materna di Genneruxi dal lato del metrotram; una fruttificazione che dura a lungo, giustificando il titolo, se è vero che l'anno scorso la avevo fotografata in pieno inverno (post del 27/1/14).
La sua rarità cittadina è erroneamente motivata dalla crescita irregolare e disordinata e dalla presenza delle spine, motivazioni che io contesto nettamente: la crescita irregolare è un pregio, se l'arbusto è opportunamente posizionato, e per quanto riguarda le spine ho espresso il mio pensiero in un recente post (post del 10/9/15).
Insomma il Biancospino è un arbusto che dovrebbe essere assolutamente riconsiderato per il verde pubblico: perché dobbiamo privarci della bellezza di questi piccoli pomi, che permangono a rallegrarci a lungo, anche dopo la caduta delle foglie?
E che cosa dire del soffice tappeto di fiorellini bianchi rappresentato dalla fioritura primaverile (post del 13/4/11)?
Ricordo infine, come ultimo elemento di riconsiderazione, che questi arbusti sono ritenuti oggi molto importanti da un punto di vista ecologico.
Quindi, complimenti alla scuola materna di Genneruxi, che mantiene in buona salute questo gruppetto di rari e valorosi arbusti!
domenica 11 ottobre 2015
La disfatta delle Palme all'inizio del Terrapieno
Lo slargo Enrico Endrich, affascinante ed ampio spazio in viale Regina Elena che prelude alla passeggiata del Terrapieno, è stato uno dei terreni nei quali la nostra amministrazione pubblica del verde ha tentato di contrastare l'attacco del Punteruolo rosso.
Sembrava che la battaglia potesse essere vinta, e ne avevamo dato conto con un post che prendeva bonariamente in giro le Palme che tentavano la rinascita (post del 6/9/14); invece questa battaglia è stata persa, e recentemente il Comune ha dovuto transennare la piazza per il pericolo costituito dalle Palme moribonde, in attesa di procedere alla loro eliminazione.
Iniziamo un breve e triste resoconto fotografico della situazione con una Palma collassata ed un'altra, molto più grande, che perde foglie e pezzi di capitello che si vedono sparsi per terra, con pericolo per i passanti.
Guardate questo fusto cariato in più punti, che minaccia di crollare.
E purtroppo non sono solo le Palme delle Canarie a soffrire, ma anche alcune Palme da datteri, normalmente non colpite dal Punteruolo.
Le due foto sotto mostrano una bellissima Palma da datteri, fra l'altro in piena maturazione dei frutti, con una grave ferita verticale nel tronco, come si vede nel particolare a destra, che probabilmente decreterà anche la sua morte.
Insomma, una grande tristezza. A questo punto auspichiamo solo che si faccia in fretta a fare quello che si deve fare, per restituire dignità ed accesso a questa piazza, che resta bellissima con i suoi Ficus magnolioides e retusa,con la vista su Castello e con il contorno di piazza Marghinotti e di Terrapieno.
A proposito di piazza Marghinotti, poiché non vogliamo finire in mestizia, mi piace terminare con una immagine allegra e colorata di questa piazza, ripresa nell'agosto scorso proprio dallo slargo Endrich.
Sembrava che la battaglia potesse essere vinta, e ne avevamo dato conto con un post che prendeva bonariamente in giro le Palme che tentavano la rinascita (post del 6/9/14); invece questa battaglia è stata persa, e recentemente il Comune ha dovuto transennare la piazza per il pericolo costituito dalle Palme moribonde, in attesa di procedere alla loro eliminazione.
Iniziamo un breve e triste resoconto fotografico della situazione con una Palma collassata ed un'altra, molto più grande, che perde foglie e pezzi di capitello che si vedono sparsi per terra, con pericolo per i passanti.
Guardate questo fusto cariato in più punti, che minaccia di crollare.
E purtroppo non sono solo le Palme delle Canarie a soffrire, ma anche alcune Palme da datteri, normalmente non colpite dal Punteruolo.
Le due foto sotto mostrano una bellissima Palma da datteri, fra l'altro in piena maturazione dei frutti, con una grave ferita verticale nel tronco, come si vede nel particolare a destra, che probabilmente decreterà anche la sua morte.
Insomma, una grande tristezza. A questo punto auspichiamo solo che si faccia in fretta a fare quello che si deve fare, per restituire dignità ed accesso a questa piazza, che resta bellissima con i suoi Ficus magnolioides e retusa,con la vista su Castello e con il contorno di piazza Marghinotti e di Terrapieno.
A proposito di piazza Marghinotti, poiché non vogliamo finire in mestizia, mi piace terminare con una immagine allegra e colorata di questa piazza, ripresa nell'agosto scorso proprio dallo slargo Endrich.
giovedì 8 ottobre 2015
La trombetta vergognosa si tinge di giallo
Sono rimasto affezionato al nomignolo di trombetta vergognosa che avevo attribuito, 4 anni fa, al fiore della Datura arborea (post del 22/11/11), e che ripropongo oggi per un nuovo esemplare che vi voglio presentare.
Il nomignolo, buffo ed anche un po' ridicolo, rappresenta bene la postura del fiore in questione, che sembra che si vergogni, dato che si presenta rivolto verso il basso, a volte si apre solo di notte, e comunque la sua apertura dura poco.
Ma quando i fiori si aprono sono comunque un bello spettacolo, come vediamo nella foto che ritrae l'esemplare odierno, che si trova in via Dei Conversi.
La Datura arborea (rinominata da qualche anno dai botanici Brugmansia arborea) è un arbusto piuttosto grande, come si vede dal nostro esemplare che supera i tre metri, e cattura immediatamente lo sguardo degli automobilisti che passano in via Dei Conversi; l'insieme dei suoi fiori, in questo caso nella ibridazione gialla, più rara rispetto al normale bianco, è veramente attraente.
Nel primo piano a destra possiamo apprezzare, oltre alla bellezza del fiore, le sue particolarità, la corolla a tubo ed i petali uniti a formare la tromba, con il vezzo dei sottili lembi (tecnicamente lacinie) finali.
La Datura arborea è considerata la cugina buona del famigerato Stramonio, pianta erbacea spontanea anche in Sardegna, più piccola ma molto velenosa in tutte le sue parti per la presenza di alcaloidi, quali atropina e scopolamina.
Al riguardo, parlano chiaro due dei nomi comuni di questa pianta, in italiano "erba del diavolo o delle streghe", e in sardo, bellissimo, "ischida babau".
Sarà anche la cugina buona, la nostra Datura arborea, ma sarà comunque opportuno trattarla con la dovuta attenzione nei giardini, soprattutto in presenza di bambini e animali domestici.
Il nomignolo, buffo ed anche un po' ridicolo, rappresenta bene la postura del fiore in questione, che sembra che si vergogni, dato che si presenta rivolto verso il basso, a volte si apre solo di notte, e comunque la sua apertura dura poco.
Ma quando i fiori si aprono sono comunque un bello spettacolo, come vediamo nella foto che ritrae l'esemplare odierno, che si trova in via Dei Conversi.
La Datura arborea (rinominata da qualche anno dai botanici Brugmansia arborea) è un arbusto piuttosto grande, come si vede dal nostro esemplare che supera i tre metri, e cattura immediatamente lo sguardo degli automobilisti che passano in via Dei Conversi; l'insieme dei suoi fiori, in questo caso nella ibridazione gialla, più rara rispetto al normale bianco, è veramente attraente.
Nel primo piano a destra possiamo apprezzare, oltre alla bellezza del fiore, le sue particolarità, la corolla a tubo ed i petali uniti a formare la tromba, con il vezzo dei sottili lembi (tecnicamente lacinie) finali.
La Datura arborea è considerata la cugina buona del famigerato Stramonio, pianta erbacea spontanea anche in Sardegna, più piccola ma molto velenosa in tutte le sue parti per la presenza di alcaloidi, quali atropina e scopolamina.
Al riguardo, parlano chiaro due dei nomi comuni di questa pianta, in italiano "erba del diavolo o delle streghe", e in sardo, bellissimo, "ischida babau".
Sarà anche la cugina buona, la nostra Datura arborea, ma sarà comunque opportuno trattarla con la dovuta attenzione nei giardini, soprattutto in presenza di bambini e animali domestici.
lunedì 5 ottobre 2015
Oggi ci siamo, domani chissà........6a puntata
Un'altra puntata di un triste rosario, i cui grani sono gli alberi abbattuti dall'oggi al domani, senza che sia riscontrabile una valida motivazione, ma anzi spesso per motivazioni banali.
Parliamo di alberi privati, naturalmente, ma che hanno un importante impatto visivo pubblico: questi alberi non sono manufatti, per i quali pure ci vuole un permesso, ma molto di più, e non si può agire con leggerezza, come ho già scritto in una precedente puntata (post del 7/12/13).
Abbiamo infilato nel rosario Araucarie, Parkinsonie, Grevillee, Pioppi, ed oggi tocca ai Platani.
Parliamo dunque dei tre esemplari di Platanus acerifolia di via Mameli.
Ecco due dei tre esemplari, presenti in un giardinetto all'angolo fra via Mameli e via Carloforte, fotografati e descritti nel 2012 (post del 28/5/12).
Non molto grandi, ma alberi belli e sani, tanto più apprezzabili in una strada che certo non brilla per la disponibilità di verde.
Inoltre, alberi assolutamente poco presenti a Cagliari, e come tali da preservare con ancora maggiore attenzione.
Ebbene, questa è la situazione, fotografata alcuni giorni fa da via Carloforte, di uno degli esemplari, mentre quello più vicino all'angolo è stato ridotto a ceppaia. Perché? Quali misfatti avevano compiuto? Quali interventi nel giardinetto impedivano? Forse è meglio non saperlo.
Ecco, simbolicamente, quello che rimane dopo l'intervento della motosega: una foglia ed un riccio appesi all'inferriata.
Parliamo di alberi privati, naturalmente, ma che hanno un importante impatto visivo pubblico: questi alberi non sono manufatti, per i quali pure ci vuole un permesso, ma molto di più, e non si può agire con leggerezza, come ho già scritto in una precedente puntata (post del 7/12/13).
Abbiamo infilato nel rosario Araucarie, Parkinsonie, Grevillee, Pioppi, ed oggi tocca ai Platani.
Parliamo dunque dei tre esemplari di Platanus acerifolia di via Mameli.
Ecco due dei tre esemplari, presenti in un giardinetto all'angolo fra via Mameli e via Carloforte, fotografati e descritti nel 2012 (post del 28/5/12).
Non molto grandi, ma alberi belli e sani, tanto più apprezzabili in una strada che certo non brilla per la disponibilità di verde.
Inoltre, alberi assolutamente poco presenti a Cagliari, e come tali da preservare con ancora maggiore attenzione.
Ebbene, questa è la situazione, fotografata alcuni giorni fa da via Carloforte, di uno degli esemplari, mentre quello più vicino all'angolo è stato ridotto a ceppaia. Perché? Quali misfatti avevano compiuto? Quali interventi nel giardinetto impedivano? Forse è meglio non saperlo.
Ecco, simbolicamente, quello che rimane dopo l'intervento della motosega: una foglia ed un riccio appesi all'inferriata.