Ve la presento subito la Regina nuda, per evitare qualsiasi fraintendimento.
E' il bellissimo scheletro spinoso di una Chorisia insignis, regina del blog per citazioni, e presenza costante davanti ai nostri occhi come sfondo fisso sul quale scorrono i post.
Questo esemplare è peculiare, sia perchè molto dotato di spine anche sui rami, sia perchè si è spogliato completamente, contrariamente ad altri esemplari della specie; la materia è stata già affrontata nel blog, ed un bello scheletro è un'opera d'arte e merita assolutamente la nostra attenzione (post del 5/2/12 e 5/3/12).
Dunque complimenti alla nostra regina, che si trova in piazza Garau, lungo via Darwin e dietro il parcheggio "inerbito" (post 29/6/12 e 14/1/13), e mostra orgogliosa la sua nudità, contrariamente al re della fiaba di Andersen!
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
martedì 29 gennaio 2013
venerdì 25 gennaio 2013
Aspettando che spiova
Esterno giorno, giardinetti di prima mattina, inizia a piovere. I signori che occupavano la panchina, affiancati dai loro cani, abbandonano la seduta e, senza fretta, raggiungono il riparo di due grandi alberi frondosi e compatti, dove riprendono la lettura interrotta.
Ecco, questa breve sceneggiatura che mi sono inventato serve da accompagnamento alla fotografia che ho scattato l'altra mattina.
La descrizione della simpatica scena potrebbe finire qui ma, per tener fede alla mission del blog, forniamo il nostro valore aggiunto: siamo in via Berna, e i due alberi frondosi e compatti sono splendidi esemplari di Sterculia diversifolia, albero sempreverde già molto trattato dal blog e ben presente nel quartiere. Questi esemplari, in particolare, li ho fotografati a marzo dell'anno scorso (post del 11/3/12) e possiamo considerarli, anche per la loro posizione strategica, pietre miliari del quartiere di Genneruxi.
Per concludere, una curiosità: il titolo del post lo ho rubato a Renato Rascel, interprete della omonima melensa canzone dei primi anni sessanta.
Ecco, questa breve sceneggiatura che mi sono inventato serve da accompagnamento alla fotografia che ho scattato l'altra mattina.
La descrizione della simpatica scena potrebbe finire qui ma, per tener fede alla mission del blog, forniamo il nostro valore aggiunto: siamo in via Berna, e i due alberi frondosi e compatti sono splendidi esemplari di Sterculia diversifolia, albero sempreverde già molto trattato dal blog e ben presente nel quartiere. Questi esemplari, in particolare, li ho fotografati a marzo dell'anno scorso (post del 11/3/12) e possiamo considerarli, anche per la loro posizione strategica, pietre miliari del quartiere di Genneruxi.
Per concludere, una curiosità: il titolo del post lo ho rubato a Renato Rascel, interprete della omonima melensa canzone dei primi anni sessanta.
mercoledì 23 gennaio 2013
Le trombe della Solandra
Mi scrive Simone, assiduo frequentatore del blog, per segnalarmi la presenza di uno strano arbusto, situato nel viottolo che dal ristorante la Fattoria sfocia sullo svincolo dell'asse mediano con via dei Conversi; l'arbusto è caratterizzato da una fioritura molto vistosa, attualmente in piena esplosione.
Simone chiede aiuto per la sua individuazione. Sono andato a vedere l'arbusto, ed eccolo qua:
Credo che, sulla base della peculiarità dei fiori, grandi calici gialli a tromba con strisce color porpora all'interno, non si possa sbagliare: si tratta di una Solandra maxima, pianta originaria del Messico e da noi poco conosciuta, anche se si trova piuttosto bene ed è molto rustica.
E' una pianta a crescita disordinata che teme il freddo, e che secondo i testi fiorisce in primavera estate; una volta di più, noi ci differenziamo rispetto ai dati di media nazionale, dato che la nostra fioritura, come si vede, avviene in pieno inverno.
L'esemplare più bello che io conosca si trova nella parte bassa di Monte Urpinu, sito molto interessante da un punto di vista delle varietà arboree presenti, e già più volte oggetto della nostra attenzione (post del 14/9/12, 19/9/12 e del 27/9/12); la Solandra si trova proprio nel percorso per passare dall'Olmo del primo post al Ciliegio del secondo, in corrispondenza di un pergolato e di un ponticello sul ruscelletto.
Ecco l'esemplare di Monte Urpinu da due prospettive diverse:
Si coglie l'esuberanza dei rami (pare che in Messico ci siano esemplari con rami lunghi anche 30 metri) e la difficoltà a ridurla a siepe squadrata; comunque un bell'effetto d'insieme.
Simone chiede aiuto per la sua individuazione. Sono andato a vedere l'arbusto, ed eccolo qua:
Credo che, sulla base della peculiarità dei fiori, grandi calici gialli a tromba con strisce color porpora all'interno, non si possa sbagliare: si tratta di una Solandra maxima, pianta originaria del Messico e da noi poco conosciuta, anche se si trova piuttosto bene ed è molto rustica.
E' una pianta a crescita disordinata che teme il freddo, e che secondo i testi fiorisce in primavera estate; una volta di più, noi ci differenziamo rispetto ai dati di media nazionale, dato che la nostra fioritura, come si vede, avviene in pieno inverno.
L'esemplare più bello che io conosca si trova nella parte bassa di Monte Urpinu, sito molto interessante da un punto di vista delle varietà arboree presenti, e già più volte oggetto della nostra attenzione (post del 14/9/12, 19/9/12 e del 27/9/12); la Solandra si trova proprio nel percorso per passare dall'Olmo del primo post al Ciliegio del secondo, in corrispondenza di un pergolato e di un ponticello sul ruscelletto.
Ecco l'esemplare di Monte Urpinu da due prospettive diverse:
Si coglie l'esuberanza dei rami (pare che in Messico ci siano esemplari con rami lunghi anche 30 metri) e la difficoltà a ridurla a siepe squadrata; comunque un bell'effetto d'insieme.
domenica 20 gennaio 2013
Curiosità sulla pianta dell'ammiraglio
Mi scrive Nicola, che ringrazio per gli apprezzamenti che esprime al blog, per chiedermi notizie della pianta che si trova davanti all'ingresso dell'EXMA, della quale allega una immagine tratta da Google.
Aggiunge Nicola che della pianta in questione aveva parlato a suo tempo Siro Vannelli.
Grazie Nicola, le informazioni per la ricerca non potevano essere più esaurienti, non solo per me, ma credo anche per molti degli affezionati lettori: si tratta della mitica Prosopis torquata, che vegeta nel Parco della Rimembranza da circa 170 anni!
Il nome di pianta dell'ammiraglio deriva dalla affascinante storia di come la città di Cagliari ne è venuta in possesso, storia che ho raccontato la prima volta all'inizio della vita del blog (post del 10/11/10), traendola effettivamente dal libro di Siro Vannelli, che a sua volta citava vecchi articoli dell'Unione Sarda.
Successivamente ho ricordato questo Patriarca verde (post del 31/8/11) quando ho descritto il parco Martiri delle Foibe, che condivide la pianta con il Parco della Rimembranza.
Ecco a sinistra una immagine inedita della Prosopis in questione, che è l'unico esemplare in città, se si eccettuano alcuni altri esemplari presenti all'Orto Botanico, forse suoi "figli".
A questo riguardo, lo stesso Vannelli incitava i cagliaritani a far germinare i semi contenuti nei piccoli, bellissimi legumi che questa pianta produce: chissà se qualche cagliaritano lo ha fatto!
Aggiungo come ultima curiosità che all'Orto Botanico vegeta anche una "cugina" della nostra, sempre proveniente dall'America meridionale subtropicale:
eccola qui a destra, una Prosopis glandulosa, con foglioline molto simili alla torquata ma legumi diversi, dritti e lunghi, simili a stretti fagioli.
Termino con un suggerimento, per Nicola e tutti quelli che, non conoscendo il nome di una pianta, hanno difficoltà a identificarla nel blog: premesso che mi fa solo piacere ricevere richieste come questa, provate una ricerca con il nome della strada nella quale avete notato la pianta, nome che io inserisco sempre nelle presentazioni. In questo caso per esempio, inserendo "S.Lucifero" si sarebbe raggiunto l'obiettivo.
Aggiunge Nicola che della pianta in questione aveva parlato a suo tempo Siro Vannelli.
Grazie Nicola, le informazioni per la ricerca non potevano essere più esaurienti, non solo per me, ma credo anche per molti degli affezionati lettori: si tratta della mitica Prosopis torquata, che vegeta nel Parco della Rimembranza da circa 170 anni!
Il nome di pianta dell'ammiraglio deriva dalla affascinante storia di come la città di Cagliari ne è venuta in possesso, storia che ho raccontato la prima volta all'inizio della vita del blog (post del 10/11/10), traendola effettivamente dal libro di Siro Vannelli, che a sua volta citava vecchi articoli dell'Unione Sarda.
Successivamente ho ricordato questo Patriarca verde (post del 31/8/11) quando ho descritto il parco Martiri delle Foibe, che condivide la pianta con il Parco della Rimembranza.
Prosopis torquata |
Ecco a sinistra una immagine inedita della Prosopis in questione, che è l'unico esemplare in città, se si eccettuano alcuni altri esemplari presenti all'Orto Botanico, forse suoi "figli".
A questo riguardo, lo stesso Vannelli incitava i cagliaritani a far germinare i semi contenuti nei piccoli, bellissimi legumi che questa pianta produce: chissà se qualche cagliaritano lo ha fatto!
Aggiungo come ultima curiosità che all'Orto Botanico vegeta anche una "cugina" della nostra, sempre proveniente dall'America meridionale subtropicale:
Prosopis glandulosa |
eccola qui a destra, una Prosopis glandulosa, con foglioline molto simili alla torquata ma legumi diversi, dritti e lunghi, simili a stretti fagioli.
Termino con un suggerimento, per Nicola e tutti quelli che, non conoscendo il nome di una pianta, hanno difficoltà a identificarla nel blog: premesso che mi fa solo piacere ricevere richieste come questa, provate una ricerca con il nome della strada nella quale avete notato la pianta, nome che io inserisco sempre nelle presentazioni. In questo caso per esempio, inserendo "S.Lucifero" si sarebbe raggiunto l'obiettivo.
giovedì 17 gennaio 2013
Un'occasione sprecata: terzo tempo
Non so più che titolo inventare per parlare del giardino pensile fra via Manzoni e via Carducci, già affrontato in due precedenti occasioni (post del 12/4/11 e del 18/9/11), e che costituisce sicuramente una occasione sprecata, che ormai rasenta lo scandalo.
Questa volta lo stimolo nasce da un trafiletto dell'Unione Sarda, che segnala, nel giornale di ieri, che la piazza sopraelevata è chiusa da mesi, e che gli abitanti di S.Benedetto chiedono la riapertura almeno del passaggio pedonale che collega le due vie.
Io non sono d'accordo: la piazza va riaperta tutta al più presto, non solo i passaggi pedonali: la riapertura di un solo camminamento costituirebbe la scusa per lasciare il resto chiuso chissà per quanto altro tempo! E' da riaprire al più presto nella sua interezza e funzione, magari con qualche miglioria (alberi, magari in tinozze, gazebo, tende......) fra quelle che avevo proposto nei miei precedenti interventi, sopra citati: è possibile che un quartiere come S.Benedetto non abbia diritto a vivere questo spazio in maniera compiuta, e per tutte le stagioni?
Sento già la critica, peraltro purtroppo vera: sono stati gli atti vandalici a costringere l'amministrazione alla chiusura. Vecchia questione, a cui però si può ovviare, almeno in parte: telecamere, frequenza dei cittadini durante tutta la giornata, affidamento di supervisione e segnalazione anomalie a qualche cittadino volenteroso del quartiere, oltre alla chiusura notturna; in caso contrario rischiamo di avvitarci nella spirale del degrado!
Aggiungo anche un'altra idea: trasformare una parte della piazza, anche piccola, in orto urbano, di cui si sente tanto parlare da parte di alcuni amministratori del verde pubblico: l'affidamento a gruppi di cittadini di porzioni di terra coltivabile costituirebbe un elemento in più per sviluppare il sentimento di appartenenza della cittadinanza a queste piazze.
Esortazione finale: vogliamo evitare che questo giardino pensile, nato male da "cattivo sentire", di rabbia e di ripicca, finisca peggio? Allora forza, occorre che i cittadini, soprattutto quelli del quartiere, facciano risentire la loro voce, forte e chiara!
Questa volta lo stimolo nasce da un trafiletto dell'Unione Sarda, che segnala, nel giornale di ieri, che la piazza sopraelevata è chiusa da mesi, e che gli abitanti di S.Benedetto chiedono la riapertura almeno del passaggio pedonale che collega le due vie.
Io non sono d'accordo: la piazza va riaperta tutta al più presto, non solo i passaggi pedonali: la riapertura di un solo camminamento costituirebbe la scusa per lasciare il resto chiuso chissà per quanto altro tempo! E' da riaprire al più presto nella sua interezza e funzione, magari con qualche miglioria (alberi, magari in tinozze, gazebo, tende......) fra quelle che avevo proposto nei miei precedenti interventi, sopra citati: è possibile che un quartiere come S.Benedetto non abbia diritto a vivere questo spazio in maniera compiuta, e per tutte le stagioni?
Sento già la critica, peraltro purtroppo vera: sono stati gli atti vandalici a costringere l'amministrazione alla chiusura. Vecchia questione, a cui però si può ovviare, almeno in parte: telecamere, frequenza dei cittadini durante tutta la giornata, affidamento di supervisione e segnalazione anomalie a qualche cittadino volenteroso del quartiere, oltre alla chiusura notturna; in caso contrario rischiamo di avvitarci nella spirale del degrado!
Aggiungo anche un'altra idea: trasformare una parte della piazza, anche piccola, in orto urbano, di cui si sente tanto parlare da parte di alcuni amministratori del verde pubblico: l'affidamento a gruppi di cittadini di porzioni di terra coltivabile costituirebbe un elemento in più per sviluppare il sentimento di appartenenza della cittadinanza a queste piazze.
Esortazione finale: vogliamo evitare che questo giardino pensile, nato male da "cattivo sentire", di rabbia e di ripicca, finisca peggio? Allora forza, occorre che i cittadini, soprattutto quelli del quartiere, facciano risentire la loro voce, forte e chiara!
lunedì 14 gennaio 2013
La scommessa in manutenzione
Vi ricordate che nel giugno dell'anno scorso (post del 20/6/12) vi avevo parlato di una scommessa del Comune di Cagliari per lo spiazzo fra via Fleming e via Darwin? Ve ne avevo parlato perchè per la prima volta in città (e fra le prime volte in Italia) si sperimentava, e si inaugurava proprio in quei giorni, un parcheggio pubblico su prato, molto citato anche dalla stampa locale.
Ecco a sinistra una delle fotografie del giugno scorso, ripresa dal post citato: certo l'aspetto del prato non era il massimo, ma occorreva dargli tempo, e consentire l'acclimatazione.
Alcuni giorni fa l'Unione Sarda è tornata sull'argomento, ed ha presentato il parcheggio come in fase di ultimazione, cioè come se non fosse stato mai aperto.
Allora sono andato a toccare con mano, ed ecco la situazione:
il parcheggio, inagibile e recintato per i lavori in corso, è stato completamente rifatto, e la nuova erbetta sta spuntando.
Ora, trattandosi di un esperimento/scommessa, un intervento di manutenzione anche radicale, e sicuramente costoso come questo, ci può stare, sperando che questa sia la volta buona; quello che non è accettabile è che si vogliano prendere in giro i cittadini, facendo passare questo intervento come un primo rilascio e non per quello che è, una manutenzione per cattivo esito.
Io non so se la responsabilità sia del giornale o dell'amministrazione comunale, o probabilmente sarà condivisa, nè so se ci sia dolo o meno, quello che è certo è la scorrettezza.
Detto questo, io confido ancora che l'esperimento abbia successo, che non sia troppo costoso o troppo condizionato dalla nostra realtà climatica; vedremo i prossimi mesi.
Allora, per non concludere con l'amaro in bocca, vi lascio con una foto, sempre ripresa in quello spiazzo, del simpatico e buffo frutto di una delle Chorisie lungo la via Fleming.
giovedì 10 gennaio 2013
Il boschetto, fra rotatorie e circonvallazione
Il verde di cui parliamo oggi appartiene alla categoria che ha il ruolo particolare, ma importantissimo, di alleggerire l'impatto visivo negativo che hanno svincoli, rotatorie ed in genere le infrastrutture dedicate al traffico automobilistico.
Abbiamo già affrontato l'argomento, attribuendo addirittura un'anima ad alcune rotatorie (post del 31/1/11), ma oggi vi porto nella quintessenza della categoria, e cioè in un boschetto incastonato fra due rotatorie, una circonvallazione ed una strada di grande traffico; e se dico che una delle rotatorie è quella, qui fotografata,
che connette via S.Maria Chiara con via Cadello, via dei Valenzani e l'asse mediano di scorrimento, non credo di dover aggiungere altro. Siamo nel centro del traffico e del correlato inquinamento automobilistico.
Ecco perchè il verde di cui vi parlo è ancora più importante; già l'interno della rotatoria citata è molto curato, ed ospita fra l'altro un enorme rampicante di vite canadese, ora in quiescenza, che fa bella mostra di sè sulle travi che sorreggono l'asse mediano. Ma è solo l'inizio, perchè il boschetto di cui parliamo risale per un bel tratto fra la circonvallazione e via Jenner, fino a raggiungere l'altra rotatoria, anch'essa ben curata: un'oasi di verde, con prato e tanti alberi grandi e sani.
Ecco a destra un gruppetto di alberi di Falso pepe, Schinus molle, carichi di frutti; qui sotto invece un filare di Olivi, dalla parte della rotatoria piccola.
Attorno agli Olivi ci sono cespugli, di Rosmarino ed altre specie mediterranee; qui sotto una vista d'insieme, su via Jenner, dove riconosciamo Carrubi e Lecci.
Insomma, veramente un bello spazio, ben tenuto e che svolge un ruolo essenziale; peccato che non sia frequentato da persone, intese come pedoni passeggianti, come si deduce, spiace dirlo, dalla grande pulizia dell'insieme e dall'assenza dei "residui" lasciati dall'uomo.
Io ho percorso questo boschetto per un quarto d'ora circa, e non ho scorto traccia di essere che non fosse automunito, se si esclude questo buffo animaletto col cilindro (un coniglietto, un cane?) che sembra chiedersi che cosa ci faccia io lì, piuttosto che il viceversa.
Concludendo, complimenti a chi ha in cura questo spazio, e ricordiamocene, prima di criticare sempre e comunque gli amministratori del verde cittadino.
Abbiamo già affrontato l'argomento, attribuendo addirittura un'anima ad alcune rotatorie (post del 31/1/11), ma oggi vi porto nella quintessenza della categoria, e cioè in un boschetto incastonato fra due rotatorie, una circonvallazione ed una strada di grande traffico; e se dico che una delle rotatorie è quella, qui fotografata,
che connette via S.Maria Chiara con via Cadello, via dei Valenzani e l'asse mediano di scorrimento, non credo di dover aggiungere altro. Siamo nel centro del traffico e del correlato inquinamento automobilistico.
Ecco perchè il verde di cui vi parlo è ancora più importante; già l'interno della rotatoria citata è molto curato, ed ospita fra l'altro un enorme rampicante di vite canadese, ora in quiescenza, che fa bella mostra di sè sulle travi che sorreggono l'asse mediano. Ma è solo l'inizio, perchè il boschetto di cui parliamo risale per un bel tratto fra la circonvallazione e via Jenner, fino a raggiungere l'altra rotatoria, anch'essa ben curata: un'oasi di verde, con prato e tanti alberi grandi e sani.
Ecco a destra un gruppetto di alberi di Falso pepe, Schinus molle, carichi di frutti; qui sotto invece un filare di Olivi, dalla parte della rotatoria piccola.
Attorno agli Olivi ci sono cespugli, di Rosmarino ed altre specie mediterranee; qui sotto una vista d'insieme, su via Jenner, dove riconosciamo Carrubi e Lecci.
Insomma, veramente un bello spazio, ben tenuto e che svolge un ruolo essenziale; peccato che non sia frequentato da persone, intese come pedoni passeggianti, come si deduce, spiace dirlo, dalla grande pulizia dell'insieme e dall'assenza dei "residui" lasciati dall'uomo.
Io ho percorso questo boschetto per un quarto d'ora circa, e non ho scorto traccia di essere che non fosse automunito, se si esclude questo buffo animaletto col cilindro (un coniglietto, un cane?) che sembra chiedersi che cosa ci faccia io lì, piuttosto che il viceversa.
Concludendo, complimenti a chi ha in cura questo spazio, e ricordiamocene, prima di criticare sempre e comunque gli amministratori del verde cittadino.
sabato 5 gennaio 2013
Oggi ci siamo, domani chissà......3a puntata
Eh sì, ogni tanto mi tocca raccontare di sparizioni di piante cittadine, qualche volta motivate altre volte no, proseguendo il reportage iniziato con l'Araucaria di via Agostino di Castelvì (post 7/6/12), e proseguito con un'altra Araucaria, accompagnata da un grande rampicante, in via Satta (post 30/7/12).
Oggi vi parlo invece di una Grevillea robusta, e proprio dell'esemplare con il quale questo bell'albero è stato citato per la prima volta nel blog (post del 1/12/10). Eccolo qui sotto a sinistra, mentre a destra è la situazione ad oggi.
Un taglio radicale ed, hop, sparito l'albero! O meglio, ridotto ad un moncherino di tronco, che si intravvede tristemente al di sopra del cespuglio di bordura. Perchè? Non mi sembra che l'albero fosse molto invadente, nè mi risulta che queste piante siano particolarmente aggressive con le radici. Le altre possibili ragioni mi sembrano francamente risibili rispetto alla bellezza di un albero con molti decenni di vita alle spalle.
Voi mi direte: è una proprietà privata, fanno quello che gli pare; ebbene, io non sono d'accordo, non del tutto. Un albero privato che ha una valenza estetica pubblica, nel senso che prospetta su una via e può essere goduto da tutti, non dovrebbe poter essere eliminato come si farebbe con un vecchio muro.
Io so per esempio che nelle comunioni di S.Margherita di Pula nessuno può permettersi di eliminare un Pino, pur vegetante nella sua proprietà privata, se non ottiene il preventivo consenso della Forestale; ecco, anche in città bisognerebbe inventarsi una qualche regola del genere.
Ve ne racconto un'altra: una bella Palma delle Canarie, velocemente trattata a motosega, come si vede dalla foto sotto.
Direte: era stata colpita dal Punteruolo rosso! Rispondo: manco per niente, era sanissima, ma i condomini hanno pensato bene che era meglio premunirsi, perchè se fosse stata colpita, chissà quanti soldi avrebbero dovuto spendere per il corretto smaltimento, e allora, meglio giocare d'anticipo!!
Morale della favola: rinnovo ai privati, condomini, amministratori del verde, giardinieri, amministratori di condominio, la preghiera: pensateci non una ma dieci volte, prima di eliminare un albero adulto, e che le ragioni siano valide ed inoppugnabili!
Oggi vi parlo invece di una Grevillea robusta, e proprio dell'esemplare con il quale questo bell'albero è stato citato per la prima volta nel blog (post del 1/12/10). Eccolo qui sotto a sinistra, mentre a destra è la situazione ad oggi.
Un taglio radicale ed, hop, sparito l'albero! O meglio, ridotto ad un moncherino di tronco, che si intravvede tristemente al di sopra del cespuglio di bordura. Perchè? Non mi sembra che l'albero fosse molto invadente, nè mi risulta che queste piante siano particolarmente aggressive con le radici. Le altre possibili ragioni mi sembrano francamente risibili rispetto alla bellezza di un albero con molti decenni di vita alle spalle.
Voi mi direte: è una proprietà privata, fanno quello che gli pare; ebbene, io non sono d'accordo, non del tutto. Un albero privato che ha una valenza estetica pubblica, nel senso che prospetta su una via e può essere goduto da tutti, non dovrebbe poter essere eliminato come si farebbe con un vecchio muro.
Io so per esempio che nelle comunioni di S.Margherita di Pula nessuno può permettersi di eliminare un Pino, pur vegetante nella sua proprietà privata, se non ottiene il preventivo consenso della Forestale; ecco, anche in città bisognerebbe inventarsi una qualche regola del genere.
Ve ne racconto un'altra: una bella Palma delle Canarie, velocemente trattata a motosega, come si vede dalla foto sotto.
Direte: era stata colpita dal Punteruolo rosso! Rispondo: manco per niente, era sanissima, ma i condomini hanno pensato bene che era meglio premunirsi, perchè se fosse stata colpita, chissà quanti soldi avrebbero dovuto spendere per il corretto smaltimento, e allora, meglio giocare d'anticipo!!
Morale della favola: rinnovo ai privati, condomini, amministratori del verde, giardinieri, amministratori di condominio, la preghiera: pensateci non una ma dieci volte, prima di eliminare un albero adulto, e che le ragioni siano valide ed inoppugnabili!
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