Resoconto di un immaginario colloquio fra una Euphorbia dendroides, per gli amici Lua, alquanto vanagloriosa, ed un cittadino un po' pedante che la interpella.
Citt.: Che cosa ci fai tu qui, in piena città, all'inizio della salita che dai Giardini Pubblici porta al Castello?
Lua: Ciao, sono qui per farmi ammirare, mentre mi preparo alla fioritura riempiendomi di brattee gialle.
Citt.: Ma il tuo posto è in campagna, a formare macchia mediterranea! Lì sei anche gradevole, con i tuoi colori stagionali cangianti e la vista d'insieme che creano; ma sei comunque invadente, e ci manca solo che venga a colonizzare la città!
Lua.: Se sono bella, come ammetti tu stesso, lasciami stare e vai per la tua strada.
Citt.:Senza contare che sei pericolosa, ed hai sulla coscienza migliaia di morti fra i poveri pesci di fiume, alluati dal tuo lattice.
Lua.: Quei morti non sono sulla mia coscienza, ma semmai di quelli che mi hanno usata per la pesca di frodo; non cercare scuse per mandarmi via, qui non faccio male a nessuno, anzi rallegro la vista dei passanti!
Citt.: Chiacchiera, chiacchiera, tanto fra poco arriva il giardiniere comunale e ti estirpa; e se non lo fa lui, magari ci pensa l'Ailanto, ad ucciderti con i suoi metodi subdoli, così vi eliminate fra di voi e siamo tutti contenti!