Il Ficus religiosa è una pianta beniamina del blog, pur non essendo un Ficus beniamina (scusatemi la scemenzuola, ma non ho saputo resistere); ne abbiamo parlato più volte a partire dagli albori (post del 14/11/10) per una serie di validi motivi:
-che io sappia, Cagliari ha un solo esemplare pubblico di quest'albero, quello di via S.Lucifero, e questo è già di per sé un motivo di interesse;
-è un albero sacro per induisti e buddhisti, e comune presso i templi indiani;
-ha una foglia elegantissima, lucida e con il margine ondulato, apice acuminato e lungo picciolo che la fa dondolare al vento; le foglie più grandi, dopo essere state essiccate, spesso vengono dipinte, acquisendo così una nuova vita come elementi di arredo;
-l'esemplare cagliaritano è un albero molto grande per Cagliari, tanto è vero che lo ho inserito fra le piante notevoli della città (post 5/9/12).
Ce ne sarebbe abbastanza, ma oggi voglio aggiungere un altro elemento di interesse, quello riportato nel titolo e cioè la "muta" di questo Ficus.
Il termine muta è naturalmente improprio per l'uso botanico, essendo riferito al cambiamento dello strato superficiale della pelle di alcuni animali, ma mi è sembrato efficace per descrivere il fenomeno a cui è sottoposta una parte del fogliame di questo albero, quando arriva l'estate.
Le foglie si seccano e vengono sostituite da nuove foglioline che, nella prima fase di vita, assumono un bellissimo colore rossastro, come si vede dalle fotografie.
Il Ficus religiosa è noto, nei paesi dove è frequente incontrarlo, con una serie di nomi comuni, quali: albero di Bo, albero della Bodhi (illuminazione, riferito a Buddha), Pipal e tanti altri.
Pare che esista un esemplare vivente di albero di Bo presso il tempio di Mahavihara in Sri Lanka, piantato nel 288 prima di Cristo.
Tornando al nostro rappresentante di questa meravigliosa specie arborea, termino il post con un primo piano
del fogliame, dove si distinguono le foglie gialle che stanno per cadere, le foglie verdi ed i nuovi getti di foglie rosse; si distinguono anche i frutti, piccoli fichi verdi ed appaiati, che diventeranno rossi con la maturazione.
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
domenica 28 luglio 2013
domenica 21 luglio 2013
Ailanthus, l'invincibile?
Voglio riprendere l'argomento dell'Ailanto e della sua espansione incontrollata, sulla base di un allarmante articolo che ho letto in Rete, di cui vi riporto una parte.
"Una pianta "aliena" - è il commento preoccupato della Spriano - è questo il nostro problema immediato. Con l'estensione delle sue radici, che possono prolungarsi in lunghezza e in profondità per decine di metri e dare origine a nuovi fusti della stessa pianta, finisce per soffocare la vegetazione autoctona circostante oltre a trovare il suo habitat persino all'interno dei muri. Basta spezzare o anche solo incidere la radice, perché prontamente dalla ferita nasca un nuovo fusto della pianta. Ciò rende estremamente difficile l'estirpazione e basta lasciare nel terreno anche una minima parte della radice, per permettere all'ailanto di rinascere. Andrebbe rimossa una enorme quantità di terreno per asportare completamente una radice che può prolungarsi anche per una trentina di metri. Nel nostro caso, posso dire senz'altro che l'ailanto è il vero pericolo della Cittadella.
Per fortuna la Cittadella di cui si parla non è quella cagliaritana ma quella della città di Alessandria, però naturalmente mi sono preoccupato per noi, avendo già notato l'invadenza dell'Ailanto nella nostra Cittadella (post del 13/8/12, nota in calce).
Ho deciso quindi di effettuare una visita di controllo e, sulla base degli esiti, ho scelto di assegnare a questo post il medesimo titolo di un post dello scorso anno, nel quale si parlava delle armi, oneste e non, usate dall'Ailanto per la conquista del territorio (post del 6/7/12); al titolo ho aggiunto però una nota positiva data dal punto interrogativo.
Infatti non sono più convinto che l'Ailanto sia invincibile, dato che in Cittadella ho trovato la situazione sotto controllo, e poche tracce dell'abusivo, come si vede dalla foto.
Devo dare atto ai giardinieri di aver fatto un buon lavoro, perchè ricordo bene che la situazione dell'anno scorso non era così tranquilla.
Non altrettanto buona, purtroppo, è la situazione ai Giardini Pubblici: ecco davanti all'ingresso un grande Ailanto
e la sua colonia di "figlietti" che prosperano indisturbati, andando sicuramente ad infastidire i bellissimi Cedro e Falso pepe che vivono a fianco e dei quali abbiamo parlato.
Ancora più invadente l'esemplare qui sotto fotografato all'interno dei Giardini che, come si vede, risulta proprio "ficcato in mezzo", come un ospite fastidioso ed indesiderato, fra i due bellissimi esemplari di Ficus rubiginosa.
Insomma, anche se Cagliari non è Alessandria, la battaglia per non essere sopraffatti dagli Ailanti non è mai vinta, e va combattuta giorno per giorno, almeno nei luoghi più frequentati e cari ai cagliaritani ed ai turisti.
"Una pianta "aliena" - è il commento preoccupato della Spriano - è questo il nostro problema immediato. Con l'estensione delle sue radici, che possono prolungarsi in lunghezza e in profondità per decine di metri e dare origine a nuovi fusti della stessa pianta, finisce per soffocare la vegetazione autoctona circostante oltre a trovare il suo habitat persino all'interno dei muri. Basta spezzare o anche solo incidere la radice, perché prontamente dalla ferita nasca un nuovo fusto della pianta. Ciò rende estremamente difficile l'estirpazione e basta lasciare nel terreno anche una minima parte della radice, per permettere all'ailanto di rinascere. Andrebbe rimossa una enorme quantità di terreno per asportare completamente una radice che può prolungarsi anche per una trentina di metri. Nel nostro caso, posso dire senz'altro che l'ailanto è il vero pericolo della Cittadella.
Per fortuna la Cittadella di cui si parla non è quella cagliaritana ma quella della città di Alessandria, però naturalmente mi sono preoccupato per noi, avendo già notato l'invadenza dell'Ailanto nella nostra Cittadella (post del 13/8/12, nota in calce).
Ho deciso quindi di effettuare una visita di controllo e, sulla base degli esiti, ho scelto di assegnare a questo post il medesimo titolo di un post dello scorso anno, nel quale si parlava delle armi, oneste e non, usate dall'Ailanto per la conquista del territorio (post del 6/7/12); al titolo ho aggiunto però una nota positiva data dal punto interrogativo.
Infatti non sono più convinto che l'Ailanto sia invincibile, dato che in Cittadella ho trovato la situazione sotto controllo, e poche tracce dell'abusivo, come si vede dalla foto.
Devo dare atto ai giardinieri di aver fatto un buon lavoro, perchè ricordo bene che la situazione dell'anno scorso non era così tranquilla.
Non altrettanto buona, purtroppo, è la situazione ai Giardini Pubblici: ecco davanti all'ingresso un grande Ailanto
e la sua colonia di "figlietti" che prosperano indisturbati, andando sicuramente ad infastidire i bellissimi Cedro e Falso pepe che vivono a fianco e dei quali abbiamo parlato.
Ancora più invadente l'esemplare qui sotto fotografato all'interno dei Giardini che, come si vede, risulta proprio "ficcato in mezzo", come un ospite fastidioso ed indesiderato, fra i due bellissimi esemplari di Ficus rubiginosa.
Insomma, anche se Cagliari non è Alessandria, la battaglia per non essere sopraffatti dagli Ailanti non è mai vinta, e va combattuta giorno per giorno, almeno nei luoghi più frequentati e cari ai cagliaritani ed ai turisti.
martedì 16 luglio 2013
Quando la Natura dà spettacolo
Oggi vi porto fuori città, anzi fuori Italia, e precisamente in un parco della città di Edimburgo, in Scozia.
L'occasione propizia per questo attimo di "vacanza" la fornisce Maria Antonietta, che ringrazio, che mi invia alcune belle foto, chiedendomi di individuare lo splendido soggetto fotografato.
Dedichiamo qualche secondo all'esame d'insieme: l'albero, in una splendida giornata di giugno, è inserito in uno scenario verde di contorno, come verde è il prato che lo circonda. Sullo sfondo si intravvedono dei ruderi, forse di una chiesa, ed alcune piccole persone in cammino sul sentiero, che con il suo curvare dà movimento all'immagine.
Ma il cuore dell'immagine è indubbiamente lui: maestoso ma non incombente, frondoso ma non troppo denso, con i rami più giovani leggermente inclinati quasi in posizione di riposo o di offerta al viandante ammirato. Il colore è verde pallido, anche a causa di innumerevoli macchie quasi bianche.
Completata la analisi visiva d'insieme, arriviamo al dunque: che albero è?
Ho fatto una analisi per quanto possibile accurata, utilizzando anche alcune altre foto di maggiore dettaglio, e sono arrivato alla conclusione, spero abbastanza vicina alla verità, che si tratti di un Olmo, e precisamente un Olmo inglese, Ulmus procera. Ancora più precisamente, dato il colore e la postura ricadente, potebbe trattarsi di Ulmus hollandica, uno degli innumerevoli ibridi dell'Olmo inglese.
Pare che la quantità di ibridi e di selezioni effettuate in Inghilterra nel secolo scorso siano stati la concausa della devastazione subita dagli Olmi in quel paese, colpiti dalla cosiddetta malattia dell'Olmo olandese, o grafiosi (post del 22/4/12). Questa terribile malattia ha fatto morire, solo in Gran Bretagna, più di 12 milioni di esemplari, di quello che era uno degli alberi simbolo del paesaggio inglese.
Tornando al nostro meraviglioso esemplare, che appare comunque sano, le macchie quasi bianche sono date dai frutti in maturazione, gruppi di samare alate che contengono i semi; nel giro i qualche settimana, le samare saranno diventate prima bionde poi brune, per poi cadere a formare un tappeto; non solo spettacolo, ma anche mutevole. Insomma, mi pare che il titolo sia meritato.
L'occasione propizia per questo attimo di "vacanza" la fornisce Maria Antonietta, che ringrazio, che mi invia alcune belle foto, chiedendomi di individuare lo splendido soggetto fotografato.
Dedichiamo qualche secondo all'esame d'insieme: l'albero, in una splendida giornata di giugno, è inserito in uno scenario verde di contorno, come verde è il prato che lo circonda. Sullo sfondo si intravvedono dei ruderi, forse di una chiesa, ed alcune piccole persone in cammino sul sentiero, che con il suo curvare dà movimento all'immagine.
Ma il cuore dell'immagine è indubbiamente lui: maestoso ma non incombente, frondoso ma non troppo denso, con i rami più giovani leggermente inclinati quasi in posizione di riposo o di offerta al viandante ammirato. Il colore è verde pallido, anche a causa di innumerevoli macchie quasi bianche.
Completata la analisi visiva d'insieme, arriviamo al dunque: che albero è?
Ho fatto una analisi per quanto possibile accurata, utilizzando anche alcune altre foto di maggiore dettaglio, e sono arrivato alla conclusione, spero abbastanza vicina alla verità, che si tratti di un Olmo, e precisamente un Olmo inglese, Ulmus procera. Ancora più precisamente, dato il colore e la postura ricadente, potebbe trattarsi di Ulmus hollandica, uno degli innumerevoli ibridi dell'Olmo inglese.
Pare che la quantità di ibridi e di selezioni effettuate in Inghilterra nel secolo scorso siano stati la concausa della devastazione subita dagli Olmi in quel paese, colpiti dalla cosiddetta malattia dell'Olmo olandese, o grafiosi (post del 22/4/12). Questa terribile malattia ha fatto morire, solo in Gran Bretagna, più di 12 milioni di esemplari, di quello che era uno degli alberi simbolo del paesaggio inglese.
Tornando al nostro meraviglioso esemplare, che appare comunque sano, le macchie quasi bianche sono date dai frutti in maturazione, gruppi di samare alate che contengono i semi; nel giro i qualche settimana, le samare saranno diventate prima bionde poi brune, per poi cadere a formare un tappeto; non solo spettacolo, ma anche mutevole. Insomma, mi pare che il titolo sia meritato.
sabato 13 luglio 2013
Il Ligustro in fiore
Fra i tanti alberi che fioriscono a Cagliari d'estate, e fino a luglio inoltrato, non avevo ancora parlato della fioritura del Ligustrum lucidum, il Ligustro (post del 26/12/11).
Avevo bensì parlato delle bacche che costituiscono la sua infruttescenza invernale e delle foglie, lisce e coriacee, quando ho fatto la comparazione con il Viburno (post del 7/11/12), ma non avevo ancora parlato dei fiori, e questo è il momento.
Ecco un bell'esemplare fiorito, ripreso qualche giorno fa in un condominio di via Giudice Torbeno; devo dire che la fioritura, oltre ad essere piacevole, emana anche un gradevole odore.
Come si vede, questa pianta raggiunge agevolmente dimensioni da albero, anche se spesso è trattata come un cespuglio; esistono in città anche esemplari molto più grandi di questo, soprattutto nel verde privato. Mi chiedo come mai, essendo una pianta che cresce anche spontaneamente con il nostro clima ed è certamente molto robusta e resistente, non si pensi ad utilizzarla per il verde pubblico, per esempio al posto degli Aranci; questi ultimi sono delicati e bisognosi di cure, che non sempre sono fornite puntualmente (si veda per esempio via Pergolesi, di cui abbiamo anche parlato nel blog).
Dico questo perchè mi pare invece che i nostri Amministratori del verde pubblico insistano con gli Aranci, per esempio per la sostituzione dei Pini di via Verdi recentemente estirpati (post del 9/5/13).
Tornando al Ligustro ed alla sua fioritura, ecco a destra un particolare delle pannocchie di fiorellini bianchi, che confermano l'aspetto caratteristico e piacevole.
Avevo bensì parlato delle bacche che costituiscono la sua infruttescenza invernale e delle foglie, lisce e coriacee, quando ho fatto la comparazione con il Viburno (post del 7/11/12), ma non avevo ancora parlato dei fiori, e questo è il momento.
Ecco un bell'esemplare fiorito, ripreso qualche giorno fa in un condominio di via Giudice Torbeno; devo dire che la fioritura, oltre ad essere piacevole, emana anche un gradevole odore.
Come si vede, questa pianta raggiunge agevolmente dimensioni da albero, anche se spesso è trattata come un cespuglio; esistono in città anche esemplari molto più grandi di questo, soprattutto nel verde privato. Mi chiedo come mai, essendo una pianta che cresce anche spontaneamente con il nostro clima ed è certamente molto robusta e resistente, non si pensi ad utilizzarla per il verde pubblico, per esempio al posto degli Aranci; questi ultimi sono delicati e bisognosi di cure, che non sempre sono fornite puntualmente (si veda per esempio via Pergolesi, di cui abbiamo anche parlato nel blog).
Dico questo perchè mi pare invece che i nostri Amministratori del verde pubblico insistano con gli Aranci, per esempio per la sostituzione dei Pini di via Verdi recentemente estirpati (post del 9/5/13).
Tornando al Ligustro ed alla sua fioritura, ecco a destra un particolare delle pannocchie di fiorellini bianchi, che confermano l'aspetto caratteristico e piacevole.
martedì 9 luglio 2013
Un elegante fossile vivente
Parliamo oggi della Cycas revoluta, pianta ingiustamente trascurata dal blog, dal quale è stata segnalata una sola volta, forzando per comodità il suo inserimento fra le Palme, alle quali non appartiene (post del 28/11/10).
La Cicas è invece una pianta che merita di essere meglio conosciuta, sia per le sue peculiarità, sia per il fatto che è abbastanza diffusa a Cagliari; inoltre appartiene alla ristretta cerchia di piante che da noi si trovano altrettanto bene nel verde pubblico ed in quello privato.
Vi presento subito un esemplare della Cittadella dei Musei, che ha una buona dotazione di queste piante; questa in particolare credo che sia piuttosto anziana e, cosa abbastanza strana per le Cicas, ha diversi "figli" che la circondano.
Dicevo delle peculiarità: la Cicas è una pianta antichissima, risalente al periodo Giurassico (150 milioni di anni fa); assomiglia alle Felci ed alle Palme, ma fa gruppo a sè (Cycadaceae); appartiene, assieme alle Conifere ed alle Felci, alla divisione delle Gimnosperme, le piante più antiche comparse sulla Terra, con le quali condivide la struttura riproduttiva poco evoluta, senza il fiore; contrariamente alla gran parte delle Gimnosperme la Cicas è una pianta dioica, cioè, semplificando, gli organi sessuali maschili e femminili sono portati da piante distinte.
Direi che, senza annoiarvi con ulteriori dettagli tecnici, questa pianta ha tutte le caratteristiche per incuriosirci, senza trascurare il fatto che è elegante e piuttosto resistente, anche se nulla può contro l'inciviltà degli umani (post del 10/2/11).
Ecco allora un maschio, con lo strobilo (struttura simile ad una pigna) costituito da centinaia di squame che contengono le sacche polliniche: nel giro di pochissimo tempo dalla condizione ripresa in foto lo strobilo si allunga, le squame si aprono e rilasciano il polline, affidandolo al vento.
La femmina, a destra un esemplare ripreso sempre alla Cittadella, ha degli ovuli (macrosporofilli) rossastri alla base di strutture a forma di fogliolina (mentre le vere nuove foglie sono quelle, erette, al centro dell'apparato); dopo la fecondazione l'ovulo si trasforma in una sorta di drupa rossa, ed è protetto da un tegumento molto duro (simile ad una grossa mandorla).
Chiedo scusa se mi sono un po' dilungato, ma il fascino che emanano queste piante, soprattutto in questo periodo, credo che meritasse due parole in più.
La Cicas è invece una pianta che merita di essere meglio conosciuta, sia per le sue peculiarità, sia per il fatto che è abbastanza diffusa a Cagliari; inoltre appartiene alla ristretta cerchia di piante che da noi si trovano altrettanto bene nel verde pubblico ed in quello privato.
Vi presento subito un esemplare della Cittadella dei Musei, che ha una buona dotazione di queste piante; questa in particolare credo che sia piuttosto anziana e, cosa abbastanza strana per le Cicas, ha diversi "figli" che la circondano.
Dicevo delle peculiarità: la Cicas è una pianta antichissima, risalente al periodo Giurassico (150 milioni di anni fa); assomiglia alle Felci ed alle Palme, ma fa gruppo a sè (Cycadaceae); appartiene, assieme alle Conifere ed alle Felci, alla divisione delle Gimnosperme, le piante più antiche comparse sulla Terra, con le quali condivide la struttura riproduttiva poco evoluta, senza il fiore; contrariamente alla gran parte delle Gimnosperme la Cicas è una pianta dioica, cioè, semplificando, gli organi sessuali maschili e femminili sono portati da piante distinte.
Direi che, senza annoiarvi con ulteriori dettagli tecnici, questa pianta ha tutte le caratteristiche per incuriosirci, senza trascurare il fatto che è elegante e piuttosto resistente, anche se nulla può contro l'inciviltà degli umani (post del 10/2/11).
Ecco allora un maschio, con lo strobilo (struttura simile ad una pigna) costituito da centinaia di squame che contengono le sacche polliniche: nel giro di pochissimo tempo dalla condizione ripresa in foto lo strobilo si allunga, le squame si aprono e rilasciano il polline, affidandolo al vento.
La femmina, a destra un esemplare ripreso sempre alla Cittadella, ha degli ovuli (macrosporofilli) rossastri alla base di strutture a forma di fogliolina (mentre le vere nuove foglie sono quelle, erette, al centro dell'apparato); dopo la fecondazione l'ovulo si trasforma in una sorta di drupa rossa, ed è protetto da un tegumento molto duro (simile ad una grossa mandorla).
Chiedo scusa se mi sono un po' dilungato, ma il fascino che emanano queste piante, soprattutto in questo periodo, credo che meritasse due parole in più.
venerdì 5 luglio 2013
Davidia, chi era costei?
Mi scrive Sara, cagliaritana ma attualmente residente in Svezia, per chiedermi se sono al corrente dell'esistenza a Cagliari di esemplari della Davidia involucrata, da lei conosciuta ed ammirata appunto in Svezia.
Come forse si intuisce dal titolo manzoniano, non conoscevo proprio questo albero, tantomeno quindi conosco esemplari a Cagliari, sennò ne avrei certamente parlato. Si tratta infatti di un albero veramente peculiare, con una strepitosa fioritura primaverile. Per mostrarvelo, faccio una eccezione alle mie regole e presento una fotografia prelevata dal web, eccola qui.
I fiori sono riuniti in piccole infiorescenze e sono costituiti da piccole drupe brune molto poco appariscenti; forse proprio per questo sono circondati da due o tre grandi ed eleganti brattee, simili a quelle della nostrana Bougainvillea ma tanto, tanto più grandi.
La grandezza di queste brattee ha meritato alla Davidia il nome comune di Albero dei fazzoletti.
Per quanto riguarda la possibilità che quest'albero sia presente a Cagliari, il medesimo sito dal quale ho preso la foto ( Verde e paesaggio) dice di questa pianta che "soccomberà con certezza se il terreno diventerà molto asciutto durante i mesi estivi"; questo risponde al secondo quesito di Sara, cioè se la Davidia sia compatibile con il nostro clima. Naturalmente sono pronto a ricredermi se qualcuno mi segnalerà la presenza di esemplari sani in qualche giardino di città.
Ringrazio Sara per aver fatto conoscere al blog una nuova specie arborea.
Come forse si intuisce dal titolo manzoniano, non conoscevo proprio questo albero, tantomeno quindi conosco esemplari a Cagliari, sennò ne avrei certamente parlato. Si tratta infatti di un albero veramente peculiare, con una strepitosa fioritura primaverile. Per mostrarvelo, faccio una eccezione alle mie regole e presento una fotografia prelevata dal web, eccola qui.
I fiori sono riuniti in piccole infiorescenze e sono costituiti da piccole drupe brune molto poco appariscenti; forse proprio per questo sono circondati da due o tre grandi ed eleganti brattee, simili a quelle della nostrana Bougainvillea ma tanto, tanto più grandi.
La grandezza di queste brattee ha meritato alla Davidia il nome comune di Albero dei fazzoletti.
Per quanto riguarda la possibilità che quest'albero sia presente a Cagliari, il medesimo sito dal quale ho preso la foto ( Verde e paesaggio) dice di questa pianta che "soccomberà con certezza se il terreno diventerà molto asciutto durante i mesi estivi"; questo risponde al secondo quesito di Sara, cioè se la Davidia sia compatibile con il nostro clima. Naturalmente sono pronto a ricredermi se qualcuno mi segnalerà la presenza di esemplari sani in qualche giardino di città.
Ringrazio Sara per aver fatto conoscere al blog una nuova specie arborea.
martedì 2 luglio 2013
Quesiti, risposte e Giudici
Mi scrive Paolo, che ormai mi permetto di definire vecchia conoscenza del blog, per offrirmi delle puntuali segnalazioni e porgere alcuni quesiti. Rispondo qui alle cose che mi sembrano più interessanti per tutti i lettori.
Paolo mi chiede che albero sia questo bellissimo esemplare che si offre alla piena vista di tutti, ancorché sia in uno spazio condominiale, in via Dell'Abbazia. Ebbene, si tratta di un Cedro, molto probabilmente un Cedrus atlantica (post del 12/12/11 ed altri) nella varietà glauca, di grande valenza estetica.
Questi Cedri sono abbastanza presenti a Cagliari nel verde privato, dove possono essere curati e tenuti sotto controllo; infatti, come sappiamo, non amano molto il nostro clima ed il livello del mare.
Un altro quesito riguarda un albero di via Giudice Torbeno, di fronte al Parco della Musica.
Eccolo qui a destra: si tratta di una Casuarina cunninghamiana, albero strano e peculiare, e non solo per il nome.
Proprio per la sua stranezza è stato fra i primi ad essere esaminato nel blog (post del 31/12/10), e su quest'albero sono tornato più volte, fra l'altro per segnalare un esemplare enorme nel giardino della clinica Macciotta (a proposito, speriamo che la perdita di ruolo della clinica non provochi una decadenza ulteriore delle strutture e dell'affascinante giardino!).
E, visto che sono tornato nel quartiere dirimpettaio del Parco della Musica, quartiere dei Giudici (di 1000 anni fa, sia ben chiaro!), voglio ricordarvi che si tratta di un insieme di poche vie molto ricche di bellissimi alberi. Sto parlando di via Giudicessa Vera, via S.Vetrano, via Giudicessa Benedetta, dove si trovano esemplari veramente notevoli di Tipuana speciosa, Robinia pseudoacacia, Lagunaria patersonii, Acacia horrida, Juglans regia ed altre. Ne abbiamo trattato in diverse precedenti occasioni, alle quali vi rimando.
Curiosità: una motivazione della ricchezza di varietà arboree in questo quartiere è da collegare al rapporto privilegiato fra i primi destinatari, dipendenti regionali, ed i vivai forestali della Regione; è comunque una zona che vale la pena di percorrere con il naso in aria, magari come estensione di una passeggiata nel Parco.
Paolo mi chiede che albero sia questo bellissimo esemplare che si offre alla piena vista di tutti, ancorché sia in uno spazio condominiale, in via Dell'Abbazia. Ebbene, si tratta di un Cedro, molto probabilmente un Cedrus atlantica (post del 12/12/11 ed altri) nella varietà glauca, di grande valenza estetica.
Questi Cedri sono abbastanza presenti a Cagliari nel verde privato, dove possono essere curati e tenuti sotto controllo; infatti, come sappiamo, non amano molto il nostro clima ed il livello del mare.
Un altro quesito riguarda un albero di via Giudice Torbeno, di fronte al Parco della Musica.
Eccolo qui a destra: si tratta di una Casuarina cunninghamiana, albero strano e peculiare, e non solo per il nome.
Proprio per la sua stranezza è stato fra i primi ad essere esaminato nel blog (post del 31/12/10), e su quest'albero sono tornato più volte, fra l'altro per segnalare un esemplare enorme nel giardino della clinica Macciotta (a proposito, speriamo che la perdita di ruolo della clinica non provochi una decadenza ulteriore delle strutture e dell'affascinante giardino!).
E, visto che sono tornato nel quartiere dirimpettaio del Parco della Musica, quartiere dei Giudici (di 1000 anni fa, sia ben chiaro!), voglio ricordarvi che si tratta di un insieme di poche vie molto ricche di bellissimi alberi. Sto parlando di via Giudicessa Vera, via S.Vetrano, via Giudicessa Benedetta, dove si trovano esemplari veramente notevoli di Tipuana speciosa, Robinia pseudoacacia, Lagunaria patersonii, Acacia horrida, Juglans regia ed altre. Ne abbiamo trattato in diverse precedenti occasioni, alle quali vi rimando.
Curiosità: una motivazione della ricchezza di varietà arboree in questo quartiere è da collegare al rapporto privilegiato fra i primi destinatari, dipendenti regionali, ed i vivai forestali della Regione; è comunque una zona che vale la pena di percorrere con il naso in aria, magari come estensione di una passeggiata nel Parco.
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