Oggi vi porto fuori Cagliari e fuori Sardegna, per parlare di alberi specifici che caratterizzano un'intera foresta.
Mi offre lo spunto per questa chiacchierata un interessante articolo sul Corriere della Sera del 21 settembre scorso, che tratta appunto di alcuni parchi e foreste italiani e delle loro essenze più rappresentative.
E, per capirci, partiamo dalla foresta del Supramonte di Orgosolo; quali sono gli alberi che la caratterizzano? Ma naturalmente i Lecci, Quercus ilex! La Sardegna ne è piena, ed anche Cagliari è ben fornita; li abbiamo trattati diverse volte nel blog, per esempio in occasione di una gita ad un nuraghe di Villanovatulo (post del 20/1/12).
Vi propongo una foto inedita di quella gita, che mi sembra rappresenti bene l'inserimento, quasi la compenetrazione dei Lecci nel nostro territorio.
Ebbene, una delle zone dove c'è la maggiore concentrazione di piante vetuste e di grandi dimensioni è appunto il Supramonte di Orgosolo, che è stato scelto dall'articolo citato.
Scorriamo adesso, rappresentata con l'esempio nostrano la logica che li accomuna, alcuni altri siti nazionali dei quali fornisco la sintesi dei dati di interesse, ed un link per gli approfondimenti .
1 - Il parco naturale di Paneveggio, in Trentino, dove vive la famosa foresta dei violini, Abeti rossi (Picea abies) utilizzati dai liutai per secoli per la realizzazione di meravigliosi strumenti musicali. Sito all'indirizzo www.parcopan.org/it/index.html.
2 - La foresta della val Masino in Lombardia, http://www.ersaf.lombardia.it/servizi/foreste/foreste_fase02.aspx?ID=41,
dotata di splendidi Larici, Larix decidua, molto rari in Sardegna (post del 10/10/11).
3 - Le foreste Casentinesi fra Romagna e Toscana, http://www.parks.it/parco.nazionale.for.casentinesi/
ricche di enormi Faggi, Fagus Sylvatica, specie anch'essa molto rara, se non assente, in Sardegna. Fra l'altro i Faggi fanno parte delle specie che si esibiscono, a cominciare da questo periodo, nello spettacolo del Foliage (post del 31/10/11).
4 - Il Parco del Pollino in Calabria, http://www.parcopollino.gov.it/, dove vive il Pino loricato, Pinus heldreichii, specie rara che in Italia vegeta praticamente solo in questo parco. In questa zona geografica non può non essere citato anche il Pino laricio, Pinus nigra laricio, sottospecie di Pino nero che vive sulla Sila.
Questi alberi raggiungono dimensioni veramente ragguardevoli, fino a 5o metri di altezza, e sono infatti noti come i giganti della Sila. Sono altresì note le foreste di Pino laricio della Corsica che, purtroppo per noi, è tanto più ricca di alberi della vicina Sardegna.
Ecco, la consapevolezza dell'esistenza di questi luoghi e di questi alberi che li caratterizzano può far nascere la voglia, ed io lo spero prima di tutto per me, non dico di organizzare un viaggio ad hoc, ma almeno una tappa dedicata nell'ambito di un viaggio nella regione, questo sì!
Pagine
▼
sabato 28 settembre 2013
venerdì 20 settembre 2013
Cascata di perle verde chiaro
Certo, è un po' fantasiosa l'immagine della cascata di perle per descrivere i semi della Sophora Japonica, raccolti e strizzati nei legumi che in questi giorni pendono a migliaia da questi piacevoli alberi; però, ammetterete, immagine più poetica che non cascata di baccelli strozzati, secondo la terminologia corretta usata la prima volta che ho parlato di queste piante (post del 17/11/10).
La Sofora è un albero abbastanza citato nel blog, che si trova facilmente in città; oltre ai filari di via Cugia e via Carboni Boy (post del 5/7/11), ed alla matriarca di Stampace (post del 16/2/13), ci sono esemplari in piazza Repubblica, nel parco Martiri delle Foibe, ai Giardini Pubblici ed in tanti altri luoghi, e tutti offrono in questo periodo la loro cascata.
Oggi vi presento questo splendido esemplare di via Fracastoro, in una zona ben dotata di verde pubblico e privato, della quale abbiamo già parlato; guardate che abbondanza e che bell'aspetto delle perle cascanti.
A destra un particolare dello stesso albero, che evidenzia l'aspetto ed il colore dei baccelli, più chiaro rispetto al fogliame, e quasi opalescente.
La Sofora è un albero abbastanza citato nel blog, che si trova facilmente in città; oltre ai filari di via Cugia e via Carboni Boy (post del 5/7/11), ed alla matriarca di Stampace (post del 16/2/13), ci sono esemplari in piazza Repubblica, nel parco Martiri delle Foibe, ai Giardini Pubblici ed in tanti altri luoghi, e tutti offrono in questo periodo la loro cascata.
Oggi vi presento questo splendido esemplare di via Fracastoro, in una zona ben dotata di verde pubblico e privato, della quale abbiamo già parlato; guardate che abbondanza e che bell'aspetto delle perle cascanti.
A destra un particolare dello stesso albero, che evidenzia l'aspetto ed il colore dei baccelli, più chiaro rispetto al fogliame, e quasi opalescente.
giovedì 12 settembre 2013
L'albero più grande: altri due concorrenti
L'anno scorso nel periodo estivo (precisamente fra agosto ed ottobre), come forse ricorderanno i lettori più affezionati, avevo affrontato in maniera "leggera" il tema dell'individuazione dell'albero più grande della città, partendo dal più alto, proseguendo con il più largo e concludendo con l'unione delle due caratteristiche.
Con lo stesso spirito leggero presento oggi altri due concorrenti della terza categoria, cioè quella degli alberi definiti "notevoli" nel rapporto altezza/larghezza ma non solo (post del 19/10/12), cioè gli alberi meritevoli di una visita dedicata e di uno sguardo più attento del solito.
Il primo albero che vi voglio segnalare è, ancora, un Ficus retusa, non oggetto di periodiche potature e quindi cresciuto in campo libero.
Lo troviamo a Genneruxi, alla fine del boulevard dei Bagolari (post del 10/11/10); la sua peculiarità non è l'altezza, che anzi è piuttosto modesta, ma la larghezza, che è molto maggiore dell'altezza superando abbondantemente i 10 metri. Il tutto accompagnato da un diametro modesto del tronco, quasi esile rispetto allo sbraccio della chioma.
Se andate ad ammirarlo, però, attenzione, perchè in questo periodo le sue generose fronde sono iperabitate dagli storni, con quello che ne consegue.
Il secondo concorrente è un albero del quale abbiamo già parlato, anche se di sfuggita: l'esemplare di Erythrina caffra che si trova alla fine del Corso Vittorio Emanuele, di fronte alla chiesa dell'Annunziata e subito prima del viale Merello; io preferisco però indicare questo grande albero come il segnale dell'inizio della interessante zona alberata di viale Trento (post del 4/4/13).
Eccola nella foto a destra, inquadrata assieme al campanile della chiesa per facilitarne il posizionamento; è comunque molto ben visibile dalla strada, anche passando in macchina, almeno per quanto riguarda la chioma; infatti questa Eritrina si trova in una proprietà non accessibile, protetta da un muro che impedisce di andarci sotto.
Bisognerebbe chiedere ai proprietari del terreno di consentire il libero accesso per ammirare la pianta, considerata come bene comune, o almeno di trasformare il muro cieco in una inferriata. Utopia, ma mi piace pensare che possa accadere.
Ricordo che questa specie di Eritrina ha una foglia molto elegante, ma soprattutto un fioritura strepitosa nel mese di aprile/maggio (post del 13/5/13).
Il nostro esemplare credo che sia il più grande della città, oltretutto in buone condizioni di salute; entra dunque a buon diritto fra gli alberi notevoli.
Con lo stesso spirito leggero presento oggi altri due concorrenti della terza categoria, cioè quella degli alberi definiti "notevoli" nel rapporto altezza/larghezza ma non solo (post del 19/10/12), cioè gli alberi meritevoli di una visita dedicata e di uno sguardo più attento del solito.
Il primo albero che vi voglio segnalare è, ancora, un Ficus retusa, non oggetto di periodiche potature e quindi cresciuto in campo libero.
Lo troviamo a Genneruxi, alla fine del boulevard dei Bagolari (post del 10/11/10); la sua peculiarità non è l'altezza, che anzi è piuttosto modesta, ma la larghezza, che è molto maggiore dell'altezza superando abbondantemente i 10 metri. Il tutto accompagnato da un diametro modesto del tronco, quasi esile rispetto allo sbraccio della chioma.
Se andate ad ammirarlo, però, attenzione, perchè in questo periodo le sue generose fronde sono iperabitate dagli storni, con quello che ne consegue.
Il secondo concorrente è un albero del quale abbiamo già parlato, anche se di sfuggita: l'esemplare di Erythrina caffra che si trova alla fine del Corso Vittorio Emanuele, di fronte alla chiesa dell'Annunziata e subito prima del viale Merello; io preferisco però indicare questo grande albero come il segnale dell'inizio della interessante zona alberata di viale Trento (post del 4/4/13).
Eccola nella foto a destra, inquadrata assieme al campanile della chiesa per facilitarne il posizionamento; è comunque molto ben visibile dalla strada, anche passando in macchina, almeno per quanto riguarda la chioma; infatti questa Eritrina si trova in una proprietà non accessibile, protetta da un muro che impedisce di andarci sotto.
Bisognerebbe chiedere ai proprietari del terreno di consentire il libero accesso per ammirare la pianta, considerata come bene comune, o almeno di trasformare il muro cieco in una inferriata. Utopia, ma mi piace pensare che possa accadere.
Ricordo che questa specie di Eritrina ha una foglia molto elegante, ma soprattutto un fioritura strepitosa nel mese di aprile/maggio (post del 13/5/13).
Il nostro esemplare credo che sia il più grande della città, oltretutto in buone condizioni di salute; entra dunque a buon diritto fra gli alberi notevoli.
giovedì 5 settembre 2013
Frutti d'estate
I frutti d'estate di cui parliamo in queste righe, e nel blog in generale, sono naturalmente quelli selvatici, di campagna, che ci piace inquadrare insieme con gli alberi che li producono; frutti che spesso non hanno interesse alimentare, ma sicuramente grande interesse botanico ed estetico.
Detto questo, oggi vi porto fuori città, a San Leonardo di Siete Fuentes, in comune di Santu Lussurgiu; è un piccolo borgo di montagna, che ha avuto notorietà nel passato come luogo di villeggiatura. Oggi è fuori moda, poco frequentato, ma conserva un certo fascino, per l'atmosfera decadente e la pace che ispira.
Poi, ed ecco il nostro precipuo interesse, San Leonardo è una località ricca di alberi, e fra questi alcune specie che certamente non è facile incontrare a Cagliari: cito Abeti, Larici, Castagni, Agrifogli, Tassi, Roverelle ed un'altra quercia piuttosto rara in Sardegna e mai citata nel blog, il Cerro (Quercus cerris), dalle grandi foglie oblunghe e multilobate.
Basterebbe l'elenco precedente per giustificare una passeggiata in questa località; se poi aggiungiamo in zona i cespugli di rovo, che producono grandi quantità dei gustosissimi frutti rossi, le more (post del 7/8/11), il quadro è completo.
Ecco allora le more, che con la loro invadenza stanno arrampicandosi su un giovane Castagno, che mostra orgoglioso i suoi frutti ancora immaturi;
ed ancora una Roverella, che oltre alle giovani ghiande presenta una galla rossa (post del 13/2/12), ed infine i frutti immaturi di un Agrifoglio.
A proposito di quest'ultima fotografia, vi faccio notare che si nota bene la caratteristica di eterofillia dell'Agrifoglio, cioè la presenza di foglie anche molto diverse sulla stessa pianta, ancorché il DNA sia il medesimo.
Detto questo, oggi vi porto fuori città, a San Leonardo di Siete Fuentes, in comune di Santu Lussurgiu; è un piccolo borgo di montagna, che ha avuto notorietà nel passato come luogo di villeggiatura. Oggi è fuori moda, poco frequentato, ma conserva un certo fascino, per l'atmosfera decadente e la pace che ispira.
Poi, ed ecco il nostro precipuo interesse, San Leonardo è una località ricca di alberi, e fra questi alcune specie che certamente non è facile incontrare a Cagliari: cito Abeti, Larici, Castagni, Agrifogli, Tassi, Roverelle ed un'altra quercia piuttosto rara in Sardegna e mai citata nel blog, il Cerro (Quercus cerris), dalle grandi foglie oblunghe e multilobate.
Basterebbe l'elenco precedente per giustificare una passeggiata in questa località; se poi aggiungiamo in zona i cespugli di rovo, che producono grandi quantità dei gustosissimi frutti rossi, le more (post del 7/8/11), il quadro è completo.
Ecco allora le more, che con la loro invadenza stanno arrampicandosi su un giovane Castagno, che mostra orgoglioso i suoi frutti ancora immaturi;
ed ancora una Roverella, che oltre alle giovani ghiande presenta una galla rossa (post del 13/2/12), ed infine i frutti immaturi di un Agrifoglio.
A proposito di quest'ultima fotografia, vi faccio notare che si nota bene la caratteristica di eterofillia dell'Agrifoglio, cioè la presenza di foglie anche molto diverse sulla stessa pianta, ancorché il DNA sia il medesimo.