Questa è la terza volta che parlo di questo albero, la Melia Azedarach, uno dei miei preferiti perché umile e generoso. A rischio di ripetere quanto già detto nei precedenti post (2/11/10 e 17/3/11), noto che questo albero è umile perchè si adatta a quasi tutte le situazioni di terreno ed esposizione, ed è capace di vivere bene sia in libertà che curato in un giardino; è generoso perché offre aspetti di bellezza praticamente tutto l’anno, con il nostro clima.
Per consentirvi un raffronto stagionale ho fotografato lo stesso albero del post del 17 marzo scorso, cioè quello che si trova di fronte al ristorante la Fattoria di via dei Conversi, dove vive in piena libertà, circondato dalle erbacce e condividendo lo spazio con una piccola palma.
Siamo in pieno periodo di fioritura, come si può ammirare dalla foto sotto, ed i fiorellini violacei sono anche leggermente profumati.
I petali dei fiori, fra il bianco ed il lilla, comprendono al centro il tubetto degli stami, più scuro, che determina il colore violaceo dell'insieme.
Alcune drupe dell’anno scorso non sono ancora cadute, e consentono di ammirare la contemporanea presenza di foglie, fiori e frutti, come si vede dal particolare della foto.
Ricordo ancora come curiosità che il nome comune di questa pianta, Albero dei Rosari, deriva appunto dalla sua coltivazione nell'ambito dei monasteri per utilizzarne la drupa, o meglio il suo seme, per fabbricare rosari.