Ho preso lo spunto dal nome di un mitico gruppo musicale degli anni ’70 per presentarvi due cugini, gli Abeti ed i Larici, che con Cagliari hanno veramente poco a che fare (post del 1/11/2010), ma che proprio non possono mancare nel novero degli alberi che “bisogna” conoscere e riconoscere.
Questi due cugini appartengono al gruppo delle piante più antiche (le Gimnosperme) e meno evolute e, per citare una caratteristica peculiare, non producono fiori.
Le piante Gimnosperme che qui ci interessano sono quelle con le foglie ad ago, dette anche Aghifoglie; esse utilizzano per la riproduzione i cosiddetti coni (da cui anche il nome di Conifere), maschili e femminili nella stessa pianta, ed i coni femminili evolvono in pigne.
Non andiamo oltre con la classificazione, dato il carattere prettamente divulgativo del blog, ma abbiamo così individuato 3 elementi importanti per riconoscere e distinguere le Aghifoglie sulla base dell’osservazione della pianta: gli aghi, i coni, le pigne. Se aggiungiamo il portamento, il nostro bagaglio di strumenti è sufficiente per molte identificazioni.
Con le informazioni che vi ho dato in questa sede, e con quelle della pagina “La grammatica degli alberi”, proviamo a qualificare i due cugini di cui sopra.
Per gli abeti vi parlo dell’Abete rosso, Picea Abies, il più conosciuto da noi perché utilizzato come albero di Natale. E’ possibile che qualcuno sia riuscito, con cure, abilità e fortuna, a far crescere sano un Abete a Cagliari, magari dopo lo stress natalizio; sarei lieto di pubblicarne la foto, se uno dei lettori me la volesse mandare.
Il giovane esemplare della fotografia, ripreso nella conca Ampezzana, si presta bene al nostro esame, anche se è sotto attacco di afidi che generano la decolorazione degli aghi; questo attacco determina un effetto screziato che può apparire anche piacevole e per questo lo ho voluto proporre, ma che purtroppo è segno di malattia.
Gli aghi, primo segno di riconoscimento delle aghifoglie, sono nell’Abete corti e rigidi, singolarmente attaccati ai rami. Le pigne, qui in foto non ancora presenti, sono pendule, lunghe e strette. Il portamento è regolare, fusto dritto e palchi dei rami orizzontali.
Il Larice, Larix Decidua (anche le sue foto sono riprese nella conca Ampezzana quest’estate), si differenzia innanzitutto dall’Abete perché si spoglia d’inverno, come dice il suo nome. Gli aghi sono inseriti a ciuffi sui rami, e sono teneri. Le pigne sono piccole e quasi tonde, come si vede nella seconda foto. Anche il portamento è diverso da quello dell’Abete, perché i rami sono curvati verso il basso, per poi risalire alla fine del ramo stesso.
Come vedete dalla descrizione e dalle foto, i due cugini montani sono profondamente diversi, ma la gran parte di noi tuttora li confonde; ecco perché ho ritenuto di presentarvi questi splendidi abitanti dei nostri monti con le presenti brevi note.