Faccio seguito al post del 4/1/2011, Il verde del semaforo, per dedicare un altro post agli automobilisti, o meglio al verde che si può godere anche dall'auto o addirittura, come in questo caso, costituisce un tutt'uno con lo strumento che sostituisce il semaforo.
Parliamo infatti di rotatorie, e del loro ruolo di importanza crescente nell'arredo urbano; le loro oggettive qualità nello smistamento del traffico sono assodate, ma anche il loro impatto estetico negativo nell'utilizzo dello spazio pubblico è notevole, per cui il cittadino deve pretendere che questo impatto sia minimizzato attraverso l'intelligente utilizzo del verde.
E' per questo motivo che voglio segnalare una rotatoria, fra le tante, che è stata ben progettata e viene ben curata dal punto di vista che mi interessa, cioè il verde: è la rotatoria che da via Is Guadazzonis consente di immettersi nell'asse mediano, o in via Sa Perda Bianca, o verso Genneruxi. Eccola qui sotto.
E' ben curata, dicevo: non troppo affollata di piante, con un bel prato come base, circondata da zone di servizio anch'esse a verde.
Possiamo individuare alcune Phoenix Canariensis (post del 28/11/2010), una Washingtonia Robusta, medesimo post, ed un notevole cespuglio di Aloe Arborescens fiorito. Ci sono poi alcuni cespugli di palma nana, Chamaerops Humilis, praticamente privi di tronco.
Questo bell'impianto funge inoltre da sbocco al retrostante quartiere, e mi riferisco a vie come Fracastoro, Darwin, Cagna, Fermi, che sono molto dotate di verde, spesso privato ma godibile alla vista di tutti, che rende veramente piacevole una passeggiata. Ho scoperto anche una piazza, di cui non conoscevo l'esistenza, e cioè la piazza Generale Basso, che ospita bellissimi esemplari di Sterculia (post del 1/11/2010).
Oggi il cesto dei post propone...
Oggi il cesto dei post propone... Le stagioni della Melia
lunedì 31 gennaio 2011
sabato 29 gennaio 2011
Le Palme - Seconda puntata
Riprendo il discorso sulle Palme perchè il precedente post che affrontava l'argomento, del 28/11/2010, mi sembra un po' povero rispetto alla realtà cagliaritana. Lo scopo di non spaventare i lettori sintetizzando il tutto nei 3 generi Chamaerops, Phoenix e Washingtonia è assolutamente giusto, e mi complimento con me stesso per la scelta; però, Cagliari è così affollata, e sempre più, di palme, che è necessario ampliare il discorso.
Il nostro clima è, evidentemente, sempre più propizio a questi alberi, che si stanno acclimatando al meglio e, per dire, non escludo che qualche concittadino già gusti i datteri autoprodotti. A proposito di acclimatazione,
guardate questo bell'esemplare: non mi dite che non lo avete mai visto, perchè è in
piazza Repubblica, fra l'ottica Borriello ed il bar Matta. Orbene questo albero, che vive in una angusta aiuolina pubblica, ha fatto tutta la sua crescita qui, essendo in origine un piccolo virgulto (lo ricordo personalmente). Ha superato indenne tutti i pericoli legati alla esposizione sul marciapiede, nè credo abbia avuto particolari cure, eppure........
Nella foto a destra, il particolare dei grappoli di bacche, che dimostrano ulteriormente che le condizioni climatico-ambientali sono gradite da questa pianta. Chissà quanto crescerà ancora. L'unico problema di questo albero è il nome, perchè si tratta di un Archontophoenix Alexandrae che, evidentemente, non è facilissimo da portare per lui e da ricordare per noi; per fortuna è anche noto come Palma Alexandra, che mi pare decisamente meglio.
Nota aggiunta il 18/1/16: la classificazione corretta di questa Palma è Arecastrum romanzoffianum
La seconda pianta di cui vi voglio parlare è la Yucca, nome scientifico Yucca Gloriosa.
La Yucca non è propriamente una palma, perchè appartiene alla stessa famiglia dell'Agave, ed all'universo delle piante comunemente dette grasse, o meglio succulente; però con le palme condivide la classificazione sistematica (Divisione e Classe), quindi è più vicina a loro. Comunque è una pianta sempreverde, che d'estate getta delle belle infiorescenze con fiori a campanella. Il filare di Yucca della foto è, stranamente, utilizzato come pianta di confine in un condominio di via Boito.
Il nostro clima è, evidentemente, sempre più propizio a questi alberi, che si stanno acclimatando al meglio e, per dire, non escludo che qualche concittadino già gusti i datteri autoprodotti. A proposito di acclimatazione,
guardate questo bell'esemplare: non mi dite che non lo avete mai visto, perchè è in
piazza Repubblica, fra l'ottica Borriello ed il bar Matta. Orbene questo albero, che vive in una angusta aiuolina pubblica, ha fatto tutta la sua crescita qui, essendo in origine un piccolo virgulto (lo ricordo personalmente). Ha superato indenne tutti i pericoli legati alla esposizione sul marciapiede, nè credo abbia avuto particolari cure, eppure........
Nella foto a destra, il particolare dei grappoli di bacche, che dimostrano ulteriormente che le condizioni climatico-ambientali sono gradite da questa pianta. Chissà quanto crescerà ancora. L'unico problema di questo albero è il nome, perchè si tratta di un Archontophoenix Alexandrae che, evidentemente, non è facilissimo da portare per lui e da ricordare per noi; per fortuna è anche noto come Palma Alexandra, che mi pare decisamente meglio.
Nota aggiunta il 18/1/16: la classificazione corretta di questa Palma è Arecastrum romanzoffianum
La seconda pianta di cui vi voglio parlare è la Yucca, nome scientifico Yucca Gloriosa.
La Yucca non è propriamente una palma, perchè appartiene alla stessa famiglia dell'Agave, ed all'universo delle piante comunemente dette grasse, o meglio succulente; però con le palme condivide la classificazione sistematica (Divisione e Classe), quindi è più vicina a loro. Comunque è una pianta sempreverde, che d'estate getta delle belle infiorescenze con fiori a campanella. Il filare di Yucca della foto è, stranamente, utilizzato come pianta di confine in un condominio di via Boito.
martedì 25 gennaio 2011
Il falso Pioppo ed il vero Ficus
Devo scusarmi per aver fatto una identificazione sbagliata. Nel post del 14/11/2010, L'eleganza del Pioppo, ho preso un abbaglio, indicando come Pioppo un albero che invece è un Ficus, e precisamente un Ficus Religiosa. Già quando avevo scritto il post non ero convinto, ed avevo esternato qualche dubbio; però non avevo resistito a pubblicare, data la bellezza e l'eleganza dell'albero.
Dunque faccio ammenda con questo post e vi offro un'altra fotografia, anche se disturbata dal tronco di una vicina Washingtonia Robusta, che spero dia un'idea della bellezza di questa pianta di via S.Lucifero.
Pertanto possiamo aggiungere un'altra specie (questa volta sono sicuro dell'identificazione, fidatevi) al già numeroso popolo dei Ficus, affrontato nel post del 3/11/2010. Questo popolo non smette di riservarci sorprese, e spero ce ne riserverà ancora!
Non ritorno sulla eleganza della foglia, dal lungo picciolo all'apice appuntito, perchè ne ho già parlato; vi dico però che questo albero credo che sia un esemplare unico per Cagliari, ha origini indiane ed è considerato sacro dagli induisti. Inoltre, sempre in India, pare che ce ne sia un esemplare con più di 2000 anni di vita. In conclusione, occorre andare ad ammirarlo!
Dunque faccio ammenda con questo post e vi offro un'altra fotografia, anche se disturbata dal tronco di una vicina Washingtonia Robusta, che spero dia un'idea della bellezza di questa pianta di via S.Lucifero.
Ficus Religiosa - via S.Lucifero |
Pertanto possiamo aggiungere un'altra specie (questa volta sono sicuro dell'identificazione, fidatevi) al già numeroso popolo dei Ficus, affrontato nel post del 3/11/2010. Questo popolo non smette di riservarci sorprese, e spero ce ne riserverà ancora!
Non ritorno sulla eleganza della foglia, dal lungo picciolo all'apice appuntito, perchè ne ho già parlato; vi dico però che questo albero credo che sia un esemplare unico per Cagliari, ha origini indiane ed è considerato sacro dagli induisti. Inoltre, sempre in India, pare che ce ne sia un esemplare con più di 2000 anni di vita. In conclusione, occorre andare ad ammirarlo!
domenica 23 gennaio 2011
Piazza S.Cosimo
Ho promesso di occuparmi, ogni tanto, di angoli della città che presentino scorci caratteristici e nei quali, naturalmente, ci siano anche alberi da poter classificare ed ammirare.
E' con questo spirito che, dopo aver parlato della piazzetta di via S.Domenico (post del 11/12/2010) e di quella di S.Efisio (post del 21/11/2010), parlerò oggi di piazza S.Cosimo, nel quartiere di Villanova.
A Cagliari, come sappiamo, non abbiamo molte belle piazze, ma questa lo è sicuramente, sia per la presenza dello splendido complesso paleocristiano del patrono della città S.Saturnino, sia per la sistemazione a verde effettuata ormai diversi anni fa. Chi, come me, ha diversi decenni di vita alle spalle, ricorderà sicuramente lo stato di degrado in cui versava piazza S.Cosimo, ridotta ad uno sterrato polveroso occupato disordinatamente dalle auto parcheggiate: un altro mondo rispetto ad oggi!
Oggi la piazza, tutta pedonale, è circondata dagli alberi, ed altri alberi ha anche all'interno degli spiazzi pedonali: nell'immagine a destra vediamo sullo sfondo la Phoenix Dactilifera (post del 28/11/2010) che inquadra ed abbellisce la Basilica, in primo piano una aiuola con al centro alcune Cycas (post del 28/11/2010) e la bordura di Lantana Camara. Sul confine di sinistra, alcuni Lecci.
Proseguendo lungo il lato dirimpetto alla Basilica, il confine è delimitato da un filare di Jacarande, mentre più all'interno si notano due begli esemplari di Olivo, Olea Europaea.
Allo spigolo con via Logudoro alcuni altri Lecci, poi lungo la via Logudoro molte Jacarande.
Insomma una bella piazza, ed ancora più bella e ricca sarà quando verrà risistemato ed aperto al pubblico il terreno che circonda la Basilica, dotato di altri alberi. Non dimentichiamo infine, in occasione di una passeggiata, che siamo a due passi dal Parco della Rimembranza e dalle sue bellezze arboree (post del 10/11/2010 e del 14/11/2010) di fronte alla chiesa di S.Lucifero.
E' con questo spirito che, dopo aver parlato della piazzetta di via S.Domenico (post del 11/12/2010) e di quella di S.Efisio (post del 21/11/2010), parlerò oggi di piazza S.Cosimo, nel quartiere di Villanova.
A Cagliari, come sappiamo, non abbiamo molte belle piazze, ma questa lo è sicuramente, sia per la presenza dello splendido complesso paleocristiano del patrono della città S.Saturnino, sia per la sistemazione a verde effettuata ormai diversi anni fa. Chi, come me, ha diversi decenni di vita alle spalle, ricorderà sicuramente lo stato di degrado in cui versava piazza S.Cosimo, ridotta ad uno sterrato polveroso occupato disordinatamente dalle auto parcheggiate: un altro mondo rispetto ad oggi!
Oggi la piazza, tutta pedonale, è circondata dagli alberi, ed altri alberi ha anche all'interno degli spiazzi pedonali: nell'immagine a destra vediamo sullo sfondo la Phoenix Dactilifera (post del 28/11/2010) che inquadra ed abbellisce la Basilica, in primo piano una aiuola con al centro alcune Cycas (post del 28/11/2010) e la bordura di Lantana Camara. Sul confine di sinistra, alcuni Lecci.
Proseguendo lungo il lato dirimpetto alla Basilica, il confine è delimitato da un filare di Jacarande, mentre più all'interno si notano due begli esemplari di Olivo, Olea Europaea.
Allo spigolo con via Logudoro alcuni altri Lecci, poi lungo la via Logudoro molte Jacarande.
Insomma una bella piazza, ed ancora più bella e ricca sarà quando verrà risistemato ed aperto al pubblico il terreno che circonda la Basilica, dotato di altri alberi. Non dimentichiamo infine, in occasione di una passeggiata, che siamo a due passi dal Parco della Rimembranza e dalle sue bellezze arboree (post del 10/11/2010 e del 14/11/2010) di fronte alla chiesa di S.Lucifero.
giovedì 20 gennaio 2011
I contrasti invernali
Abbiamo già notato, in precedenti post, che Cagliari non è una città molto adatta per vivere i contrasti dei passaggi di stagione attraverso gli alberi che la abitano; il clima è temperato, praticamente non ci sono gelate, molte specie presenti hanno foglie persistenti e molte altre, che avrebbero foglia caduca, "fanno resistenza". Guardiamo per esempio le Jacarande (post del 30/10/2010) di via Dante, a tutt'oggi portano (e devo dire "con onore") le foglie dell'anno scorso.
Altri alberi invece fanno il loro dovere fino in fondo, come per esempio questi Pioppi che fungono da corona perimetrale ad un tratto del parco Terramaini (post del 11/01/2011), e mostrano il loro elegante scheletro. Come ho già detto, meglio spogliarsi completamente che tenersi addosso foglie o frutti esteticamente poco validi.
Poichè però non voglio chiudere con immagini tristi, e per confermare che anche l'inverno, da noi, può fornire esplosioni di fioritura esaltanti, ecco la situazione aggiornata della Acacia Dealbata (post del 9/01/2011) e della sua piumosità.
Altri alberi invece fanno il loro dovere fino in fondo, come per esempio questi Pioppi che fungono da corona perimetrale ad un tratto del parco Terramaini (post del 11/01/2011), e mostrano il loro elegante scheletro. Come ho già detto, meglio spogliarsi completamente che tenersi addosso foglie o frutti esteticamente poco validi.
Poichè però non voglio chiudere con immagini tristi, e per confermare che anche l'inverno, da noi, può fornire esplosioni di fioritura esaltanti, ecco la situazione aggiornata della Acacia Dealbata (post del 9/01/2011) e della sua piumosità.
lunedì 17 gennaio 2011
Il giardinetto del Banco e la Nolina
Il giardinetto di cui trattiamo oggi è quello del Banco di Sardegna, in viale Bonaria. In realtà è molto più vecchio della sede della banca, dato che era il giardino delle Ferrovie Complementari, e probabilmente ha più di un secolo di vita.
E' un giardino molto peculiare, come possiamo vedere dalla foto sottostante, caratterizzato da molte piante
rispetto alla superficie complessiva, tutte alte e quasi tutte palme, sia Washingtonie che Phoenix. Il giardinetto non è bello, ma ha un suo fascino per la particolarità delle piante ed il loro inserimento, ed il grosso pregio di nascondere alla vista un poco della "fiancata di nave" della banca.
Dicevo quasi tutte palme, perchè in realtà ci sono alcune altre piante significative, ed una assolutamente unica.
Fra le piante significative cito, al margine sinistro del giardino, la bellissima Parkinsonia Aculeata, già trattata nel post del 12 novembre 2010, che credo sia uno degli esemplari più anziani viventi a Cagliari; al margine destro, invece, c'è una Casuarina Cunninghamiana (post del 31 dicembre 2010).
L'esemplare unico, vera star del giardino, è una Nolina Recurvata (o Beaucarnea Recurvata), nota ai più come elegante pianta d'appartamento con il nome comune di "mangiafumo", e citata da Vannelli come "albero cipolla".
Eccola qui a sinistra, anche se purtroppo è soffocata da altre piante ed è impossibile fotografarla bene; si vede comunque che è alta diversi metri, ed ha foglie in ciuffo più lunghe di un metro.
E' una pianta originaria del Messico, e come altre piante che vivono in climi aridi ha sviluppato un rigonfiamento del piede (da qui il nome proposto da Vannelli) come personale deposito d'acqua, che possiamo apprezzare nel particolare a destra.
Questo esemplare è, che io sappia, l'unico libero a Cagliari; un altro è presente all'Orto Botanico ed un altro viene citato a villa Devoto, sede della presidenza della Regione Sarda (a proposito, quando verrà messo a disposizione dei cagliaritani lo splendido giardino della villa?)
E' un giardino molto peculiare, come possiamo vedere dalla foto sottostante, caratterizzato da molte piante
rispetto alla superficie complessiva, tutte alte e quasi tutte palme, sia Washingtonie che Phoenix. Il giardinetto non è bello, ma ha un suo fascino per la particolarità delle piante ed il loro inserimento, ed il grosso pregio di nascondere alla vista un poco della "fiancata di nave" della banca.
Dicevo quasi tutte palme, perchè in realtà ci sono alcune altre piante significative, ed una assolutamente unica.
Fra le piante significative cito, al margine sinistro del giardino, la bellissima Parkinsonia Aculeata, già trattata nel post del 12 novembre 2010, che credo sia uno degli esemplari più anziani viventi a Cagliari; al margine destro, invece, c'è una Casuarina Cunninghamiana (post del 31 dicembre 2010).
L'esemplare unico, vera star del giardino, è una Nolina Recurvata (o Beaucarnea Recurvata), nota ai più come elegante pianta d'appartamento con il nome comune di "mangiafumo", e citata da Vannelli come "albero cipolla".
Eccola qui a sinistra, anche se purtroppo è soffocata da altre piante ed è impossibile fotografarla bene; si vede comunque che è alta diversi metri, ed ha foglie in ciuffo più lunghe di un metro.
E' una pianta originaria del Messico, e come altre piante che vivono in climi aridi ha sviluppato un rigonfiamento del piede (da qui il nome proposto da Vannelli) come personale deposito d'acqua, che possiamo apprezzare nel particolare a destra.
Questo esemplare è, che io sappia, l'unico libero a Cagliari; un altro è presente all'Orto Botanico ed un altro viene citato a villa Devoto, sede della presidenza della Regione Sarda (a proposito, quando verrà messo a disposizione dei cagliaritani lo splendido giardino della villa?)
venerdì 14 gennaio 2011
Il povero Eucalipto
Povero, nel senso di "mischino" lo è sicuramente: credo che nessun albero a Cagliari abbia preso tante contumelie, negli ultimi decenni, come l'Eucalipto: non è un albero autoctono, è brutto, è disordinato, è aggressivo con le radici, è invadente, e chi più ne ha più ne metta.
Io non voglio difenderlo, ma attribuire una parte della responsabilità della sua brutta fama a chi, verso la metà del secolo scorso, ha invaso la Sardegna con questa pianta, facendocela trovare dappertutto e finendo per farcela odiare. Il tutto era stato fatto per sfruttare i suoi pregi funzionali, quali la validità come frangivento, la rapida crescita, la possibilità di estrarre utili olii essenziali ed ottenere un ottimo miele, l'ottenimento della cellulosa per la produzione della carta: vero, però si è sicuramente esagerato. L'Eucalipto poi ci ha messo del suo per peggiorare le cose, dimostrando una grande capacità riproduttiva anche da ceppaie segate alla base.
Detto questo, la sua presenza a Cagliari si è per fortuna molto ridotta, anche per la "voracità" delle radici: ecco un esemplare, piuttosto grosso ed anziano, ripreso a Marina Piccola. Credo che si tratti di un Eucalyptus Camaldulensis, il più comune in Sardegna: è caratterizzato da una foglia lunga, stretta e dritta (mentre il cugino Eucalyptus Globulus ha la foglia falciforme, cioè curva), e dalla scorza del tronco che si sfalda lasciando scoperta la corteccia bianca.
L'Eucalipto può raggiungere, per i nostri parametri, dimensioni ragguardevoli, fino a più di 20 metri; è originario dell'Australia, dove sono endemiche svariate specie, anche molto belle, e dove questi alberi possono superare di molto i 50 metri di altezza
Io non voglio difenderlo, ma attribuire una parte della responsabilità della sua brutta fama a chi, verso la metà del secolo scorso, ha invaso la Sardegna con questa pianta, facendocela trovare dappertutto e finendo per farcela odiare. Il tutto era stato fatto per sfruttare i suoi pregi funzionali, quali la validità come frangivento, la rapida crescita, la possibilità di estrarre utili olii essenziali ed ottenere un ottimo miele, l'ottenimento della cellulosa per la produzione della carta: vero, però si è sicuramente esagerato. L'Eucalipto poi ci ha messo del suo per peggiorare le cose, dimostrando una grande capacità riproduttiva anche da ceppaie segate alla base.
Detto questo, la sua presenza a Cagliari si è per fortuna molto ridotta, anche per la "voracità" delle radici: ecco un esemplare, piuttosto grosso ed anziano, ripreso a Marina Piccola. Credo che si tratti di un Eucalyptus Camaldulensis, il più comune in Sardegna: è caratterizzato da una foglia lunga, stretta e dritta (mentre il cugino Eucalyptus Globulus ha la foglia falciforme, cioè curva), e dalla scorza del tronco che si sfalda lasciando scoperta la corteccia bianca.
L'Eucalipto può raggiungere, per i nostri parametri, dimensioni ragguardevoli, fino a più di 20 metri; è originario dell'Australia, dove sono endemiche svariate specie, anche molto belle, e dove questi alberi possono superare di molto i 50 metri di altezza
martedì 11 gennaio 2011
Il parco Terramaini
Non è una mia priorità parlare dei parchi cittadini, sia perché esistono diversi siti che trattano l’argomento, sia perché lì le piante sono già(o dovrebbero essere, come vedremo poi) ben conosciute e catalogate; io preferisco segnalare le piante “libere” in giro per la città.
Questo non significa trascurarli o snobbarli, dato che i nostri parchi sono una bella realtà ed un orgoglio per Cagliari; per esempio l’altra mattina, pieno sole, ho fatto un giro nel parco di Terramaini e, come le volte precedenti, ne sono rimasto favorevolmente impressionato.
Prima degli alberi cito le persone, l’umanità che lo anima: mi sembra un’umanità serena, consapevole di essere in un bel posto accogliente e ben tenuto; questo vale sia per il gran numero di coloro che fanno jogging (sembrano distratti per l’ambiente che li circonda, ma non lo sono affatto, e se lo godono), sia per genitori e nonni con relativa progenie.
Ho percorso il parco in senso antiorario, partendo dall’ingresso a fianco al canale; questo ingresso si apre sul grande prato nel quale stanno crescendo bene un certo numero di alberi di Falso Pepe, Schinus Molle (post del 29/11/2010 e post del 8/12/2010) ed un esemplare di Ficus Elastica (post del 3/11/2010), con sottostanti panchine e tavolo, che “minaccia” di diventare nel giro di qualche anno un ottimo ombrello contro la calura estiva.
Così come il Ficus, anche le altre piante sono ancora giovani, e ci chiedono qualche anno di pazienza per offrire il loro meglio; il problema della calura però adesso non si pone, ed il parco è pienamente godibile.
e diversi cespugli sui nomi dei quali non mi azzardo, anche se c’è sicuramente il Viburno e la Tamerice, e forse anche il Ligustro. Ci sono poi piccoli esemplari di Carrubo e sulla sinistra Palme sia del genere Phoenix che Washingtonia, queste ultime che fanno da cornice al posto di ristoro.
Nella zona giochi ho notato alcuni esemplari, molto eleganti, di Ficus Rubiginosa (ricordate quelli del Lido, post del 3/11/2010).
Non vado oltre, perché occuperei pagine intere e probabilmente vi annoierei; ribadisco che questo parco è un posto di cui essere orgogliosi, anche perché, e sappiamo che a Cagliari non è facile, non solo è stato ben progettato e realizzato, ma sembra anche ben gestito, con attenzione e continuità.
A questo punto però non posso trattenermi dal formulare un critica ed un auspicio, rivolti al competente assessorato comunale ed ai sottostanti uffici: perché gli alberi non sono stati dotati di etichette di riconoscimento?
Non è difficile, dato che le piante sono tutte catalogate; non è costoso, dato che, una volta allocate, le etichette durano molti anni, e della manutenzione potrebbero occuparsi gli stessi che si occupano della manutenzione del verde; la presenza dei nomi innesca un circuito virtuoso, che inizia dalla curiosità del pubblico, prosegue con gli approfondimenti che ciascuno può fare per conto suo, si sviluppa con il maggiore rispetto che matura in noi per una cosa conosciuta rispetto ad una sconosciuta; infine, e non da ultimo, il circuito virtuoso alimenta il lavoro di chi si occupa professionalmente del verde, magari creando nuove occasioni di occupazione. In due parole, cultura e lavoro. Allora, che cosa osta?
Io, nel mio piccolo, continuerò a porre questa questione a chi di competenza, ma mi fa piacere condividere con voi questo tema.
domenica 9 gennaio 2011
Le tre Mimose
Dedico questo post alle Mimose, che è il nome comune con il quale vengono indicati tutti gli alberi che appartengono al genere Acacia (famiglia Leguminose), spesso molto diversi fra loro, ma che hanno come fattore comune la splendida fioritura di capolini con gli stami gialli.
Noi, in linea con lo spirito di questo blog, faremo qualche passo di approfondimento in più, ma non troppi per non cadere nello specialistico: ci limiteremo a riconoscere 3 diverse Acacie, da cui il titolo.
L'Acacia Saligna è la più comune e la meno bella, con foglie singole lunghe e strette (tecnicamente si chiamano fillodi), non molto resistente al vento e di aspetto spesso sgraziato, che si fa bella durante la fioritura di marzo.
L'esemplare a sinistra è fotografato a Marina Piccola; più in generale possiamo dire che queste minose si trovano in grande quantità sui pendii vicino al mare (p.es. Torre delle Stelle); in città, e aggiungo per fortuna, non ci sono più tanti esemplari.
Discorso molto diverso dobbiamo fare per la Acacia Dealbata, bell'albero con foglia composta bipennata, costituita da tantissime foglioline piumose. Guardate la delicatezza e la perfezione geometrica dell'ingrandimento a lato, che appartiene ad un alberello posto proprio all'ingresso del parco di Terramaini, sulla sinistra.
La Dealbata fiorisce molto prima della Saligna, e cioè adesso; l'esemplare del parco non è ancora fiorito, ma ne ho trovato uno che inizia la fioritura in via Machiavelli, e ve lo propongo qui sotto.
Forse meno bella come foglia, ma più affascinante per le bellissime spine, è l'Acacia Horrida:
guardate la perfezione delle lunghe spine coniche bianche, nel particolare che appartiene ad una bella ed anziana pianta che si trova fra via del Sole e via dei Tritoni. La Acacia Horrida è poco comune in città, e credo che si capisca facilmente il perchè; peraltro è lo stesso perchè che ne determina invece l'assidua presenza in campagna, dove forma siepi a difesa di confini, che penso siano piuttosto efficaci.
La fioritura della A.Horrida, bella come per le altre specie, avviene per questa in estate, per cui possiamo dire che, volendo godere di questi fiori gialli, abbiamo l'imbarazzo della scelta sul periodo propizio, fra gennaio, marzo, luglio.
Noi, in linea con lo spirito di questo blog, faremo qualche passo di approfondimento in più, ma non troppi per non cadere nello specialistico: ci limiteremo a riconoscere 3 diverse Acacie, da cui il titolo.
L'Acacia Saligna è la più comune e la meno bella, con foglie singole lunghe e strette (tecnicamente si chiamano fillodi), non molto resistente al vento e di aspetto spesso sgraziato, che si fa bella durante la fioritura di marzo.
L'esemplare a sinistra è fotografato a Marina Piccola; più in generale possiamo dire che queste minose si trovano in grande quantità sui pendii vicino al mare (p.es. Torre delle Stelle); in città, e aggiungo per fortuna, non ci sono più tanti esemplari.
Discorso molto diverso dobbiamo fare per la Acacia Dealbata, bell'albero con foglia composta bipennata, costituita da tantissime foglioline piumose. Guardate la delicatezza e la perfezione geometrica dell'ingrandimento a lato, che appartiene ad un alberello posto proprio all'ingresso del parco di Terramaini, sulla sinistra.
La Dealbata fiorisce molto prima della Saligna, e cioè adesso; l'esemplare del parco non è ancora fiorito, ma ne ho trovato uno che inizia la fioritura in via Machiavelli, e ve lo propongo qui sotto.
Forse meno bella come foglia, ma più affascinante per le bellissime spine, è l'Acacia Horrida:
guardate la perfezione delle lunghe spine coniche bianche, nel particolare che appartiene ad una bella ed anziana pianta che si trova fra via del Sole e via dei Tritoni. La Acacia Horrida è poco comune in città, e credo che si capisca facilmente il perchè; peraltro è lo stesso perchè che ne determina invece l'assidua presenza in campagna, dove forma siepi a difesa di confini, che penso siano piuttosto efficaci.
La fioritura della A.Horrida, bella come per le altre specie, avviene per questa in estate, per cui possiamo dire che, volendo godere di questi fiori gialli, abbiamo l'imbarazzo della scelta sul periodo propizio, fra gennaio, marzo, luglio.
venerdì 7 gennaio 2011
Se questo è un arbusto
Ho proposto subito una fotografia per capire di che cosa stiamo parlando (e chiedo scusa per il richiamo letterario del titolo, ma mi sembra appropriato), cioè di una pianta che viene classificata nei testi come un arbusto, il Terebinto, Pistacia Terebinthus. Si vede subito che questo esemplare, che si trova in via Machiavelli in un giardino privato al n. 74, non è, soprattutto per i canoni nostrani, un arbusto, ma un albero ed anche piuttosto grande (sarà alto 7/8 metri).
La distinzione fra alberi ed arbusti non è d’altronde molto netta, è un po’ come la differenza fra monte e collina; questo fatto mi mette in difficoltà, dato che io ho dichiarato che non avrei trattato, per ignoranza, di cespugli o arbusti, ma solo di alberi di alto fusto. In questo caso, e data la bellezza di questa pianta, non potevo far finta di niente, ed ho deciso di parlare del Terebinto, anche se non sono del tutto sicuro che l’identificazione sia corretta (le alternative possibili sarebbero Lentisco o Ligustro).
Dunque il Terebinto è un cespuglio/albero che appartiene alla famiglia delle Anacardiacee, la stessa a cui appartiene il Lentisco, Pistacia Lentiscus, ed il Falso Pepe, Schinus Molle (post del 8 dicembre 2010).
Il Terebinto ha una foglia composta, imparipennata con 9 foglioline, un bel fiore (dicono, io non lo frequentavo ancora nel periodo di fioritura!), ed in questo periodo è meravigliosamente ricoperto dai frutti rossi, piccole drupe che contengono il seme, come si può ammirare dal particolare a sinistra.
Diversi giovani esemplari di questa pianta sono altresì presenti nel parco di Terramaini, del quale parleremo, perché lo merita, in altro post.
martedì 4 gennaio 2011
Il verde del semaforo
Non vi preoccupate, non è un ripasso del codice della strada, ma un suggerimento per i più pigri fra i lettori di questo blog. Mi riferisco a quei lettori che non se la sentono di organizzare una passeggiata dedicata al verde, uscire a piedi e "toccare con mano" gli alberi, magari quelli suggeriti da me; quei lettori che, diciamo così, non sono ancora pronti, ma un pizzico di curiosità lo hanno.
Il mio suggerimento è: quando siete fermi al semaforo durante i vostri spostamenti in città, cercate con lo sguardo ed esaminate gli alberi che vi circondano, è un buon inizio.
Io vi aiuterò in questo esercizio, segnalando ogni tanto le piante che si possono ammirare da determinati semafori, naturalmente nelle zone più frequentate della città.
Primo semaforo: via Scano verso Largo Gennari, di fronte alla Chiesa di Cristo Re: sulla sinistra le ultime piante dello spartitraffico sono una Grevillea Robusta (post del 1 dicembre 2010) ed un Leccio, Quercus Ilex (post del 4 novembre 2010). Più oltre, nel secondo spartitraffico, un bell'esemplare di Cipresso, Cupressus Cashmeriana (post del 4 dicembre 2010).
Secondo semaforo: via Sarpi scendendo, all'angolo con Viale Marconi: a destra alcuni esemplari di Parkinsonia Aculeata, dei quali vi ho già parlato (post del 12 novembre 2010).
Terzo semaforo: via Roma, verso Piazza Deffenu e Viale Diaz: sulla sinistra uno dei più maestosi esemplari di Ficus Magnolioides, pianta simbolo di Cagliari (post del 3 novembre 2010).
Eccolo qui a fianco, tanto grande che non ci sta tutto nella foto, nonostante i 18 mm di distanza focale dell'obiettivo usato. Ricordo che altri splendidi esemplari sono ai Giardini Pubblici ed all'Orto Botanico.
Il mio suggerimento è: quando siete fermi al semaforo durante i vostri spostamenti in città, cercate con lo sguardo ed esaminate gli alberi che vi circondano, è un buon inizio.
Io vi aiuterò in questo esercizio, segnalando ogni tanto le piante che si possono ammirare da determinati semafori, naturalmente nelle zone più frequentate della città.
Primo semaforo: via Scano verso Largo Gennari, di fronte alla Chiesa di Cristo Re: sulla sinistra le ultime piante dello spartitraffico sono una Grevillea Robusta (post del 1 dicembre 2010) ed un Leccio, Quercus Ilex (post del 4 novembre 2010). Più oltre, nel secondo spartitraffico, un bell'esemplare di Cipresso, Cupressus Cashmeriana (post del 4 dicembre 2010).
Secondo semaforo: via Sarpi scendendo, all'angolo con Viale Marconi: a destra alcuni esemplari di Parkinsonia Aculeata, dei quali vi ho già parlato (post del 12 novembre 2010).
Terzo semaforo: via Roma, verso Piazza Deffenu e Viale Diaz: sulla sinistra uno dei più maestosi esemplari di Ficus Magnolioides, pianta simbolo di Cagliari (post del 3 novembre 2010).
Eccolo qui a fianco, tanto grande che non ci sta tutto nella foto, nonostante i 18 mm di distanza focale dell'obiettivo usato. Ricordo che altri splendidi esemplari sono ai Giardini Pubblici ed all'Orto Botanico.
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