Parliamo di affinità fra piante, naturalmente: precisamente fra una pianta vecchissima che vive all'Orto Botanico di Padova e tante altre, al confronto bambine, che vivono da noi, anche allo stato spontaneo.
La grande vecchia di Padova e le bambine nostrane sono Chamaerops humilis, Palma nana o Palma di S.Pietro (post 28/11/10).
Ecco a sinistra la serra ottagonale che racchiude e protegge l'esemplare padovano; un gigante rispetto ai nostri canoni, alto circa 10 metri e della veneranda età di più di 400 anni, essendo stato messo a dimora nel 1585.
A destra una foto, ripresa dal basso, che fornisce una idea delle dimensioni di questa Palma; non sembra affaticata per gli anni vissuti, anzi appare piuttosto in forma.
In quest'altra foto è ripresa la parte più alta, e si vedono i tiranti che sorreggono i vari fusti; mi viene da considerare che senza questi sostegni non sarebbe certo arrivata a 10 metri di altezza, ed i suoi fusti avrebbero preso l'assetto prostrato semi-orizzontale che hanno da noi (vedi foto del post citato).
E' comunque una pianta bellissima, giustamente orgoglio del più antico Orto botanico italiano; purtroppo la serra, che la contiene a malapena, impedisce di godere della sua vista d'insieme e fotografarla intera, ma naturalmente su Internet si trovano foto decisamente migliori delle mie.
Veniamo infine al titolo del post, che sarebbe tirato per i capelli se non fosse che la Palma padovana è nota anche come Palma di Goethe, dato che il grande poeta tedesco, durante il suo viaggio in Italia nel 1786, la vide e la apprezzò tanto da considerare questa pianta all'origine dell'evoluzione del regno vegetale.