Avevo citato, nel discorso fatto, l'esemplare storico di via Giardini, dicendo che era l'albero più alto della città. Oggi sono stimolato a riprendere il discorso, riguardante questo particolare esemplare, da un bell'articolo di Lello Caravano su L'Unione Sarda di oggi 4 febbraio, di cui riporto lo stralcio che ci interessa:
"L'ALBERO DI 40 METRI Rina - oggi vedova, sei figli, sei nipoti - è una donna tenace. Mite ma decisa. Quando decide di battersi, non si ferma. Lo fece anni fa per la sua araucaria. Il monumento verde che sfiora i 40 metri d'altezza, un simbolo della città: domina il paesaggio, le radici sono saldamente piantate nel giardino di casa Loi-Congiu, vicolo settimo San Giovanni, a due passi dal convento delle monache Sacramentine. È un albero storico: sopravvissuto al tempo e alle bombe che squassarono Cagliari nel 1943 (e distrussero altri esemplari di questa pianta, come quello sul bastione di Saint Remy, crollato sotto la pioggia di proiettili insieme con l'arco poi ricostruito). A guerra finita, all'ombra dei suoi rami sempre verdi si ballava e si eleggeva miss araucaria. Anni fa, il Comune raccolse il suo appello e intervenne per salvare il patriarca verde un po' malandato. Quattro anni fa il gigante è stato dichiarato esemplare monumentale , il servizio del Verde pubblico ora garantisce cura e manutenzione. Pur di salvare il suo albero, Rina Congiu saliva i gradini e si presentava alla redazione del nostro giornale. L'ha fatto anche alcuni anni fa per sollecitare la realizzazione di un corrimano. E visto che nessuno le dava una risposta, si è rifatta ancora una volta le faticose scale. Come un tempo, lascia in segretaria le sue lettere: Congiu Bonaria (Araucaria) , è la sua firma. E tutti capiscono. Chiede solo che la sua richiesta (definirla protesta sarebbe troppo) arrivi sulla scrivania giusta".
Non voglio aggiungere alcunchè a questo racconto, ma lo porto all'attenzione dei miei lettori sia perchè è una delle poche occasioni in cui ormai i giornali parlano di alberi (che sia anche questo un segno dei tempi?), sia perchè trovo bellissimo, anche nell'assonanza, il modo di firmarsi della signora Bonaria: due signore, Bonaria ed Araucaria, in un sol colpo, il massimo!