Mi piace chiamare ancora Istituto Agrario il luogo dove andiamo oggi, anche se tale Istituto non è più lì ormai da diversi decenni; mi piace perchè ci aiuta ad andare indietro nel tempo, e parlare di alberi che facevano parte di quella realtà.
Allora, dobbiamo immaginare che per entrare all'Agrario, passando da via Bacaredda, si doveva percorrere il lungo doppio filare di Ficus Retusa che oggi ornano la strada di servizio del parcheggio a pagamento (vedi post del 15/5/11). Percorso questo lungo viale si sfociava nel bello spiazzo, cuore di quello che oggi rimane del complesso di villa Muscas, e che ospita il Centro della Cultura Contadina, mentre allora era la sede della Presidenza della scuola. Pensate che la scuola arrivò a comprendere 20 ettari di terreno per le sue attività.
Dallo spiazzo si può accedere al cortile posteriore, che si affaccia sul Parco della Musica ed è a questo collegato, anche se il passaggio è tuttora chiuso.
E finalmente scopriamo l'oggetto del nostro post, cioè i 3 vecchi Gelsi, Morus alba (post del 21/4/11), che credo siano i più anziani in città, probabilmente ultracentenari. Nella foto a sinistra sono ripresi, attraverso le grate, dal
parco, mentre la foto a destra è ripresa dal cortile posteriore di villa Muscas. Si possono notare le rugosità dei vecchi tronchi contorti ed i nuovi rami cresciuti in maniera disordinata; le piante saranno a breve ripulite e potate, per restituire loro la dignità che meritano.
Mi piace immaginare come queste piante, tanti anni fa, saranno state utilizzate dai tecnici dell'Agrario per effettuare esperimenti di bachicoltura, e definire modalità di allevamento da trasferire agli agricoltori.
Mi sembra che questi tre Gelsi stiano proprio bene nell'ambito di un museo della Cultura contadina, potendo vantare, rispetto a macchinari, arnesi ed oggetti ivi conservati, qualcosa in più: sono vivi!