Il Ginepro sardo, nelle sue varie specie presenti, ha una distribuzione geografica e di habitat ampia, dal mare ai 1000 e più metri di altitudine del Gennargentu, ma è forse il rapporto con il mare, e soprattutto con la sabbia, quello che meglio lo rappresenta; nel nostro immaginario collettivo il Ginepro, contorto e spesso disteso, e le dune di sabbia formano uno splendido binomio inseparabile.
E allora oggi vi porto, complice una bella giornata tersa in questo periodo di tempo grigio, in una zona dove la bellezza, con attori protagonisti i Ginepri e la sabbia, è di casa: la costa fra Chia e capo Spartivento.
Ecco una spiaggia verso capo Spartivento, ed alcuni alberelli di Ginepro che fanno da contorno.
Le specie di Ginepro che abitano la costa sono essenzialmente due: il Juniperus oxycedrus macrocarpa, Ginepro coccolone, ed il Juniperus phoenicea, Ginepro fenicio.
In altro post, dedicato invece alla montagna sarda (post del 15/11/11), abbiamo citato una terza specie di Ginepro sardo, quello rosso, Juniperus oxycedrus oxycedrus.
Ma lasciamo parlare ancora le immagini: nella foto a destra il protagonista è il tronco, con le sue contorsioni; qui ci troviamo a Perda Longa, prima della spiaggia di Tuarredda.
Distinguere i Ginepri delle varie specie non è facile, ma voglio fornire due indicazioni: il "coccolone", lo dice la parola stessa, è quello con i frutti (detti anche coccole oltre che galbuli) più grossi; il "fenicio" ha le foglie a squame e non ad ago, come invece sono di norma nei Ginepri.
E ancora, Ginepri e dune di sabbia dietro la grande spiaggia di Chia; qui le piante sono essenzialmente in forma di arbusto, o alberello con il tronco suborizzontale; la zona è giustamente protetta, per preservare questo habitat dalla voracità degli umani, che fino a non molti anni fa abbattevano gli alberi senza nessun criterio per utilizzarne i tronchi.
Infine, anche se in questa foto non ci sono alberi, chiudiamo in bellezza, sempre a Chia:
Vi basta? Io spero di no, spero invece che questo post vi serva da stimolo per andare a vedere, toccare, annusare, riempirvi la mente di questa natura, e desiderare di poter continuare a viverla e lasciarla, intatta per quel che ne resta, ai nostri figli; tutto questo è molto importante, in tempi di PPR, Piano Paesaggistico Regionale.
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venerdì 29 novembre 2013
domenica 24 novembre 2013
La Paulonia malconcia
Torno a parlare oggi della Paulonia di via Santa Gilla, unico esemplare conosciuto in città, per segnalare ancora una volta il suo stato di degrado e sofferenza. Mi fornisce l'occasione Marcella, amica del blog che ringrazio, la quale ha vissuto una brutta esperienza il giorno della buriana abbattutasi anche su Cagliari, rischiando di venire colpita da un ramo della Paulonia strappato dal vento impetuoso.
La Paulonia, Paulownia tomentosa, è una pianta fragile, che non sopporta molto gli ambienti ventosi; se aggiungiamo la potenza del vento di lunedì scorso, ed il fatto che il nostro esemplare è vecchio e in condizioni precarie come già segnalato (post del 20/10/11 e del 23/4/12), dobbiamo ringraziare che non sia successo di peggio.
Eccolo nella sua interezza; è un albero spogliante, ma in questo periodo a Cagliari le foglie degli alberi spoglianti sono ancora quasi tutte presenti, e questo acuisce gli effetti del vento; a maggior ragione ribadisco che una buona potatura, l'eliminazione dell'edera che lo soffoca, la cura delle ferite, potrebbero rimetterlo in sesto, e restituirgli dignità e bellezza anche quando non è fiorito.
Marcella mi comunica altresì che sono intervenuti i Vigili del Fuoco a metterlo in sicurezza; certamente questo intervento, fatto nell'urgenza dell'intervento repressivo, non sarà stato eseguito dai Vigili pensando al benessere della pianta, che fra l'altro non rientra fra i loro compiti!
Ecco a destra un dettaglio dei moncherini di alcuni rami strappati.
Che fare per salvare questa rarità ed assicurare a lei ancora molti anni di vita ed a noi il godimento della bellezza sua e dei suoi meravigliosi fiori?
Scartando, in questi tempi di crisi, l'ipotesi che possa/voglia intervenire l'amministrazione comunale, competente sulla Paulonia trattandosi di verde pubblico, penso che potrebbero intervenire i privati, sia gruppi di cittadini che società che operano in zona.
L'albero potrebbe essere "adottato", per esempio dagli abitanti del complesso edilizio dei Fenicotteri, che, avuta l'autorizzazione comunale, potrebbero chiedere la perizia di un professionista agronomo sugli interventi da compiere, e affidarli ad una ditta specializzata: pochi soldi per una bella azione, a vantaggio di tutta la città!
Ed ecco infine la Paulonia inserita nel contesto dei Bagolari disposti a filare lungo la via Santa Gilla; il nostro esemplare spicca per dimensione, e purtroppo anche per disordine delle branche. Speriamo che si possa intervenire!
La Paulonia, Paulownia tomentosa, è una pianta fragile, che non sopporta molto gli ambienti ventosi; se aggiungiamo la potenza del vento di lunedì scorso, ed il fatto che il nostro esemplare è vecchio e in condizioni precarie come già segnalato (post del 20/10/11 e del 23/4/12), dobbiamo ringraziare che non sia successo di peggio.
Eccolo nella sua interezza; è un albero spogliante, ma in questo periodo a Cagliari le foglie degli alberi spoglianti sono ancora quasi tutte presenti, e questo acuisce gli effetti del vento; a maggior ragione ribadisco che una buona potatura, l'eliminazione dell'edera che lo soffoca, la cura delle ferite, potrebbero rimetterlo in sesto, e restituirgli dignità e bellezza anche quando non è fiorito.
Marcella mi comunica altresì che sono intervenuti i Vigili del Fuoco a metterlo in sicurezza; certamente questo intervento, fatto nell'urgenza dell'intervento repressivo, non sarà stato eseguito dai Vigili pensando al benessere della pianta, che fra l'altro non rientra fra i loro compiti!
Ecco a destra un dettaglio dei moncherini di alcuni rami strappati.
Che fare per salvare questa rarità ed assicurare a lei ancora molti anni di vita ed a noi il godimento della bellezza sua e dei suoi meravigliosi fiori?
Scartando, in questi tempi di crisi, l'ipotesi che possa/voglia intervenire l'amministrazione comunale, competente sulla Paulonia trattandosi di verde pubblico, penso che potrebbero intervenire i privati, sia gruppi di cittadini che società che operano in zona.
L'albero potrebbe essere "adottato", per esempio dagli abitanti del complesso edilizio dei Fenicotteri, che, avuta l'autorizzazione comunale, potrebbero chiedere la perizia di un professionista agronomo sugli interventi da compiere, e affidarli ad una ditta specializzata: pochi soldi per una bella azione, a vantaggio di tutta la città!
Ed ecco infine la Paulonia inserita nel contesto dei Bagolari disposti a filare lungo la via Santa Gilla; il nostro esemplare spicca per dimensione, e purtroppo anche per disordine delle branche. Speriamo che si possa intervenire!
sabato 23 novembre 2013
Il ruolo degli Alberi nella difesa del suolo
Ogni parola spesa a favore degli Alberi è una parola ben spesa, per cui mi perdonerete se anch'io, nella miriade di parole di questa terribile settimana dell'alluvione sarda, dico qualcosa a favore dei nostri amici.
Sarò schematico, ma spero chiaro, utilizzando un'uguaglianza matematica cara ai geologi:
Sarò schematico, ma spero chiaro, utilizzando un'uguaglianza matematica cara ai geologi:
P(iovosità) = R(uscellamento, gravità) + I(nfiltrazione) + E(vaporazione, traspirazione)
C'è poco da sbagliare: l'acqua che cade dal cielo scappa via per la legge di gravità verso il basso, se non si infiltra nel terreno o se non viene trattenuta dagli Alberi che la restituiscono poi, diluita nel tempo, in forma di evaporazione e traspirazione.
Quindi: se gli Alberi e la terra sono sostituiti da cemento e asfalto manca il fattore "E", manca il fattore "I", resta e si esalta il fattore "R", con il ruscellamento che per costrizione e mancanza di attrito si trasforma in torrente, onda, tsunami, e trascina con se tutto quello che trova.
sabato 16 novembre 2013
Terrapieno e San Saturnino
Parliamo oggi, se il titolo non fosse abbastanza evocativo, di una delle ultime polemiche fra la cittadinanza cagliaritana del quartiere di Villanova alta e l'amministrazione comunale: polemica scoppiata per l'abbattimento di una serie di alberi che costeggiano il Terrapieno, abbattimento previsto nell'ambito della sistemazione di una parte della scarpata che precipita dalla passeggiata verso via S.Saturnino.
Cominciamo mettendo a fuoco con alcune immagini la via S.Saturnino, lunga e stretta viuzza molto cara ai cagliaritani:
E' una via piena di fascino, come si può intuire, e di colori, per via dei graffiti che ne occupano gran parte.
Tanti scorci interessanti, per una passeggiata assolutamente piacevole, almeno di giorno. Purtroppo però la via è da qualche tempo interrotta, per i lavori di consolidamento della scarpata che sono oggetto di polemica.
Infatti l'esecuzione di tali lavori prevede l'inserimento di una rete metallica di contenimento fra monte e valle di tutta la scarpata, e questo ha come presupposto la "liberazione" del sito da tutti gli alberi presenti. Sono già stati estirpati alcuni Pini d'Aleppo, ed analoga sorte sarebbe toccata ad uno Schinus molle ed a due o tre esemplari di Phitolacca dioica.
A questo punto la popolazione ed alcune Associazioni sono insorte, ed i lavori sono attualmente bloccati; notizia di oggi è che forse il Comune ha "ceduto" ed il progetto sarà modificato per salvare gli alberi residui.
Ecco a sinistra una delle meravigliose Fitolacche, maestosa e con alle spalle molte decine di anni, oltre che un minaccioso Caterpillar: si voleva estirpare questa pianta????
Io, come ho già detto altre volte, prima di prendere decisioni drastiche vorrei che si valutasse di che alberi si sta parlando: se le soluzioni alternative sono troppo costose, passi per l'eliminazione dei Pini, forse anche per lo Schinus (non è vero fra l'altro che gli Schinus siano piante rare a Cagliari, come ho letto che è stato sostenuto da taluni); ma una Fitolacca, questa Fitolacca, non si può estirpare!
Ecco il nostro esemplare in una vista d'insieme; spero proprio che si porti avanti la prospettata soluzione alternativa per evitare l'eliminazione.
Nè può valere in questo caso la giustificazione che la pianta sarebbe trapiantata in altro loco; quando un albero come questo, proprio questo, si è offerto alla vista di decine di migliaia di cagliaritani in passeggiata lungo il Terrapieno, toglierlo da lì sarebbe comunque una grave perdita.
Cominciamo mettendo a fuoco con alcune immagini la via S.Saturnino, lunga e stretta viuzza molto cara ai cagliaritani:
E' una via piena di fascino, come si può intuire, e di colori, per via dei graffiti che ne occupano gran parte.
Tanti scorci interessanti, per una passeggiata assolutamente piacevole, almeno di giorno. Purtroppo però la via è da qualche tempo interrotta, per i lavori di consolidamento della scarpata che sono oggetto di polemica.
Infatti l'esecuzione di tali lavori prevede l'inserimento di una rete metallica di contenimento fra monte e valle di tutta la scarpata, e questo ha come presupposto la "liberazione" del sito da tutti gli alberi presenti. Sono già stati estirpati alcuni Pini d'Aleppo, ed analoga sorte sarebbe toccata ad uno Schinus molle ed a due o tre esemplari di Phitolacca dioica.
A questo punto la popolazione ed alcune Associazioni sono insorte, ed i lavori sono attualmente bloccati; notizia di oggi è che forse il Comune ha "ceduto" ed il progetto sarà modificato per salvare gli alberi residui.
Ecco a sinistra una delle meravigliose Fitolacche, maestosa e con alle spalle molte decine di anni, oltre che un minaccioso Caterpillar: si voleva estirpare questa pianta????
Io, come ho già detto altre volte, prima di prendere decisioni drastiche vorrei che si valutasse di che alberi si sta parlando: se le soluzioni alternative sono troppo costose, passi per l'eliminazione dei Pini, forse anche per lo Schinus (non è vero fra l'altro che gli Schinus siano piante rare a Cagliari, come ho letto che è stato sostenuto da taluni); ma una Fitolacca, questa Fitolacca, non si può estirpare!
Ecco il nostro esemplare in una vista d'insieme; spero proprio che si porti avanti la prospettata soluzione alternativa per evitare l'eliminazione.
Nè può valere in questo caso la giustificazione che la pianta sarebbe trapiantata in altro loco; quando un albero come questo, proprio questo, si è offerto alla vista di decine di migliaia di cagliaritani in passeggiata lungo il Terrapieno, toglierlo da lì sarebbe comunque una grave perdita.
martedì 12 novembre 2013
L'Abete di Spagna
E' destino che quando vi parlo di Abeti vi porti fuori Sardegna: lo ho fatto nel 2011, quando vi ho portato a Cortina d'Ampezzo (post del 10/10/11), e quest'anno, quando vi ho portato nella Foresta Nera (post del 27/6/13).
Ebbene, anche questa volta andiamo fuori, e precisamente nella Spagna del sud, dove vive allo stato selvaggio lo splendido albero di cui parliamo oggi, lo Abies pinsapo o Abete di Spagna.
Si chiama Abete di Spagna a buon diritto, dato che in Europa cresce spontaneo esclusivamente in una piccola porzione dell'Andalusia, fra Malaga e la Sierra Nevada. E' così raro e peculiare della zona da essere considerato albero nazionale dell'Andalusia.
Ecco a sinistra un bell'esemplare al bordo di una strada nella provincia di Malaga; ringrazio Marco che mi ha segnalato l'albero e mandato le fotografie, scattate in occasione di un suo recente viaggio.
Gli aghi di questa specie di Abete sono molto rigidi ed appuntiti, e sono disposti tutto attorno al rametto in maniera uniforme, come si può cogliere dalla foto sotto.
Nella foto si vedono anche i piccoli coni maschili rossi, mentre i coni femminili, le pigne, sono grandi ed erette.
Questo albero, molto comune in Europa in epoche lontane, si è praticamente estinto nell'ultima era glaciale, con la piccola eccezione di cui parliamo.
Naturalmente questo non significa che non esistano esemplari in altre zone d'Europa, ma sono esemplari coltivati in vivaio e poi trapiantati; in particolare gli inglesi, che apprezzano molto la bellezza e la particolarità di questa specie (e che loro chiamano Hedgehog fir, Abete istrice), coltivano il Pinsapo come pianta ornamentale in parchi e giardini del sud inglese.
E voglio concludere presentando questa targa di riconoscimento del nostro Abete, ripresa in un giardino pubblico spagnolo: mattonelle di ceramica su leggio di metallo! Che valga una volta di più come schiaffo morale nei confronti della nostra incapacità cagliaritana di dotare di uno straccio di etichetta di riconoscimento i nostri alberi, anche i più importanti e significativi!
Ebbene, anche questa volta andiamo fuori, e precisamente nella Spagna del sud, dove vive allo stato selvaggio lo splendido albero di cui parliamo oggi, lo Abies pinsapo o Abete di Spagna.
Si chiama Abete di Spagna a buon diritto, dato che in Europa cresce spontaneo esclusivamente in una piccola porzione dell'Andalusia, fra Malaga e la Sierra Nevada. E' così raro e peculiare della zona da essere considerato albero nazionale dell'Andalusia.
Ecco a sinistra un bell'esemplare al bordo di una strada nella provincia di Malaga; ringrazio Marco che mi ha segnalato l'albero e mandato le fotografie, scattate in occasione di un suo recente viaggio.
Gli aghi di questa specie di Abete sono molto rigidi ed appuntiti, e sono disposti tutto attorno al rametto in maniera uniforme, come si può cogliere dalla foto sotto.
Nella foto si vedono anche i piccoli coni maschili rossi, mentre i coni femminili, le pigne, sono grandi ed erette.
Questo albero, molto comune in Europa in epoche lontane, si è praticamente estinto nell'ultima era glaciale, con la piccola eccezione di cui parliamo.
Naturalmente questo non significa che non esistano esemplari in altre zone d'Europa, ma sono esemplari coltivati in vivaio e poi trapiantati; in particolare gli inglesi, che apprezzano molto la bellezza e la particolarità di questa specie (e che loro chiamano Hedgehog fir, Abete istrice), coltivano il Pinsapo come pianta ornamentale in parchi e giardini del sud inglese.
E voglio concludere presentando questa targa di riconoscimento del nostro Abete, ripresa in un giardino pubblico spagnolo: mattonelle di ceramica su leggio di metallo! Che valga una volta di più come schiaffo morale nei confronti della nostra incapacità cagliaritana di dotare di uno straccio di etichetta di riconoscimento i nostri alberi, anche i più importanti e significativi!
giovedì 7 novembre 2013
Il Quartiere Europeo sotto attacco
Ci sono due cose che caratterizzano, a mio avviso, il quartiere cagliaritano inserito fra il viale Marconi ed il CEP, al di là delle belle ville: la chiesetta medievale di Sant'Alenixedda, risalente al XIV secolo, ed il viale storico di ingresso al quartiere, via Vienna, incastonato fra due filari di vecchie Palme che gli danno un aspetto di grande eleganza.
Ecco uno scorcio del viale che dichiara la sua valenza estetica, ma che mostra anche il cuore del problema odierno: una Palma morta, segata sopra il capitello, uccisa dall'attacco del Punteruolo rosso.
Questo malefico insetto sterminatore è stato più volte oggetto della nostra attenzione (p.es. post del 3/11/11), per cui non mi attardo a parlarne; penso che ormai sia abbastanza noto, anche per l'attenzione che gli dedicano i media.
Ribadisco però la rabbia per una realtà spesso sottostimata o trascurata, sia dalle amministrazioni pubbliche che dagli stessi cittadini; per esempio in questo caso spero che si stia mettendo in atto una azione concordata fra gli abitanti della zona e l'amministrazione comunale per cercare di bloccare l'attacco.
Guardate questa altra immagine a destra, proprio all'inizio della via: che tristezza! Purtroppo le alte temperature che ancora ci accompagnano facilitano il contagio.
In aggiunta, in questa via vive una folta colonia di Parrocchetti che, simpatici e chiassosi, sanno però anche essere molto dannosi nei confronti delle piante, delle quali divorano germogli e frutti (post del 20/4/12); gli abitanti della zona hanno messo in atto un tentativo di fornire alla colonia cibo artificiale per ridurre le razzie, non so però con quali risultati.
Tornando alla necessità di intervenire, qualcuno potrebbe dire: non è il mio quartiere, non ci passo, mi interessa poco....A costoro io dico: cosa ne direste se dall'immagine sottostante del Bastione, luogo simbolo di Cagliari a cui sicuramente tutti siamo affezionati, sparissero le Palme?
Perchè questo non accada occorre che tutti noi cittadini teniamo desta la nostra attenzione al problema ed agli interventi necessari; la pressione dell'opinione pubblica è fondamentale per la soluzione di problemi come questo.
Ecco uno scorcio del viale che dichiara la sua valenza estetica, ma che mostra anche il cuore del problema odierno: una Palma morta, segata sopra il capitello, uccisa dall'attacco del Punteruolo rosso.
Questo malefico insetto sterminatore è stato più volte oggetto della nostra attenzione (p.es. post del 3/11/11), per cui non mi attardo a parlarne; penso che ormai sia abbastanza noto, anche per l'attenzione che gli dedicano i media.
Ribadisco però la rabbia per una realtà spesso sottostimata o trascurata, sia dalle amministrazioni pubbliche che dagli stessi cittadini; per esempio in questo caso spero che si stia mettendo in atto una azione concordata fra gli abitanti della zona e l'amministrazione comunale per cercare di bloccare l'attacco.
Guardate questa altra immagine a destra, proprio all'inizio della via: che tristezza! Purtroppo le alte temperature che ancora ci accompagnano facilitano il contagio.
In aggiunta, in questa via vive una folta colonia di Parrocchetti che, simpatici e chiassosi, sanno però anche essere molto dannosi nei confronti delle piante, delle quali divorano germogli e frutti (post del 20/4/12); gli abitanti della zona hanno messo in atto un tentativo di fornire alla colonia cibo artificiale per ridurre le razzie, non so però con quali risultati.
Tornando alla necessità di intervenire, qualcuno potrebbe dire: non è il mio quartiere, non ci passo, mi interessa poco....A costoro io dico: cosa ne direste se dall'immagine sottostante del Bastione, luogo simbolo di Cagliari a cui sicuramente tutti siamo affezionati, sparissero le Palme?
Perchè questo non accada occorre che tutti noi cittadini teniamo desta la nostra attenzione al problema ed agli interventi necessari; la pressione dell'opinione pubblica è fondamentale per la soluzione di problemi come questo.
martedì 5 novembre 2013
Ordine e disordine al Monumentale
Il cimitero monumentale di Bonaria è uno dei posti più affascinanti di Cagliari, oltre che uno spaccato di storia cagliaritana da vivere attraverso le sue innumerevoli tombe, le iscrizioni, le sculture; una passeggiata attraverso i suoi terrazzamenti (post del 2/5/12) può per esempio costituire un ottimo esercizio per il corpo ed un efficace ricostituente per la mente.
Il rovescio della medaglia è costituito dal degrado inarrestabile, anche se in questo periodo, in occasione della ricorrenza del 2 novembre, si cerca di contenerlo, magari semplicemente rendendo non transitabili le zone più dissestate o quelle in cui non si riesce ad intervenire.
In questa sede, in linea con la missione del blog, voglio rappresentare la situazione del cimitero da un punto di vista botanico, come lotta fra l'ordine rappresentato dagli innumerevoli filari di Cipressi (Cupressus sempervirens, post del 4/12/10) ed il disordine delle piante più o meno abusive, lasciate crescere ad impossessarsi del territorio.
Ecco allora alcuni cespugli di Cappero, Capparis spinosa, che si stanno appropriando delle pareti di molti terrazzi ancora carichi di vecchie lapidi, anche se molte sono già crollate; degrado per la funzione primaria del cimitero, ma i cespugli sono belli e scenografici.
A destra vediamo un grande cespuglio di Fico, Ficus carica, che si è impadronito di tutto il terrazzo; come si vede dalla foto, molte tombe sono tuttora "abitate".
E non poteva mancare un Ailanto, Ailanthus altissima, pluritrattato nel blog come abusivo per eccellenza e grande generatore di disordine (p.es. post del 21/7/13); è un esemplare piccolo che sembra risorgere da precedenti estirpazioni, ma se non si interviene presto.......
Ed infine una Palma che, invece di nascere in un luogo acconcio (per esempio l'affascinante Orto delle Palme, dove vivono splendidi esemplari anche molto vecchi) si è andata ad infilare proprio in mezzo alle tombe; faccio notare in questa foto il cartello di divieto d'accesso sospeso fra due paletti, che sostituisce in meglio le precedenti ed antiestetiche transenne.
Insomma il nostro cimitero monumentale è un luogo di contrasti forti, ma anche per questo godibile a prescindere dalla sua funzione primaria di luogo di incontro tra vivi e morti.
E per concludere in serenità, due immagini non classificabili nella categoria dell'ordine o del disordine, ma solo in quella della bellezza: un fiore di Hibiscus (non azzardo il riconoscimento del cultivar, non è mia materia) ed un gruppo di frutti del Clerodendro, assoluta rarità cagliaritana e nostra vecchia conoscenza.
Il rovescio della medaglia è costituito dal degrado inarrestabile, anche se in questo periodo, in occasione della ricorrenza del 2 novembre, si cerca di contenerlo, magari semplicemente rendendo non transitabili le zone più dissestate o quelle in cui non si riesce ad intervenire.
In questa sede, in linea con la missione del blog, voglio rappresentare la situazione del cimitero da un punto di vista botanico, come lotta fra l'ordine rappresentato dagli innumerevoli filari di Cipressi (Cupressus sempervirens, post del 4/12/10) ed il disordine delle piante più o meno abusive, lasciate crescere ad impossessarsi del territorio.
Ecco allora alcuni cespugli di Cappero, Capparis spinosa, che si stanno appropriando delle pareti di molti terrazzi ancora carichi di vecchie lapidi, anche se molte sono già crollate; degrado per la funzione primaria del cimitero, ma i cespugli sono belli e scenografici.
A destra vediamo un grande cespuglio di Fico, Ficus carica, che si è impadronito di tutto il terrazzo; come si vede dalla foto, molte tombe sono tuttora "abitate".
E non poteva mancare un Ailanto, Ailanthus altissima, pluritrattato nel blog come abusivo per eccellenza e grande generatore di disordine (p.es. post del 21/7/13); è un esemplare piccolo che sembra risorgere da precedenti estirpazioni, ma se non si interviene presto.......
Ed infine una Palma che, invece di nascere in un luogo acconcio (per esempio l'affascinante Orto delle Palme, dove vivono splendidi esemplari anche molto vecchi) si è andata ad infilare proprio in mezzo alle tombe; faccio notare in questa foto il cartello di divieto d'accesso sospeso fra due paletti, che sostituisce in meglio le precedenti ed antiestetiche transenne.
Insomma il nostro cimitero monumentale è un luogo di contrasti forti, ma anche per questo godibile a prescindere dalla sua funzione primaria di luogo di incontro tra vivi e morti.
E per concludere in serenità, due immagini non classificabili nella categoria dell'ordine o del disordine, ma solo in quella della bellezza: un fiore di Hibiscus (non azzardo il riconoscimento del cultivar, non è mia materia) ed un gruppo di frutti del Clerodendro, assoluta rarità cagliaritana e nostra vecchia conoscenza.