Chiedo scusa per l'insistenza, ma non riesco a fare finta di niente, rispetto all'avanzata inarrestabile del Punteruolo rosso ed al conseguente sterminio delle Palme delle Canarie.
Le ultime che ho visto in fase di annientamento in città si trovano nel quartiere di S.Gilla e nella zona della stazione ferroviaria; credo che ormai nessuna zona possa ritenersi protetta dal pericolo di attacco, soprattutto se continuano a non essere approntate contromisure, almeno quelle che si conoscono come consolidate.
Chiunque abbia sensibilità per la bellezza degli alberi, per non dire di coloro i quali hanno Palme nel proprio giardino, negli spazi condominiali, nel raggio d'azione delle loro passeggiate, non può rimanere indifferente. Normalmente gli alberi cittadini chiedono veramente poco per farci godere della loro compagnia; questa volta chiedono un po' di più, bisogna darglielo.
Ho scattato alcune immagini a Nora, nel cuore del problema Palme per il sud Sardegna, e ve ne propongo due.
Nora possiede questo splendido parco di Palme, credo uno dei più grandi e belli della Sardegna, nella zona che serve anche da parcheggio per andare a visitare gli scavi; come si intuisce dalle foto, sono decine, forse centinaia di esemplari, in una spianata ondulata veramente affascinante, abbellita anche dal prato.
Se però guardate le foto con attenzione, e non ne serve neanche tanta, vedete i moncherini, i fusti spogli, di quelle che furono Palme rigogliose; pensate che cosa potrebbe diventare questa spianata nel giro di qualche anno, forse meno.
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giovedì 28 febbraio 2013
venerdì 22 febbraio 2013
Un grande vivaio, ed uno spettacolo per gli occhi
C'è una azienda coltivatrice di piante, dall'erba agli Olivi secolari, che merita la nostra attenzione per la bellezza della struttura e la cura che mette nell'esposizione della "merce": parlo del Garden Center Sgaravatti, sulla strada per Pula.
So che rischio di essere accusato di partigianeria, o peggio di essere al soldo di questa società; naturalmente non è così, voglio solo rendere partecipi i lettori della bellezza che riempie gli occhi di chi visita questa struttura, nella quale al valore estetico intrinseco delle piante si aggiunge il gusto e la voglia della presentazione migliore.
L'aspetto particolare è che la bellezza non riguarda solo la parte frontale, adiacente alla strada statale e più frequentata dal pubblico, ma anche tutta la parte retrostante: ettari ed ettari di filari ordinati di alberelli, alberi, cespugli, erbe officinali, piante succulente, tutti allineati con lo sfondo dei monti di Capoterra.
Ecco a sinistra un filare di Schinus molle, Falso pepe, albero del quale abbiamo parlato più volte (post del 29/11/10 ed altri).
Qui sotto, a sinistra un maestoso esemplare di Olivo, a destra vediamo una fuga di piante succulente, con contorno di Palme e Cipressi.
Naturalmente non ci sono solo piante in vendita, ma anche alberi maestosi che abbelliscono la struttura, quali Ficus magnolioides, Phitolacca dioica, Ceratonia siliqua ed altri, tanti altri.
Un luogo dunque sicuramente meritevole di una passeggiata, con il vantaggio, fra gli altri, di poter conoscere il nome di tutte le piante esposte attraverso l'apposito cartellino e, per chi è interessato, il loro prezzo.
Non mi dilungo oltre, anche perchè mi viene in mente che fotografare alberi e fiori in un vivaio è un po' una vigliaccata, quasi come andare a caccia di pernici in un allevamento. Le piante, almeno quelle che interessano questo blog, sono da cercare ed ammirare soprattutto negli spazi cittadini o, al più, in campagna.
Per chiudere in bellezza, e scusate se mi contraddico con quanto appena affermato, una splendida Camelia fiorita nella zona del laghetto del Garden Center.
So che rischio di essere accusato di partigianeria, o peggio di essere al soldo di questa società; naturalmente non è così, voglio solo rendere partecipi i lettori della bellezza che riempie gli occhi di chi visita questa struttura, nella quale al valore estetico intrinseco delle piante si aggiunge il gusto e la voglia della presentazione migliore.
L'aspetto particolare è che la bellezza non riguarda solo la parte frontale, adiacente alla strada statale e più frequentata dal pubblico, ma anche tutta la parte retrostante: ettari ed ettari di filari ordinati di alberelli, alberi, cespugli, erbe officinali, piante succulente, tutti allineati con lo sfondo dei monti di Capoterra.
Ecco a sinistra un filare di Schinus molle, Falso pepe, albero del quale abbiamo parlato più volte (post del 29/11/10 ed altri).
Naturalmente non ci sono solo piante in vendita, ma anche alberi maestosi che abbelliscono la struttura, quali Ficus magnolioides, Phitolacca dioica, Ceratonia siliqua ed altri, tanti altri.
Un luogo dunque sicuramente meritevole di una passeggiata, con il vantaggio, fra gli altri, di poter conoscere il nome di tutte le piante esposte attraverso l'apposito cartellino e, per chi è interessato, il loro prezzo.
Non mi dilungo oltre, anche perchè mi viene in mente che fotografare alberi e fiori in un vivaio è un po' una vigliaccata, quasi come andare a caccia di pernici in un allevamento. Le piante, almeno quelle che interessano questo blog, sono da cercare ed ammirare soprattutto negli spazi cittadini o, al più, in campagna.
Per chiudere in bellezza, e scusate se mi contraddico con quanto appena affermato, una splendida Camelia fiorita nella zona del laghetto del Garden Center.
sabato 16 febbraio 2013
La Matriarca di Stampace
E', con buona probabilità, il più anziano esemplare di Sophora japonica in città, il solitario albero che si staglia in via S.Restituta, nel cuore di Stampace. Pare che la sua piantumazione risalga alla fine del secolo diciannovesimo, quando vennero sistemati in città i primi esemplari pubblici di cui si abbia notizia.
Ecco a raffronto due fotografie della pianta in momenti diversi; a sinistra (novembre 2010) ancora carica di foglie nonostante l'autunno avanzato, a destra oggi, completamente spoglia.
Le due foto hanno una prospettiva simile, come si nota dalla finestrina di strana foggia, e quella di destra consente di apprezzare la grossezza del tronco.
Avevamo già parlato della Sophora, sia di questa in particolare (post del 21/11/10), sia di quelle di più recente impianto, per esempio in via Cugia (post del 5/7/11); oggi però voglio appuntare l'attenzione sull'opportunità, per i cittadini, di farsi carico dei loro alberi più significativi, e questa Sophora sicuramente lo è: pensate, una pianta ancora vitale di quasi 150 anni di età, incastonata in una zona molto suggestiva, a due passi dalla chiesa di S.Efisio.
Perchè i cittadini di Stampace, che sono giustamente orgogliosi del loro quartiere e delle sue bellezze, non "prendono in carico" la Sophora, in accordo con il Comune, magari predisponendo un piccolo recinto di protezione, approfondendo la sua origine ed il contesto di messa a dimora, predisponendo cartelli di presentazione con le informazioni più significative? Oltre a godersela in proprio, gli stampacini farebbero anche sviluppo turistico, bello ed a costo quasi zero, o no?
Ecco a raffronto due fotografie della pianta in momenti diversi; a sinistra (novembre 2010) ancora carica di foglie nonostante l'autunno avanzato, a destra oggi, completamente spoglia.
Le due foto hanno una prospettiva simile, come si nota dalla finestrina di strana foggia, e quella di destra consente di apprezzare la grossezza del tronco.
Avevamo già parlato della Sophora, sia di questa in particolare (post del 21/11/10), sia di quelle di più recente impianto, per esempio in via Cugia (post del 5/7/11); oggi però voglio appuntare l'attenzione sull'opportunità, per i cittadini, di farsi carico dei loro alberi più significativi, e questa Sophora sicuramente lo è: pensate, una pianta ancora vitale di quasi 150 anni di età, incastonata in una zona molto suggestiva, a due passi dalla chiesa di S.Efisio.
Perchè i cittadini di Stampace, che sono giustamente orgogliosi del loro quartiere e delle sue bellezze, non "prendono in carico" la Sophora, in accordo con il Comune, magari predisponendo un piccolo recinto di protezione, approfondendo la sua origine ed il contesto di messa a dimora, predisponendo cartelli di presentazione con le informazioni più significative? Oltre a godersela in proprio, gli stampacini farebbero anche sviluppo turistico, bello ed a costo quasi zero, o no?
lunedì 11 febbraio 2013
Il dramma delle Palme è in atto a Cagliari
Il Punteruolo rosso è arrivato a Cagliari, ed ha cominciato il suo terribile lavoro che porterà allo sterminio delle Palme, soprattutto di quelle delle Canarie, Phoenix canariensis.
Quando abbiamo parlato di questo problema (post del 3/11/11 e del 4/12/12) ci siamo riferiti a zone abbastanza distanti dalla città, ed a Pula in particolare, ma oramai ci siamo dentro anche noi.
L'argomento è stato trattato dai media, anche se troppo poco: ne ha parlato la stampa, c'è stato da poco un servizio su Videolina, ma bisogna parlarne ancora, per sensibilizzare al problema sia il pubblico che il privato.
Per capire di che cosa stiamo parlando, lasciamo parlare le immagini.
E' la medesima Palma, fotografata a distanza di 10 giorni per evidenziare l'avanzamento dell'opera di distruzione; si trova in via Mercalli a Genneruxi, nello spiazzo prospiciente la fermata del metrotram.
La perdita della simmetria delle foglie segnala già nella prima foto il problema, che appare in piena evidenza nella seconda foto, con le foglie che si abbassano progressivamente, mangiate dalle larve nella loro struttura interna.
Ed eccoli, i responsabili dello scempio di Palme, allo stadio di larva e di adulto.
L'adulto penetra con il suo rostro alla base delle foglie, approfittando di spaccature o punti deboli; depone le uova che, allo stadio di larva, compiono la devastazione con il loro apparato mandibolare sempre in azione.
Compiuta l'opera di devastazione, gli adulti, di generazione in generazione, volano a cercare un altro albero, e così via all'infinito; se consideriamo che un punteruolo ha un raggio d'azione fino ad un kilometro, quando le temperature sono alte, possiamo immaginare che cosa ci aspetta.
Che cosa si può fare? Non è questa la sede per soffermarci, ma la Regione aveva fatto partire alcuni anni fa un ottimo piano triennale di eradicazione, che oggi pare fortemente rallentato per mancanza di fondi; con i tempi che corriamo, si può ben capire. E allora? In attesa che la scienza trovi rimedi efficaci e definitivi, credo che l'unica cosa utile sia oggi la prevenzione, e cioè tenere le Palme pulite, privarle delle vecchie foglie, tappare eventuali fessure e punti deboli.
Naturalmente l'azione preventiva dovrebbe essere fatta da tutti, pubblici e privati, su tutte le piante, e questo, purtroppo, è utopia. Anche l'abbattimento delle piante malate dovrebbe essere fatto seguendo il protocollo specifico, e sicuramente costoso, per evitare l'effetto perverso della dispersione degli insetti; anche qui, siamo nel campo dell'utopia.
Resta solo da confidare nella coscienza e buona volontà di cittadini e pubblica amministrazione (devo qui dare atto che in via Roma è stato fatto un ottimo lavoro di pulitura) perchè sia fatto il possibile soprattutto nel periodo del freddo invernale; le soluzioni della scienza, siano esse fisiche (microonde), chimiche (insetticidi), biologiche (antagonisti naturali), sono ancora nella fase sperimentale, e nessuna è finora riconosciuta come risolutiva.
Quando abbiamo parlato di questo problema (post del 3/11/11 e del 4/12/12) ci siamo riferiti a zone abbastanza distanti dalla città, ed a Pula in particolare, ma oramai ci siamo dentro anche noi.
L'argomento è stato trattato dai media, anche se troppo poco: ne ha parlato la stampa, c'è stato da poco un servizio su Videolina, ma bisogna parlarne ancora, per sensibilizzare al problema sia il pubblico che il privato.
Per capire di che cosa stiamo parlando, lasciamo parlare le immagini.
E' la medesima Palma, fotografata a distanza di 10 giorni per evidenziare l'avanzamento dell'opera di distruzione; si trova in via Mercalli a Genneruxi, nello spiazzo prospiciente la fermata del metrotram.
La perdita della simmetria delle foglie segnala già nella prima foto il problema, che appare in piena evidenza nella seconda foto, con le foglie che si abbassano progressivamente, mangiate dalle larve nella loro struttura interna.
Ed eccoli, i responsabili dello scempio di Palme, allo stadio di larva e di adulto.
L'adulto penetra con il suo rostro alla base delle foglie, approfittando di spaccature o punti deboli; depone le uova che, allo stadio di larva, compiono la devastazione con il loro apparato mandibolare sempre in azione.
Compiuta l'opera di devastazione, gli adulti, di generazione in generazione, volano a cercare un altro albero, e così via all'infinito; se consideriamo che un punteruolo ha un raggio d'azione fino ad un kilometro, quando le temperature sono alte, possiamo immaginare che cosa ci aspetta.
Che cosa si può fare? Non è questa la sede per soffermarci, ma la Regione aveva fatto partire alcuni anni fa un ottimo piano triennale di eradicazione, che oggi pare fortemente rallentato per mancanza di fondi; con i tempi che corriamo, si può ben capire. E allora? In attesa che la scienza trovi rimedi efficaci e definitivi, credo che l'unica cosa utile sia oggi la prevenzione, e cioè tenere le Palme pulite, privarle delle vecchie foglie, tappare eventuali fessure e punti deboli.
Naturalmente l'azione preventiva dovrebbe essere fatta da tutti, pubblici e privati, su tutte le piante, e questo, purtroppo, è utopia. Anche l'abbattimento delle piante malate dovrebbe essere fatto seguendo il protocollo specifico, e sicuramente costoso, per evitare l'effetto perverso della dispersione degli insetti; anche qui, siamo nel campo dell'utopia.
Resta solo da confidare nella coscienza e buona volontà di cittadini e pubblica amministrazione (devo qui dare atto che in via Roma è stato fatto un ottimo lavoro di pulitura) perchè sia fatto il possibile soprattutto nel periodo del freddo invernale; le soluzioni della scienza, siano esse fisiche (microonde), chimiche (insetticidi), biologiche (antagonisti naturali), sono ancora nella fase sperimentale, e nessuna è finora riconosciuta come risolutiva.
martedì 5 febbraio 2013
Lo sterrato-giardino ed i due fuggitivi
Non riuscivo a trovare un nome appropriato per lo spiazzo del quale vi voglio parlare oggi, ed alla fine gli ho attribuito il doppio nome di sterrato e giardino.
In realtà il grande spiazzo che corre lungo via Berna, a Genneruxi, è uno sterrato a tutti gli effetti, anche se in questo periodo ingentilito dall'erbetta di fondo: il terreno è scabro, privo di qualsiasi cordolo, protezioni o opere di abbellimento, insomma terra di nessuno. Infatti pare che il suo stato derivi da un pasticcio nella proprietà, che è in parte privata ed in parte comunale; come è noto, il modo migliore per bloccare qualsiasi intervento su un terreno è la mancanza di chiarezza nella proprietà. Il pasticcio risale ai tempi della costruzione dei palazzi che affacciano sullo sterrato, diversi decenni fa.
Ecco a sinistra una immagine d'insieme.
Però, come si vede dalla foto, questo spiazzo ospita una serie di alberi di valore ed in discreta salute, che paiono trovarsi piuttosto bene e che gli fanno meritare il titolo di giardino: fra gli altri un Carrubo, un Pino delle Canarie, due grossi esemplari di Fitolacca, un Ficus elastica già definibile grande e, infine, i due fuggitivi del titolo, cioè due Ficus Benjamina di ragguardevoli dimensioni, rispetto allo standard di queste piante.
Ho voluto puntare l'attenzione su questi due alberi, sotto fotografati, perchè mi sembrano i più interessanti del gruppo: credo che sia difficile vedere a Cagliari Ficus Benjamina più grandi e belli di questi.
Ci siamo occupati di questa specie di Ficus già ai primordi del blog (post del 3/11/10), e più di recente (post del 15/6/12); è in quella sede che li ho apostrofati come fuggitivi, in quanto idealmente scappati da una stentata vita d'appartamento, per convertirsi ad una "rigogliosa" vita all'aperto.
Al riguardo, pare che proprio questi esemplari provengano dalla casa di qualcuno dei condomini che, a suo tempo, aveva deciso di quotarsi per nobilitare lo sterrato con la piantumazione degli alberi, comprati o, appunto, prelevati dal salotto di casa; a questi condomini vada tutta la nostra approvazione.
In ultimo ribadisco alcune notazioni tecnico/pratiche per distinguere i FB dai cugini Ficus retusa, anche loro pluritrattati nel blog: i FB sono normalmente più piccoli ed hanno il tronco ramificato dalla base, come è tipico dei cespugli; le foglie sono più chiare ed acuminate, e spesso hanno la lamina asimmetrica, mentre quella del FR è regolare e più spessa.
In realtà il grande spiazzo che corre lungo via Berna, a Genneruxi, è uno sterrato a tutti gli effetti, anche se in questo periodo ingentilito dall'erbetta di fondo: il terreno è scabro, privo di qualsiasi cordolo, protezioni o opere di abbellimento, insomma terra di nessuno. Infatti pare che il suo stato derivi da un pasticcio nella proprietà, che è in parte privata ed in parte comunale; come è noto, il modo migliore per bloccare qualsiasi intervento su un terreno è la mancanza di chiarezza nella proprietà. Il pasticcio risale ai tempi della costruzione dei palazzi che affacciano sullo sterrato, diversi decenni fa.
Ecco a sinistra una immagine d'insieme.
Però, come si vede dalla foto, questo spiazzo ospita una serie di alberi di valore ed in discreta salute, che paiono trovarsi piuttosto bene e che gli fanno meritare il titolo di giardino: fra gli altri un Carrubo, un Pino delle Canarie, due grossi esemplari di Fitolacca, un Ficus elastica già definibile grande e, infine, i due fuggitivi del titolo, cioè due Ficus Benjamina di ragguardevoli dimensioni, rispetto allo standard di queste piante.
Ho voluto puntare l'attenzione su questi due alberi, sotto fotografati, perchè mi sembrano i più interessanti del gruppo: credo che sia difficile vedere a Cagliari Ficus Benjamina più grandi e belli di questi.
Ci siamo occupati di questa specie di Ficus già ai primordi del blog (post del 3/11/10), e più di recente (post del 15/6/12); è in quella sede che li ho apostrofati come fuggitivi, in quanto idealmente scappati da una stentata vita d'appartamento, per convertirsi ad una "rigogliosa" vita all'aperto.
Al riguardo, pare che proprio questi esemplari provengano dalla casa di qualcuno dei condomini che, a suo tempo, aveva deciso di quotarsi per nobilitare lo sterrato con la piantumazione degli alberi, comprati o, appunto, prelevati dal salotto di casa; a questi condomini vada tutta la nostra approvazione.
In ultimo ribadisco alcune notazioni tecnico/pratiche per distinguere i FB dai cugini Ficus retusa, anche loro pluritrattati nel blog: i FB sono normalmente più piccoli ed hanno il tronco ramificato dalla base, come è tipico dei cespugli; le foglie sono più chiare ed acuminate, e spesso hanno la lamina asimmetrica, mentre quella del FR è regolare e più spessa.