E' sicuramente una scommessa quella che il Comune di Cagliari ha fatto per rinnovare lo sterrato fra via Fleming (parallela all'asse mediano, già via Sa Perda Bianca) e via Darwin, davanti all'Hotel Caesar's: infatti per prima volta in città viene sperimentata, su una superficie adibita a parcheggio auto, la tecnica dei prati armati (il cosiddetto, con brutto termine tecnico, parcheggio inerbito).
Questa tecnica vuole unire la bellezza del prato alla utilità del parcheggio, ed essendo costosa si giustifica solo in situazioni nelle quali il parcheggio non è sempre pieno, come risulta per lo spiazzo oggetto della nostra attenzione.
Ecco lo spiazzo fotografato domenica scorsa: come si vede il colore dominante del prato armato è il giallo, ma speriamo che sia solo un problema di acclimatazione. Occorre che i tecnici del verde urbano seguano
con molta attenzione questa fase di avvio, sia per verificare se a Cagliari
l'esperimento potrà essere ripetuto, sia per evitare il grosso spreco di denaro correlato ad un eventuale fallimento.
Se si riuscirà a vincere questa scommessa, lo spiazzo diventerà una realtà veramente gradevole: sono stati piantumati alberi e cespugli (Lecci, Pitosfori, Piracanta, Oleandri ) ma, soprattutto, sono stati
reimpiantati i preesistenti esemplari di Chorisia insignis/speciosa, cioè di alberi prediletti e più volte oggetto di attenzione nel blog (a partire dal 31/10/10).
Questi alberi si trovano lungo la direttrice dell'asse mediano; nella foto a sinistra, oltre ad uno degli esemplari di Chorisia citati, si nota il prato che, in questa parte non parcheggiabile, ha un aspetto ed una consistenza dignitosi.
Ecco ancora a destra la staccionata stile western e le Chorisie, che nel giro di poco tempo ci rallegreranno con i loro splendidi fiori, come già faceva una di loro quando questo spiazzo era un brutto sterrato. Comunque, per chi non si accontentasse di queste Chorisie, suggerisco quattro passi lungo via Darwin fino alla retrostante piazza Garau, dove troneggia un esemplare strepitoso.
Uno dei lati dello spiazzo si affaccia sul circolo bocciofilo, con una bella cornice di verde misto di cespugli ed alberi, ed un altro sul citato hotel, il cui muro di cinta è abbellito da una spalliera di Bougainvillea glabra (post 3/8/11).
In conclusione, ribadisco l'invito ai nostri amministratori del verde pubblico (che purtroppo potrebbe essere esteso a tutti gli amministratori di cosa pubblica italiani): ricordatevi che non basta fare, poi bisogna gestire!
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
venerdì 29 giugno 2012
lunedì 25 giugno 2012
Il Libanese ha fratelli?
Mi scrive Pierpaolo, con riferimento al post di probabile individuazione del Cedro del Libano a Cagliari (post del 23/5/12), per segnalarmi la probabile presenza di altri esemplari in un giardinetto pubblico di via S.Maria Chiara, angolo via dei Tigli.
Come ho già affermato, la distinzione fra una specie e l'altra dei Cedri (e per fortuna che le specie sono solo 3!) non è per niente semplice; non a caso nella frase precedente ho usato per due volte l'aggettivo "probabile".
Fatta questa doverosa premessa, non mi sottraggo dal tentare il riconoscimento. Innanzitutto, ecco gli esemplari segnalati da Pierpaolo.
Sono 3 belle piante (quella di sinistra un po' soffocata da un invadente Pino ), ma non mi sembrano Cedri del Libano, quanto piuttosto Cedri dell'Himalaya, Cedrus Deodara (post del 20/12/10).
Questi ultimi hanno infatti gli aghi più lunghi e cedevoli di quelli delle altre specie, come si vede dalla foto sotto:
gli aghi sembrano quasi "pettinabili", mentre nei Cedri del Libano e dell'Atlante sono dritti e rigidi.
Inoltre gli alberi del giardinetto di via S.M. Chiara sono slanciati ed a punta, mentre il Cedro del Libano tende ad assumere una forma larga e piatta.
Infine, mi sembra difficile che i giardinieri del Comune abbiano potuto mettere a dimora Cedri del Libano in uno spazio così relativamente ristretto, data la nota attitudine di questa specie ad occupare con gli anni spazi enormi.
Ringrazio Pierpaolo per la segnalazione e per averci fatto conoscere queste belle piante ma temo che per ora, almeno per le mie capacità di discernimento, il Libanese del post di maggio resti figlio unico.
Come ho già affermato, la distinzione fra una specie e l'altra dei Cedri (e per fortuna che le specie sono solo 3!) non è per niente semplice; non a caso nella frase precedente ho usato per due volte l'aggettivo "probabile".
Fatta questa doverosa premessa, non mi sottraggo dal tentare il riconoscimento. Innanzitutto, ecco gli esemplari segnalati da Pierpaolo.
Sono 3 belle piante (quella di sinistra un po' soffocata da un invadente Pino ), ma non mi sembrano Cedri del Libano, quanto piuttosto Cedri dell'Himalaya, Cedrus Deodara (post del 20/12/10).
Questi ultimi hanno infatti gli aghi più lunghi e cedevoli di quelli delle altre specie, come si vede dalla foto sotto:
gli aghi sembrano quasi "pettinabili", mentre nei Cedri del Libano e dell'Atlante sono dritti e rigidi.
Inoltre gli alberi del giardinetto di via S.M. Chiara sono slanciati ed a punta, mentre il Cedro del Libano tende ad assumere una forma larga e piatta.
Infine, mi sembra difficile che i giardinieri del Comune abbiano potuto mettere a dimora Cedri del Libano in uno spazio così relativamente ristretto, data la nota attitudine di questa specie ad occupare con gli anni spazi enormi.
Ringrazio Pierpaolo per la segnalazione e per averci fatto conoscere queste belle piante ma temo che per ora, almeno per le mie capacità di discernimento, il Libanese del post di maggio resti figlio unico.
martedì 19 giugno 2012
I fiori di montagna, a giugno
Come ogni tanto ci capita, facciamo una scappata fuori città, e parliamo di fiori di montagna. Io so pochissimo di cespugli e piante da fiore, come ho già avuto modo di dire, ma quando mi imbatto in bei fiori mi sembra giusto presentarveli.
Eccoci allora nel Gennargentu, Barbagia di Belvì, comune di Aritzo, complesso demaniale di Alase: bellissimi luoghi di montagna, dove fra l'altro scorre il Flumendosa. Il mese ideale per i fiori di montagna da queste parti è maggio, ma quest'anno siamo un po' in ritardo: ecco alcune cose che ho trovato.
Non credevo ai miei occhi quando le ho viste, dato che non mi risulta che il Lilium candidum cresca spontaneamente, ma evidentemente mi devo ricredere: infatti queste piantine si trovavano (e si troveranno ancora, spero!) su un piccolo costone roccioso, in una zona assolutamente isolata rispetto a qualsiasi presenza umana stanziale.
Ed ecco un fiore più comune, ma nemmeno poi tanto, dato che si trova a più di mille metri di quota: il fiore di un Cisto, per il quale non mi azzardo a proporre il nome scientifico. Faccio solo notare la bellezza dei petali stropicciati, caratteristici dei fiori di queste piante.
Infine, un primo piano di una Digitalis purpurea, pianta poco comune, ma numerosa in alcune zone vocate, come il Gennargentu.
Purtroppo la foto non è tutta bene a fuoco, ma basta per ammirare il fiore a campanule con la splendida maculatura interna: quale insetto potrebbe mai resistere ad una simile attrattiva?
Eccoci allora nel Gennargentu, Barbagia di Belvì, comune di Aritzo, complesso demaniale di Alase: bellissimi luoghi di montagna, dove fra l'altro scorre il Flumendosa. Il mese ideale per i fiori di montagna da queste parti è maggio, ma quest'anno siamo un po' in ritardo: ecco alcune cose che ho trovato.
Non credevo ai miei occhi quando le ho viste, dato che non mi risulta che il Lilium candidum cresca spontaneamente, ma evidentemente mi devo ricredere: infatti queste piantine si trovavano (e si troveranno ancora, spero!) su un piccolo costone roccioso, in una zona assolutamente isolata rispetto a qualsiasi presenza umana stanziale.
Ed ecco un fiore più comune, ma nemmeno poi tanto, dato che si trova a più di mille metri di quota: il fiore di un Cisto, per il quale non mi azzardo a proporre il nome scientifico. Faccio solo notare la bellezza dei petali stropicciati, caratteristici dei fiori di queste piante.
Infine, un primo piano di una Digitalis purpurea, pianta poco comune, ma numerosa in alcune zone vocate, come il Gennargentu.
Purtroppo la foto non è tutta bene a fuoco, ma basta per ammirare il fiore a campanule con la splendida maculatura interna: quale insetto potrebbe mai resistere ad una simile attrattiva?
domenica 17 giugno 2012
L'Albero di Fuoco a Cagliari
Mi scrive Michele, formulando la proposta di portare nel verde urbano cagliaritano la Delonix regia, comunemente nota in Italia come Albero di fuoco o, in altri paesi, come Flamboyant tree.
Michele, che ringrazio anche per i complimenti al blog, fa un parallelo con la Jacaranda mimosaefolia (post 30/10/10), ricordando giustamente che questo splendido albero era sconosciuto a Cagliari fino alla fine del 1800, e si è così bene acclimatato da avere oggi pacificamente (e profumatamente!) invaso la città.
Devo dire in tutta sincerità che non conoscevo, fino al ricevimento della mail di Michele, la Delonix regia, o meglio lo confondevo con un altro albero, il Brachychiton acerifolius, noto come Albero fiamma, presente all’Orto Botanico e del quale ho parlato nel blog (post del 7/6/11).
Allora, sono andato a vedere su Internet la Delonix regia e sembra adatta alla nostra città; oltre alla splendida fioritura ha anche una bella foglia e, contrariamente al citato albero fiamma dell’Orto Botanico che si fa pregare per fiorire, pare fiorisca regolarmente ed a lungo, durante la stagione estiva.
La Delonix appartiene alla stessa famiglia del Siliquastro e della Cesalpinia, presenti e ben apprezzate in città per la loro fioritura.
Detto questo, veniamo ai punti dolenti: una nuova specie arborea, per poter essere considerata acclimatata e quindi immessa nel verde pubblico o predisposta per la cessione ai privati, ha bisogno di lunghi periodi di attenzioni e cure da parte degli specialisti, nei luoghi deputati come i vivai forestali o l’Orto Botanico.
Ecco, queste cose si sostengono solo se ci sono soldi, dedizione e un forte stimolo dei cittadini, tutte cose che in questi anni mi pare che scarseggino.
Ecco perché, come nota giustamente Michele, le piantine di Delonix allevate nella “nursery” dell’Orto Botanico giacciono assieme a tante altre in stato di abbandono.
In conclusione, e ragionando su quello che manca, io lavoro nel mio piccolo sullo stimolo dei cittadini, sul resto ………….
venerdì 15 giugno 2012
Un altro fuggitivo
A più riprese abbiamo parlato delle piante scappate di casa, altrimenti dette fuggitive, fino dal post che inquadrava il popolo dei Ficus (post del 3/11/10, caposaldo del blog), con riferimento al Ficus benjamina, per poi proseguire con il Ficus elastica, le Schefflere e la Monstera deliciosa.
Queste piante, ed altre che dimentico, hanno a volte una doppia vita, in quanto nascono come piante d'appartamento ma vengono trasferite dai proprietari sulla piena terra, dove spesso danno luogo ad exploit strepitosi.
Ed oggi ne ho beccato un altro, di fuggitivo: si tratta di un Ficus benjamina variegata, che vegeta in un condominio di via Stoccolma, vicino all'edicola.
Guardate che bel portamento, e che dimensione ha raggiunto, tanto da poter essere definito un albero: altro che piantina d'appartamento!
E' bene che nessuno dica a questo Ficus che normalmente le specie variegate, ed in genere tutte le piante derivanti da ibridazioni, sono più delicate e deperiscono facilmente!
Queste piante, ed altre che dimentico, hanno a volte una doppia vita, in quanto nascono come piante d'appartamento ma vengono trasferite dai proprietari sulla piena terra, dove spesso danno luogo ad exploit strepitosi.
Ed oggi ne ho beccato un altro, di fuggitivo: si tratta di un Ficus benjamina variegata, che vegeta in un condominio di via Stoccolma, vicino all'edicola.
Guardate che bel portamento, e che dimensione ha raggiunto, tanto da poter essere definito un albero: altro che piantina d'appartamento!
E' bene che nessuno dica a questo Ficus che normalmente le specie variegate, ed in genere tutte le piante derivanti da ibridazioni, sono più delicate e deperiscono facilmente!
martedì 12 giugno 2012
L'Ontàno
L'Ontano, Alnus glutinosa, è un albero non raro in Sardegna, ma non è certo un albero di città. E' un albero di campagna, limitatamente a luoghi con caratteristiche molto precise, e cioè lungo fiumi, ruscelli, gole percorse dall'acqua.
L'Ontano viene infatti definito un albero tipico della vegetazione riparia, e lungo le rive può crescere in centinaia di esemplari segnando, se osservato dall'alto, il corso di un ruscello o l'incavo di una valle umida.
Per quanto detto non troviamo questo albero a Cagliari, ma in zone dell'interno ricche d'acqua, per esempio sui monti del Gennargentu, dato che si trova bene fino ad alta quota, almeno per i nostri parametri.
L'esemplare che vi presento è un anziano e maestoso Ontano che ho incontrato nelle campagne di Aritzo, notoriamennte ricche di una grande quantità di fontane; il nostro fa infatti da cornice ad una fontana.
L'Ontano è riconoscibile, oltre che per la sua predilezione per determinati luoghi, facilmente individuabili, pure per la presenza delle infruttescenze a forma di piccole pigne di 2-3 centimetri, che rimangono sulla pianta anche da secche, nonchè per le foglie leggermente appiccicose al tatto (da cui il nome glutinosa).
Infine una curiosità: l'Ontano appartiene alla stessa famiglia della Betulla, che però non è presente in Sardegna.
L'Ontano viene infatti definito un albero tipico della vegetazione riparia, e lungo le rive può crescere in centinaia di esemplari segnando, se osservato dall'alto, il corso di un ruscello o l'incavo di una valle umida.
Per quanto detto non troviamo questo albero a Cagliari, ma in zone dell'interno ricche d'acqua, per esempio sui monti del Gennargentu, dato che si trova bene fino ad alta quota, almeno per i nostri parametri.
L'esemplare che vi presento è un anziano e maestoso Ontano che ho incontrato nelle campagne di Aritzo, notoriamennte ricche di una grande quantità di fontane; il nostro fa infatti da cornice ad una fontana.
L'Ontano è riconoscibile, oltre che per la sua predilezione per determinati luoghi, facilmente individuabili, pure per la presenza delle infruttescenze a forma di piccole pigne di 2-3 centimetri, che rimangono sulla pianta anche da secche, nonchè per le foglie leggermente appiccicose al tatto (da cui il nome glutinosa).
Infine una curiosità: l'Ontano appartiene alla stessa famiglia della Betulla, che però non è presente in Sardegna.
giovedì 7 giugno 2012
Oggi ci siamo, domani chissà.....
Sì, il titolo non è propriamente ottimistico, ma è quello che mi è venuto in mente per rappresentare la storiella che vi voglio raccontare oggi; la quale storiella non riguarda gli esseri umani ma ovviamente gli alberi ( comunque, siete autorizzati a fare i debiti scongiuri).
C'era una volta un albero, e precisamente un esemplare di Araucaria Excelsa, tanto gradevole alla vista che era stato da me utilizzato come rappresentante della categoria per un post dedicato appunto alla signora Araucaria (post del 17/12/10). Ecco qui sotto la foto del post citato.
Vantavo la sua eleganza, e la capacità di adattarsi allo spazio angusto del condominio semplicemente curvandosi leggermente rispetto alla verticale.
Allora, vuoi che la curvatura rispetto alla verticale sia pericolosamente aumentata, vuoi che i condomini si siano stufati di ammirare e fare ammirare questa bella pianta, un bel giorno.... puff!, e la bella pianta è sparita, come si vede dalla foto sotto, scattata alcuni giorni fa.
Il titolare dell'edicola in basso a destra nelle foto mi ha detto che proprio l'assetto non verticale è stato il problema che ha fatto assumere la decisione drastica al condominio.
Ora, io non sono in grado di intervenire nelle scelte altrui, tanto meno in quelle di un condominio, ma è possibile che non ci fosse un'altra soluzione al problema? Detto che tutti conosciamo piante che vivono splendidamente, senza costituire alcun pericolo, piegate anche molto di più della nostra Araucaria, non si poteva intervenire sostenendo il tronco alla parete di prospetto del palazzo?
Un appello agli amministratori di condominio: prima di fare intervenire la motosega, provate a ragionare con i condomini e valutare soluzioni meno traumatiche, e soprattutto meno definitive!
C'era una volta un albero, e precisamente un esemplare di Araucaria Excelsa, tanto gradevole alla vista che era stato da me utilizzato come rappresentante della categoria per un post dedicato appunto alla signora Araucaria (post del 17/12/10). Ecco qui sotto la foto del post citato.
Vantavo la sua eleganza, e la capacità di adattarsi allo spazio angusto del condominio semplicemente curvandosi leggermente rispetto alla verticale.
Allora, vuoi che la curvatura rispetto alla verticale sia pericolosamente aumentata, vuoi che i condomini si siano stufati di ammirare e fare ammirare questa bella pianta, un bel giorno.... puff!, e la bella pianta è sparita, come si vede dalla foto sotto, scattata alcuni giorni fa.
Il titolare dell'edicola in basso a destra nelle foto mi ha detto che proprio l'assetto non verticale è stato il problema che ha fatto assumere la decisione drastica al condominio.
Ora, io non sono in grado di intervenire nelle scelte altrui, tanto meno in quelle di un condominio, ma è possibile che non ci fosse un'altra soluzione al problema? Detto che tutti conosciamo piante che vivono splendidamente, senza costituire alcun pericolo, piegate anche molto di più della nostra Araucaria, non si poteva intervenire sostenendo il tronco alla parete di prospetto del palazzo?
Un appello agli amministratori di condominio: prima di fare intervenire la motosega, provate a ragionare con i condomini e valutare soluzioni meno traumatiche, e soprattutto meno definitive!
sabato 2 giugno 2012
Eritrine in mostra
In una delle occasioni nelle quali ho parlato di questi alberi dalla splendida fioritura (post del 31/3/11), ho accennato alla sistemazione di alcuni esemplari in aiuole pubbliche e separatori di traffico, senza peraltro mostrare molto ottimismo sulla loro buona riuscita.
E invece devo dire che alcune Erythrine crista-galli pubbliche stanno riuscendo a fiorire, come vediamo per esempio
in questa foto, che riprende l'Eritrina dei giardinetti fra via Amat e via Pessina.
Anche meglio sta riuscendo a fare uno degli esemplari che vivono nello spartitraffico in fondo al viale Cimitero, come vediamo dalla foto sotto.
Questo alberello può a buon diritto entrare a fare parte della cerchia delle piante godibili anche senza scendere dall'auto, il cosiddetto "verde del semaforo" (post del 4/1/11 ed altri), anche se naturalmente, per osservare dettagli come quello della foto sotto, dall'auto bisogna pur scendere.
I fiori sono un po' pallidi, le foglie non sono particolarmente brillanti, il freddo di questo inverno avrà forse lasciato il segno, ma insomma non ci possiamo lamentare!
Certo, se vogliamo godere del meglio disponibile in città, dobbiamo fare un salto in via Boccaccio (post del 17/6/11 ed altri) dove abbiamo l'Erytrina cristagalli in piena esplosione dei fiori cremisi, incastonata fra i grandi Oleandri, enche essi in fiore. Ecco la testimonianza, che non necessita di ulteriori commenti:
E invece devo dire che alcune Erythrine crista-galli pubbliche stanno riuscendo a fiorire, come vediamo per esempio
in questa foto, che riprende l'Eritrina dei giardinetti fra via Amat e via Pessina.
Anche meglio sta riuscendo a fare uno degli esemplari che vivono nello spartitraffico in fondo al viale Cimitero, come vediamo dalla foto sotto.
Questo alberello può a buon diritto entrare a fare parte della cerchia delle piante godibili anche senza scendere dall'auto, il cosiddetto "verde del semaforo" (post del 4/1/11 ed altri), anche se naturalmente, per osservare dettagli come quello della foto sotto, dall'auto bisogna pur scendere.
I fiori sono un po' pallidi, le foglie non sono particolarmente brillanti, il freddo di questo inverno avrà forse lasciato il segno, ma insomma non ci possiamo lamentare!
Certo, se vogliamo godere del meglio disponibile in città, dobbiamo fare un salto in via Boccaccio (post del 17/6/11 ed altri) dove abbiamo l'Erytrina cristagalli in piena esplosione dei fiori cremisi, incastonata fra i grandi Oleandri, enche essi in fiore. Ecco la testimonianza, che non necessita di ulteriori commenti:
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