Oggi il cesto dei post propone...

Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia

post del 2 novembre 2010
post del 25 gennaio 2012
post del 13 maggio 2011
post del 5 marzo 2012
post del 17 maggio 2015
post del 28 aprile 2018

sabato 28 febbraio 2015

Un arbusto strano, con un frutto stranissimo

Ho voluto essere chiaro fin dal titolo, per presentarvi l'arbusto del quale parliamo oggi. Si tratta di una Banksia, per la quale non sono certo neppure del nome della specie, forse robur.
E per arrivare a dare un nome a questo arbusto, dal momento in cui mi ha incuriosito la sua presenza nel piazzale della cittadella universitaria di Monserrato, sono dovuto ricorrere a Gianfranco, specialista in alberi esotici, che ringrazio.

E' un arbusto strano questa Banksia, dicevamo, con una infiorescenza a spiga contenente una miriade di fiorellini gialli, colore comune ai fiori di quasi tutte le specie di questa famiglia;  si intravede nella foto a sinistra sia una infiorescenza ancora fresca, sia l'asse residuo di una infiorescenza seccata, legnoso.

Dobbiamo naturalmente tenere conto, nel valutare l'aspetto trasandato che ci offre in queste foto, che siamo in febbraio, e che la pianta soffre l'inverno; dovremo fare una rivalutazione in primavera ed estate, per un giudizio compiuto.


Dunque strana l'infiorescenza, ma ancora più strano il frutto, che possiamo apprezzare qui a destra. E' costituito da una serie di follicoli legnosi bivalve, simili a cozze (adesso aperti, avendo già rilasciato i semi), incastrati sull'asse della spiga floreale.
Ogni follicolo contiene, all'interno delle valve, uno o due piccoli semi alati.

Questi frutti sono chiamati, anche se impropriamente, coni, e sono una caratteristica saliente di tutte le specie di Banksia.

L'origine di questi arbusti è australiana, dove sono endemici e comunissimi in certe regioni di questo straordinario continente, sia come pianta spontanea che coltivata, in parchi e giardini.

Infine una curiosità: i grandi "coni" delle varie specie di Banksia, che presentano al taglio colore e venature esteticamente molto validi, sono usati in ebanisteria e per la produzione di oggetti ornamentali.

mercoledì 25 febbraio 2015

Gli scheletri con i frutti

L'inverno, e soprattutto la fine dell'inverno, è per noi la vera stagione degli scheletri, cioè degli alberi spogli; il processo che di norma si completa a novembre, a Cagliari aspetta febbraio, ed anzi per qualche albero, per esempio la Jacaranda, non è ancora del tutto compiuto.

Possiamo comunque dire che il freddo persistente, nonché le piogge ed il vento di questi giorni, abbiano dato il tocco finale al processo di denudamento.

Sappiamo anche che molte piante, pure spoglianti, non vengono pulite del tutto dalla stagione e dagli eventi atmosferici, e mantengono appesi i frutti fino alla foliazione successiva; alcune, bisogna dirlo, in questa stagione sono proprio brutte, come per esempio il Siliquastro, La Robinia, l'Ailanto.

Naturalmente, e di questi parliamo oggi, ci sono invece alberi per i quali la persistenza del frutto vecchio aggiunge valore, o perlomeno non ne toglie: vediamone alcuni, già pubblicati nel blog o di nuova scoperta.


                                                      
Ecco una Melia (post del 17/3/11), carica di drupe gialle






A destra una Gleditsia triacanthos (post del 18/8/13) di via Lione, ripresa nei giorni scorsi con ancora qualcuno dei lunghi e pesanti baccelli appeso.







A sinistra invece un Melograno, sempre in via Lione, con le melagrane che, non essendo arrivate a maturazione nell'autunno scorso, non sono cadute spiaccicandosi a terra.  Questo albero è proprio quello fotografato per un post di settembre scorso (post del 14/9/14).






Infine, forse il più simpatico, il frutto di una Chorisia Insignis che solitario resiste attaccato in cima al ramo completamente spoglio; sembra quasi una canna da pesca con il piombo pronto per essere calato in acqua!





sabato 21 febbraio 2015

le Schefflere intorno all'uscio

La Schefflera arboricola è una bella pianta d'appartamento che da noi ha la tendenza, come abbiamo più volte osservato, a scappare di casa; infatti ci capita spesso di osservarla all'aperto, in piena terra, piuttosto che al chiuso di un appartamento, in vaso.

Le piante che hanno la tentazione della vita all'aperto, con il clima cagliaritano, sono dunque la Schefflera, arboricola e actinophilla  (post del 3/4/11), ma anche la Monstera deliciosa ed i Ficus elastica e beniamina. Un piccolo esercito, ed altre ce ne saranno, di piante che sfidano la vita all'aria aperta e rompono la rigida separazione fra piante d'appartamento e piante da giardino.

Ed eccoci alla storiella di oggi, che riguarda alcuni esemplari di Schefflera arboricola, classici o screziati di bianco, che hanno fatto una scelta intermedia: ve li presento.



Ecco le Schefflere che, assieme ad alcune felci, contribuiscono ad accrescere il fascino del prospetto di questa casa in pietra, che si erge sull'acciottolato lucido di pioggia.
Le nostre piantine si sono chieste: uscire o non uscire? Usciamo, ma poco, è stata la risposta di compromesso: il clima è più freddo di quello cagliaritano, e siamo in quota. Quindi stiamo in vaso, accanto all'uscio, e ci godiamo i vantaggi della vita interna e di quella esterna.

Ma allora, dove si trovano le protagoniste di questa storiellina? A Santu Lussurgiu, provincia di Oristano, nel pieno del bellissimo centro storico di questo paese, classificato Borgo autentico d'Italia e ricco di scorci affascinanti, come appunto quello di cui abbiamo parlato oggi.  

giovedì 19 febbraio 2015

Le tre sorelle

Vi presento oggi tre sorelle: naturalmente non si tratta di tre donne, e tanto meno delle protagoniste dell'omonimo dramma Cechoviano, ma di tre Palme. Una foto giustificherà il titolo.



Si tratta di un terzetto di esemplari di Washingtonia filifera, con gli stipiti uniti alla base ma subito differenziati, e che salgono a diversa altezza fino a formare appunto un simpatico terzetto con un buon equilibrio architettonico, molto coreografico.

Ho pensato che potesse trattarsi di un unico albero con tre stipiti, multicaule come si dice con termine tecnico (come per esempio la nostra Palma nana), ma la Washingtonia filifera  ha sempre un solo stipite, per cui si tratta proprio di tre sorelle.

Devo dire che sono molto belle, tanto più se pensiamo che si trovano in un luogo non proprio ricco di piante: in pieno centro città, in via Barone Rossi.

lunedì 16 febbraio 2015

Viale Buoncammino, lavori in corso

Sono iniziati, credo da un mese o poco più, i lavori di sistemazione del viale Buoncammino. I lavori non dovrebbero essere di grande impatto e, soprattutto, avranno come punto di riferimento le alberature esistenti: questo è il punto più significativo per noi amanti del verde, soprattutto se il verde di cui parliamo è memoria storica dei cagliaritani.

Allora, ecco come si presenta uno degli ambiti di lavorazione, quello per intenderci dove si trova la vecchia Dracaena draco in agguato (post 11/11/14).

Questa è la zona dei Bagolari, che, come vediamo nella foto del cantiere, sono stati ripuliti ma lasciati in posizione, per continuare a svolgere il loro ruolo di ombra e ristoro, soprattutto per le passeggiate estive.

I Bagolari, Celtis australis, sono alberi molto presenti a Cagliari, e ne abbiamo parlato diverse volte, da quelli di viale Regina Margherita al micro boulevard di Genneruxi, all'esemplare enorme di piazza Salento; ma certamente i più conosciuti sono questi,  che con le loro "cirixedde" hanno addolcito i nostri padri ragazzini del quartiere Castello.





Quest'altra foto in campo più ampio, ripresa dall'inizio della discesa verso la biblioteca militare, inquadra i Bagolari ma anche la grande Dracena citata e la bella siepe di Pitosforo al confine; speriamo che anche queste piante possano rimanere al loro posto.



Un altro ambito di lavoro, anch'esso già iniziato, riguarda lo slargo subito dopo Porta Cristina, con un intervento sacrosanto sulla scarpata verso via Fiume; questa piazzetta, così incastonata, è assolutamente unica e da preservare.
E' bellissima, sia per la vista che si gode, sia per le piante che ospita, fra cui la Fitolacca dioica sentinella di Castello  (post del 31/10/10), un esemplare enorme di Pitosforo ed un maestoso Ficus magnolioides, forse in parte responsabile dei crolli sulla scarpata.

Il terzo ambito di intervento, almeno per quello che ho capito, è forse quello più impegnativo, perché riguarda la lunga passeggiata dirimpetto alle ex-carceri; lì gli operai dovranno vedersela con le radici ed in generale con l'invadenza e la "capricciosità" dei vecchi Pini d'Aleppo. Forse in questo caso avremo qualche perdita fra i tanti esemplari, alcuni molto acciaccati, ma sono convinto che si farà comunque un buon lavoro. Una delle massime bellezze di Cagliari, appunto il viale Buoncammino con le sue piante, merita questo maquillage!

venerdì 13 febbraio 2015

I nostri alberi e la neve, ancora

I primi giorni di gennaio avevo fatto un post dedicato allo spettacoloso rapporto fra gli alberi e la neve, basato sulle nevicate a cavallo di Capodanno, sui monti di Desulo (post del 4/1/15).

All'inizio di questa settimana ci sono state precipitazioni nevose in quantità molto maggiore, e lo spettacolo si è ripetuto; ecco un assaggio, che vi offro con una foto di Dario Secci, presa in prestito fra le tante bellissime presenti nel sito al quale potete accedere cliccando qui.



Due Roverelle, nude in mezzo alla neve, sulla strada sotto il monte d'Iscudu, verso il rifugio.

martedì 10 febbraio 2015

I macro-bonsai di Ulivo

Oggi vi presento una novità assoluta, per me e per il blog: i macro-bonsai di Ulivo, che sono stati sistemati nel giardino di un condominio in via Genova, traversa di via Milano: per capire di che cosa parliamo, ecco subito una foto.



Dopo averli scoperti, sono andato a cercare qualche notizia; pare che questi Ulivi si ottengano con tecniche simili a quelle dei bonsai tradizionali: taglio dell'apparato radicale, taglio di quasi tutti i rami, chioma rasata in orizzontale a formare dei "piattelli".
Il tutto con tempi di allestimento  lunghi, in fase preparatoria vivaistica, e lunghi tempi di cura dopo la piantumazione definitiva per mantenere il portamento voluto.




Ecco a destra l'altro esemplare, disposto in maniera simmetrica rispetto all'ingresso del palazzo.

E' difficile fare delle valutazioni di merito su questa sistemazione, che ha degli aspetti di grande soggettività; provo ad elencare alcuni elementi pro e contro.

L'albero così trattato lascia in grande evidenza il tronco che, come sappiamo, negli Ulivi ha elevata valenza estetica; inoltre questi specifici esemplari non sottraggono luce agli appartamenti di piano terra, e questo è stato forse l'elemento determinante nella scelta.

Per converso c'è il problema della manutenzione, costosa e specializzata, ma necessaria per evitare che i poveri Ulivi tentino di riappropriarsi del loro assetto naturale, annullando i vantaggi.

C'è poi l'aspetto, per così dire, "morale", che riguarda l'opportunità di voler trasformare in maniera così netta un albero, tanto più con la storia dell'Ulivo: è una questione enorme, che ci porterebbe a discutere sui massimi sistemi, e che ha mille sfumature di approfondimento: mi limito a dire che io sono contrario, per lo meno ad interventi così drastici.

In conclusione, e se volete rifarvi gli occhi su che cosa può essere un Ulivo, vi rimando per esempio al post dedicato a S'Ortu Mannu (post del 16/1/12).

domenica 8 febbraio 2015

Un'interessante ma defilata Schefflera

Non è facile accorgersi della pianta odierna, un grande e raro esemplare di Schefflera actinophylla (post del 3/4/11) segnalato da Enrico, che ringrazio anche per lo spirito di osservazione; non è facile perché si trova all'interno di uno spazio condominiale, all'angolo fra via Milano e via Grosseto.




Come si vede dalla foto, ripresa da via Milano, la Schefflera è abbastanza distante dalla strada, trovandosi in cima alla scalinata.





Con lo zoom perdiamo la profondità, ma apprezziamo meglio la ragguardevole dimensione  e riusciamo ad intravvedere le infiorescenze in cima.




Sicuramente un bell'esemplare, anche se non apprezzabile da vicino (salvo conoscere un condomino della palazzina!); sotto questo aspetto, sono molto meglio visibili quelli di via Genneruxi, di cui al post citato.

giovedì 5 febbraio 2015

L'Araucaria al tramonto

La signora Araucaria, così avevo definito questo elegante albero nel primo post a lei dedicato, è effettivamente uno degli alberi caratteristici della nostra città; si ritrova  in moltissime vecchie fotografie del centro cittadino, dal bastione di Saint Remy a piazza Matteotti, ed ancora oggi accompagna ed attrae il nostro sguardo in tanti panorami cagliaritani.

Questa signora ha il vantaggio, dal punto di vista della visibilità nei panorami, di essere alta, e questo le consente di stagliarsi avendo come sfondo il cielo, ed apparire ancora più bella.

Se poi il cielo è colorato del rosa di uno dei tramonti meravigliosi che Cagliari ogni tanto ci regala, è il massimo; ecco, siamo arrivati.