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Tamerice e Ginestra, umili ma.....

I puntini di sospensione del titolo sono parlanti: dichiarano che due arbusti spontanei nella nostra isola, che crescono dappertutto senza a...

sabato 29 marzo 2025

La fioritura che non ti aspetti

La primavera cagliaritana è cominciata, anche se con eventi meteorologici alterni, che ogni tanto ci fanno pensare di vivere una coda dell'inverno. La Natura si è comunque svegliata, e le fioriture del verde spontaneo si rincorrono, dalla Ginestra campagnola al Siliquastro cittadino, le Tamerici e tante altre.

Ma oggi vi presento una fioritura diversa, anche se molto affascinante, proprio perché non te la aspetti, come ho scritto nel titolo: la fioritura della Palma nana, Chamaerops humilis (post di presentazione 28/11/10 , seguito da diversi altri).




Eccola qua, la affascinante fioritura gialla della Palma nana. Si tratta di un esemplare su più fusti (caratteristica tipica di questa specie) che vive nel giardinetto del Banco di Sardegna, in viale Bonaria.

I fiori in questione sono riuniti in infiorescenze a pannocchia, di consistenza carnosa. E' una pianta "tendenzialmente" dioica, cioè con fiori maschili e femminili su piante separate, ma non sempre.



 


Ecco a destra un particolare di infiorescenza, di un bel colore giallo ocra.

Ricordo ancora che la Palma nana è endemica nella nostra isola, dato che apprezza il nostro clima sub-tropicale, e che può avere una vita particolarmente lunga, anche di centinaia di anni (post del 6/10/14).

Insomma, la fioritura che non ti aspetti, sicuramente affascinante, merita di essere apprezzata da vicino, sia negli esemplari spontanei di campagna, sia in quelli cittadini coltivati, come quello che ho presentato oggi.

  

mercoledì 12 marzo 2025

Il Cipresso nuovo adepto dei monumenti verdi cagliaritani

Riprendiamo il filo di un recente post (post del 26/2/25) dedicato alle alberature monumentali cagliaritane, per mantenere una promessa, presentando uno dei 3 ultimi entrati, l'unico che mancasse alle recensioni fatte dal nostro blog nel corso degli anni.

Si tratta di un Cupressus sempervirens, il cui nome italianoCipresso comune, non è in questo caso assolutamente appropriato. Altro che comune, l'esemplare di cui parliamo è assolutamente eccezionale!  


Eccolo qui, piazzato nel bel mezzo del cimitero comunale di Pirri, che mostra a tutti la sua enorme quantità di verde, che si estende non tanto in altezza quanto in larghezza, con una chioma fittissima che si allarga sin da subito, partendo da una altezza molto modesta.

Questo campione viene accreditato di una età superiore ai 200 anni, e non può certamente confondersi con le centinaia di fratelli presenti in città, soprattutto nei cimiteri e nelle strade limitrofe.

Va detto fra l'altro che appare in buone condizioni di salute, e continua a produrre galbuli a profusione.


Quest'altra immagine mette in evidenza il massiccio piede, con circonferenza superiore ai 4 metri, ed il tronco immediatamente moltiplicato, forse a causa di vecchie potature radicali.

Una caratteristica questa, il tronco che si moltiplica, come possiamo meglio notare dalla fotografia qui sotto, non comune nei Cipressi.



Insomma un esemplare certamente monumentale, ma anche bello e peculiare, e che sicuramente sfata uno dei luoghi comuni relativi a questi alberi, che non li renderebbero degni di attenzione.

Merita sicuramente una visita, questo enorme guardiano del Cimitero di Pirri!
   


lunedì 3 marzo 2025

Quando si dice: un albero carico di frutti......

E' un modo di dire spesso usato, anche a sproposito, dichiarare che un certo albero è carico di frutti, per indicare una fruttificazione copiosa: ma non in questo caso, non per il Citrus aurantium, arancio amaro o melangolo, che vi presento oggi.

Guardate che esplosione di arance, che fanno sembrare l'albero nell'insieme  più arancione che verde! Si vede che è un alberello giovane, pieno di voglia di riprodursi!

Siamo a Quartu, in piazza XXVIII aprile, sede del Comune, e l'alberello non ha ancora cominciato a perdere i frutti, dato che l'aiuola ed il pavimento circostante appaiono puliti; oppure gli addetti alla pulizia stradale sono particolarmente efficienti, contrariamente a quanto accade a Cagliari, per esempio nelle vie Pergolesi e Petrarca, dove i pedoni devono convivere con le arance spiaccicate per terra!

Comunque l'eventuale sporco stradale è abbondantemente compensato, a mio modo di vedere, dalla bellezza della fruttificazione e dal profumo della fioritura, quando le piante sono tenute bene (si veda al riguardo per la nostra città quanto detto nei post del 10/9/11  e del 24/3/22).


I nostri filari di Aranci sistemati per abbellimento stradale, come nel caso citato della via Pergolesi, fanno venire in mente la Spagna del sud, per esempio Siviglia e Malaga, dove la quantità di questi alberi cittadini è abbondantissima, e contribuisce ai ricordi piacevoli che si porta appresso chiunque sia stato in primavera in quei luoghi. Come contropartita l'Arancio richiede una certa attenzione e cura, avendo facilità ad essere colpito dalla cocciniglia, come descritto nel post del 2011 citato.    

 

mercoledì 26 febbraio 2025

Le alberature monumentali cagliaritane

Recentemente l'assessora al verde cagliaritano Luisa Giua Marassi ha segnalato, sul sito del Comune, l'ingresso di tre nuovi alberi fra le alberature monumentali presenti nell'elenco regionale sardo, per cui il numero complessivo di questi alberi cagliaritani "notevoli" arriva a 10.

Mi fa piacere registrare questa informazione, e confermare ai lettori  che nove di questi alberi sono già stati recensiti nel blog, mentre il decimo, un Cupressus sempervirens, spero di presentarvelo a breve.

Spero altresì di fare cosa gradita riportando qui sotto gli alberi in oggetto presenti nel blog con la loro posizione cittadina ed il riferimento ad uno dei post nel quale ne abbiamo parlato.

La parte del leone spetta ai Ficus magnolioides o macrophilla, con 4 posizioni: piazza Ingrao Darsena (post 16/5/23, per segnalare solo l'ultimo fra i tanti post), piazza Matteotti (post 12/4/18, fra gli altri), i due dei Giardini Pubblici (post 10/3/24, fra gli altri).  

Seguono l'Erythrina caffra di piazza Annunziata (post del 12/9/13, fra gli altri), la Gleditsia triacanthos dei Giardini Pubblici (post del 31/8/15), la Jacaranda mimosaefolia sempre dei Giardini Pubblici, la Prosopis torquata al Parco delle Rimembranze (post 9/6/22, fra gli altri), la Araucaria excelsa di vico San Giovanni (post del 28/11/17, fra gli altri). 

Fra i tanti aspetti critici che presenta la nostra città, questi meravigliosi alberi costituiscono un motivo di orgoglio: vale la pena di conoscerli ed andare a trovarli ogni tanto! 

giovedì 13 febbraio 2025

La nuova stagione

 Ancora in pieno inverno, sono i fiorellini di campo quelli che meglio interpretano la nuova stagione, suscitando in noi la sensazione della primavera che verrà. Fiorellini che sbucano precocemente, e rimangono quasi a livello del terreno, come se si vergognassero per la loro precocità. Un esempio tipico e noto a tutti sono i Bucaneve, Galanthus nivalis, una Amarillidacea il cui nome comune esprime bene la volontà di sbucare dal terreno ancora gelato e coperto di neve.

Noi non abbiamo i Bucaneve in Sardegna, ma abbiamo certamente fiorellini precoci, che interpretano brillantemente il ruolo. 


Per esempio il gruppetto qui a fianco fotografato in agro di Pula, che potrebbe essere costituito da esemplari di Zafferanetto comune, tecnicamente una Romulea appartenente alle Iridacee.

Un fiorellino molto comune nelle nostre campagne, che vengono ricoperte da questa piccola ed affascinane fioritura dalla fine di gennaio.

Preciso per correttezza che la identificazione della specie non è certa, data la mia ignoranza nel riconoscimento delle erbacee; potrebbe anche trattarsi di un Crocus minimum, pianta endemica della nostra isola.

Comunque, mi accontento di identificarlo come apripista della primavera qui da noi, in concorrenza con il notissimo Bucaneve, e mi pare che non sfiguri rispetto al più famoso cugino!  


sabato 8 febbraio 2025

Il verde della via Roma rinnovata

E' stato recentemente aperto al pubblico - ed era ora - il primo tratto della nuova via Roma, che ci mostra finalmente i primi esiti del progetto bosco orizzontale "Boeri" del quale tanto si è parlato e discusso. 

Il tratto aperto è quello che va da piazza Ingrao (quella degli splendidi Ficus magnolioides, per intenderci) a via Dei Mille; non molto, ma quanto basta per esprimere un giudizio. Possiamo dire innanzitutto che qualsiasi progetto che restituisse alla fruizione pedonale la vecchia "promenade" di via Roma, al posto dell'orrendo parcheggio auto su asfalto con il quale abbiamo a lungo convissuto (post del 14/8/17 ed altri), non poteva che essere accolto positivamente, e così lo accogliamo noi, con un sospiro di sollievo.


E questa prima immagine ci dice che la passeggiata è gradevole, anche se il Leccio, di cui vediamo uno dei filari, non sembra una essenza appropriata, dati gli esiti precedenti in altre zone cittadine, come avevamo segnalato dal lontano 2010 (post del 4/11/10) e successivamente (post del 27/10/13): il Leccio, Quercus ilex, è una pianta che ha bisogno di essere libera per crescere bene, e non di essere costretta in aiuola, anche se realizzata con criteri moderni. 

Inoltre, anche nel caso specifico come in quello di S.Elia, il substrato salmastro non aiuta questa pianta a vivere bene.

Fatta questa prima ed essenziale considerazione critica, per la quale non resta che sperare in un corretto innaffiamento e cure adeguate per una crescita non stentata, vediamo gli aspetti positivi.


La pavimentazione è piacevole, anche con tratti di diversa composizione, sia granigliato che basolato, e le aiuole sono belle, molte di loro anche circondate da sedute illuminate.

In questa fotografia notiamo anche, con grande piacere, la presenza di diverse Palme Phoenix canariensis, salvate dal punteruolo rosso, e che rappresentano la continuità dalla vecchia alla nuova via Roma. La guerra contro l'insetto malefico non è vinta, come dimostrano alcuni altri esemplari tuttora sotto attacco ed in condizioni precarie, ma va combattuta fino in fondo, fino alla vittoria.

Sulla destra della fotografia, diversi tronchi massicci che dovrebbero appartenere a Siliquastri, Cercis siliquastrum, anche questa specie ben conosciuta  in via Roma. Se sono Siliquastri, sarebbe interessante conoscerne la provenienza, perché sembrano esemplari molto più grossi di quelli preesistenti. Speriamo che riescano a fiorire già dalla prossima primavera!

Nella zona iniziale della passeggiata, quella dove sono stati installati alcuni giochi, troviamo poi alcuni esemplari di Melia azedarach, che appare una buona scelta (vedi piazzale del Lazzaretto a S.Elia).

Ci sono poi, e non potrebbero mancare, diversi esemplari di Jacaranda, Jacaranda mimosaefolia, che rappresentano la continuità con i bellissimi doppi filari del Largo Carlo Felice.

 
Il verde arbustivo ed il prato appaiono invece ridotti rispetto alle aspettative, ma forse gli spazi non consentivano superfici maggiori; ci sono comunque molte varietà dalle quali aspettarsi buoni risultati di crescita ed abbellimento, come il Mirto, la Phillyrea, la Lavanda, il Rosmarino nostrano e quello Grevillea dai fiori rossi, il Timo, l'Elicriso e tanti altri.

Naturalmente, parlando di aiuole e spazi orizzontali, è fondamentale il senso civico dei frequentatori, la voglia e l'orgoglio di tenere puliti questi spazi; la situazione di altre vie cittadine non ci consente grandi speranze in questo senso, ma bisogna crederci, e adoperarci tutti per mantenere ed incrementare la bellezza di uno dei luoghi più iconici della città, per noi cittadini e per gli ospiti. 



  

mercoledì 29 gennaio 2025

Il parco Nervi ed il suo verde


E' certamente un luogo affascinate, il parco Nervi, inaugurato qualche anno fa, che prende il nome dall'architetto che ha probabilmente progettato il capannone destinato allo stoccaggio del sale.

Come si vede dalla foto a fianco, il grande padiglione è certamente l'elemento più significativo del parco, anche se fino ad oggi non ne è stata stabilita la destinazione, ed è tuttora chiuso al pubblico.

Nella foto, ripresa dal ponte ciclopedonale, si nota anche un tratto del canale di San Bartolomeo, che partecipa al fascino dell'insieme e, per stare nella materia di nostro interesse, alcune Tamerici, Tamarix gallica, in versione invernale.

Devo dire che le piante del parco non sono tante e soprattutto molte di loro non sono in buone condizioni. Mi riferisco in particolare agli Schinus molle che si trovano sul lato opposto a quello che costeggia il canale; alcuni alberi sono proprio morti, altri paiono sofferenti, anche se il Falso pepe è un albero sempreverde.


Ecco una immagine esplicativa, con uno Schinus in condizioni precarie, mentre sullo sfondo troneggiano alcuni vecchi Pini d'Aleppo.

Ed in questa immagine vediamo anche uno scorcio del cosiddetto prato fiorito, proposto come un esperimento di grande interesse e che, finora, sembra sia stato una delusione.

Questo esperimento è spiegato in appositi cartelli esplicativi che elencano le specie di essenze piantate, che avrebbero dovuto dare grandi fioriture, che invece non si sono viste; non dico adesso che siamo in pieno inverno, ma anche nelle altre stagioni non si sono avuti grandi risultati, tanto da far ritenere questo esperimento un poco pretenzioso e velleitario.

Attualmente tutti questi spazi prativi sono occupati essenzialmente da piantine di verdura che, detto che io ne capisco molto poco, sembrano una sorta di cicorietta o al più di tarassaco, non molto altro.

Insomma, ribadisco la delusione, anche se spero ancora di essere smentito dalle fioriture della prossima primavera ed estate. 



martedì 14 gennaio 2025

Una siepe di "trombe" della Solandra

 Quando la Solandra maxima fiorisce, cioè in questo periodo con il clima cagliaritano, non può passare inosservata, dato che si riempie dei suoi grandi fiori  a tromba gialli, in contrasto con la bella foglia coriacea e lucida.

E' un arbusto esuberante, questa Solanacea, difficile da contenere in forma di siepe, ma qualcuno ci è riuscito, per esempio il centro ANFFAS di via De Gioannis, di cui vediamo appunto la siepe che orna la recinzione. 

Abbiamo già parlato di questo arbusto nel lontano 2013 (post del 23/1/13), facendo riferimento soprattutto ad una grande ed estesa siepe di Monte Urpinu. E' comunque un arbusto piuttosto raro, forse proprio per la esuberanza, che tende a farlo crescere in maniera disordinata e molto invadente, con rami legnosi che radicano spesso occupando molto spazio, anche molto lontano dal fusto originario. 



I fiori, dicevamo, sono grandi trombe gialle con strisce color porpora; non molto eleganti, ma gradevoli in accoppiamento con le foglie ellittiche e lucide, come si nota nel primo piano a destra; inoltre è un arbusto sempreverde, altro elemento positivo.

Sopporta bene le potature, anche energiche, alle quali reagisce con nuovi getti.

Insomma, possiamo concludere che ne vedremmo volentieri altre siepi come quella presentata oggi, formate da un arbusto rustico che chiede solo un poco di controllo alla sua crescita disordinata ed irruenta.


lunedì 30 dicembre 2024

Il nostro Lentisco e le sue drupe

 Mi permetto di definire "nostro" il Lentisco, Pistacia lentiscus, perché se c'è un arbusto sardo per antonomasia questo è lui, data la sua  estrema diffusione sul nostro territorio e la sua disponibilità a farsi addomesticare, passando dalla campagna al giardino, al terrazzo e perfino al vaso!

Con queste credenziali è giusto quindi tributargli gli onori dovuti e soprattutto in questo periodo, quando espone i frutti, rosse piccole drupe invernali, che diventeranno nere a fine stagione.

La pianta qui fotografata vive nell'Equity park, uno degli ultimi spazi verdi pubblici/privati aperti a Cagliari (post del 12/11/23), ma, ripeto, il Lentisco si trova dappertutto, e più o meno tutti lo conosciamo.

Non mi dilungo in dettagli su questo arbusto, per i quali vi rimando a post precedenti, sia riguardanti la sua presenza in campagna (post del 15/11/21), sia la sua "domesticabilità" (post del 15/11/22), quando viene usato come siepe a formare un labirinto.

Sappiamo inoltre che le foglie ricche di potassio migliorano il terreno facilitandone l'umificazione, cioè la formazione dell'humus, e che la sua notevole capacità pollonifera lo colloca fra le piante più resistenti al fuoco, capaci di rinascere dopo gli incendi. 

Il Lentisco appartiene ad una famiglia piuttosto nota, alla quale fanno capo tra le tante specie anche il Terebinto, Pistacia terebinthus, la pianta del pistacchio, Pistacia vera, il falso pepe, Schinus molle, la pianta degli Anacardi, Anacardium occidentale, che dà il nome alla famiglia, quella delle Anacardiacee. Che bella famiglia!   


domenica 22 dicembre 2024

Le Sterculie, e non solo, all'Ospedale Binaghi

 Ho segnalato in diversi post che una fetta importante del verde pubblico è stata costituita, nel secolo scorso, dal verde degli Ospedali, quasi una specie di prerequisito per le strutture dedicate alla salute. 

SS. Trinità, ex manicomio di Santa Clara, ex Clinica pediatrica, per citare tre nomi; e, non ultimo, l'ex Ospedale Binaghi, al quale abbiamo dedicato alcuni post (post del 30/12/1420/12/18,    28/11/19), con riferimento alle sue vicende verdi.

Torno oggi su questa struttura, ed in particolare sulle sue zone verdi, pur soffocate dal disordine delle auto parcheggiate; mi hanno colpito in particolare i "mazzi" di frutti, capsule semi legnose piuttosto grandi ,che ornano una delle tre Sterculie presenti in fondo agli stradelli interni, di fronte ad una delle ultime strutture sanitarie.

Oggi il nome di queste piante è l'altisonante Brachichiton discolor, ma a me piace chiamarle ancora affettuosamente Sterculie, come le cugine di Genneruxi (Brachichiton populneus)e di altri luoghi in città.

Le strane barchette contengono i semi, che nei paesi di origine di questi alberi, ed in particolare in Australia, vengono consumati tostati.



Passando dal particolare al generale, ecco uno scorcio del giardino di fronte all'edificio centrale che, come detto nel post del 2019 citato, ha recuperato e mantiene un poco di dignità.

Insomma, aree verdi che, pur con l'assalto delle auto, possono dare un poco di sollievo a chi  frequenta queste strutture per sottoporsi a cure, ma anche a chi, magari a piedi, le frequenta per il loro aspetto più piacevole, appunto il verde. 






 


domenica 8 dicembre 2024

La Fatsia ed il mercatino di Natale

 La Fatsia japonica, nota anche come Aralia in quanto appartenente alla famiglia delle Araliacee, è una di quelle piante che vivono bene sia in appartamento che all'esterno, come altre che abbiamo anche definito "scappate di casa" (post del 23/1/16). 

E' una bella pianta, che può raggiungere all'esterno dimensioni di arbusto anche piuttosto notevoli, con grandi foglie palmate e la bella particolarità di fiorire in autunno avanzato e fruttificare in pieno inverno, fino ad inizio primavera (post del 8/4/22). 

Nel verde pubblico di Cagliari la Fatsia è molto poco utilizzata, ma un impiego ben riuscito è quello del primo tratto del Corso Vittorio Emanuele; qui la fioritura del mese di dicembre collima con la presenza del mercatino di Natale con le sue casette in  legno, e costituisce un ottimo incentivo per una visita che metta insieme le due cose (post 24/12/17).


Ed eccoli allora gli stand del mercatino di quest'anno che, devo dire, presentano un ottimo livello qualitativo dei prodotti artigianali offerti.

Prodotti gastronomici, naturalmente, ma anche realizzazioni artigianali di elevata manualità e di buona fattura. 

Nella fotografia, e come poteva mancare!, svetta sullo sfondo la Washingtonia filifera del bastione del Balice, uno dei simboli verdi della nostra città. 
       

Ed ecco la protagonista verde del post, una delle Fatsie fiorite nelle aiuole che fiancheggiano il viale ed il suo mercatino.

Spiccano i grappoli dei fiorellini bianco-crema, che lasceranno poi il posto alle bacche nere, che abbiamo visto e fotografato nel post citato di aprile 2022.

Dicevamo che la Fatsia-Aralia appartiene alla famiglia delle Araliacee, a cui appartiene anche l'Edera e più di altre 250 specie di piante di origine tropicale e presenti soprattutto in queste fasce climatiche; sono spesso caratterizzate dalla grandezza delle foglie, che possono superare di molto i 50 cm di diametro, come la Tetrapanax (post del 26/6/17).

Spero con queste poche note di aver fornito uno stimolo anche ai più pigri per fare una visita comune alle Fatsie ed al mercatino del Corso!
  


lunedì 25 novembre 2024

La via dei veleni

 Tranquilli, non vi voglio parlare di uno sceneggiato televisivo, anche se il titolo del post potrebbe farlo credere; non si tratta di veleni metaforici, di rapporti umani compromessi, ma di veleni veri e propri che si trovano ai bordi di una via cittadina.

Siamo infatti in via Dei Conversi, dove vivono due delle piante contenenti semi fra i più velenosi del mondo vegetale: lo Stramonio ed il Ricino.


Ecco a sinistra un arbusto di Stramonio, Datura stramonium, con i frutti spinosi, capsule globose contenenti i semi velenosi (in realtà tutte le parti della pianta sono velenose, in varia misura).

I nomi comuni di questa pianta, erba del diavolo, erba delle streghe, ma anche Ischida babbau in sardo, non danno adito a dubbi sulla sua velenosità. 

Per saperne di più, vi rimando a precedenti post (p.es. post del 4/10/20) o ad Internet, dove molto è detto sugli usi per rituali magici e sulle proprietà allucinogene.

Per fortuna che la presenza di spine funge da dissuasore, e dovrebbe evitare contatti incauti  da parte di sprovveduti o bambini!



A destra invece ho fotografato uno dei tanti arbusti di Ricino, Ricinus communis, con le sue belle foglie e le altrettanto belle spighe di frutti, anch'esse capsule spinose contenenti 3 semi.

Anche del Ricino abbiamo parlato più volte, trattandosi fra l'altro di una specie invasiva, come tale molto più presente dello Stramonio in via Dei Conversi. (p.es. post del 12/2/11) ed in altre zone degradate della città.

Le intossicazioni provocate dall'olio di Ricino sono ben note per il terribile uso fatto dell'olio estratto dai suoi semi, ed anche il nome in campidanese, cagamengia, è abbastanza esplicativo.

Insomma due arbusti, lo Stramonio ed il Ricino, che i nostri giardinieri farebbero bene a tenere a bada, eliminandoli almeno dai posti più facilmente raggiungibili, per esempio dal bordo strada di via Dei Conversi. 

 

lunedì 18 novembre 2024

Gli splendidi giardini dell'Isola Bella

No, non poteva limitarsi alla descrizione del foliage piemontese (post del 6/11/24)  il resoconto sul blog della mia scappata autunnale sul Lago Maggiore; vi devo presentare l'Isola Bella ed i suoi giardini, una meraviglia che da sola merita abbondantemente il viaggio.

L'Isola Bella è per grande parte occupata dal sontuoso palazzo Borromeo, edificato nel diciassettesimo secolo e ricco di arredi originali; ma non è di questo che vi voglio parlare, ma dei suoi meravigliosi giardini, splendida realizzazione perfettamente conservata.


Cominciamo con un curioso incontro che facciamo nella zona dell'imbarcadero, dove attracca il battello proveniente da Stresa: si tratta di 3 esemplari di Cipresso calvo, Taxodium distichum, albero a noi noto per lo splendido esemplare dell'Orto Botanico (post del 22/12/16  ed altri precedenti).

Questi tre fratelli, come da loro natura, vivono "con i piedi" in acqua ed emanano grande fascino; faccio notare che il più piccolo è già in pieno foliage , mentre i fratelli grandi sono più restii a perdere il verde.





Ma veniamo ai giardini, di cui vi presento due immagini: qui non c'è bisogno di commentare, perché le immagini parlano da sole.




Una intelligente alternanza fra prati, fioriture ed alberi di alto fusto, che comprendono specie esotiche a rare, come per esempio i Liquidambar con la loro splendida foglia, un enorme albero della Canfora, Cinnamomum camphora , diversi alberi dei tulipani, Liriodendron tulipifera.


Insomma, se accordiamo la bellezza di questi giardini con il contesto del lago, magari in una bella giornata, lo spettacolo è assicurato, ed è veramente unico.

Ricordo, per completezza dell'esposizione odierna, che 10 anni fa avevo parlato di un'altra delle isole del Lago Maggiore, l'Isola Madre, con particolare riferimento al peculiare enorme Cipresso del Cashmir ed alle sue traversie (post del 21/6/14). 

lunedì 11 novembre 2024

Dopo la fioritura autunnale, ecco le "nacchere"!

La Jacaranda mimosaefolia è un albero che ha un legame forte ed indissolubile con la nostra città: immaginare Cagliari senza questi alberi non è possibile, come non è possibile immaginarci senza un monumento fondamentale o una piazza del centro storico. 

E, rispetto ai monumenti o alle piazze, le Jacarande hanno il vantaggio di essere presenti più o meno dappertutto in città, e di essere vive e cangianti con le stagioni. E allora, dopo la splendida seconda fioritura autunnale, celebrata l'ultima volta nell'ottobre appena trascorso (post del 14/10/24), celebriamo oggi la nascita dei frutti, le nacchere citate nel titolo di oggi così come erano state soprannominate in un vecchio post (post del 6/4/12).



Eccole qui, che occhieggiano fra i rami verdeggianti di un esemplare di piazza Giovanni XXIII.

Come si vede, l'albero persiste nel rigoglio vegetativo, ed i frutti a due valve sono ancora piccoli e chiari; passeranno mesi, prima che prendano il colore marroncino fotografato nel citato post di aprile e le valve legnose si aprano per rilasciare i semi, assumendo proprio l'aspetto di nacchere. Intanto, godiamoci anche questa versione autunnale della nostra amica Jacaranda!  

mercoledì 6 novembre 2024

Il foliage piemontese

Abbiamo ribadito più volte, a partire dal lontano 2011 (post del 31/10/11), che il foliage non è materia consona al verde sardo, e tantomeno a quello cagliaritano, salvo piccoli spettacoli molto localizzati, in determinate zone dell'interno dell'isola come il Goceano (post del 15/10/12) o le Barbagie. 

In realtà l'arte di spogliarsi è praticata anche da determinate specie a Cagliari, segnatamente dai Ginkgo biloba (post del 2/12/17), ma non oserei parlare di foliage. Per parlare propriamente di foliage  dobbiamo attraversare il mare ed andare nel nord Italia, per esempio nel bosco del Cansiglio in Veneto, o all'estero, per esempio nello Yorkshire o nella Cumbria  inglesi, splendidi luoghi dei quali vi ho dato conto fra il 2019 ed il 2023.

Quest'anno però aggiungiamo un'altra regione italiana, e precisamente il Piemonte, a rappresentare il foliage nostrano; infatti quest'autunno sono stato attratto, e non mi sono fatto mancare, lo spettacolo in una zona del Piemonte al di sopra del lago Maggiore, e precisamente la Valle Vigezzo, tanto poco conosciuta quanto bella.  Qui infatti corre una linea ferroviaria, che collega Domodossola a Locarno in Svizzera, e che si chiama, guarda caso, Treno del Foliage. Questa linea ferroviaria, nel periodo ottobre e novembre, è frequentatissima dagli amanti di questo meraviglioso spettacolo.

Ecco una immagine ripresa dal treno, che mostra il miscuglio dei colori, dal verde, al giallo nelle sue varie sfumature, al rosso.

Indubbiamente un bello spettacolo, al quale però si possono fare anche critiche, legate all'affollamento ed agli spazi ristretti sul treno, alla difficoltà di fare fotografie in piedi, ai riflessi dei vetri che impediscono di cogliere tutta la bellezza in fotografia.

A queste critiche io ne aggiungo poi un'altra, del tutto personale: per godere appieno della trascolorazione e spogliamento delle piante, bisogna vederle da vicino, odorarle, toccarle, cosa che evidentemente non si può fare dal treno.

Per fortuna sono previste delle fermate, ed è possibile quindi interrompere il viaggio e riprenderlo poi anche a distanza di ore; così io ho fatto, e vi riporto alcune meraviglie riprese nel paesino di Santa Maria Maggiore.





Ecco una splendida grande Quercia, e precisamente un Cerro, Quercus cerris, nel pieno del lavoro; sta cambiando colore, e già molte foglie sono per terra, anche se il grosso deve ancora accadere. 


Ricordo che il Cerro non è presente a Cagliari e pochissimo presente in Sardegna, e solo in zone montuose; è caratterizzato dalle foglie grandi e multilobate, molto eleganti, come possiamo notare dalla fotina sottostante.




E qui a destra abbiamo un piccolo Acero giapponese, Acer palmatum, che con i suoi colori autunnali è forse uno degli alberi più rappresentativi del foliage. 

Nella foto notiamo come curiosità la foglia dipinta sul muro, anch'essa di Acero; poiché questo è il cortile di una scuola, è probabile che questo sia il lavoro di una maestra con i suoi alunni, o almeno io così voglio immaginare.






Infine, ci lasciamo con una immagine romantica, sempre ripresa nel paesino di Santa Maria Maggiore: il giardino privato di una bella villa, dove si incrociano, in maniera invero elegante, il marrone, il rosso ed il verde che caratterizzano la stagione.