Una vecchia, bella iniziativa, quella della Festa degli Alberi, che quest'anno ha ripreso vigore anche a Cagliari.
Questa festa può essere definita vecchia, sia che la si osservi con lo sguardo ampio e lontano, perché l'uomo ha sempre festeggiato gli alberi riconoscendo la loro fondamentale importanza nella evoluzione della specie umana, sia con lo sguardo stretto alla nostra realtà, perché in Italia la ricorrenza esiste formalmente fin da quando io ero bambino; correvano gli anni cinquanta del secolo scorso, ed in una giornata di novembre di ogni anno noi alunni delle scuole elementari e medie della città andavamo a Monte Urpinu a piantare un alberello, soprattutto Pini d'Aleppo.
Era una bella giornata, aspettata e desiderata almeno perché era vacanza, come la giornata dell'inaugurazione dell'anno scolastico o la celebrazione del precetto Pasquale: però questa giornata aveva qualcosa in più, era all'aria aperta e la vicinanza con la natura era più immediatamente sentita che non la appartenenza religiosa legata alla celebrazione della Messa.
E veniamo all'oggi: dopo anni di appannamento o festeggiamenti in tono minore, a Cagliari quest'anno le cose sono state ben organizzate, ed il 30 novembre scorso sono state piantate 3000 piantine dagli alunni di alcune scuole medie cagliaritane, in un costone brullo del parco del colle S.Michele, prospiciente il piazzale parcheggio.
Ecco allora un giovanissimo Pino; il cartellino riporta il nome e la classe di appartenenza dello studente/essa che lo ha piantato. Questa identificazione fra albero e studente mi sembra una ottima idea, dato che fornisce allo studente l'orgoglio ma anche la responsabilità di aver messo a dimora una nuova vita.
Non conosco che tipo di preparazione sia stata fatta dagli insegnanti a questo evento; voglio immaginarmi che sia stato fornito un adeguato supporto di conoscenze, e che magari agli studenti sia stata attribuita anche una responsabilità gestionale, fatta forse di visite periodiche per controllare lo stato di salute della propria "creatura".
A destra una foto curiosa, con un'altra etichetta che, oltre a riportare il nome dell'alunno, certifica il carattere sovranazionale di questo evento, sostenuto dal network Erasmus.
Mi dispiace però che le etichette non riportino anche il nome dell'albero piantato; sarebbe stato facile fornire anche queste indicazioni ed istruttivo per i ragazzi e per gli adulti.
Come sanno i lettori affezionati, quello delle etichette di riconoscimento è un mio vecchio pallino, e non perdo occasione per ribadirlo.
Fra l'altro, come si può discernere anche nella foto a sinistra, sono state piantate diverse essenze oltre ai Pini, dai Carrubi ai Cipressi ai Corbezzoli al Lentisco ed altre; che cosa costava identificarle?
Infine, dulcis in fundo, un bellissimo esemplare di Iris planifolia, fiore selvatico a cui ho già dedicato un post di stagione l'anno scorso (post del 18/12/12), definendolo regalo di Natale dei colli cagliaritani.
Non pensiate che sia una immagine fuori luogo, perchè lo ho proprio fotografato sul terreno della festa degli alberi; per questo ha pieno diritto di presenza, e mi fa piacere offrirlo anche quest'anno come augurio di Natale e segno di speranza per tempi migliori.
Pagine
▼
martedì 24 dicembre 2013
lunedì 16 dicembre 2013
L'attacco al cuore della città
Ormai ci siamo, il Punteruolo rosso è arrivato al cuore della città, e sta iniziando il suo implacabile sterminio anche nell' ex-salotto della ex-passeggiata di via Roma.
Ecco sopra due scatti che danno conto della situazione: si individuano immediatamente, dal fogliame scomposto e ribassato, gli esemplari di Phoenix canariensis colpiti, che presto soccomberanno.
Ho già parlato dello sconcio che rappresenta per la città, che vorrebbe essere turistica, la passeggiata asfaltata (post del 14/2/11) invasa dalle auto, puzzolente di inquinamento, e con le panchine, vuote inutilizzabili e schiacciate dalle auto, a monito della insipienza umana; come se questo non bastasse, l'opera del Punteruolo completerà il degrado di quest'area. Anche vista dal mare, o dall'alto di Castello, via Roma non sarà più caratterizzata dai filari di Palme che abbelliscono almeno la sua terza dimensione.
E, per rimanere in zona e capire che cosa ci aspetta in via Roma, ecco la situazione in via S.Giorgio, all'interno della Facoltà di Lingue e lungo la salita.
Io capisco che la città ha tanti problemi e pochi soldi da spendere, ma è possibile che non si riesca almeno ad arginare questo fenomeno? Cittadini, come direbbe un politico di recente successo, facciamoci sentire!
Ecco sopra due scatti che danno conto della situazione: si individuano immediatamente, dal fogliame scomposto e ribassato, gli esemplari di Phoenix canariensis colpiti, che presto soccomberanno.
Ho già parlato dello sconcio che rappresenta per la città, che vorrebbe essere turistica, la passeggiata asfaltata (post del 14/2/11) invasa dalle auto, puzzolente di inquinamento, e con le panchine, vuote inutilizzabili e schiacciate dalle auto, a monito della insipienza umana; come se questo non bastasse, l'opera del Punteruolo completerà il degrado di quest'area. Anche vista dal mare, o dall'alto di Castello, via Roma non sarà più caratterizzata dai filari di Palme che abbelliscono almeno la sua terza dimensione.
E, per rimanere in zona e capire che cosa ci aspetta in via Roma, ecco la situazione in via S.Giorgio, all'interno della Facoltà di Lingue e lungo la salita.
Io capisco che la città ha tanti problemi e pochi soldi da spendere, ma è possibile che non si riesca almeno ad arginare questo fenomeno? Cittadini, come direbbe un politico di recente successo, facciamoci sentire!
martedì 10 dicembre 2013
Il Pioppo da meditazione
Torniamo al Parco del Colle di Bonaria, al quale ho già dedicato un post (post del 10/11/11), definendolo scenografico per lo splendido ed ampio panorama che si gode dalla cima del colle.
Oggi parliamo di un altra caratteristica di questo Parco, e cioè il raccoglimento, la riservatezza. Infatti, a dispetto della modesta dimensione, il silenzio domina in questo luogo, che pure non è certo periferico; sarà la vicinanza della basilica e del cimitero, sarà la conformazione o la poca frequentazione, di fatto questo Parco è adatto alla meditazione.
In particolare, in questo periodo, si presta bene allo scopo una panchina posizionata proprio sotto un Pioppo bianco, Populus alba (post del 1/5/11 ed altri), che è in piena attività di foliage, come si vede dal bel tappeto di foglie giallo/bianche (a seconda che siano posate a terra sulla pagina superiore o inferiore).
Il foliage, come abbiamo detto (post del 31/10/11) non è spettacolo per la nostra città, per cui bisogna accontentarsi, e questo è un bel modo per accontentarsi.
Ecco a destra un'altra immagine che rende merito all'albero in questione nella sua interezza; questo esemplare ha una forma globosa, mentre gli altri esemplari del parco presentano un assetto più colonnare.
Se la nostra meditazione non prevede uno spazio raccolto come sotto il Pioppo, ma anzi chiede ampi orizzonti visuali, anche questo ci viene offerto dal parco del Colle; basta salire in cima, fino a trovare il Pino da meditazione, già fotografato nel post citato.
Da questo punto si gode un panorama come questo.
Non so se la meditazione ne risenta, in funzione della religione o filosofia di riferimento, ma so per certo che con una vista come questa la mente si allarga ed i pensieri diventano più positivi.
Oggi parliamo di un altra caratteristica di questo Parco, e cioè il raccoglimento, la riservatezza. Infatti, a dispetto della modesta dimensione, il silenzio domina in questo luogo, che pure non è certo periferico; sarà la vicinanza della basilica e del cimitero, sarà la conformazione o la poca frequentazione, di fatto questo Parco è adatto alla meditazione.
In particolare, in questo periodo, si presta bene allo scopo una panchina posizionata proprio sotto un Pioppo bianco, Populus alba (post del 1/5/11 ed altri), che è in piena attività di foliage, come si vede dal bel tappeto di foglie giallo/bianche (a seconda che siano posate a terra sulla pagina superiore o inferiore).
Il foliage, come abbiamo detto (post del 31/10/11) non è spettacolo per la nostra città, per cui bisogna accontentarsi, e questo è un bel modo per accontentarsi.
Ecco a destra un'altra immagine che rende merito all'albero in questione nella sua interezza; questo esemplare ha una forma globosa, mentre gli altri esemplari del parco presentano un assetto più colonnare.
Se la nostra meditazione non prevede uno spazio raccolto come sotto il Pioppo, ma anzi chiede ampi orizzonti visuali, anche questo ci viene offerto dal parco del Colle; basta salire in cima, fino a trovare il Pino da meditazione, già fotografato nel post citato.
Da questo punto si gode un panorama come questo.
Non so se la meditazione ne risenta, in funzione della religione o filosofia di riferimento, ma so per certo che con una vista come questa la mente si allarga ed i pensieri diventano più positivi.
sabato 7 dicembre 2013
Oggi ci siamo, domani chissà........4a puntata
Purtroppo sono costretto a tornare sui desaparecidos, ovvero sugli alberi che, spesso con troppa faciloneria o noncuranza, vengono affidati alla motosega e spariscono da un giorno all'altro.
La segnalazione di oggi è particolarmente sentita, perchè riguarda un albero, la Parkinsonia aculeata, bello ed abbastanza raro in città, ed alcuni esemplari, pur privati, splendidamente esposti sulla strada pubblica.
Eccoli a destra, in una delle foto accluse ad un post dell'anno scorso (post del 14/7/12); due o tre alberi con chiome sovrapposte, una bella fogliolina e, d'estate, un oceano di fiorellini gialli, come quelli fotografati sull'esemplare di viale Bonaria a cui vi rimando(post del 3/7/11).
Ed ecco a sinistra via Sarpi oggi, con la stessa prospettiva della foto precedente: tutto eliminato.
Ho provato a chiedere le motivazioni dell'eliminazione, dato che le Parkinsonie erano distanti dal palazzo, nè mi risulta che questi alberi posseggano radici pericolose: ebbene, pare che il motivo sia che i condomini non volevano spendere per la periodica potatura necessaria per tenere liberi i marciapiedi dai rami pendenti.
Mi cascano le braccia, non so cosa dire; mi resta solo da sperare che la motivazione riferitami sia fasulla, e che ci siano altre ragioni.
Come ho già scritto (post del 5/1/13),
"un albero privato che ha una valenza estetica pubblica, nel senso che prospetta su una via e può essere goduto da tutti, non dovrebbe poter essere eliminato come si farebbe con un vecchio muro"
E ancora:
"rinnovo ai privati, condomini, amministratori del verde, giardinieri, amministratori di condominio, la preghiera: pensateci non una ma dieci volte, prima di eliminare un albero adulto, e che le ragioni siano valide ed inoppugnabili!"
Aggiungo fra i destinatari della mia filippica di gennaio scorso le Associazioni che si occupano di rispetto e conservazione del verde: fate qualcosa perchè sia reso meno facile l'abbattimento di alberi che, ancorchè privati, rappresentano patrimonio pubblico e che, come dice quella pubblicità, non si posseggono mai completamente, ma si custodiscono e si tramandano.
venerdì 29 novembre 2013
Il Ginepro e la sabbia
Il Ginepro sardo, nelle sue varie specie presenti, ha una distribuzione geografica e di habitat ampia, dal mare ai 1000 e più metri di altitudine del Gennargentu, ma è forse il rapporto con il mare, e soprattutto con la sabbia, quello che meglio lo rappresenta; nel nostro immaginario collettivo il Ginepro, contorto e spesso disteso, e le dune di sabbia formano uno splendido binomio inseparabile.
E allora oggi vi porto, complice una bella giornata tersa in questo periodo di tempo grigio, in una zona dove la bellezza, con attori protagonisti i Ginepri e la sabbia, è di casa: la costa fra Chia e capo Spartivento.
Ecco una spiaggia verso capo Spartivento, ed alcuni alberelli di Ginepro che fanno da contorno.
Le specie di Ginepro che abitano la costa sono essenzialmente due: il Juniperus oxycedrus macrocarpa, Ginepro coccolone, ed il Juniperus phoenicea, Ginepro fenicio.
In altro post, dedicato invece alla montagna sarda (post del 15/11/11), abbiamo citato una terza specie di Ginepro sardo, quello rosso, Juniperus oxycedrus oxycedrus.
Ma lasciamo parlare ancora le immagini: nella foto a destra il protagonista è il tronco, con le sue contorsioni; qui ci troviamo a Perda Longa, prima della spiaggia di Tuarredda.
Distinguere i Ginepri delle varie specie non è facile, ma voglio fornire due indicazioni: il "coccolone", lo dice la parola stessa, è quello con i frutti (detti anche coccole oltre che galbuli) più grossi; il "fenicio" ha le foglie a squame e non ad ago, come invece sono di norma nei Ginepri.
E ancora, Ginepri e dune di sabbia dietro la grande spiaggia di Chia; qui le piante sono essenzialmente in forma di arbusto, o alberello con il tronco suborizzontale; la zona è giustamente protetta, per preservare questo habitat dalla voracità degli umani, che fino a non molti anni fa abbattevano gli alberi senza nessun criterio per utilizzarne i tronchi.
Infine, anche se in questa foto non ci sono alberi, chiudiamo in bellezza, sempre a Chia:
Vi basta? Io spero di no, spero invece che questo post vi serva da stimolo per andare a vedere, toccare, annusare, riempirvi la mente di questa natura, e desiderare di poter continuare a viverla e lasciarla, intatta per quel che ne resta, ai nostri figli; tutto questo è molto importante, in tempi di PPR, Piano Paesaggistico Regionale.
E allora oggi vi porto, complice una bella giornata tersa in questo periodo di tempo grigio, in una zona dove la bellezza, con attori protagonisti i Ginepri e la sabbia, è di casa: la costa fra Chia e capo Spartivento.
Ecco una spiaggia verso capo Spartivento, ed alcuni alberelli di Ginepro che fanno da contorno.
Le specie di Ginepro che abitano la costa sono essenzialmente due: il Juniperus oxycedrus macrocarpa, Ginepro coccolone, ed il Juniperus phoenicea, Ginepro fenicio.
In altro post, dedicato invece alla montagna sarda (post del 15/11/11), abbiamo citato una terza specie di Ginepro sardo, quello rosso, Juniperus oxycedrus oxycedrus.
Ma lasciamo parlare ancora le immagini: nella foto a destra il protagonista è il tronco, con le sue contorsioni; qui ci troviamo a Perda Longa, prima della spiaggia di Tuarredda.
Distinguere i Ginepri delle varie specie non è facile, ma voglio fornire due indicazioni: il "coccolone", lo dice la parola stessa, è quello con i frutti (detti anche coccole oltre che galbuli) più grossi; il "fenicio" ha le foglie a squame e non ad ago, come invece sono di norma nei Ginepri.
E ancora, Ginepri e dune di sabbia dietro la grande spiaggia di Chia; qui le piante sono essenzialmente in forma di arbusto, o alberello con il tronco suborizzontale; la zona è giustamente protetta, per preservare questo habitat dalla voracità degli umani, che fino a non molti anni fa abbattevano gli alberi senza nessun criterio per utilizzarne i tronchi.
Infine, anche se in questa foto non ci sono alberi, chiudiamo in bellezza, sempre a Chia:
Vi basta? Io spero di no, spero invece che questo post vi serva da stimolo per andare a vedere, toccare, annusare, riempirvi la mente di questa natura, e desiderare di poter continuare a viverla e lasciarla, intatta per quel che ne resta, ai nostri figli; tutto questo è molto importante, in tempi di PPR, Piano Paesaggistico Regionale.
domenica 24 novembre 2013
La Paulonia malconcia
Torno a parlare oggi della Paulonia di via Santa Gilla, unico esemplare conosciuto in città, per segnalare ancora una volta il suo stato di degrado e sofferenza. Mi fornisce l'occasione Marcella, amica del blog che ringrazio, la quale ha vissuto una brutta esperienza il giorno della buriana abbattutasi anche su Cagliari, rischiando di venire colpita da un ramo della Paulonia strappato dal vento impetuoso.
La Paulonia, Paulownia tomentosa, è una pianta fragile, che non sopporta molto gli ambienti ventosi; se aggiungiamo la potenza del vento di lunedì scorso, ed il fatto che il nostro esemplare è vecchio e in condizioni precarie come già segnalato (post del 20/10/11 e del 23/4/12), dobbiamo ringraziare che non sia successo di peggio.
Eccolo nella sua interezza; è un albero spogliante, ma in questo periodo a Cagliari le foglie degli alberi spoglianti sono ancora quasi tutte presenti, e questo acuisce gli effetti del vento; a maggior ragione ribadisco che una buona potatura, l'eliminazione dell'edera che lo soffoca, la cura delle ferite, potrebbero rimetterlo in sesto, e restituirgli dignità e bellezza anche quando non è fiorito.
Marcella mi comunica altresì che sono intervenuti i Vigili del Fuoco a metterlo in sicurezza; certamente questo intervento, fatto nell'urgenza dell'intervento repressivo, non sarà stato eseguito dai Vigili pensando al benessere della pianta, che fra l'altro non rientra fra i loro compiti!
Ecco a destra un dettaglio dei moncherini di alcuni rami strappati.
Che fare per salvare questa rarità ed assicurare a lei ancora molti anni di vita ed a noi il godimento della bellezza sua e dei suoi meravigliosi fiori?
Scartando, in questi tempi di crisi, l'ipotesi che possa/voglia intervenire l'amministrazione comunale, competente sulla Paulonia trattandosi di verde pubblico, penso che potrebbero intervenire i privati, sia gruppi di cittadini che società che operano in zona.
L'albero potrebbe essere "adottato", per esempio dagli abitanti del complesso edilizio dei Fenicotteri, che, avuta l'autorizzazione comunale, potrebbero chiedere la perizia di un professionista agronomo sugli interventi da compiere, e affidarli ad una ditta specializzata: pochi soldi per una bella azione, a vantaggio di tutta la città!
Ed ecco infine la Paulonia inserita nel contesto dei Bagolari disposti a filare lungo la via Santa Gilla; il nostro esemplare spicca per dimensione, e purtroppo anche per disordine delle branche. Speriamo che si possa intervenire!
La Paulonia, Paulownia tomentosa, è una pianta fragile, che non sopporta molto gli ambienti ventosi; se aggiungiamo la potenza del vento di lunedì scorso, ed il fatto che il nostro esemplare è vecchio e in condizioni precarie come già segnalato (post del 20/10/11 e del 23/4/12), dobbiamo ringraziare che non sia successo di peggio.
Eccolo nella sua interezza; è un albero spogliante, ma in questo periodo a Cagliari le foglie degli alberi spoglianti sono ancora quasi tutte presenti, e questo acuisce gli effetti del vento; a maggior ragione ribadisco che una buona potatura, l'eliminazione dell'edera che lo soffoca, la cura delle ferite, potrebbero rimetterlo in sesto, e restituirgli dignità e bellezza anche quando non è fiorito.
Marcella mi comunica altresì che sono intervenuti i Vigili del Fuoco a metterlo in sicurezza; certamente questo intervento, fatto nell'urgenza dell'intervento repressivo, non sarà stato eseguito dai Vigili pensando al benessere della pianta, che fra l'altro non rientra fra i loro compiti!
Ecco a destra un dettaglio dei moncherini di alcuni rami strappati.
Che fare per salvare questa rarità ed assicurare a lei ancora molti anni di vita ed a noi il godimento della bellezza sua e dei suoi meravigliosi fiori?
Scartando, in questi tempi di crisi, l'ipotesi che possa/voglia intervenire l'amministrazione comunale, competente sulla Paulonia trattandosi di verde pubblico, penso che potrebbero intervenire i privati, sia gruppi di cittadini che società che operano in zona.
L'albero potrebbe essere "adottato", per esempio dagli abitanti del complesso edilizio dei Fenicotteri, che, avuta l'autorizzazione comunale, potrebbero chiedere la perizia di un professionista agronomo sugli interventi da compiere, e affidarli ad una ditta specializzata: pochi soldi per una bella azione, a vantaggio di tutta la città!
Ed ecco infine la Paulonia inserita nel contesto dei Bagolari disposti a filare lungo la via Santa Gilla; il nostro esemplare spicca per dimensione, e purtroppo anche per disordine delle branche. Speriamo che si possa intervenire!
sabato 23 novembre 2013
Il ruolo degli Alberi nella difesa del suolo
Ogni parola spesa a favore degli Alberi è una parola ben spesa, per cui mi perdonerete se anch'io, nella miriade di parole di questa terribile settimana dell'alluvione sarda, dico qualcosa a favore dei nostri amici.
Sarò schematico, ma spero chiaro, utilizzando un'uguaglianza matematica cara ai geologi:
Sarò schematico, ma spero chiaro, utilizzando un'uguaglianza matematica cara ai geologi:
P(iovosità) = R(uscellamento, gravità) + I(nfiltrazione) + E(vaporazione, traspirazione)
C'è poco da sbagliare: l'acqua che cade dal cielo scappa via per la legge di gravità verso il basso, se non si infiltra nel terreno o se non viene trattenuta dagli Alberi che la restituiscono poi, diluita nel tempo, in forma di evaporazione e traspirazione.
Quindi: se gli Alberi e la terra sono sostituiti da cemento e asfalto manca il fattore "E", manca il fattore "I", resta e si esalta il fattore "R", con il ruscellamento che per costrizione e mancanza di attrito si trasforma in torrente, onda, tsunami, e trascina con se tutto quello che trova.
sabato 16 novembre 2013
Terrapieno e San Saturnino
Parliamo oggi, se il titolo non fosse abbastanza evocativo, di una delle ultime polemiche fra la cittadinanza cagliaritana del quartiere di Villanova alta e l'amministrazione comunale: polemica scoppiata per l'abbattimento di una serie di alberi che costeggiano il Terrapieno, abbattimento previsto nell'ambito della sistemazione di una parte della scarpata che precipita dalla passeggiata verso via S.Saturnino.
Cominciamo mettendo a fuoco con alcune immagini la via S.Saturnino, lunga e stretta viuzza molto cara ai cagliaritani:
E' una via piena di fascino, come si può intuire, e di colori, per via dei graffiti che ne occupano gran parte.
Tanti scorci interessanti, per una passeggiata assolutamente piacevole, almeno di giorno. Purtroppo però la via è da qualche tempo interrotta, per i lavori di consolidamento della scarpata che sono oggetto di polemica.
Infatti l'esecuzione di tali lavori prevede l'inserimento di una rete metallica di contenimento fra monte e valle di tutta la scarpata, e questo ha come presupposto la "liberazione" del sito da tutti gli alberi presenti. Sono già stati estirpati alcuni Pini d'Aleppo, ed analoga sorte sarebbe toccata ad uno Schinus molle ed a due o tre esemplari di Phitolacca dioica.
A questo punto la popolazione ed alcune Associazioni sono insorte, ed i lavori sono attualmente bloccati; notizia di oggi è che forse il Comune ha "ceduto" ed il progetto sarà modificato per salvare gli alberi residui.
Ecco a sinistra una delle meravigliose Fitolacche, maestosa e con alle spalle molte decine di anni, oltre che un minaccioso Caterpillar: si voleva estirpare questa pianta????
Io, come ho già detto altre volte, prima di prendere decisioni drastiche vorrei che si valutasse di che alberi si sta parlando: se le soluzioni alternative sono troppo costose, passi per l'eliminazione dei Pini, forse anche per lo Schinus (non è vero fra l'altro che gli Schinus siano piante rare a Cagliari, come ho letto che è stato sostenuto da taluni); ma una Fitolacca, questa Fitolacca, non si può estirpare!
Ecco il nostro esemplare in una vista d'insieme; spero proprio che si porti avanti la prospettata soluzione alternativa per evitare l'eliminazione.
Nè può valere in questo caso la giustificazione che la pianta sarebbe trapiantata in altro loco; quando un albero come questo, proprio questo, si è offerto alla vista di decine di migliaia di cagliaritani in passeggiata lungo il Terrapieno, toglierlo da lì sarebbe comunque una grave perdita.
Cominciamo mettendo a fuoco con alcune immagini la via S.Saturnino, lunga e stretta viuzza molto cara ai cagliaritani:
E' una via piena di fascino, come si può intuire, e di colori, per via dei graffiti che ne occupano gran parte.
Tanti scorci interessanti, per una passeggiata assolutamente piacevole, almeno di giorno. Purtroppo però la via è da qualche tempo interrotta, per i lavori di consolidamento della scarpata che sono oggetto di polemica.
Infatti l'esecuzione di tali lavori prevede l'inserimento di una rete metallica di contenimento fra monte e valle di tutta la scarpata, e questo ha come presupposto la "liberazione" del sito da tutti gli alberi presenti. Sono già stati estirpati alcuni Pini d'Aleppo, ed analoga sorte sarebbe toccata ad uno Schinus molle ed a due o tre esemplari di Phitolacca dioica.
A questo punto la popolazione ed alcune Associazioni sono insorte, ed i lavori sono attualmente bloccati; notizia di oggi è che forse il Comune ha "ceduto" ed il progetto sarà modificato per salvare gli alberi residui.
Ecco a sinistra una delle meravigliose Fitolacche, maestosa e con alle spalle molte decine di anni, oltre che un minaccioso Caterpillar: si voleva estirpare questa pianta????
Io, come ho già detto altre volte, prima di prendere decisioni drastiche vorrei che si valutasse di che alberi si sta parlando: se le soluzioni alternative sono troppo costose, passi per l'eliminazione dei Pini, forse anche per lo Schinus (non è vero fra l'altro che gli Schinus siano piante rare a Cagliari, come ho letto che è stato sostenuto da taluni); ma una Fitolacca, questa Fitolacca, non si può estirpare!
Ecco il nostro esemplare in una vista d'insieme; spero proprio che si porti avanti la prospettata soluzione alternativa per evitare l'eliminazione.
Nè può valere in questo caso la giustificazione che la pianta sarebbe trapiantata in altro loco; quando un albero come questo, proprio questo, si è offerto alla vista di decine di migliaia di cagliaritani in passeggiata lungo il Terrapieno, toglierlo da lì sarebbe comunque una grave perdita.
martedì 12 novembre 2013
L'Abete di Spagna
E' destino che quando vi parlo di Abeti vi porti fuori Sardegna: lo ho fatto nel 2011, quando vi ho portato a Cortina d'Ampezzo (post del 10/10/11), e quest'anno, quando vi ho portato nella Foresta Nera (post del 27/6/13).
Ebbene, anche questa volta andiamo fuori, e precisamente nella Spagna del sud, dove vive allo stato selvaggio lo splendido albero di cui parliamo oggi, lo Abies pinsapo o Abete di Spagna.
Si chiama Abete di Spagna a buon diritto, dato che in Europa cresce spontaneo esclusivamente in una piccola porzione dell'Andalusia, fra Malaga e la Sierra Nevada. E' così raro e peculiare della zona da essere considerato albero nazionale dell'Andalusia.
Ecco a sinistra un bell'esemplare al bordo di una strada nella provincia di Malaga; ringrazio Marco che mi ha segnalato l'albero e mandato le fotografie, scattate in occasione di un suo recente viaggio.
Gli aghi di questa specie di Abete sono molto rigidi ed appuntiti, e sono disposti tutto attorno al rametto in maniera uniforme, come si può cogliere dalla foto sotto.
Nella foto si vedono anche i piccoli coni maschili rossi, mentre i coni femminili, le pigne, sono grandi ed erette.
Questo albero, molto comune in Europa in epoche lontane, si è praticamente estinto nell'ultima era glaciale, con la piccola eccezione di cui parliamo.
Naturalmente questo non significa che non esistano esemplari in altre zone d'Europa, ma sono esemplari coltivati in vivaio e poi trapiantati; in particolare gli inglesi, che apprezzano molto la bellezza e la particolarità di questa specie (e che loro chiamano Hedgehog fir, Abete istrice), coltivano il Pinsapo come pianta ornamentale in parchi e giardini del sud inglese.
E voglio concludere presentando questa targa di riconoscimento del nostro Abete, ripresa in un giardino pubblico spagnolo: mattonelle di ceramica su leggio di metallo! Che valga una volta di più come schiaffo morale nei confronti della nostra incapacità cagliaritana di dotare di uno straccio di etichetta di riconoscimento i nostri alberi, anche i più importanti e significativi!
Ebbene, anche questa volta andiamo fuori, e precisamente nella Spagna del sud, dove vive allo stato selvaggio lo splendido albero di cui parliamo oggi, lo Abies pinsapo o Abete di Spagna.
Si chiama Abete di Spagna a buon diritto, dato che in Europa cresce spontaneo esclusivamente in una piccola porzione dell'Andalusia, fra Malaga e la Sierra Nevada. E' così raro e peculiare della zona da essere considerato albero nazionale dell'Andalusia.
Ecco a sinistra un bell'esemplare al bordo di una strada nella provincia di Malaga; ringrazio Marco che mi ha segnalato l'albero e mandato le fotografie, scattate in occasione di un suo recente viaggio.
Gli aghi di questa specie di Abete sono molto rigidi ed appuntiti, e sono disposti tutto attorno al rametto in maniera uniforme, come si può cogliere dalla foto sotto.
Nella foto si vedono anche i piccoli coni maschili rossi, mentre i coni femminili, le pigne, sono grandi ed erette.
Questo albero, molto comune in Europa in epoche lontane, si è praticamente estinto nell'ultima era glaciale, con la piccola eccezione di cui parliamo.
Naturalmente questo non significa che non esistano esemplari in altre zone d'Europa, ma sono esemplari coltivati in vivaio e poi trapiantati; in particolare gli inglesi, che apprezzano molto la bellezza e la particolarità di questa specie (e che loro chiamano Hedgehog fir, Abete istrice), coltivano il Pinsapo come pianta ornamentale in parchi e giardini del sud inglese.
E voglio concludere presentando questa targa di riconoscimento del nostro Abete, ripresa in un giardino pubblico spagnolo: mattonelle di ceramica su leggio di metallo! Che valga una volta di più come schiaffo morale nei confronti della nostra incapacità cagliaritana di dotare di uno straccio di etichetta di riconoscimento i nostri alberi, anche i più importanti e significativi!
giovedì 7 novembre 2013
Il Quartiere Europeo sotto attacco
Ci sono due cose che caratterizzano, a mio avviso, il quartiere cagliaritano inserito fra il viale Marconi ed il CEP, al di là delle belle ville: la chiesetta medievale di Sant'Alenixedda, risalente al XIV secolo, ed il viale storico di ingresso al quartiere, via Vienna, incastonato fra due filari di vecchie Palme che gli danno un aspetto di grande eleganza.
Ecco uno scorcio del viale che dichiara la sua valenza estetica, ma che mostra anche il cuore del problema odierno: una Palma morta, segata sopra il capitello, uccisa dall'attacco del Punteruolo rosso.
Questo malefico insetto sterminatore è stato più volte oggetto della nostra attenzione (p.es. post del 3/11/11), per cui non mi attardo a parlarne; penso che ormai sia abbastanza noto, anche per l'attenzione che gli dedicano i media.
Ribadisco però la rabbia per una realtà spesso sottostimata o trascurata, sia dalle amministrazioni pubbliche che dagli stessi cittadini; per esempio in questo caso spero che si stia mettendo in atto una azione concordata fra gli abitanti della zona e l'amministrazione comunale per cercare di bloccare l'attacco.
Guardate questa altra immagine a destra, proprio all'inizio della via: che tristezza! Purtroppo le alte temperature che ancora ci accompagnano facilitano il contagio.
In aggiunta, in questa via vive una folta colonia di Parrocchetti che, simpatici e chiassosi, sanno però anche essere molto dannosi nei confronti delle piante, delle quali divorano germogli e frutti (post del 20/4/12); gli abitanti della zona hanno messo in atto un tentativo di fornire alla colonia cibo artificiale per ridurre le razzie, non so però con quali risultati.
Tornando alla necessità di intervenire, qualcuno potrebbe dire: non è il mio quartiere, non ci passo, mi interessa poco....A costoro io dico: cosa ne direste se dall'immagine sottostante del Bastione, luogo simbolo di Cagliari a cui sicuramente tutti siamo affezionati, sparissero le Palme?
Perchè questo non accada occorre che tutti noi cittadini teniamo desta la nostra attenzione al problema ed agli interventi necessari; la pressione dell'opinione pubblica è fondamentale per la soluzione di problemi come questo.
Ecco uno scorcio del viale che dichiara la sua valenza estetica, ma che mostra anche il cuore del problema odierno: una Palma morta, segata sopra il capitello, uccisa dall'attacco del Punteruolo rosso.
Questo malefico insetto sterminatore è stato più volte oggetto della nostra attenzione (p.es. post del 3/11/11), per cui non mi attardo a parlarne; penso che ormai sia abbastanza noto, anche per l'attenzione che gli dedicano i media.
Ribadisco però la rabbia per una realtà spesso sottostimata o trascurata, sia dalle amministrazioni pubbliche che dagli stessi cittadini; per esempio in questo caso spero che si stia mettendo in atto una azione concordata fra gli abitanti della zona e l'amministrazione comunale per cercare di bloccare l'attacco.
Guardate questa altra immagine a destra, proprio all'inizio della via: che tristezza! Purtroppo le alte temperature che ancora ci accompagnano facilitano il contagio.
In aggiunta, in questa via vive una folta colonia di Parrocchetti che, simpatici e chiassosi, sanno però anche essere molto dannosi nei confronti delle piante, delle quali divorano germogli e frutti (post del 20/4/12); gli abitanti della zona hanno messo in atto un tentativo di fornire alla colonia cibo artificiale per ridurre le razzie, non so però con quali risultati.
Tornando alla necessità di intervenire, qualcuno potrebbe dire: non è il mio quartiere, non ci passo, mi interessa poco....A costoro io dico: cosa ne direste se dall'immagine sottostante del Bastione, luogo simbolo di Cagliari a cui sicuramente tutti siamo affezionati, sparissero le Palme?
Perchè questo non accada occorre che tutti noi cittadini teniamo desta la nostra attenzione al problema ed agli interventi necessari; la pressione dell'opinione pubblica è fondamentale per la soluzione di problemi come questo.
martedì 5 novembre 2013
Ordine e disordine al Monumentale
Il cimitero monumentale di Bonaria è uno dei posti più affascinanti di Cagliari, oltre che uno spaccato di storia cagliaritana da vivere attraverso le sue innumerevoli tombe, le iscrizioni, le sculture; una passeggiata attraverso i suoi terrazzamenti (post del 2/5/12) può per esempio costituire un ottimo esercizio per il corpo ed un efficace ricostituente per la mente.
Il rovescio della medaglia è costituito dal degrado inarrestabile, anche se in questo periodo, in occasione della ricorrenza del 2 novembre, si cerca di contenerlo, magari semplicemente rendendo non transitabili le zone più dissestate o quelle in cui non si riesce ad intervenire.
In questa sede, in linea con la missione del blog, voglio rappresentare la situazione del cimitero da un punto di vista botanico, come lotta fra l'ordine rappresentato dagli innumerevoli filari di Cipressi (Cupressus sempervirens, post del 4/12/10) ed il disordine delle piante più o meno abusive, lasciate crescere ad impossessarsi del territorio.
Ecco allora alcuni cespugli di Cappero, Capparis spinosa, che si stanno appropriando delle pareti di molti terrazzi ancora carichi di vecchie lapidi, anche se molte sono già crollate; degrado per la funzione primaria del cimitero, ma i cespugli sono belli e scenografici.
A destra vediamo un grande cespuglio di Fico, Ficus carica, che si è impadronito di tutto il terrazzo; come si vede dalla foto, molte tombe sono tuttora "abitate".
E non poteva mancare un Ailanto, Ailanthus altissima, pluritrattato nel blog come abusivo per eccellenza e grande generatore di disordine (p.es. post del 21/7/13); è un esemplare piccolo che sembra risorgere da precedenti estirpazioni, ma se non si interviene presto.......
Ed infine una Palma che, invece di nascere in un luogo acconcio (per esempio l'affascinante Orto delle Palme, dove vivono splendidi esemplari anche molto vecchi) si è andata ad infilare proprio in mezzo alle tombe; faccio notare in questa foto il cartello di divieto d'accesso sospeso fra due paletti, che sostituisce in meglio le precedenti ed antiestetiche transenne.
Insomma il nostro cimitero monumentale è un luogo di contrasti forti, ma anche per questo godibile a prescindere dalla sua funzione primaria di luogo di incontro tra vivi e morti.
E per concludere in serenità, due immagini non classificabili nella categoria dell'ordine o del disordine, ma solo in quella della bellezza: un fiore di Hibiscus (non azzardo il riconoscimento del cultivar, non è mia materia) ed un gruppo di frutti del Clerodendro, assoluta rarità cagliaritana e nostra vecchia conoscenza.
Il rovescio della medaglia è costituito dal degrado inarrestabile, anche se in questo periodo, in occasione della ricorrenza del 2 novembre, si cerca di contenerlo, magari semplicemente rendendo non transitabili le zone più dissestate o quelle in cui non si riesce ad intervenire.
In questa sede, in linea con la missione del blog, voglio rappresentare la situazione del cimitero da un punto di vista botanico, come lotta fra l'ordine rappresentato dagli innumerevoli filari di Cipressi (Cupressus sempervirens, post del 4/12/10) ed il disordine delle piante più o meno abusive, lasciate crescere ad impossessarsi del territorio.
Ecco allora alcuni cespugli di Cappero, Capparis spinosa, che si stanno appropriando delle pareti di molti terrazzi ancora carichi di vecchie lapidi, anche se molte sono già crollate; degrado per la funzione primaria del cimitero, ma i cespugli sono belli e scenografici.
A destra vediamo un grande cespuglio di Fico, Ficus carica, che si è impadronito di tutto il terrazzo; come si vede dalla foto, molte tombe sono tuttora "abitate".
E non poteva mancare un Ailanto, Ailanthus altissima, pluritrattato nel blog come abusivo per eccellenza e grande generatore di disordine (p.es. post del 21/7/13); è un esemplare piccolo che sembra risorgere da precedenti estirpazioni, ma se non si interviene presto.......
Ed infine una Palma che, invece di nascere in un luogo acconcio (per esempio l'affascinante Orto delle Palme, dove vivono splendidi esemplari anche molto vecchi) si è andata ad infilare proprio in mezzo alle tombe; faccio notare in questa foto il cartello di divieto d'accesso sospeso fra due paletti, che sostituisce in meglio le precedenti ed antiestetiche transenne.
Insomma il nostro cimitero monumentale è un luogo di contrasti forti, ma anche per questo godibile a prescindere dalla sua funzione primaria di luogo di incontro tra vivi e morti.
E per concludere in serenità, due immagini non classificabili nella categoria dell'ordine o del disordine, ma solo in quella della bellezza: un fiore di Hibiscus (non azzardo il riconoscimento del cultivar, non è mia materia) ed un gruppo di frutti del Clerodendro, assoluta rarità cagliaritana e nostra vecchia conoscenza.
domenica 27 ottobre 2013
Il Lungomare e i Lecci
Parliamo oggi degli alberi di due lungomare cagliaritani, quello di S.Elia e quello di Su Siccu; il primo in fase di realizzazione, il secondo una recente e bella realtà.
Mi fornisce l'occasione Mauro, lettore attento e competente, che lamenta l'inadeguatezza delle piantumazioni di Lecci effettuate a S.Elia.
Due lunghi filari di alberi, a sinistra e a destra dello spazio Grandi Eventi, si presentano ancora in fase di acclimatazione, incappucciati nei loro teloni verdi. I lavori sono ancora molto lontani dalla conclusione, e appaiono oggettivamente di grande impegno finanziario, data l'estensione del lungomare coinvolto; speriamo che il Comune, anche in questi tempi grami, riesca a portarli a compimento, e ad assicurarne poi la fase gestionale. Speriamo altresì che i cagliaritani, che in altre situazioni non hanno dimostrato grande senso civico e rispetto per il bene comune, si riscattino quando potranno frequentare questa piacevole passeggiata.
A parte queste considerazioni, veniamo al problema posto da Mauro; effettivamente, a quanto si intravvede, molti di questi alberi sono Lecci. Il Leccio, pur essendo albero tipico della flora sarda, non ama la costrizione ed il mare, come abbiamo già avuto modo di dire (post del 4/11/10): temo pertanto che avremo alberi stentati e sofferenti, purtroppo. In questo caso, privilegiare la specie locale non mi sembra una scelta azzeccata. A paziale consolazione, devo dire che non sono tutti Lecci, ma ci sono anche Carrubi, che appaiono meglio attrezzati per crescere sani e forti anche in condizioni disagevoli. Vedremo.
Il lungomare di Su Siccu, invece, è aperto al pubblico da poco tempo; a parte qualche primo segno dell'inciviltà di cui parlavo prima, è assolutamente piacevole percorrerlo, a piedi o in bicicletta. Gli alberi in questo caso sono Palme (Washingtonia filifera), in ottimo stato; belle, anche se d'estate non sono il massimo per l'ombra.
Mi fornisce l'occasione Mauro, lettore attento e competente, che lamenta l'inadeguatezza delle piantumazioni di Lecci effettuate a S.Elia.
Un paio di foto forniscono un'idea della situazione attuale:
Due lunghi filari di alberi, a sinistra e a destra dello spazio Grandi Eventi, si presentano ancora in fase di acclimatazione, incappucciati nei loro teloni verdi. I lavori sono ancora molto lontani dalla conclusione, e appaiono oggettivamente di grande impegno finanziario, data l'estensione del lungomare coinvolto; speriamo che il Comune, anche in questi tempi grami, riesca a portarli a compimento, e ad assicurarne poi la fase gestionale. Speriamo altresì che i cagliaritani, che in altre situazioni non hanno dimostrato grande senso civico e rispetto per il bene comune, si riscattino quando potranno frequentare questa piacevole passeggiata.
A parte queste considerazioni, veniamo al problema posto da Mauro; effettivamente, a quanto si intravvede, molti di questi alberi sono Lecci. Il Leccio, pur essendo albero tipico della flora sarda, non ama la costrizione ed il mare, come abbiamo già avuto modo di dire (post del 4/11/10): temo pertanto che avremo alberi stentati e sofferenti, purtroppo. In questo caso, privilegiare la specie locale non mi sembra una scelta azzeccata. A paziale consolazione, devo dire che non sono tutti Lecci, ma ci sono anche Carrubi, che appaiono meglio attrezzati per crescere sani e forti anche in condizioni disagevoli. Vedremo.
Il lungomare di Su Siccu, invece, è aperto al pubblico da poco tempo; a parte qualche primo segno dell'inciviltà di cui parlavo prima, è assolutamente piacevole percorrerlo, a piedi o in bicicletta. Gli alberi in questo caso sono Palme (Washingtonia filifera), in ottimo stato; belle, anche se d'estate non sono il massimo per l'ombra.
martedì 22 ottobre 2013
Il molestatore in calcestruzzo
Questo post non è propriamente dedicato agli alberi, ma all'interazione fra un'opera dell'uomo e gli alberi.
Siamo ai Giardini Pubblici, luogo di grande piacere per gli occhi e per il cuore, molte volte trattato dal blog.
L'opera dell'uomo alla quale mi riferisco è una scultura di Mauro Staccioli che si trova in fondo ai Giardini, sulla destra prima di arrivare alla Galleria Comunale: un triangolo in calcestruzzo con un angolo conficcato nel terreno. Riporto due immagini, una del luglio scorso, durante gli interventi di manutenzione effettuati sull'opera, una attuale.
A me quest'opera non piace, ma non è questo il punto: non sono un esperto, ed il mio è un giudizio personale come quello di qualsiasi altro cittadino.
Quello che mi sembra oggettivamente sgradevole, a meno di reconditi significati che non so cogliere, è la sensazione di violenza che questo manufatto trasmette nei confronti dell'indifeso vecchio Carrubo: pare che lo stia molestando, ma perchè?
Per farci perdonare dalla famiglia dei Carrubi, apprezziamo allora la fioritura di un altro esemplare lì vicino:
forse l'odore non sarà gradevole, ma è una esplosione di vita e di colore, alla faccia del molestatore!
Siamo ai Giardini Pubblici, luogo di grande piacere per gli occhi e per il cuore, molte volte trattato dal blog.
L'opera dell'uomo alla quale mi riferisco è una scultura di Mauro Staccioli che si trova in fondo ai Giardini, sulla destra prima di arrivare alla Galleria Comunale: un triangolo in calcestruzzo con un angolo conficcato nel terreno. Riporto due immagini, una del luglio scorso, durante gli interventi di manutenzione effettuati sull'opera, una attuale.
A me quest'opera non piace, ma non è questo il punto: non sono un esperto, ed il mio è un giudizio personale come quello di qualsiasi altro cittadino.
Quello che mi sembra oggettivamente sgradevole, a meno di reconditi significati che non so cogliere, è la sensazione di violenza che questo manufatto trasmette nei confronti dell'indifeso vecchio Carrubo: pare che lo stia molestando, ma perchè?
Per farci perdonare dalla famiglia dei Carrubi, apprezziamo allora la fioritura di un altro esemplare lì vicino:
forse l'odore non sarà gradevole, ma è una esplosione di vita e di colore, alla faccia del molestatore!
mercoledì 16 ottobre 2013
Quando la Yucca si fa bella
La Yucca gloriosa è una pianta comune a Cagliari, molto usata nel verde pubblico ma anche nel verde "condominiale", in quanto rustica e facilmente adattabile.
L'unica volta che ho parlato di questa Agavacea (post del 29/1/11) mi sono riferito a degli esemplari condominiali, che però sono stati successivamente estirpati; non ho più trattato la Yucca, non considerandola meritevole di ulteriore attenzione.
Ecco, adesso è giunto il momento, come mi è già capitato, di riconsiderare il mio giudizio: in questo periodo, la Yucca si fa bella, almeno in quegli esemplari che riescono a fiorire, e ne voglio dare conto con questo piccolo reportage fotografico.
Cominciamo con la rotatoria davanti ai Giardini Pubblici, piccola ma ben tenuta, nella quale spiccano alcuni esemplari di Yucca in piena fioritura; i fiori candidi sono riuniti in infiorescenze erette, che spesso superano la lunghezza di un metro, e sono molto decorative.
E guardate questo gruppo sulla destra, pure posizionato in luogo più marginale, alla Città mercato di Pirri; queste Yucche, e tutte le altre sorelle che fiancheggiano la strada di accesso ai parcheggi, non hanno niente da invidiare alle sorelle patrizie di Castello.
Infine, un bel quadretto all'ingresso della Cittadella dei Musei, dove le Yucche in fiore non sfigurano in compagnia di una maestosa Cycas e di piccole piante grasse.
L'unica volta che ho parlato di questa Agavacea (post del 29/1/11) mi sono riferito a degli esemplari condominiali, che però sono stati successivamente estirpati; non ho più trattato la Yucca, non considerandola meritevole di ulteriore attenzione.
Ecco, adesso è giunto il momento, come mi è già capitato, di riconsiderare il mio giudizio: in questo periodo, la Yucca si fa bella, almeno in quegli esemplari che riescono a fiorire, e ne voglio dare conto con questo piccolo reportage fotografico.
Cominciamo con la rotatoria davanti ai Giardini Pubblici, piccola ma ben tenuta, nella quale spiccano alcuni esemplari di Yucca in piena fioritura; i fiori candidi sono riuniti in infiorescenze erette, che spesso superano la lunghezza di un metro, e sono molto decorative.
E guardate questo gruppo sulla destra, pure posizionato in luogo più marginale, alla Città mercato di Pirri; queste Yucche, e tutte le altre sorelle che fiancheggiano la strada di accesso ai parcheggi, non hanno niente da invidiare alle sorelle patrizie di Castello.
Infine, un bel quadretto all'ingresso della Cittadella dei Musei, dove le Yucche in fiore non sfigurano in compagnia di una maestosa Cycas e di piccole piante grasse.
domenica 13 ottobre 2013
Le Chorisie sono in fiore
Oramai lo sapete che ogni tanto ci ritorno, alla Chorisia insignis. Dal lontano 31 ottobre del 2010, prima uscita sul blog, ne abbiamo parlato tante volte, in tutte le stagioni e riferendoci a tanti esemplari; abbiamo messo in evidenza e fotografato le spine, il tronco, il frutto chiuso e aperto e, soprattutto, il fiore.
Allora, siamo qua un'altra volta, perchè le Chorisie (e non le colline della omonima canzone sanremese di Wilma Goich che mi ha suggerito il titolo) sono in fiore.
Ecco dunque la signora della Cittadella dei musei; non è facile da fotografare, incastonata come è davanti al museo archeologico, ma insomma....
Guardate i colori, e confrontateli magari con quelli degli esemplari di via Curie, o di via Sabotino.....
Ed ecco a raffronto un fiore dell'esemplare dell'Orto Botanico che si sporge sul viale S.Ignazio nello slargo poco sotto l'ingresso principale; è un albero relativamente piccolo, ma come si vede molto generoso nella produzione dei fiori.
Questo splendore in esposizione sembra proprio messo lì per invitare i passanti ad entrare all'Orto; peccato che, come ormai da tanti mesi, l'Orto Botanico sia rigorosamente chiuso la domenica, alla faccia di cagliaritani e turisti.
Allora, siamo qua un'altra volta, perchè le Chorisie (e non le colline della omonima canzone sanremese di Wilma Goich che mi ha suggerito il titolo) sono in fiore.
Ecco dunque la signora della Cittadella dei musei; non è facile da fotografare, incastonata come è davanti al museo archeologico, ma insomma....
Guardate i colori, e confrontateli magari con quelli degli esemplari di via Curie, o di via Sabotino.....
Ed ecco a raffronto un fiore dell'esemplare dell'Orto Botanico che si sporge sul viale S.Ignazio nello slargo poco sotto l'ingresso principale; è un albero relativamente piccolo, ma come si vede molto generoso nella produzione dei fiori.
Questo splendore in esposizione sembra proprio messo lì per invitare i passanti ad entrare all'Orto; peccato che, come ormai da tanti mesi, l'Orto Botanico sia rigorosamente chiuso la domenica, alla faccia di cagliaritani e turisti.