Siamo all'ingresso dell'Orto Botanico, sulla sinistra, in una zona dove spesso si passa troppo in fretta, recandosi verso l'interno; invece bisogna fermarsi, perchè l'Orto offre da subito il meglio di sè, come per esempio in questo connubio fra un Ficus magnolioides ed una Monstera deliciosa.
Il Ficus magnolioides è stato trattato tante volte nel blog, anche con altri esemplari dell'Orto, ma questo non lo avevo ancora presentato, nonostante la bellezza delle sue radici colonnari. Qui si aggiunge poi il connubio con la Monstera, anch'essa già presentata come pianta che scappa di casa (post del 16/7/11). La Monstera, che è una specie rampicante e per farlo nei suoi ambienti di origine predilige i tronchi degli alberi, qui appare molto soddisfatta di arrampicarsi su questo mastodonte dal tronco multiplo.
Il Ficus dal canto suo, che spesso soffoca ed uccide le piante vicine per occuparne il posto (da qui il nomignolo inquietante di albero strangolatore), in questo caso sembra non preoccuparsi affatto ed offre volentieri alla sua cugina tropicale il sostegno di cui ha bisogno.
Un bel connubio ed un simpatico quadretto, fra i tanti che si possono cogliere nel nostro Orto Botanico.
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
sabato 29 marzo 2014
lunedì 24 marzo 2014
I fiori al Cimitero
Come ho già detto, sono affezionato al Cimitero di Bonaria, polmone verde della città molto scenografico, con in più il fascino che deriva dalla sua funzione; ogni tanto faccio un tuffo in questa tranquillità, e, se ci sono spunti interessanti, li condivido con voi (ultimo post dedicato 5/11/13).
Parliamo dunque di fiori: naturalmente, non dei fiori che vengono portati al Cimitero in omaggio ai defunti, Crisantemi o Garofani, ma dei fiori prodotti da piante che risiedono al Cimitero. Piante messe a dimora da qualche decennio, o da qualche anno, da amorevoli mani accanto alle tombe dei propri cari, e che si sono trovate così bene da crescere e fiorire tutti gli anni, entrando a fare parte a tutti gli effetti dell'affascinante paesaggio.
Fatta la doverosa premessa che l'identificazione del nome non è del tutto sicura, data la mia ignoranza di cespugli e piante da fiore, ecco a sinistra un rigoglioso cespuglio
di Eonio, Aeonium arboreum, e, a destra, il primo piano di una infiorescenza, rilucente nel sole mattutino.
Un'altra presenza molto gradevole fra le lapidi di Bonaria, tappezzante e ricca di fiori, è una Vinca che, se il mio riconoscimento è corretto, è addirittura una specie endemica sarda, dal nome scientifico Vinca difformis sardoa.
A destra il primo piano di un fiore, dal quale si nota la difformità rispetto alle specie più comuni di Vinca, e cioè i petali appuntiti.
Termino con una fioritura che certamente non è stata piantata, data anche la posizione; è comune in Cimitero, dato che come sappiamo (post del 22/3/12) ama molto installarsi in vecchi muri.
Si tratta dell'Antirrhinum majus, la comune Bocca di leone, che ci farà compagnia fino ad estate avanzata. L'esemplare fotografato si accompagna con un Fico, che sta gettando le nuove foglie e le infiorescenze.
Parliamo dunque di fiori: naturalmente, non dei fiori che vengono portati al Cimitero in omaggio ai defunti, Crisantemi o Garofani, ma dei fiori prodotti da piante che risiedono al Cimitero. Piante messe a dimora da qualche decennio, o da qualche anno, da amorevoli mani accanto alle tombe dei propri cari, e che si sono trovate così bene da crescere e fiorire tutti gli anni, entrando a fare parte a tutti gli effetti dell'affascinante paesaggio.
Fatta la doverosa premessa che l'identificazione del nome non è del tutto sicura, data la mia ignoranza di cespugli e piante da fiore, ecco a sinistra un rigoglioso cespuglio
di Eonio, Aeonium arboreum, e, a destra, il primo piano di una infiorescenza, rilucente nel sole mattutino.
Un'altra presenza molto gradevole fra le lapidi di Bonaria, tappezzante e ricca di fiori, è una Vinca che, se il mio riconoscimento è corretto, è addirittura una specie endemica sarda, dal nome scientifico Vinca difformis sardoa.
A destra il primo piano di un fiore, dal quale si nota la difformità rispetto alle specie più comuni di Vinca, e cioè i petali appuntiti.
Termino con una fioritura che certamente non è stata piantata, data anche la posizione; è comune in Cimitero, dato che come sappiamo (post del 22/3/12) ama molto installarsi in vecchi muri.
Si tratta dell'Antirrhinum majus, la comune Bocca di leone, che ci farà compagnia fino ad estate avanzata. L'esemplare fotografato si accompagna con un Fico, che sta gettando le nuove foglie e le infiorescenze.
giovedì 20 marzo 2014
Equinozio di Primavera
Se è vero che l'Equinozio di primavera è quest'anno in leggero anticipo rispetto allo standard scolastico del 21, come ci ricorda il simpatico google-doodle di oggi, anche il blog lo vuole festeggiare, ma a modo suo.
Non c'è bisogno di esplosioni di fioriture, ma semmai di piccoli segnali che dimostrino che, dove c'è la volontà, non esistono condizioni avverse che possano impedire la ripresa dopo il sonno invernale.
Ecco allora il piccolo segnale, umile che più non si potrebbe: un canale di gronda, un po' di fango e qualche residuo organico del Leccio retrostante, ed il lavoro è fatto.
L'anonima piantina è nata, è cresciuta, ha fatto i suoi fiorellini rossi.
Bentornata primavera.
Non c'è bisogno di esplosioni di fioriture, ma semmai di piccoli segnali che dimostrino che, dove c'è la volontà, non esistono condizioni avverse che possano impedire la ripresa dopo il sonno invernale.
Ecco allora il piccolo segnale, umile che più non si potrebbe: un canale di gronda, un po' di fango e qualche residuo organico del Leccio retrostante, ed il lavoro è fatto.
L'anonima piantina è nata, è cresciuta, ha fatto i suoi fiorellini rossi.
Bentornata primavera.
martedì 18 marzo 2014
Un giro fra le succulente
Parliamo dell'Orto Botanico, ed in particolare del settore delle Piante Succulente, uno fra i più affascinanti, apprezzati e ricchi di specie del nostro Orto cittadino, ma trascurato dal blog a causa della mia ignoranza della materia.
Ora, non è che la mia ignoranza sia venuta meno, ma il fascino di una passeggiata dedicata alle piante grasse è tale che vale la pena di condividerlo, anche solo attraverso alcune immagini.
Ecco allora una visione d'insieme di una parte del settore dedicato alle piante succulente, con sullo sfondo la "nursery" dove sono attualmente allevate diverse decine di Beaucarnea recurvata, pianta già a noi nota come Nolina recurvata (post del 17/1/11), per un esemplare enorme ed unico in città, nel giardinetto del Banco di Sardegna di viale Bonaria.
Ecco a destra un esemplare adulto di Beaucarnea, sempre dell'Orto, nel quale si nota bene il caratteristico rigonfiamento alla base.
Dicevo del fascino di questo settore del giardino; alcune parti sono state recentemente rifatte, e la cura sembra migliorata; fra l'altro questa zona, in leggero declivio, è molto ben esposta e la luce mattutina primaverile offre colori caldi e rilassanti.
Guardate lo spettacolo dell'infiorescenza dell'Agave qui a sinistra: una specie di proboscide, in parte già sfiorita, che sta distribuendo i semi che assicureranno la continuità della specie quando la pianta, a breve, morirà come tutte le Agavi.
E ancora, ammirate la famigliola a destra di Echinocactus grusonii, che si trova all'interno di un'altra serra, insieme a tante altre specie, più o meno comuni, ma comunque da ammirare.
Spero di aver stimolato la vostra voglia di una passeggiata in loco, magari il fine settimana; ops...., dimenticavo che il fine settimana l'Orto Botanico è chiuso (vedi anche post precedente), speriamo ancora per poco!
Ora, non è che la mia ignoranza sia venuta meno, ma il fascino di una passeggiata dedicata alle piante grasse è tale che vale la pena di condividerlo, anche solo attraverso alcune immagini.
Ecco allora una visione d'insieme di una parte del settore dedicato alle piante succulente, con sullo sfondo la "nursery" dove sono attualmente allevate diverse decine di Beaucarnea recurvata, pianta già a noi nota come Nolina recurvata (post del 17/1/11), per un esemplare enorme ed unico in città, nel giardinetto del Banco di Sardegna di viale Bonaria.
Ecco a destra un esemplare adulto di Beaucarnea, sempre dell'Orto, nel quale si nota bene il caratteristico rigonfiamento alla base.
Dicevo del fascino di questo settore del giardino; alcune parti sono state recentemente rifatte, e la cura sembra migliorata; fra l'altro questa zona, in leggero declivio, è molto ben esposta e la luce mattutina primaverile offre colori caldi e rilassanti.
Guardate lo spettacolo dell'infiorescenza dell'Agave qui a sinistra: una specie di proboscide, in parte già sfiorita, che sta distribuendo i semi che assicureranno la continuità della specie quando la pianta, a breve, morirà come tutte le Agavi.
E ancora, ammirate la famigliola a destra di Echinocactus grusonii, che si trova all'interno di un'altra serra, insieme a tante altre specie, più o meno comuni, ma comunque da ammirare.
Spero di aver stimolato la vostra voglia di una passeggiata in loco, magari il fine settimana; ops...., dimenticavo che il fine settimana l'Orto Botanico è chiuso (vedi anche post precedente), speriamo ancora per poco!
giovedì 13 marzo 2014
Cagliari è verde, ma ........
Cominciamo dalla proposizione enunciativa: Cagliari è verde. Possiamo
asserirlo serenamente, dato che è stato certificato ufficialmente.
Infatti le statistiche ISTAT dell'aprile 2013, relative ai rilevamenti del 2011, vedono la nostra città al 1° posto fra i capoluoghi di provincia per la disponibilità (metri quadri per abitante) di verde urbano, ed ai primi posti per la densità (metri quadri verdi su metri quadri di territorio complessivo). Un risultato di assoluto rilievo, tanto più se si tiene conto che molti dei capoluoghi che primeggiano in uno dei parametri sono invece indietro per l'altro; noi invece primeggiamo in ambedue, insomma abbiamo un ottimo profilo verde, di cui andare fieri.
Fra parchi, giardini pubblici, Orto Botanico e zone verdi strappate al cemento (una per tutte, Monte Urpinu), questa volta dobbiamo dare atto ai nostri amministratori, del passato e del presente, di aver operato bene.
Certo, amiamo i parchi, ma siamo molto meno interessati al verde stradale. Nel parco portiamo i
bambini a giocare, ci andiamo a passeggiare ed a correre, apprezziamo
il verde nel suo insieme, ma non compiamo il passo successivo: non guardiamo
gli alberi, non li riconosciamo come compagni di vita (vedi pagina degli obiettivi).
Il verde condominiale è bello, almeno fintanto che non provoca qualche fastidio, anche piccolo; se solo c'è una radice appena troppo invadente, o i rami vanno sulla strada e bisogna tagliarli, o il parcheggio va allargato, o magari c'è da fare un dispetto al vicino antipatico, ecco che scatta l'effetto motosega e l'albero, nove volte su dieci, viene abbattuto.
Insomma, dobbiamo migliorare, abbiamo un grande patrimonio da vivere di più e meglio. Che cosa si può fare da subito per guadagnare posizioni nella nostra coscienza verde? Mi vengono in mente due cose, per esempio: fare immediatamente riaprire l'Orto Botanico il fine settimana, mettendo assieme Rettorato e Comune (a sbattersi la testa, se necessario, ma risolvendo!); convincere Comune, Provincia e chi altro a dare i nomi agli alberi dei parchi e giardini con appositi cartelli, da subito. Noi cittadini ci sentiremo meglio, i nostri figli ed i turisti apprezzeranno e ringrazieranno.
Si può fare, si deve fare: dimostriamo di meritare i primati positivi che abbiamo, almeno quei pochi!
Infatti le statistiche ISTAT dell'aprile 2013, relative ai rilevamenti del 2011, vedono la nostra città al 1° posto fra i capoluoghi di provincia per la disponibilità (metri quadri per abitante) di verde urbano, ed ai primi posti per la densità (metri quadri verdi su metri quadri di territorio complessivo). Un risultato di assoluto rilievo, tanto più se si tiene conto che molti dei capoluoghi che primeggiano in uno dei parametri sono invece indietro per l'altro; noi invece primeggiamo in ambedue, insomma abbiamo un ottimo profilo verde, di cui andare fieri.
Fra parchi, giardini pubblici, Orto Botanico e zone verdi strappate al cemento (una per tutte, Monte Urpinu), questa volta dobbiamo dare atto ai nostri amministratori, del passato e del presente, di aver operato bene.
Ma,
c'è un ma. Se Cagliari è verde, il cittadino cagliaritano è verde? E'
consapevole di questa realtà, la conosce, la vive, la difende? La mia risposta, dal modesto osservatorio del blog e del mio andare in giro per la città, è purtroppo negativa.
Il
cittadino cagliaritano è umorale, si infiamma per questioni dove il principio fa premio sulla sostanza (nessuno tocchi un albero di piazza Garibaldi!), ma
non si interessa quasi mai degli alberi che lo accompagnano nella vita
di tutti i giorni. Non conosce che pochissimi alberi per nome, e spesso
li confonde in modo eclatante (ho da 30 anni un Pino nel giardino condominiale, e
scopro oggi che è un Cedro .. ).
Il verde condominiale è bello, almeno fintanto che non provoca qualche fastidio, anche piccolo; se solo c'è una radice appena troppo invadente, o i rami vanno sulla strada e bisogna tagliarli, o il parcheggio va allargato, o magari c'è da fare un dispetto al vicino antipatico, ecco che scatta l'effetto motosega e l'albero, nove volte su dieci, viene abbattuto.
Insomma, dobbiamo migliorare, abbiamo un grande patrimonio da vivere di più e meglio. Che cosa si può fare da subito per guadagnare posizioni nella nostra coscienza verde? Mi vengono in mente due cose, per esempio: fare immediatamente riaprire l'Orto Botanico il fine settimana, mettendo assieme Rettorato e Comune (a sbattersi la testa, se necessario, ma risolvendo!); convincere Comune, Provincia e chi altro a dare i nomi agli alberi dei parchi e giardini con appositi cartelli, da subito. Noi cittadini ci sentiremo meglio, i nostri figli ed i turisti apprezzeranno e ringrazieranno.
Si può fare, si deve fare: dimostriamo di meritare i primati positivi che abbiamo, almeno quei pochi!
venerdì 7 marzo 2014
Una bella eccezione
Gli Abeti, come sappiamo bene, sono una splendida famiglia di alberi molto diffusi, purchè ci sia una certa altitudine sul livello del mare ed il clima sia quello adatto a loro; per questo in Sardegna possono essere considerati alberi rari.
Nel blog ho parlato diverse volte degli Abeti, ma, appunto, portandovi sempre fuori città: siamo stati in Trentino (post del 28/9/13), in Veneto (10/10/11), in Germania (post del 27/6/13) e perfino in Spagna (post del 12/11/13), mai a Cagliari.
E' quindi con molto piacere che posso colmare questa lacuna presentandovi una eccezione, cioè un Abete cagliaritano in ottime condizioni di salute.
Certo non è molto alto, ma è sano, ricco di rami e con aghi densi e dritti; mi pare che si tratti di un Abete rosso, Picea abies, proprio come quelli utilizzati per Natale.
Chissà se anche questo esemplare, e sarebbe una eccezione dell'eccezione, appartiene alla schiera dei sopravvissuti al Natale cagliaritano, che talvolta mani amorevoli trapiantano in giardino, dando luogo di norma, e nella migliore delle ipotesi, a piantine che vivacchiano stentate e rachitiche.
Quale che sia la sua origine, questo esemplare è sano e bello: si trova in via Budapest, a Genneruxi, e bisogna fare i complimenti ai condomini che lo hanno cresciuto, o al loro giardiniere.
Nel particolare della foto a destra si notano i rametti e gli aghi, ad inserimento radiale come è caratteristico degli Abeti rossi; in cima ai rami i nuovi piccoli coni (gli organi riproduttivi, quelli femminili diventeranno pigne) ci danno ulteriore dimostrazione di salute.
Nel blog ho parlato diverse volte degli Abeti, ma, appunto, portandovi sempre fuori città: siamo stati in Trentino (post del 28/9/13), in Veneto (10/10/11), in Germania (post del 27/6/13) e perfino in Spagna (post del 12/11/13), mai a Cagliari.
E' quindi con molto piacere che posso colmare questa lacuna presentandovi una eccezione, cioè un Abete cagliaritano in ottime condizioni di salute.
Certo non è molto alto, ma è sano, ricco di rami e con aghi densi e dritti; mi pare che si tratti di un Abete rosso, Picea abies, proprio come quelli utilizzati per Natale.
Chissà se anche questo esemplare, e sarebbe una eccezione dell'eccezione, appartiene alla schiera dei sopravvissuti al Natale cagliaritano, che talvolta mani amorevoli trapiantano in giardino, dando luogo di norma, e nella migliore delle ipotesi, a piantine che vivacchiano stentate e rachitiche.
Quale che sia la sua origine, questo esemplare è sano e bello: si trova in via Budapest, a Genneruxi, e bisogna fare i complimenti ai condomini che lo hanno cresciuto, o al loro giardiniere.
Nel particolare della foto a destra si notano i rametti e gli aghi, ad inserimento radiale come è caratteristico degli Abeti rossi; in cima ai rami i nuovi piccoli coni (gli organi riproduttivi, quelli femminili diventeranno pigne) ci danno ulteriore dimostrazione di salute.
mercoledì 5 marzo 2014
I Mirabolani fioriti di piazza Maxia
Il Mirabolano è un Pruno, e precisamente Prunus cerasifera var. pissardii, del quale ho parlato in un precedente post (post del 14/6/13), descrivendone pregi e difetti. Non ho però citato fra i pregi di questo alberello la bellezza della fioritura, e sono qui adesso per riparare.
Parliamo dei Pruni di piazzetta Maxia, come forse si riconosce dalla foto a sinistra, che sono adesso nel pieno della loro affascinante fioritura, che non è stata compromessa nemmeno dalle piogge dei giorni scorsi.
Bisogna oggettivamente riconoscere, come avevo già fatto nel post citato e quando abbiamo parlato (male) dei lavori di rifacimento di questa piazza (post del 15/8/11), che questi alberi restituiscono alla piazza medesima un pò della dignità estetica rubata con l'affossamento; fra l'altro, i Pruni adesso sono visibili dalle strade di confine, e quindi godibili anche senza entrare nel fosso.
Ma torniamo al principale oggetto della nostra attenzione, ed apprezziamo da vicino la delicatezza dei fiorellini bianco-rosa, mentre cominciano a spuntare le nuove foglie di colore ruggine.
Visto che siamo in questa piazza, controlliamo anche la situazione del giardino verticale, del quale vi ho parlato con qualche dettaglio nel post del 2011 prima citato: ebbene, devo dire che non è in ottima forma, anche se ancora si presenta bene. Ci sono diversi spazi senza verde, che evidenziano i brutti contenitori delle piantine; penso però che si potrebbe ovviare facilmente, prima che la situazione degradi. Infatti ribadisco che per il momento la situazione è ancora positiva, e diverse specie sembrano ben adattate. Forse bisognerebbe rinunciare ad un pò di varietà e puntare sulle specie che si trovano meglio.
Parliamo dei Pruni di piazzetta Maxia, come forse si riconosce dalla foto a sinistra, che sono adesso nel pieno della loro affascinante fioritura, che non è stata compromessa nemmeno dalle piogge dei giorni scorsi.
Bisogna oggettivamente riconoscere, come avevo già fatto nel post citato e quando abbiamo parlato (male) dei lavori di rifacimento di questa piazza (post del 15/8/11), che questi alberi restituiscono alla piazza medesima un pò della dignità estetica rubata con l'affossamento; fra l'altro, i Pruni adesso sono visibili dalle strade di confine, e quindi godibili anche senza entrare nel fosso.
Ma torniamo al principale oggetto della nostra attenzione, ed apprezziamo da vicino la delicatezza dei fiorellini bianco-rosa, mentre cominciano a spuntare le nuove foglie di colore ruggine.
Visto che siamo in questa piazza, controlliamo anche la situazione del giardino verticale, del quale vi ho parlato con qualche dettaglio nel post del 2011 prima citato: ebbene, devo dire che non è in ottima forma, anche se ancora si presenta bene. Ci sono diversi spazi senza verde, che evidenziano i brutti contenitori delle piantine; penso però che si potrebbe ovviare facilmente, prima che la situazione degradi. Infatti ribadisco che per il momento la situazione è ancora positiva, e diverse specie sembrano ben adattate. Forse bisognerebbe rinunciare ad un pò di varietà e puntare sulle specie che si trovano meglio.
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