Il Carrubo, Ceratonia Siliqua, è uno degli alberi che preferisco, come sanno i lettori affezionati. Ne ho parlato in diverse occasioni ( la ricerca sul blog alla parola carrubo mi presenta 10 citazioni ), ma in particolare nel post di presentazione (post del 2/12/10) ed in quello sulla resistenza delle piante al caldo (post del 22/8/11), con allegata la foto dello splendido esemplare di piazza Garibaldi.
Oggi, prima di parlare degli aspetti gastronomici, vi presento, foto a sinistra, un esemplare dell'Orto Botanico nel pieno della fioritura, ripreso una decina di giorni fa; in questo modo parliamo dell'unico possibile difetto di questa pianta, e cioè l'odore sgradevole emanato dai fiori maschili durante una decina di giorni all'anno, appunto alla fine di ottobre.
A me pare una cosa del tutto insignificante, ma mi sembra corretto segnalarlo.
Passiamo ora agli aspetti gastronomici: tutti sappiamo che un tempo il legume del Carrubo, appunto la carruba, veniva mangiato dagli umani, e che oggi si usa solo per gli animali, mentre la farina ottenuta dai semi è usata in pasticceria.
Bene, oggi ho scoperto che c'è qualcuno che non ha mai smesso di (o ha ripreso a) utilizzare le carrube per l'alimentazione umana, ed ai massimi livelli di qualità e gusto. Un famoso gourmet italiano, il giornalista Davide Paolini, ha infatti scritto tempo fa un articolo sul domenicale del Sole 24 Ore, che trovate anche nel suo piacevole sito (http://www.gastronauta.it/), nel quale presenta e vanta la bontà delle preparazioni culinarie ottenute in Sicilia sia dai semi che dai baccelli.
Paolini si sofferma in particolare sui biscotti, preparati a Modica partendo dal semolato (dal quale pare che si ottenga anche ottima pasta fresca), e sui dessert (gelato, bignè, .... ), preparati a Ragusa partendo dalla polpa, dei quali si dichiara estasiato.
Se mi sbaglio mi scuso e farò ammenda, ma a me pare che in Sardegna nessuno stia sfruttando questa idea: che cosa aspettiamo? I nostri meravigliosi Carrubi meritano questa rivalutazione di eccellenza sul territorio, oltre allo sfuttamento per la pasticceria industriale globalizzata!