Il foliage è il termine colto, nato negli USA (la parola significa letteralmente fogliame), per indicare lo scoloramento e la caduta delle foglie. E' uno spettacolo meraviglioso, che richiama, in questo periodo, migliaia di turisti nei posti giusti. La tavolozza dei colori che la natura sa mettere in campo è indescrivibile.
A Cagliari, purtroppo, non possiamo godere di questo spettacolo, come abbiamo già scritto l'anno scorso (p.es. post del 9/12/10) se non in misura molto ridotta, per esempio per i Ginkgo Biloba, a dicembre quando finalmente arriva il freddo.
Il foliage migliore si ha quando sono presenti varie specie spoglianti nello stesso paesaggio, perchè si accostano vari colori ed infinite sfumature. Fra le spoglianti più note, abbiamo citato gli Aceri, i Platani ed i Tigli; quest'anno aggiungiamo i Faggi, Fagus Sylvatica, bellissimo albero purtroppo non presente in Sardegna, e certamente non a Cagliari.
Vi presento allora due foto, una di un esemplare nel pieno rigoglio della fioritura primaverile (ripreso in Veneto sulla strada verso il Monte Grappa), l'altra di un gruppo ripreso alcuni giorni fa nella foresta del Cansiglio, sempre in Veneto, appunto in piena fase di foliage.
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
lunedì 31 ottobre 2011
venerdì 28 ottobre 2011
Compleanno
Oggi il blog Cagliarinverde compie un anno. Mi sembra una buona occasione per fare alcune riflessioni, condividendole con voi, sui contenuti inseriti in questo primo anno di vita e su come vogliamo proseguire.
Sono andato a rileggere gli obiettivi del blog, e mi sono chiesto se sono stati raggiunti, ed in che misura.
Beh, devo dire che i segnali sono contrastanti, sulla base di due elementi: ottimo riscontro sul numero di lettori, in continua e progressiva crescita nel 2011, ed invece riscontro mediocre sul numero delle e-mail inviate al blog per chiedere il riconoscimento di alberi o per trattare argomenti di carattere generale.
E’ la scoperta dell’acqua calda, dato che quanto accaduto a Cagliarinverde è il destino che accomuna la stragrande maggioranza dei blog, anche dei più famosi; però non nascondo di esserci rimasto un po’ male, come tutti quelli che non riescono a coinvolgere gli altri nella loro passione.
Forse il problema è proprio questo: io scrivo per me stesso prima che per gli altri, e questo non è il modo più efficace per offrire la merce, a meno di non essere come qualche politico di nostra conoscenza …..
Cercherò di migliorare, e sarà possibile perché ormai abbiamo un'ottima base sulla quale costruire: ho posizionato, classificato e presentato un centinaio di specie arboree diverse, per cui sarà più facile soddisfare le vostre curiosità, con gli opportuni rimandi; ho descritto molti angoli di città, definiti dalla relativa etichetta in calce al post, attraverso le piante che li abitano; ho navigato, anche se a volo d’uccello, nei parchi cittadini (Terramaini, Cipla, Monte Claro, dell’Autonomia, della Musica); infine, ma non ultimo per importanza, ho espresso critiche, anche pesanti, e formulato proposte agli amministratori del verde, basandomi esclusivamente sulle mie valutazioni: il blog, essendo frutto della sola passione, e non aspirando a riconoscimenti o prebende, non ha condizionamenti esterni di alcun genere.
Insomma, abbiamo detto molto, soprattutto in relazione al poco tempo da me dedicato, e molto ancora possiamo dire per ampliare la mappatura e la conoscenza degli alberi della nostra città: io non ho perso grinta e passione, voi non perdete, ed anzi magari incrementate, la vostra curiosità.
Grazie
mercoledì 26 ottobre 2011
Le Eritrine di Monte Claro
Vi voglio presentare oggi due giovani e rigogliosi esemplari di Erythrina Caffra, che fanno bella mostra di sè nel parco di Monte Claro, subito a destra dell'ingresso principale pedonale di via Cadello.
Ecco a sinistra uno dei due, ancora carico di foglie; ha un aspetto molto gradevole, anche se naturalmente il punto di forza di questi alberi è l'esplosione della fioritura rossa primaverile, della quale vi ho potuto dare solo un'idea per l'esemplare di via De Gioannis (post del 31/3/11).
Vi segnalo anche un altro esemplare, pure lui abbastanza giovane, che si trova all'Orto Botanico, in fondo a sinistra oltre alla zona delle roccaglie, risalendo verso la palazzina del Dipartimento. Eccolo a destra.
Di tutti gli esemplari citati ci possiamo godere in questo periodo il bel fogliame, con la foglia cuoriforme terminante a punta, ma naturalmente li aspettiamo al varco ad aprile prossimo per la fioritura.
Ecco a sinistra uno dei due, ancora carico di foglie; ha un aspetto molto gradevole, anche se naturalmente il punto di forza di questi alberi è l'esplosione della fioritura rossa primaverile, della quale vi ho potuto dare solo un'idea per l'esemplare di via De Gioannis (post del 31/3/11).
Vi segnalo anche un altro esemplare, pure lui abbastanza giovane, che si trova all'Orto Botanico, in fondo a sinistra oltre alla zona delle roccaglie, risalendo verso la palazzina del Dipartimento. Eccolo a destra.
Di tutti gli esemplari citati ci possiamo godere in questo periodo il bel fogliame, con la foglia cuoriforme terminante a punta, ma naturalmente li aspettiamo al varco ad aprile prossimo per la fioritura.
domenica 23 ottobre 2011
Il popolo dei Ficus cresce
Oggi parliamo di un'altra specie della famiglia dei Ficus, ossia di un altro membro del meraviglioso popolo (post del 3/11/10) che non smette di stupirci: il Ficus Bellengeri.
In realtà avevo già citato un esemplare di questo Ficus, parlando del parterre di piazza Matteotti (post del 24/9/11), ma senza averlo presentato: oggi saniamo questa mancanza.
Non potevo scattare altre immagini dell'esemplare citato, data la dimensione e la posizione, per cui sono andato a cercarne un altro, e lo ho naturalmente trovato all'Orto Botanico.
Come vedete, è anche questo un grande esemplare, e purtroppo non ben distinguibile da altre piante; questo problema riguarda diverse piante dell'Orto Botanico, la cui crescita in spazi ristretti ha comportato nei decenni qualche affastellamento.
Il Ficus Bellengeri ha foglie lanceolate, acute, che costituiscono una chioma folta e larga. La foglia è più piccola rispetto a quella del Magnolioides e dell'Elastica, ma più grande di quella del Rubiginosa; a differenza di queste 3 specie, non ha l'aspetto rossiccio che le caratterizza.
A destra vediamo i frutti, siconi globosi in coppia, non molto diversi da quelli dei cugini prima citati; la foglia invece, con le caratteristiche descritte, si può apprezzare nella foto sotto.
Come si vede, questo Ficus è veramente un bell'albero; infatti Vannelli ipotizzava che potesse in parte sostituire, dato anche che occupa spazi più ristretti, il Magnolioides nel verde pubblico. Non sembra però che il saggio consiglio sia stato seguito.
In realtà avevo già citato un esemplare di questo Ficus, parlando del parterre di piazza Matteotti (post del 24/9/11), ma senza averlo presentato: oggi saniamo questa mancanza.
Non potevo scattare altre immagini dell'esemplare citato, data la dimensione e la posizione, per cui sono andato a cercarne un altro, e lo ho naturalmente trovato all'Orto Botanico.
Come vedete, è anche questo un grande esemplare, e purtroppo non ben distinguibile da altre piante; questo problema riguarda diverse piante dell'Orto Botanico, la cui crescita in spazi ristretti ha comportato nei decenni qualche affastellamento.
Il Ficus Bellengeri ha foglie lanceolate, acute, che costituiscono una chioma folta e larga. La foglia è più piccola rispetto a quella del Magnolioides e dell'Elastica, ma più grande di quella del Rubiginosa; a differenza di queste 3 specie, non ha l'aspetto rossiccio che le caratterizza.
A destra vediamo i frutti, siconi globosi in coppia, non molto diversi da quelli dei cugini prima citati; la foglia invece, con le caratteristiche descritte, si può apprezzare nella foto sotto.
Come si vede, questo Ficus è veramente un bell'albero; infatti Vannelli ipotizzava che potesse in parte sostituire, dato anche che occupa spazi più ristretti, il Magnolioides nel verde pubblico. Non sembra però che il saggio consiglio sia stato seguito.
giovedì 20 ottobre 2011
La Paulonia di via Santa Gilla
Vi voglio presentare una pianta che ho scoperto recentemente, della quale conosco un unico esemplare a Cagliari: la Paulownia Tomentosa.
Questo albero si trova alla fine del nuovo complesso edilizio dei Fenicotteri, in via Santa Gilla, ed è in qualche modo un reperto archeologico, residuo dei tanti alberi che abitavano i terreni di pertinenza della Cementeria.
Come si vede è in condizioni abbastanza precarie, ed avrebbe bisogno di cure ed adeguate potature; fra l'altro il doppio tronco è soffocato da rampicanti.
Leggo che la Paulonia è un albero abbastanza presente nell'Italia settentrionale, dove orna parchi e giardini, ma non presente nel sud, e non ne conosco la ragione; offre in primavera una splendida fioritura profumata, per cui aspettiamo al varco il nostro esemplare, sperando che le condizioni precarie non gli impediscano di onorare il suo ciclo ripoduttivo.
Nel particolare della foto a destra notiamo le grandi foglie ed un grappolo di frutti, capsule di cui il nostro esemplare è attualmente carico.
Come notazione curiosa vi dirò che questa pianta, originaria della Cina, ha acquisito il nome scientifico in onore di una principessa russa, Anna Paulowna, mentre il "cognome" deriva dalla peluria che ricopre la pagina inferiore delle foglie ed i frutti.
Ecco infine uno scorcio della via Santa Gilla sul fronte del complesso edilizio, ripreso dalla Paulonia verso viale Trieste, con in fondo le palme che segnalano la piazza; la fotografia è benevola, dato che il complesso edilizio è tuttora caratterizzato da forte penuria di verde.
Questo albero si trova alla fine del nuovo complesso edilizio dei Fenicotteri, in via Santa Gilla, ed è in qualche modo un reperto archeologico, residuo dei tanti alberi che abitavano i terreni di pertinenza della Cementeria.
Come si vede è in condizioni abbastanza precarie, ed avrebbe bisogno di cure ed adeguate potature; fra l'altro il doppio tronco è soffocato da rampicanti.
Leggo che la Paulonia è un albero abbastanza presente nell'Italia settentrionale, dove orna parchi e giardini, ma non presente nel sud, e non ne conosco la ragione; offre in primavera una splendida fioritura profumata, per cui aspettiamo al varco il nostro esemplare, sperando che le condizioni precarie non gli impediscano di onorare il suo ciclo ripoduttivo.
Nel particolare della foto a destra notiamo le grandi foglie ed un grappolo di frutti, capsule di cui il nostro esemplare è attualmente carico.
Come notazione curiosa vi dirò che questa pianta, originaria della Cina, ha acquisito il nome scientifico in onore di una principessa russa, Anna Paulowna, mentre il "cognome" deriva dalla peluria che ricopre la pagina inferiore delle foglie ed i frutti.
Ecco infine uno scorcio della via Santa Gilla sul fronte del complesso edilizio, ripreso dalla Paulonia verso viale Trieste, con in fondo le palme che segnalano la piazza; la fotografia è benevola, dato che il complesso edilizio è tuttora caratterizzato da forte penuria di verde.
martedì 18 ottobre 2011
Un bel giardino rinnovato
Era stato un bel giardino, quello all'angolo fra via Dante e via De Gioannis, quando lì sorgeva l'Istituto Biochimico Sardo. Parlo di tanti anni fa ed il giardino, rustico ma rigoglioso, si fregiava di Pini, Palme e, troneggiante al centro, un maestoso esemplare di Fitolacca Dioica.
Dopo i tanti anni dell'abbandono, sia dei fabbricati che del giardino, c'era stato l'acquisto dell'area nei primi anni di questo secolo, i lavori di ricostruzione, il blocco per quesioni legali legate alla concessione edilizia, ed infine il completamento della nuova realtà, che restituisce la dignità perduta a tutta quell'area.
In questi giorni, per parlare di ciò che più ci interessa, fervono i lavori di sistemazione del giardino; ecco la situazione ad oggi.
Già si intuisce che sarà una bella realizzazione, con qualche recupero di preesistenti Pini e Palme ed inserimento di diverse nuove piante anziane; in particolare sono apprezzabili alcuni esemplari di Olivo e di Carrubo.
Sono state poi messe a dimora altre giovani piantine, e si stanno realizzando ampie zone di prato verde.
Io mi ero molto arrabbiato quando era stata eliminata la Fitolacca, ed avevo citato questo come esempio negativo nell'ambito di un ragionamento sulla liceità di eliminare o meno le piante "ad libitum" (post del 18/6/11), anche quando si tratti, come in questo caso, di verde privato.
Oggi devo prendere atto, e con molto piacere, che a quell'azione scriteriata si è posto rimedio, e con gli interessi! E' stato restituito alla città un ottimo scorcio di verde, ben visibile sia dai pedoni che dalle auto che transitano in via Dante e via De Gioannis, e che si connette idealmente al verde di San Saturnino e del cimitero.
Dopo i tanti anni dell'abbandono, sia dei fabbricati che del giardino, c'era stato l'acquisto dell'area nei primi anni di questo secolo, i lavori di ricostruzione, il blocco per quesioni legali legate alla concessione edilizia, ed infine il completamento della nuova realtà, che restituisce la dignità perduta a tutta quell'area.
In questi giorni, per parlare di ciò che più ci interessa, fervono i lavori di sistemazione del giardino; ecco la situazione ad oggi.
Già si intuisce che sarà una bella realizzazione, con qualche recupero di preesistenti Pini e Palme ed inserimento di diverse nuove piante anziane; in particolare sono apprezzabili alcuni esemplari di Olivo e di Carrubo.
Sono state poi messe a dimora altre giovani piantine, e si stanno realizzando ampie zone di prato verde.
Io mi ero molto arrabbiato quando era stata eliminata la Fitolacca, ed avevo citato questo come esempio negativo nell'ambito di un ragionamento sulla liceità di eliminare o meno le piante "ad libitum" (post del 18/6/11), anche quando si tratti, come in questo caso, di verde privato.
Oggi devo prendere atto, e con molto piacere, che a quell'azione scriteriata si è posto rimedio, e con gli interessi! E' stato restituito alla città un ottimo scorcio di verde, ben visibile sia dai pedoni che dalle auto che transitano in via Dante e via De Gioannis, e che si connette idealmente al verde di San Saturnino e del cimitero.
domenica 16 ottobre 2011
I valori del verde a Monte Claro
Una bella manifestazione, a cominciare dal titolo, quella che si sta svolgendo da venerdì a stasera nel parco provinciale di Monte Claro (post del 19/2/11, ma citato e fotografato anche nel post del 7/6/11 dedicato alle Sterculie).
Una manifestazione bella e interessante, che ha cercato di contemperare esigenze di informazione più specialistica con quelle divulgative e ludiche; mi pare che ci stia riuscendo, facilitata molto dalla cornice del parco: giudicate voi stessi dalle foto, se non lo avete già fatto di persona.
Io ho seguito il seminario, ed ho tratto la sensazione, da alcune cose dette con riferimento a grandi città europee ma anche ad Oristano e Cagliari, che il problema della nostra città sia non tanto la mancanza di verde, ma l'integrazione intelligente e sistemica fra le varie aree verdi in un progetto di insieme conosciuto e condiviso con i fruitori, cioè con noi tutti. Tutto questo in un ambito di rispetto e consapevolezza del verde da parte dei cittadini, che purtroppo manca.
In questo campo c'è da fare moltissimo, da parte dei genitori, della scuola, delle Istituzioni; non voglio fare prediche nè sermoni, mi limito a riproporre un mio chiodo fisso: dotare gli alberi, prima nei parchi e nei giardini pubblici, poi anche nelle strade, di una targa di identità. Questa idea, piccola e dal basso, sembra in contrasto con la necessità di approccio sistemico, dall'alto, di cui parlavo prima; invece no, le due cose si integrano perfettamente. La targhetta serve a rendere gli alberi qualcosa di diverso e più importante rispetto a un marciapiede, un cordolo di cemento o un tratto di asfalto, tanto per dire; serve a stimolare il cittadino, che legge, si incuriosisce e si informa, con l'aiuto del serbatoio informativo immenso di Internet; e forse, piano piano, rispetto, consapevolezza e partecipazione aumentano.
Ogni volta che propongo di intervenire in questo senso agli operatori del verde, ed anche venerdì lo ho fatto, mi si risponde: avevamo messo le targhette, ma sono state strappate. Sarà pur vero (ed ho qualche dubbio), ma così ci avvitiamo senza rimedio: bisogna insistere. Perchè, per esempio, Barcellona ha le targhette, anche nelle strade, e noi non possiamo averle?
Concludo tornando ai temi del seminario, per segnalarvi alcune altre idee interessanti esposte, da approfondire e delle quali seguire gli sviluppi:
il ripensamento dei parchi regionali non solo come sviluppo turistico, ma prima di tutto come nostro bene identitario;
il superamento delle aree verdi "forzate" rispetto al nostro clima ed ai nostri endemismi (no a enormi distese di prato inglese, no a enormi giardini di piante succulente.....);
la riqualificazione del verde privato nei vari quartieri di Cagliari, con stimoli ad adornare i balconi;
la rinascita degli orti urbani, sia ai fini del consumo ma anche decorativi;
la necessità di migliorare le tecniche di manutenzione e potatura degli alberi, riducendo nei limiti del possibile le capitozzature, e promuovendo maggiori competenze degli addetti a queste delicate operazioni.
Una manifestazione bella e interessante, che ha cercato di contemperare esigenze di informazione più specialistica con quelle divulgative e ludiche; mi pare che ci stia riuscendo, facilitata molto dalla cornice del parco: giudicate voi stessi dalle foto, se non lo avete già fatto di persona.
Io ho seguito il seminario, ed ho tratto la sensazione, da alcune cose dette con riferimento a grandi città europee ma anche ad Oristano e Cagliari, che il problema della nostra città sia non tanto la mancanza di verde, ma l'integrazione intelligente e sistemica fra le varie aree verdi in un progetto di insieme conosciuto e condiviso con i fruitori, cioè con noi tutti. Tutto questo in un ambito di rispetto e consapevolezza del verde da parte dei cittadini, che purtroppo manca.
In questo campo c'è da fare moltissimo, da parte dei genitori, della scuola, delle Istituzioni; non voglio fare prediche nè sermoni, mi limito a riproporre un mio chiodo fisso: dotare gli alberi, prima nei parchi e nei giardini pubblici, poi anche nelle strade, di una targa di identità. Questa idea, piccola e dal basso, sembra in contrasto con la necessità di approccio sistemico, dall'alto, di cui parlavo prima; invece no, le due cose si integrano perfettamente. La targhetta serve a rendere gli alberi qualcosa di diverso e più importante rispetto a un marciapiede, un cordolo di cemento o un tratto di asfalto, tanto per dire; serve a stimolare il cittadino, che legge, si incuriosisce e si informa, con l'aiuto del serbatoio informativo immenso di Internet; e forse, piano piano, rispetto, consapevolezza e partecipazione aumentano.
Ogni volta che propongo di intervenire in questo senso agli operatori del verde, ed anche venerdì lo ho fatto, mi si risponde: avevamo messo le targhette, ma sono state strappate. Sarà pur vero (ed ho qualche dubbio), ma così ci avvitiamo senza rimedio: bisogna insistere. Perchè, per esempio, Barcellona ha le targhette, anche nelle strade, e noi non possiamo averle?
Concludo tornando ai temi del seminario, per segnalarvi alcune altre idee interessanti esposte, da approfondire e delle quali seguire gli sviluppi:
il ripensamento dei parchi regionali non solo come sviluppo turistico, ma prima di tutto come nostro bene identitario;
il superamento delle aree verdi "forzate" rispetto al nostro clima ed ai nostri endemismi (no a enormi distese di prato inglese, no a enormi giardini di piante succulente.....);
la riqualificazione del verde privato nei vari quartieri di Cagliari, con stimoli ad adornare i balconi;
la rinascita degli orti urbani, sia ai fini del consumo ma anche decorativi;
la necessità di migliorare le tecniche di manutenzione e potatura degli alberi, riducendo nei limiti del possibile le capitozzature, e promuovendo maggiori competenze degli addetti a queste delicate operazioni.
lunedì 10 ottobre 2011
I cugini di montagna
Ho preso lo spunto dal nome di un mitico gruppo musicale degli anni ’70 per presentarvi due cugini, gli Abeti ed i Larici, che con Cagliari hanno veramente poco a che fare (post del 1/11/2010), ma che proprio non possono mancare nel novero degli alberi che “bisogna” conoscere e riconoscere.
Questi due cugini appartengono al gruppo delle piante più antiche (le Gimnosperme) e meno evolute e, per citare una caratteristica peculiare, non producono fiori.
Le piante Gimnosperme che qui ci interessano sono quelle con le foglie ad ago, dette anche Aghifoglie; esse utilizzano per la riproduzione i cosiddetti coni (da cui anche il nome di Conifere), maschili e femminili nella stessa pianta, ed i coni femminili evolvono in pigne.
Non andiamo oltre con la classificazione, dato il carattere prettamente divulgativo del blog, ma abbiamo così individuato 3 elementi importanti per riconoscere e distinguere le Aghifoglie sulla base dell’osservazione della pianta: gli aghi, i coni, le pigne. Se aggiungiamo il portamento, il nostro bagaglio di strumenti è sufficiente per molte identificazioni.
Con le informazioni che vi ho dato in questa sede, e con quelle della pagina “La grammatica degli alberi”, proviamo a qualificare i due cugini di cui sopra.
Per gli abeti vi parlo dell’Abete rosso, Picea Abies, il più conosciuto da noi perché utilizzato come albero di Natale. E’ possibile che qualcuno sia riuscito, con cure, abilità e fortuna, a far crescere sano un Abete a Cagliari, magari dopo lo stress natalizio; sarei lieto di pubblicarne la foto, se uno dei lettori me la volesse mandare.
Il giovane esemplare della fotografia, ripreso nella conca Ampezzana, si presta bene al nostro esame, anche se è sotto attacco di afidi che generano la decolorazione degli aghi; questo attacco determina un effetto screziato che può apparire anche piacevole e per questo lo ho voluto proporre, ma che purtroppo è segno di malattia.
Gli aghi, primo segno di riconoscimento delle aghifoglie, sono nell’Abete corti e rigidi, singolarmente attaccati ai rami. Le pigne, qui in foto non ancora presenti, sono pendule, lunghe e strette. Il portamento è regolare, fusto dritto e palchi dei rami orizzontali.
Il Larice, Larix Decidua (anche le sue foto sono riprese nella conca Ampezzana quest’estate), si differenzia innanzitutto dall’Abete perché si spoglia d’inverno, come dice il suo nome. Gli aghi sono inseriti a ciuffi sui rami, e sono teneri. Le pigne sono piccole e quasi tonde, come si vede nella seconda foto. Anche il portamento è diverso da quello dell’Abete, perché i rami sono curvati verso il basso, per poi risalire alla fine del ramo stesso.
Come vedete dalla descrizione e dalle foto, i due cugini montani sono profondamente diversi, ma la gran parte di noi tuttora li confonde; ecco perché ho ritenuto di presentarvi questi splendidi abitanti dei nostri monti con le presenti brevi note.
giovedì 6 ottobre 2011
I frutti del Clerodendro
Non credo di dover aggiungere molte parole a quelle già espresse nelle due precedenti occasioni in cui mi sono occupato di questo cespuglio, il Clerodendrum Trichotomum (post del 24/11/10 e post del 11/8/11 ) del Cimitero di Bonaria. Ricordo solo che, al di là del nome evocativo, il cespuglio di cui parliamo risulta, per le mie conoscenze, l'unico presente nel verde pubblico cittadino.
Il Clerodendro ha una bellissima fioritura, che vi ho presentato in agosto, ed una strepitosa fruttificazione, tuttora in corso, che vi presento qui sotto.
Il Clerodendro ha una bellissima fioritura, che vi ho presentato in agosto, ed una strepitosa fruttificazione, tuttora in corso, che vi presento qui sotto.
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