Il titolo di questo post, un po' buffo e un po' bizzarro, è l'ultimo verso di una famosa canzone patriottica risorgimentale (La bandiera dei tre colori), dedicata alla nostra bandiera in odio a quella austriaca gialla e nera.
E' una canzone che gli over cinquanta sicuramente conoscono, sia per averla studiata e cantata tale e quale negli anni dell'infanzia, sia per averla ritrovata da adulti, soprattutto in cori urlati, nelle molte versioni basate sulla musica, ma con parole completamente diverse. Io per esempio ricordo bene la versione da soldato, utilizzata come una delle canzoni dei congedanti.
Bene, chiedendo venia per questa digressione, il titolo vuole richiamare un cespuglio, molto caro a noi sardi, che in questo periodo è vestito appunto dei tre colori della bandiera, contemporaneamente presenti: il verde delle foglie, il bianco dei fiori, il rosso dei frutti. Sto parlando, molti di voi l'avranno già capito, del Corbezzolo, Arbutus unedo.
Ed eccoli i Corbezzoli, a sinistra in versione cittadina del parco di S.Michele (post del 4/12/11), ed a destra nella versione più ricca di un esemplare nelle campagne di Pula. L'esemplare cittadino è lo stesso già fotografato l'anno scorso per il post citato, rileggendo il quale mi è tornato in mente l'aggancio con la bandiera italiana.
Non ho peraltro inventato niente, dato che tale aggancio era stato evidenziato già dal Vannelli, che segnalava l'ottimo secondo piazzamento del Corbezzolo in un concorso su scala nazionale degli anni '70 per l'identificazione dell'albero meglio rappresentativo della Nazione.
Al di là del conosciutissimo ed apprezzato frutto, voglio segnalare la bellezza e delicatezza dei grappoli penduli di fiorellini con corolla orceolata, cioè a forma di piccolo orcio con bocca stretta e pancia gonfia.
Purtroppo i fiori sono poco resistenti, nel senso che basta una pioggia battente per farne strage, trasformandoli in un bianco tappeto ai piedi del cespuglio: bello il tappeto, ma irrimediabilmente perduto l'effetto bandiera!