Questo post è una piccola cronaca per immagini che racconta come molti cagliaritani, e non cagliaritani, trascorrono alcune ore della serata al Parco della Musica per contrastare l’afa di questi giorni; il tutto senza trascurare, naturalmente, la nostra mission di parlare di alberi.
Quando io ero bambino il grosso dei cagliaritani si concentrava a “sbentiare” a Buoncammino, nella passeggiata di fronte alle carceri, e mi ricordo le lente “vasche” sotto i Pini d’Aleppo ed i gruppi di persone raccolti attorno alle panchine a chiacchierare, con molti anziani che si portavano la seggiolina, e le signore con il ventaglio.
Quel mondo è scomparso, ma non sono scomparsi i cagliaritani in cerca di refrigerio, che però non si ritrovano in un unico posto ma si distribuiscono nei vari parchi che oggi abbelliscono la città.
Sotto questo aspetto il Parco della Musica (post del 15/5/11), pur essendo uno degli ultimi ed essendo, ancora, poco dotato di grandi alberi, ha un valore in più, costituito dall’acqua del “ruscelletto” che lo attraversa e dalle fontane zampillanti, che danno un tocco di freschezza all’insieme. Ed ecco la breve cronaca visiva.
"Vista d'insieme". Lo specchio d'acqua, con le persone sulle panchine dell'argine e lo skyline di Castello al tramonto.
"Anziane e badanti in relax". Sullo sfondo, un bel cespuglio di Russelia equisetiformis fiorito.
"Spruzzi e Palme". Si nota la qualità del prato, omogeneo e ben rasato.
"La torre e la Tipuana". Le giovani Tipuane del parco (post del 20/11/11) stanno crescendo velocemente, e presto saranno veri ed ombrosi alberi di grande valenza estetica.
"Guardando gli spruzzi". Forse stanno valutando se andarci dentro, per rendere effettivo il refrigerio.
"Il riflesso delle Palme". Alcune Archontophoenix Alexandrae (post del 29/1/11) si specchiano, alla maniera di Narciso, nel ruscelletto.
In conclusione, confermo il giudizio positivo già dato su questo parco, anche per il suo ruolo sociale, ma con una critica importante: l'acqua del ruscelletto comincia ad essere sporca e schiumosa (come si nota anche nell'ultima foto). Il rischio che un elemento di bellezza si trasformi in un acquitrino maleodorante c'è, ed occorre assolutamente contrastarlo; allora, incrementare i ricicli ed i filtraggi dell'acqua, e, se occorre, rinunciare alle anatre!